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IGNORED

Denario di L. Calpurnius Piso Frugi


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Questo denario comunissimo fu emesso nel 90, dopo lo scoppio della Guerra Sociale, per finanziare le truppe dei consoli G. Mario e L. Cornelio Silla che dovevano rispondere alla sommossa degli Italici.

Il monetiere, L. Calpurnio Pisone, al R/ richiama la festa annuale dei Ludi Apollinares, istituiti nel 212. A quell’epoca, in piena crisi conseguente alla disfatta di Canne, il pretore Marco Emilio, per contenere il dilagare di superstizioni, diede ordine che fossero versti tutti i testi profetici. Venne così a conoscenza di due oracoli resi da tale Marcius e trascritti su corteccia, i carmina Marciana: il primo presagiva la disfatta di Canne, il secondo raccomandava di onorare Apollo mediante giochi in suo onore, cosa che effettivamente si face a partire da quell’anno. I carmina Marciana furono inseriti nei libri sibillini.

Nel periodo 90 - 87, a causa della Guerra Sociale, furono allestiti in tutto per i denarî romani almeno 3.951 conî di diritto e 4.507 di rovescio; fino ad oggi ci sono pervenuti oltre 100.000 esemplari. Di questo denario in particolare, tenuto anche conto delle numerossissime marcature di conio, esistono 864 conî di diritto e 1.080 di rovescio. Crawford ha proposto un volume massimo di emissione di circa 30.000 pezzi per ogni conio del diritto (posto all'incudine e quindi il più resistente all'usura e rottura); il cosiddetto conio di martello invece si usurava prima. Sia Mattingly (ANS Museum Notes, 1976) che Buttrey ritengono più realistico il numero di circa 15.000 (Mattingly) o 10.000 pezzi (Buttrey). Ovviamente il rapporto fra i conî del diritto e quelli del rovescio tende ad allargarsi quanto più è vasta una emissione, in quanto aumenta la probabilità di rottura dei di rovescio


Inviato (modificato)

Il desultor, o saltatore di cavalli, era una figura ricorrente nei giochi circensi, ma presente in altre culture antiche. L'abilità di saltare da un cavallo all'altro era ad esempio diffusa anche tra i cavalieri degli eserciti della Numidia, tra gli Sciiti, gli Armeni e gli Indiani. Se ne trovano descrizioni anche nell'Iliade. Il desultor romano si caratterizza per eseguire le sue acrobazie su due cavalli ed è riconoscibile per il cappello di feltro che indossava. Sulle monete romane il desultor appare per la prima volta sul denario RRC 297/1; viene poi ripreso sui denarî RRC 340/1, 346/1, 408/1, 480/20 e 480/21.

Modificato da L. Licinio Lucullo

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