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Di questo denario Crawford quantifica circa 80 conî di D/ e 100 per il R/. Ne esiste un gruppo di stile più scadente; Sydenham ha ipotizzato che sia stata attiva una zecca periferica, per spiegarne l'esistenza, ma Cr. ritiene che non debbano essere considerati "as forming a separate group".

La scelta di raffigurare un patto di alleanza (“mittere in fidem Populi Romani”) potrebbe svolgere la funzione di richiamare alla memoria una mitica alleanza, alludendo ad una nuova e sospirata coalizione. La rarità delle raffigurazioni su moneta di eventi contemporanei in questo periodo induce a supporre che dietro questa scelta iconografica ci fosse un intento celebrativo forte. Una scena di giuramento verrà raffigurata anche sui denarî serrati di C. Sulpicius e sulle monete a nome di C. Mutilius durante gli anni della guerra sociale (91-89). Si può quindi ipotizzare che essa ricordi la coniuratio, il patto di fedeltà ed obbedienza tra i soldati romani ed i loro consoli (Livio, XXII 38).

Cr. colloca invece l'emissione nel 137, per finanziare la guerra numantina, identificando il monetiere nel figlio di T. Veturius Gracchi f. Sempronianus, augure nel 174. Il pretesto dell'emissione sarebbe e il monetario si sarebbe ispirato all'aureo del giuramento, a sua volta ispirato al famoso foedus Caudinum.

Nel 137 sarebbero quindi comparsi i tipi che si distaccavano dalla tradizionale scelta iconografica dei bigati (RRC 234/1 e RRC 235/1), sebbene anche i “nuovi” tipi si ispirassero alla tradizione monetale della Repubblica (RRC 28/1, http://www.lamoneta.it/topic/99463-aureo-del-giuramento/, per il giuramento, RRC 20/1 per la lupa).

Coarelli invece, in Argentum Signatum, riprende Mattingly e colloca l'emissione intorno al 125, anno della rivolta di Fregellae, causata dal fallimento di Fulvio Flacco (di parte graccana) nella politica di estensione della cittadinanza romana italiana. La famiglia Veturia era strettamente imparentata con i Semproni Gracchi e quindi, forse, l'emissione fu una sorta di propaganda a favore della legge di Flacco, mostrando un foedus tra Romani e Italici. Il favore attribuito che sarà attribuito a questa iconografia nelle monete del bellum sociale potrebbe spiegarsi proprio in questa chiave. Peraltro, nel 125 cadevano i 100 anni dall'emissione dell'aureo del giuramento, resa possibile grazie allo sfruttamento delle miniere d'oro di Victimulae (nella Gallia Cisalpina) sottratte, appunto nel 225, ai Galli Boi, grazie anche all'opera di Lucius Veturius Philo, poi consol suffectus nel 220, antenato del monetario. Il periodo è poco noto, ma sicuramente l'impatto emotivo della vittoria sui Boi, resa possibile da un foedus fra Roma e Italici, fu grande, essendo ancora viva la memoria del sacco di Brenno

Modificato da L. Licinio Lucullo

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Veturio emise anche un quadrante, ormai rarissimo, caratterizzato da una particolare raffigurazione al R/:

http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G144/2

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Modificato da L. Licinio Lucullo

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