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IGNORED

COME CAMBIA LA MONETA NEL TEMPO.......


Risposte migliori

Inviato

Vorrei aggiungere un'ulteriore considerazione in merito, il "valore" delle monete d'oro che rimane più o meno stabile negli anni, il perché, in un certo senso, é nel fatto che la moneta d'oro era al tempo stesso moneta e merce, serviva si per i grandi scambi internazionali, ma veniva anche "acquistata" e tesorizzata come tale, un po' come ancora oggi si comprano i bullions, ecco allora che il loro non più rapporto di cambio, ma vero e proprio "costo" variava rispetto la moneta minuta di conto che invece subiva l'attacco erosivo dell'inflazione

Vorrei proporre di porre l'accento di questa interessantissime discussione non solo sull'aspetto iconografico ed artistico ma anche su quello più squisitamente tecnico, come e perchè variano ad esempio l'altezza dei bordi o l'inizio dell'utilizzo dei bordi come "terza faccia" ecc.

Un salutone al grande Mario ed agli altri amici

Roberto


Inviato

PS giorni fa, mentre sfogliavo il mio vecchio manuale di storia del liceo (che ovviamente ho conservato gelosamente) mi son imbattuto in un interessante grafico riguardante la forte variazione dei prezzi tra la metà del XVI e inizi del XVII nelle varie regioni d'Europa, sarebbe ora piuttosto complicato postarlo ma volendolo riassumere in estrema sintesi risulta che ci furono regioni che ressero meglio come le Fiandre e altri che furono ridotti alla fame, ma alla variazione dei prezzi non corrispose mai e in nessun posto un'adeguata variazione dei salari.


Inviato

Grazie Ramossen delle osservazioni molto interessanti, in particolare per l'accenno a vedere i bordi come terza faccia della moneta.

La Travaini parla dell'iconografia come terza faccia della moneta ma sicuramente anche i bordi danno informazioni, è sicuramente la terza o quarta faccia di una moneta.

Ma un altro aspetto fondamentale del cambiamento in questo delineato periodo storico è il cambiamento che avviene nella coniazione e visto che parliamo di come cambia la moneta, questo è sicuramente uno dei cambiamenti da ricordare.

Il passaggio dalla coniazione a martello a quello a macchina è un passaggio che porta tutte le zecche a un cambiamento progressivo epocale.

Nel momento in cui entrano i grandi moduli, monete tipo lo scudo, il ducatone e altre,nasce il problema di come sviluppare col martello una forza tale ed efficace per imprimere una buona impronta su una moneta del diametro di 4 - 5 centimetri, in tutto questo nasce anche l'esigenza di avere tondelli più spessi e consistenti.

Paradossalmente l'opposizione all'uso delle macchine venne dal possibile e minor uso di manodopera, ma il fenomeno prende piano, piano largo, anche se i costi per i macchinari furono alti e impegnativi.

A Roma la coniazione a martello viene abbandonata nel 1634, in Francia nel 1643, in Inghilterra nel 1662.

Il Galliani ricorda i numerosi vantaggi dell'uso di questa nuova tecnica : il peso più uguale, l'evitare le falsificazioni, un tempo minore, alla lunga spese inferiori, operai ridotti, inoltre la bellezza delle monete era decisamente superiore.


Inviato (modificato)

E' ovvio che la ritrattistica avendo a disposizione spazi maggiori diventa sempre più precisa e verista

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Uno dei più grandi esempi di forza espressività nel ritratto, lo abbiamo nella monetazione di Carlo v, l’effige di questo regnate battuta su tondelli di diverse zecche fece epoca, un splendido esempio lo possiamo ammirare nel 2 scudi o doppia, battuto nell’illustre zecca di Napoli nel 1542, in ricordo del perdono accordato da Carlo V ai Napoletani che si erano ribellati a un editto del Vicerè, il duca di Toledo, che intendeva introdurre nel regno il Tribunale dell’inquisizione.

La sollevazione evitò per al seconda volta ai Napoletani, l’onta di questo odiato e temuto organo, ma costò loro mezzo milione di scudi pretesi da Carlo V come risarcimento. Questo pagamento era quasi pari al primo di mezzo milione di ducati che i Napoletani avevano corrisposto a Ferdinando il Cattolico, affinchè a Napoli fosse risparmiata l’introduzione di questo tribunale, presente ormai in tutti i territori Spagnoli.

Il primo fu effettuato solo dalla nobiltà napoletana, mentre al secondo pagamento parteciparono anche il popolo e la borghesia.

Eros

Modificato da eracle62
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Inviato

Grande esempio Eros di ritrattistica, volendo in questa sezione potremmo piano, piano vedere dei piccoli capolavori, perchè di questo si tratta.

Quindi riassumento il grande modulo aiuta a raggiungere la qualità artistica, ma anche le innovazioni tecnologiche aiutano tutto questo.

E' il torchio che cambia la moneta, la tecnogia in aiuto delle coniazioni, il tutto a partire da circa il 1650 .

Abbiamo cosi' monete diverse, più regolari, con incisioni precise o con anche iscrizioni sul bordo.

Abbiamo pesi più regolari, il fenomeno devastante della tosatura, nonostante i vari bandi, viene impedito.

Sulle monete compaiono sui bordi anche delle scritte che rassicurano sul peso e sul valore corretto.

Allego una immagine esemplicativa tratta dal libro " Il patrimonio artistico di Banca Carige " che permette di vedere il taglio di un otto lire del 1799, in esso si legge PESO - GRANI - 726 - BONTA' - ONCIE, il che indicava il peso giusto e la quantità di metallo fino di una moneta.

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Inviato

Un buon assist, Dabbene, per mostrare una prova di grande modulo in bronzo piacentino realizzata al torchio.

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Awards

Inviato

Grazie Monetaio, un grande assist per la discussione, ma direi anche uno scoop tuo, pezzo incredibile di grande valore e significato.

Qui ci sono tutti gli ingredienti di questa discussione, che vuole essere giustamente divulgativa e spero alla portata di tutti e per tutti, ogni intervento su i vari aspetti non può che migliorarla, d'altrone ognuno può dare un apporto personale in base alle proprie conoscenze, è dall'unione di queste che nascono contributi che possono avere interesse e valenza.

Ma torniamo al tuo pezzo, qui c'è la prova, ripeto fantastica, c'è il grande modulo, il grande ritratto, la moneta al torchio, c'è la moneta per le grandi transazioni, la moneta che esaltava l'individuo, il potere.

Il pezzo è qui per tutti, se volete commentarlo questa è la vetrina giusta, riteniamoci come se fossimo in un circolo reale tra noi e come se l'avessimo tra le mani e ognuno possa commentarlo.

Credo che in questa discussione si siano buttate tante esche, di vario tipo, il periodo è vasto indubbiamente, trecento anni, e in trecento anni tanti cambiamenti sono avvenuti, alcuni li abbiamo visti ma credo che su alcuni si possa dire ancora qualcosa o vedere .....meglio ancora, grazie degli utili apporti a tutti,

Mario


Inviato

Aggiungiamo anche pero' cos'è questa prova in bronzo postata da il Monetaio :

Ducatone, zecca Piacenza, Odoardo Farnese ( 1622 - 1646 )

D/ ODOADVS FAR PLAC ( ET ) PAR DVX V

Busto corazzato con gorgiera e sotto LX

R/ S ANTONS MART PROT PLAC

Sant'Antonino, nimbato, a cavallo tiene le briglie ed un vessillo

Più lo guardo e più rimango entusiasta di questo pefetto ritratto, il viso con una perfezione nei tratti, i capelli mossi, la corazza evidente, un piccolo capolavoro......


Inviato

Ancora qualche piccola annotazione sul ducatone di Odoardo Farnese di Piacenza che merita di essere commentato .

Nel Ravegnani Morosini " Signorie e Principati " trovo altre notizie interessanti : moneta che è coniata nel 1626 e nel 1633 con riferimenti CNI 11,12,47, esce dalla zecca di Piacenza .

Nel 1624 è Luca Xell che ottiene l'affitto di questa zecca ; Xell, di origini tedesche, anche se proveniente da Guastalla, aveva avuto fino a pochi mesi prima in affitto la zecca di Guastalla.

Incisore del conio, col quale furono battuti anche i pezzi da 8 e 6 doppie, fu Michelangelo Spiga di Milano.

Mi sembrava giusto dare qualche ulteriore informazione su questa moneta indubbiamente di grande impatto.

Ma più avanti cercheremo di vedere qualche altra moneta importante e di riferimento, ben contento se qualcuno vorrà proporre altri esempi o annotazioni su quanto detto finora.

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Inviato

Abbiamo pesi più regolari, il fenomeno devastante della tosatura, nonostante i vari bandi, viene impedito.

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Sotto Filippo IV nella zecca di Napoli verso il 1620 si propose al vicerè di Spagna di coniare un ingegnosa moneta il famosissimo Carlino "antitosatura", allo scopo di evitare la frode dei tosatori di monete, i due reggenti delle zecca pro tempore, i fratelli Biblia, calabresi, suggerirono di imprimere il valore maggiore di 10 Grana su cerchio esterno e quello minore di Grana V su quello interno.

In tal modo se i malintenzionati avessero tosato la moneta sino a eliminare il cerchio esterno,si sarebbero ritrovati con una moneta del valore dimezzato, cioè un mezzo carlino.

il Regno di Napoli fu tra i primi ad eliminare questa frode, nel 1680, durante il governo del Viceré Don Ferdinando Zunica Marchese di Los Velez, la zecca partenopea diretta dal maestro di zecca Antonio Caputo e dal maestro di prova Antonio Ariani, venne munita di ben cinque bilancieri fatti venire dalla Germania.

In questo modo le monete, oltre che ad essere di una qualità superiore, avevano una forma quasi perfetta ed il loro peso non variava, se non di pochi milligrammi, infatti i tosatori erano agevolati nel loro operato dalla decentratura e dalla rotondità non molto precisa delle monete che uscivano dalla zecca già difettose.

Eros


Inviato (modificato)

Ringrazio intanto anche Eros della spendida collaborazione rimango visto che siamo ancora sulla ritrattistica ancora un pò su questa.

Io penso che divulgare sia anche vedere monete, se belle se rappresentative di certi fenomeni meglio ancora, per questa sezione la visione della moneta è importante, direi essenziale.

Sugli aspetti economici, magari ci tornerò ma torniamo agli esempi gia visti e a quello che adesso proporrò.

Ho sempre pensato che i germogli della moneta moderna siano individuabili come inizio nel periodo collocato più o meno con la nascita dei primi testoni sforzeschi, qui abbiamo i primi ritratti di profilo, grandi ritratti, ma subito dopo altre monetazioni seguirono e partirono, di alcune come quella dei Medici abbiamo già parlato.

La moneta che posto, tecnicamente dovrebbe e potrebbe stare anche nel medievale, io la inserisco qui, perchè anche se siamo a cavallo dei due periodi, idealmente per me questa è più una moneta moderna, che medievale, quantomeno è un'antesignana di quello che abbiamo detto finora, è proiettata verso l'epoca moderna.

Ercole I D'Este ( 1471 - 1505 ) -

zecca di Ferrara - Grossone - gr. 3,50 - 3,90

D/ HERCVLES DUX FERARIE, busto corazzato a sinistra

R/ DEVS FORTITVDO MEA, San Giorgio a cavallo trafigge il drago

rif. CNI 31 - 41 - MIR 257 - Ravegnani Morosini 10 - NC per MIR - R per R.M.

Siamo nella grande ritrattistica, anche se ancora la prima, con qualche segno ancora un pò incerto, fantastico il naso adunco di Ercole I, la sua folta e lunga capigliatura che arriva a lambire gli occhi, il busto già abbastanza particolareggiato.

Questa fu la prima moneta grossa fatta coniare da un Estense col proprio ritratto ; il Caleffini in una cronaca del 1475 dice a proposito : " il 12 giugno usciranno monete nove dalla checa de sua Signoria tra le quali una de 33 quattrini col Duca da un lato e S. Zorzo a cavallo dall'altro."

Il motto invece del rovescio che circonda San Giorgio, protettore della città, è tolto dal salmo 42 : " giudicami perocchè tu sei o Dio, la mia forza " ; è il Salmo di Davide che chiede di essere liberato dai nemici e dai malvagi, da quelli che non fanno altro che disonorare la comunità stessa.

E allora col motto vediamo monete, rappresentative e che raccontano, vediamolo questo grossone.....

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Modificato da dabbene

Inviato

Ancora un esempio direi oltre che rappresentativo, un Must della monetazione italiana, quasi un simbolo, ma qui in questa discussione arriva perfetto.

E' a cavallo anch'esso tra il medievale e la monetazione moderna, ma e' proiettato decisamente verso la nuova epoca.

Uno dei ritratti più particolari, direi quasi eccentrico,un berretto diventato famoso, la lunga capigliatura, il profilo veristico e non perfetto, è un grande esempio di come cambiano le monete.

E' il testone di Guglielmo II Paleologo( 1494 -1518 ) della zecca di Casale, moneta che fu battuta in un gran numero di pezzi, fu chiamato anche " quarto bertono " come si legge in una tariffa di Mantova, perchè del valore di un quarto di scudo d'oro.

Altro nome fu il dialettale " azzalino ", cioè acciarino,quattro dei quali figurano, accantonati alla croce, nello stemma dei Paleologi che fanno parte dello scudo rappresentato al rovescio.

Questo ritratto del Marchese, secondo me, è esemplare e fantastico.

Come rappresentazione di ritratti mi fermerei per il momento qui, ma inviterei chi volesse postare altri casi simbolici a farlo per rendere più completa la discusione.

La discussione ha vari sbocchi, tanti, magari torneremo anche a parlare meglio di cosa comportò il cambiamento monetario nell'economia e nei suoi processi.

D/ GVLIELMVS MAR MONT FE ZC, Busto barbuto del Marchese con lunga capigliatura e berretto

R/ SACRI RI IMP PRINC VICA PP, stemma inquartato

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Inviato

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Nell'ambito della discussione sulla ritrattistica nelle monete del Rinascimento, non si può dimenticare lo splendido testone di Alessandro de' Medici (1531-36), realizzato da Benvenuto Cellini.

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Inviato

Altro gran pezzo quello postato da Lu. Giannoni,torno un pò ai riflessi economici e monetari del dopo 500.

Abbiamo già detto della scoperta dei ricchi giacimenti di argento in Messico e Perù, gli spagnoli riversarono quandi grantità dello stesso in Europa.

Circa a metà del 500 si nota nel mercato una relativa scarsità dell'oro e una forte abbondanza di argento.

Il primo fenomeno si crea nel cambio con ritardi negli aggiornamenti e tentativi di frenare l'aumento della moneta d'oro, questo porta alla lunga l'argento ad affermarsi sempre più.

Di solito le lettere di cambio erano fatte in monete d'oro, ma con la forte espansione delle transazioni finanziarie l'aumento della domanda non trovò adeguate risposte in un proporzionale aumento dell'offerta.

Il mercato si porta quindi verso il pagamento delle transazioni importanti sulla moneta d'argento.

Ne consegue una esigenza e una richiesta di coniare moneta d'argento pesante che in pratica si doveva poi sostituire agli scudi d'oro.

Abbiamo diversi esempi di monete d'argento di questo tipo, nel 1486 l'Arciduca Sigismondo del Tirolo, anche per la scoperta di giacimenti di argento nel suo territorio conia una moneta d'argento detta Guldiner del peso di circa 31,9 grammi.

In Boemia si battono i Talleri del peso di circa 28, 7 grammi, anche qui grazie all'argento trovato nelle vicine miniere.

In Spagna Carlo V conia pezzi da otto reali del peso di circa 30 grammi, con Filippo II questa moneta diventa la più scambiata nelle transazioni internazionali.

A Milano arrivano, essendo parte dell'Impero spagnolo, monete grandi d'argento gli scudi, sui circa 31-32 grammi, nel tempo questa moneta diventerà il ducatone.

Venezia e Genova seguirono a ruota l'esempio milanese, Firenze fu un pò più lenta nel recepire la novità, ma poi alla fine anche loro dovettero seguire questa strada obbligata, anche perchè perdurava la scarsità di moneta aurea e perchè le grandi transazioni dovevano essere effettuate e onorate.

Nel 1560 con la coniazione della piastra d'argento anche Firenza si allinea alle grandi città e inizia anche per lei un nuovo sistema monetale metallico.

Chi volesse integrare o aggiungere altri spunti alla discussione ovviamente è il benvenuto.....

Mario


Inviato

L'immagine diventa essenziale, un biglietto da visita, un monito, un vezzo, uno strumento per ricordare...

Stasera vorrei mostrarvi un ducatone per Mirandola ricco di simbolismo, poco noto, ma "necessario", per capire meglio l'evoluzione che ebbero queste "opere viaggianti":

Alessandro II Pico della Mirandola duca di Mirandola e del Sacro Romano Impero (1637-1691) Ducatone.

Gr.31.30

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Il regno di Alessandro II, fu caratterizzato da leggi moderne, da importanti costruzioni che abbellirono Mirandola e da uno spirito particolarmente aperto nei confronti delle arti, che culminò nell’ apertura della galleria d’arte e della famosa biblioteca. Questo meraviglioso ducatone raffigura al rovescio la Fenice, l’uccello che visse per 500 anni per essere poi bruciato dal sole e riemergere redivivo dalle proprie ceneri. L’ immagine incarna l’idea d’immortalità che Alessandro II aveva del casato dei Pico.

Eros

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Inviato

Altro grande esempio Eros, certamente simbolico, belle le tue parole e indicative per descriverlo : ricordo, biglietto da visita, monito, immortalità, il tutto con l'arte in primo piano.

Io direi di lasciare questo spazio aperto per chi volesse postare altri " biglietti da visita " di questo periodo di cambiamento, ma anche per chi volesse affrontarlo più dal punto di vista tecnico, economico, storico.

Potrebbe questa discussione diventare un piccolo album composto da grandi monete del tempo che questa sezione deve affrontare ; alla fine siamo qui tutti per divulgare, il nostro compito è questo, analisi, notizie, commenti, ma soprattutto monete, se belle meglio ancora, per chi si avvicina alla numismatica, vedere monete, commentate, catalogate, è fondamentale e noi cercheremo insieme agli amici di questa sezione ogni tanto di farvele vedere per i lettori e gli utenti che ci seguono.

Se ci sarà qualche nuovo appassionato in più, se ci sarà qualche giovane che vorrà seguirci, allora potremo dire di avere raggiunto il nostro scopo, quello di far avvicinare alla numismatica.

Ovviamente ringrazio già da ora chi volesse o potesse insegnarci qualcosa o far vedere altri esempi significativi, d'altronde già la discussione ne è ricca, ma certamente ce ne sono ancora altri.....

Mario

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Inviato

Provo ad arricchire io l'album con un altro grande esempio di ritrattistica e di moneta, sto parlando della piastra del 1638 della zecca di Firenze di Ferdinando II ( 1621 -1670 ).

Moneta che presenta un ritratto adulto di Ferdinando II con sottili baffetti e collare alla spagnola.

Nel 1633 Ferdinando II aveva assunto in proprio il governo del granducato.

Al rovescio altra grande immagine col San Giovanni in piedi di fronte nell'atto di predicare con la mano destra alzata e una lunga croce nella sinistra.

Quella mano destra alzata ha una sacralità senza paragoni, grande immagine indubbiamente.

La moneta proviene dall'asta Nomisma 37 del 4 e 5 ottobre 2008, lotto 809, peso gr. 31,94 , argento.

Bibliografia : CNI 106 - 108 , Ravegnani Morosini 4

D/ FERD II MAGN DVX ETRVRI

R/ S IOANNES BAPTISTA

Ecco il diritto,

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Inviato (modificato)

Altro grande esempio Eros, certamente simbolico, belle le tue parole e indicative per descriverlo : ricordo, biglietto da visita, monito, immortalità, il tutto con l'arte in primo piano.

Io direi di lasciare questo spazio aperto per chi volesse postare altri " biglietti da visita " di questo periodo di cambiamento, ma anche per chi volesse affrontarlo più dal punto di vista tecnico, economico, storico.

Potrebbe questa discussione diventare un piccolo album composto da grandi monete del tempo che questa sezione deve affrontare ; alla fine siamo qui tutti per divulgare, il nostro compito è questo, analisi, notizie, commenti, ma soprattutto monete, se belle meglio ancora, per chi si avvicina alla numismatica, vedere monete, commentate, catalogate, è fondamentale e noi cercheremo insieme agli amici di questa sezione ogni tanto di farvele vedere per i lettori e gli utenti che ci seguono.

Se ci sarà qualche nuovo appassionato in più, se ci sarà qualche giovane che vorrà seguirci, allora potremo dire di avere raggiunto il nostro scopo, quello di far avvicinare alla numismatica.

Ovviamente ringrazio già da ora chi volesse o potesse insegnarci qualcosa o far vedere altri esempi significativi, d'altronde già la discussione ne è ricca, ma certamente ce ne sono ancora altri.....

Mario

Colgo l'invito rivolto al popolo lamonetiano per sottoporvi questo superbo biglietto da visita

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Spero di cogliere nel segno in quanto anche questa moneta è rappresentativa di un cambiamento :

L’oncia (o più regionalmente “onza”) era una antica moneta (mai coniata e quindi una moneta virtuale) risalente all’epoca dei Normanni dopo che nel 1088 d.C. Ruggero I fondò appunto il “Regno di Sicilia”.

Nel 1732 Carlo III di Sicilia volle simboleggiare quel “riportare in vita dalle ceneri” la moneta dell’antico Reame e ne fece coniare una nuova e di oltre 5 centimetri di diametro affinchè fosse bene in vista il risorgere di quel Regno di cui la moneta stessa era autorevolmente rappresentativa. La “fenice” presente al retro dell’oncia da 30 tarì fu quindi utilizzata come emblema della volontà di confermare la “rinascita” del Regno di Sicilia. La stessa dicitura che contorna la “fenice” conferma questa volontà: “OBLITA EX AURO ARGENTEA RESURGIT” (dall’oblio risorge attraverso oro e argento).

Modificato da 2006augustod
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Inviato (modificato)

Dopo questo bel pezzo di augustod, sempre per continuare a vedere monete fantastiche del periodo, vorrei mostrare questa proveniente dall'asta Varesi 61 a del 22 novembre 2012.

Siamo a Modena, con Francesco I d'Este ( 1629 - 1658 ), credo che queste immagini faranno contenti i cultori di questa monetazione come per esempio Eracle 62, è un due ducatoni del 1631, sigle IT

D/ Busto corazzato con collare alla spagnola

R/ Nave tra le onde

Pezzo che lascia sgomenti dalla bellezza, dal verismo, dalla perfezione.

Estremamente raro, Varesi nel catalogo lo definisce probabilmente il più bel pezzo conosciuto a oggi.

Ottima anche la patina, il pezzo è transitato nelle migliori e prestigiose collezioni numismatiche nel tempo.

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Modificato da dabbene

Inviato

Ecco il prestigioso rovescio con questa nave tra le onde perigliose....., mi soffermerei se volete sui particolari, io direi di questo quadro,

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Inviato

Io lascerei aperta questa discussione, che potrebbe diventare un piccolo album di pezzi e ritratti monetari significativi dell'epoca.

Ovviamente contributi ed analisi, anche tecniche, economiche, storiche saranno gradite, ma chi volesse postare monete o proprie, o prese da cataloghi d'asta, da internet potrebbe aiutare a formare un piccolo compendio non solo figurativo dell'epoca, potrebbe rimanere come un segno della sezione e del forum, d'altronde trovare pezzi che raccontino storie sui cataloghi d'asta è abbastanza facile...

Mario


Inviato

La moneta di Modena da due ducatoni è veramente molto bella, in particolare il rovescio, con il galeone in navigazione. Interessante il fatto che stia navigando nei mari del sud, come si vede dalla costellazione. Dove e perchè: verso il sud America o verso Capo di Buona Speranza e quindi la via della seta e delle spezie? C'è un collegamento con aspetti dell'economia dello stato modenese o si tratta semplicemente di un richiamo generico alle grandi esplorazioni che vedono nel XVI secolo il loro momento di splendore?


Inviato

La moneta di Modena da due ducatoni è veramente molto bella, in particolare il rovescio, con il galeone in navigazione. Interessante il fatto che stia navigando nei mari del sud, come si vede dalla costellazione. Dove e perchè: verso il sud America o verso Capo di Buona Speranza e quindi la via della seta e delle spezie? C'è un collegamento con aspetti dell'economia dello stato modenese o si tratta semplicemente di un richiamo generico alle grandi esplorazioni che vedono nel XVI secolo il loro momento di splendore?

Bella domanda e bella osservazione, magari qualche esperto di questa monetazione potrebbe sbilianciarsi in un senso o nell'altro vediamo...,senza prove propenderei per la seconda ipotesi, certo che questo richiamo alla navigazione fa sicuramente pensare....

Mario


Inviato

Regno di Sicilia zecca di Messina Filippo IV ( 1621-1665) 4 Tarì 1650.

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Rimanendo in ambito Siciliano, un tondello che fece epoca, questa tipologia una sorta biglietto da visita per il commercio e le diverse transazioni, in uso in tutto il vecchio continente e in particolar modo nel bacino del mediterraneo, trovò enormi consensi.

L a vigoria del ritratto e l’emblematica aquila posta sul rovescio fu un binomio di successo, il suo conio se pur di scarsa qualità, (stiamo parlando di battitura a martello in un periodo il vicereame poco felice per il regno, dove i conflitti interni dovuti alla cattiva gestione e speculazione, segnò una delle pagine più brutte per la popolazione del periodo, non a caso scoppio proprio in quegli anni a Napoli la famosa RIVOLTA DÌ MASANIELLO nel 1647), trovo diversi consensi un po’ ovunque, infine va ricordato che questo nominale segnò la storia, iniziato con Carlo V agli albori del XVI sec., si protrasse sino all’ultimo regnante Ferdinando III nel XIX sec.

Quattro secoli di storia che il famoso quattro tarì impassibile e maestoso condivise con tutti noi…

Eros

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