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IGNORED

COME CAMBIA LA MONETA NEL TEMPO.......


dabbene

Risposte migliori

Allora iniziamo....,tempo fa nel medievale feci una discussione che ebbe un discreto seguito, chiamata l'ABC delle monete medievali, pensai e penso che a volte bisogna tornare ai fondamentali, alle partenze, è utile per me, lo può essere per altri, anche per chi inizia.

Conoscendo abbastanza le monete medievali la prima domanda che mi pongo e che vi pongo è :

come cambia la moneta nel tempo, cosa porta a passare dai tipi immobilizzati del medioevo alle monete che vediamo dal 1500 in poi ?

La domanda credo possa essere affrontata da varie angolature, possiamo riferirci sicuramente alle iconografie, che sono quelle che maggiormente colpiscono l'utente, ma anche ai moduli, ai pesi, alle leghe di composizione.

L'iconografia che è poi anche collegata alla ricerca e all'uso di grandi moduli è quella che risulta evidente nelle monete del dopo 1500.

L'uso del ritratto in modo sistematico, in particolare nei grandi moduli, è una caratteristica base del periodo, credo che tutto sia riconducibile al culto nascente dell'individuo e della personalità.

Entriamo nel verismo, nel ritratto che diventa sempre più preciso e curato, potremmo quasi parlare di culto dell'immagine, di segno del potere, quasi celebrativo.

E alcuni ritratti diventano simboli anche artistici, oltre che portatori di un messaggio forte per tutti.

L'iconografia si amplia nel tempo e diviene sempre più curata, questo grazie anche all'aumento dei diametri che permettono tratti precisi : prestigio, messaggio, identità, ma anche apporto artistico in un ambito in cui le condizioni politiche e religiose contano.

Ho sempre pensato che il passaggio avviene con le prime monetazioni con ritratto avvenute circa dopo il 1450 con le monete aragonesi di Napoli e con quelle degli Sforza a Milano col ducato di Francesco Sforza.

Questo penso sia il momento in cui la moneta inizia a cambiare nell'iconografia con la presenza del ritratto, ovviamente mi piacerebbe sapere cosa ne pensate su questo passaggio.

Il tema sarà ripreso poi nel corso degli anni affinandosi e migliorandosi ; la moneta mi sembra che entra in una fase di cambiamento e di ricerca, entrano vari motivi iconografici oltre la ritrattistica, il recupero di elementi e simbologie classiche, l'iconografia religiosa, il ricorso ai moduli araldici, agli stemmi e agli scudi.

Tutto questo miglioramento dal punto di vista estetico dei coni, porta a una bellezza ed eleganza delle monete, ma indubbiamente porta anche a qualche effetto collaterale inevitabile, il rischio è di mantenere inalterati gli standard qualitativi per evitare possibili alterazioni, falsificazioni o manovre speculative.

Sicuramente ci possono essere tante considerazioni o angolature diverse per parlare del cambiamento della moneta nel tempo, chi vorrà intervenire con osservazioni, integrazioni o rilievi ovviamente sarà il benvenuto,

Mario

Modificato da dabbene
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tanti saluti Mario....!!.... :) ....come sempre ricco di creazione.......!!... :) ......se me permetto,aggiungio qualche parole per dare starter piu veloce.....! ^_^

la gravura e la prima manera che l'uomo a avuto come idea per s'illustrarssi.......con quella mano che teneva un silex lavorato,scavava ,ecco qualchi trenti millenari,su li muri delle grotte profonde e bugiose a la lucce delle candelle di grasso o di resina di pini,.....ma qui sogno..???......

di questa mano a volta a cantu a noi,e lontana.....da l'arto parietale a l'arto monetario,da l'arte monetario a la medaglia d'arte.....la figliazione e a volta flagrante,e insondabile..... :)

tra gli animali gravati su i rocci,leoni,cavalli altari,vacce ,agnelli etc....representati su monete di cresus,di roma,di celti ,di di di tutti..... :lol: ...messagi, enigme, tutto senzo confonduto......

ma la mano,con la sua intelligenza in la materia,con la sua abilita per imposare il suo messaggio,questa mano di l'uomo ne l'immensa ripresentazione,che proveramo ora di mostrare a i nostri occi e a la nostra riflessione......a punto quel messaggio stupente,e il supremo incontestabile fatore d'identita....!! -_-

allora....a la gloria di questa mano del gravore,che a pesata a traversso il tempo,il corto monumento de la nostra esposizione.....!!!.... :lol: ...e la nostra passionne..!! -_-

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Un saluto Jagd, grazie dell'intervento, si hai ragione nel dire che sicuramente la moneta trasmetteva messaggi ed erano messaggi che erano studiati, era anche veicolo di propaganda, sicuramente d'identità, penso allo scudo lucensis col San Martino di Lucca con la simbologie cristiane,della carità e della identità ,si formano col tempo monete che diventeranno dei veri simboli. .

E poi non solo studio dei simboli, anche degli stemmi,degli scudi...., quanti spunti volendo,

un caro saluto,

Mario

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Per quanto riguarda i comuni medievali secondo me bisogna ricordarsi che erano un'istituzione in continua evoluzione e che ancora doveva trovare un proprio assetto ideale. Sappiamo che le magistrature cittadine e le cariche erano di durata molto breve (solitamente sei mesi o un anno, ma ve n'erano anche di 3-4 mesi) e che una delle caratteristiche principali era la rotazione delle figure che ricoprivano le cariche (identificate con "militia" prima dell'avvento dei comuni popolari). Queste figure solitamente erano membri delle famiglie cittadine più importanti, che potevano essere sia la vecchia aristocrazia, sia quella di più recente arricchimento. Nelle città grandi, comunque, si parlava di decine e decine di famiglie che si contendevano le cariche.

Questa continua rotazione, secondo me, implicava un'incertezza nella scelta di possibili simboli che rappresentassero a tutti gli effetti la città, pertanto si optava per quegli elementi che restavano invariati al cambiare del governo: la religione (il cui simbolo era la croce, talvolta accanto al nome della massima autorità religiosa) e il nome della città. Si deve anche considerare che nei primi secoli i vescovi si erano inseriti nei vuoti di potere lasciati dall'impero romano e non opportunamente coperti successivamente, divenendo la massima autorità cittadina. Inoltre vi era anche una certa reticenza alla rappresentazione del sacro con stereotipi tipicamente collegabili all'uomo (come invece avverrà nel XII-XIII di cui Giotto sarà uno dei massimi esponenti).

L'evoluzione dei comuni e delle città coincise, però, anche con un maggior sentimento d'identità degli appartenenti (tanto che alcuni storici usano l'espressione "si parla di città quando i suoi abitanti hanno la consapevolezza di vivere in una città"). Questo ha iniziato a determinare la nascita di simboli che rappresentassero in pieno l'identità comunale, non da ultima la nascita ex novi di molti santi patroni (posso pensare a Sant'Antonio da Padova, diventato simbolo della liberazione della città dal podestà veronese e vicario imperiale Ezzelino da Romano). I comuni, ma soprattutto le famiglie influenti degli stessi, iniziano quindi a dotarsi di simboli e stemmi facilmente riconducibili a loro. Nella tarda epoca comunale, quando determinate famiglie riescono a stoppare la rotazione delle cariche, assumendole in perpetuo (e ponendo le basi per le future signorie) ecco che diviene indispensabile porre il proprio stemma o il proprio viso anche sulle monete (battere la moneta consisteva nell'avere l'autorità, infatti era una delle regalie concesse da Federico I nella pace di Costanza ai comuni ribellatisi). Inoltre è perfettamente in linea con lo sviluppo artistico dell'umanesimo e del rinascimento che pongono una riscoperta dell'uomo, divenuto il centro dell'Universo, e un recupero della perfezione classica. Per questi due motivi (diminuzione dei detentori dell'autorità e nuovo ruolo ricoperto dall'uomo nella vita di tutti i giorni), secondo me, sono sempre maggiori le raffigurazioni di volti. L'utilizzo di coni sempre più pregevoli è invece sintomo di quella ricerca di perfezione estetica.

Ovviamente poi si potrebbero valutare altre considerazioni riguardo la monetazione (allargamento dei commerci, scoperta delle Americhe con relativa svalutazione dell'argento, rafforzamento delle monarchie nel resto d'Europa...)

P.S

Molto interessante il topic, complimenti Mario :)

Modificato da Nadir86
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Stavo pensando che non sempre si evita l'immobilizzazione dei tipi. Lo scudo della croce veneziano parte da Nicolò da Ponte e arriva tranquillamente alla fine della Serenissima. Altrettanto dicasi per la Giustina. E ovviamente lo zecchino che continua nei suoi tipi...

Arka

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Stavo pensando che non sempre si evita l'immobilizzazione dei tipi. Lo scudo della croce veneziano parte da Nicolò da Ponte e arriva tranquillamente alla fine della Serenissima. Altrettanto dicasi per la Giustina. E ovviamente lo zecchino che continua nei suoi tipi...

Arka

Grazie dell'intervento Arka, giusta osservazione, in effetti si ritrova in alcune tipologie, anche non solo a Venezia

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Grazie dell'intervento Arka, giusta osservazione, in effetti si ritrova in alcune tipologie, anche non solo a Venezia

Credo che il ripetersi nel tempo di una certa tipologia fosse legato principalmente alla capacità di una moneta di imporsi come punto di riferimento nelle transazioni commerciali estese su aree piuttosto vaste. Nel momento in cui la moneta (ad es. il fiorino) raggiungeva un tale livello di garanzia da essere utilizzata a livello "internazionale" era naturale che la sua riconoscibilità richiedesse anche una stabilità nella forma. In caso contrario ad ogni cambiamento si sarebbe dovuto ricominciare da zero per ottenere quella che oggi chiameremo la "fiducia dei mercati".

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Vediamo magari di soffermarci su cosa cambia nella moneta in un certo periodo storico, abbiamo visto gli aspetti iconografici con la comparsa del ritratto, il ricorrere a grandi moduli,variazioni delle simbologie, gli stemmi, gli scudi, il ricorrere ad aspetti stlistici e anche artistici in diversi casi e poi che altro trovate cambi nel tempo ?..., mentre abbiamo anche visto aspetti che si ripetono come l'immobilizzazione, i simboli cristiani, quelli di identità e poi...., sempre secondo voi...

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Vediamo magari di soffermarci su cosa cambia nella moneta in un certo periodo storico, abbiamo visto gli aspetti iconografici con la comparsa del ritratto, il ricorrere a grandi moduli,variazioni delle simbologie, gli stemmi, gli scudi, il ricorrere ad aspetti stlistici e anche artistici in diversi casi e poi che altro trovate cambi nel tempo ?..., mentre abbiamo anche visto aspetti che si ripetono come l'immobilizzazione, i simboli cristiani, quelli di identità e poi...., sempre secondo voi...

Mi ero scordato di aggiungere che l' "immobilità" iconografica di certe particolari monete era anche funzione delsistema politico e di governo dello stato emittente. Lo zecchino veneziano non muta perchè non muta fino alla fine del '700 il sistema di governo mentre a Firenze quando cade la repubblica il cambiamento del fiorino serve a sottolineare il cambiamento politico avvenuto; fatto questo ritenuto prevalente rispetto anche al concetto di stabilità cui prima avevo accennato. Allo stesso modo la raffinatezza di tantissime monete rinascimentali e post-rinascimentali risponde non tanto ad una ricerca estetica fine a sè stessa ma alla volontà di esaltare, attraverso la moneta, la potenza e la ricchezza (vere o presunte) del Signore emittente.

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Ottime riflessioni Lu.Giannoni molto pertinenti poi ; certamente ogni mutazione o cambiamento di governo, la caduta di un potente o il suo ritorno, condizioneranno e troveranno un riscontro poi anche nella numismatica .

Ecco perchè per comprendere bene la monetazione inevitabilmente dovremo studiare il periodo storico ad esso collegato e i suoi accadimenti, ma dovremo studiare anche altri aspetti, sicuramente economici, sociali, politici.

La numismatica e storia un binomio indissolubile, ma anche l'arte e le sue correnti, le sue tendenze influiranno......

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Ottime riflessioni Lu.Giannoni molto pertinenti poi ; certamente ogni mutazione o cambiamento di governo, la caduta di un potente o il suo ritorno, condizioneranno e troveranno un riscontro poi anche nella numismatica .

Ecco perchè per comprendere bene la monetazione inevitabilmente dovremo studiare il periodo storico ad esso collegato e i suoi accadimenti, ma dovremo studiare anche altri aspetti, sicuramente economici, sociali, politici.

La numismatica e storia un binomio indissolubile, ma anche l'arte e le sue correnti, le sue tendenze influiranno......

E' fuor di dubbio che la conoscenza della storia - e della storia economica in particolare - relativamente ad un periodo o ad un'area politico-geografica sia fondamentale per la comprensione di molti fenomeni legati alla numismatica. Prendendo ad esempio la monetazione piombinese (è quella che conosco meglio e di cui mi occupo da diversi anni) ed in particolare quella di Giovan Battista Ludovisi, vediamo come molte coniazioni siano strettamente legate alle vicende economiche non propriamente felici del Principato. A questo proposito, e mi scuso se faccio un'autocitazione, dovrebbe uscire sul prossimo numero di Panorama Numismatico una mia nota proprio sull'argomento.

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E' fuor di dubbio che la conoscenza della storia - e della storia economica in particolare - relativamente ad un periodo o ad un'area politico-geografica sia fondamentale per la comprensione di molti fenomeni legati alla numismatica. Prendendo ad esempio la monetazione piombinese (è quella che conosco meglio e di cui mi occupo da diversi anni) ed in particolare quella di Giovan Battista Ludovisi, vediamo come molte coniazioni siano strettamente legate alle vicende economiche non propriamente felici del Principato. A questo proposito, e mi scuso se faccio un'autocitazione, dovrebbe uscire sul prossimo numero di Panorama Numismatico una mia nota proprio sull'argomento.

Hai fatto bene a dircelo, ovviamente vale anche per altri, se ci fossero dei contributi in uscita su periodici o pubblicazioni ovviamente siamo tutti interessati a leggerli, anche questa è divulgazione e conoscenza, grazie, tra l'altro Piombino è una zecca veramente intrigante e interessante,

Mario

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Parlavamo dell'aspetto artistico che influisce sulla monetazione, molto dipende anche dal cambiamento che avviene tra il 500 e il 600 del clima artistico stesso.

Cambia anche l'uomo, cambia la sua dimensione che si apre di più verso il mondo esterno,il pensiero non è più prerogativa di pochi.

In questa evoluzione artistica in essere col manierismo che poi sfocia nel barocco, anche la coniazione è inevitabilmente influenzata.

Col manierismo che alla perfezione, a precisi punti di riferimento, alla maniera punta con anche dei canoni che portano a un ruolo imitativo si passa gradualmente al barocco che è un approccio artistico diverso, complesso.

E la ritrattistica nelle monete non può che essere condizionata da tutto ciò che succede anche in campo artistico ; ci sono artisti come il Bronzino, il Cellini,( il Bronzino tra l'altro lavora alla corte medicea dal 1539 ) che hanno influssi anche nella monetazione importante medicea e nei ritratti da Cosimo I dei Medici in avanti.

Non scomodiamo oltre la storia dell'arte, le analisi di Argan e altri, certamente la moneta si orienta sempre più nel dare un messaggio, nel promulgare anche la cultura dell'immagine, della virtù, di persuasione verso gli altri.

In realtà la moneta da sempre viene considerata come veicolo di messaggi, di tramite tra un sovrano e il popolo e chi aveva il potere utlizza questo mezzo di divulgazione, che con la sua riproduzione, ripetitività manda immagini che possono essere recipite da tutti facilmente.

Dal 500 in avanti questo processo si alimenta sempre più col culto dell'individuo, dell'immagine, l'immagine sulle monete è studiata, curata perchè il messaggio che deve arrivare deve essere ben recepito e anche la moneta diventa così divulgatrice e persuasiva.

Tutto ciò diventerà ancora più evidente col tempo nel secolo XVII e XVIII.

Arte e numismatica, monete e mezzo di divulgazione,binomi importanti, il tema è ampio......

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Ci sarebbe da raccontare molto sugli aspetti che contraddistinsero la monetazione tra il 500 e il 600, ma per ora vorrei ricollegarmi al veicolo moneta.

Partiamo pure dalla culla Rinascimentale Firenze, e visto che citi Cosimo I de’Medici (1536-1574) come non ricordare lo stellino o testone del primo periodo Duca di Firenze (1536-1555).

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Pare che questa moneta fu fatta coniare da Cosimo I per restituire ai Genovesi frutto e capitale della considerevole somma di 600.000 scudi che essi avevano a lui dato in prestito. Avendo tuttavia questi ultimi rifiutato gli interessi sul capitale, il duca autorizzò la battitura di questo testone che conteneva maggiore quantità di fino rispetto ai tipi soliti, ripagando così gli inconsapevoli Genovesi di interesse e capitale…

Altro esempio importante.

Filippo III di Spagna (1598-1621) Scudo 1617

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Nel 1617 la Repubblica di Venezia era venuta in guerra con la Spagna. Il Vicerè di Napoli, Don Pedro Giron Duca di Ossuna, acerrimo nemico dei veneti,stanco delle difficoltà e delle lungagini delle trattati vedi pace,di cui non si vedeva la fine. Fece coniare il 17 Luglio di quell’anno questo scudo. La leggenda del rovescio con il ramo di olivo ed il fulmine negli artigli dell’aquila, sono una chiara allusione alla scelta che si offriva alla Serenissima…

P.S. Ti sarei molto grato caro Mario se evitassi di citare Giulio Carlo Argan, che inquietò per un lustro intero noi giovani pigri liceali…

Eros

Modificato da eracle62
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Grazie Eros sapevo di contare su di te, la parola arte poteva farti alzare le antenne e lo hai fatto alla grande.

Incominciamo così grazie al tuo intervento a vedere due spendidi esempi ed icone, due grandi ritratti, leggendario il primo esempio di Cosimo I, ma anche gli aspetti simbolici che richiamono o alludono ad altro non sono da trascurare.

Pensavo però che Argan fosse un mito per te...... :blum: ,

grazie dell'intervento,

Mario

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Grazie Eros sapevo di contare su di te, la parola arte poteva farti alzare le antenne e lo hai fatto alla grande.

Incominciamo così grazie al tuo intervento a vedere due spendidi esempi ed icone, due grandi ritratti, leggendario il primo esempio di Cosimo I, ma anche gli aspetti simbolici che richiamono o alludono ad altro non sono da trascurare.

Pensavo però che Argan fosse un mito per te...... :blum: ,

grazie dell'intervento,

Mario

Ho sempre rispettato Argan, ma i miei maestri sono stati Federico Zeri, Raffaele De Grada, Gillo Dorfles e il grande pittore Giansisto Gasparini a cui devo la mia formazione pittorica e non solo.

Modificato da eracle62
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Parlavamo dell'aspetto artistico che influisce sulla monetazione, molto dipende anche dal cambiamento che avviene tra il 500 e il 600 del clima artistico stesso.

Cambia anche l'uomo, cambia la sua dimensione che si apre di più verso il mondo esterno,il pensiero non è più prerogativa di pochi.

In questa evoluzione artistica in essere col manierismo che poi sfocia nel barocco, anche la coniazione è inevitabilmente influenzata.

Col manierismo che alla perfezione, a precisi punti di riferimento, alla maniera punta con anche dei canoni che portano a un ruolo imitativo si passa gradualmente al barocco che è un approccio artistico diverso, complesso.

E la ritrattistica nelle monete non può che essere condizionata da tutto ciò che succede anche in campo artistico ; ci sono artisti come il Bronzino, il Cellini,( il Bronzino tra l'altro lavora alla corte medicea dal 1539 ) che hanno influssi anche nella monetazione importante medicea e nei ritratti da Cosimo I dei Medici in avanti.

Non scomodiamo oltre la storia dell'arte, le analisi di Argan e altri, certamente la moneta si orienta sempre più nel dare un messaggio, nel promulgare anche la cultura dell'immagine, della virtù, di persuasione verso gli altri.

In realtà la moneta da sempre viene considerata come veicolo di messaggi, di tramite tra un sovrano e il popolo e chi aveva il potere utlizza questo mezzo di divulgazione, che con la sua riproduzione, ripetitività manda immagini che possono essere recipite da tutti facilmente.

Dal 500 in avanti questo processo si alimenta sempre più col culto dell'individuo, dell'immagine, l'immagine sulle monete è studiata, curata perchè il messaggio che deve arrivare deve essere ben recepito e anche la moneta diventa così divulgatrice e persuasiva.

Tutto ciò diventerà ancora più evidente col tempo nel secolo XVII e XVIII.

Arte e numismatica, monete e mezzo di divulgazione,binomi importanti, il tema è ampio......

Per chi non li conoscesse, consiglierei sull'argomento due testi. Il primo è PRINCIPI E MONETE NELL'ITALIA MODERNA di S. Balbi de Caro ed edito a cura della Banca d'Italia; ricchissimo di splendide foto, affronta il tema sotto varie angolazioni tecniche, artistiche e storico-economiche. L'altro l'ho pescato in rete ed è molto interessante, affrontando il tema della nascita e sviluppo della moneta moderna, Anche in questo caso diverse sono le angolazioni. L'autore è S. Sombart -LA NAISSANCE DE LA MONNAIE MODERNE EN EUROPE ENTRE LE XVIe ET LE XVIIe SIECLES.

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Per chi non li conoscesse, consiglierei sull'argomento due testi. Il primo è PRINCIPI E MONETE NELL'ITALIA MODERNA di S. Balbi de Caro ed edito a cura della Banca d'Italia; ricchissimo di splendide foto, affronta il tema sotto varie angolazioni tecniche, artistiche e storico-economiche. L'altro l'ho pescato in rete ed è molto interessante, affrontando il tema della nascita e sviluppo della moneta moderna, Anche in questo caso diverse sono le angolazioni. L'autore è S. Sombart -LA NAISSANCE DE LA MONNAIE MODERNE EN EUROPE ENTRE LE XVIe ET LE XVIIe SIECLES.

A proposito del testone di Cosimo I, oltre l'aspetto "economico" di cui parla Eracle62, è da sottolineare l'aspetto propagandistico. Volendo dargli un titolo potremmo definirlo: continuità (con la storia ed il passato di Firenze: il S. Giovanni) nella diversità (il ritratto di Cosimo). Un capolavoro di sintesi nel messaggio politico, cui si unisce una raffinata ricerca stilistica (ancora un messaggio di continuità con le tradizioni di mecenatismo e protezione delle arti da parte del più famoso antenato Lorenzo).

L'altra moneta, in modo diverso e opposto è altrettanto esplicita. Il messaggio: <o la pace subito o la distruzione> è brutalmente immediato e poco conta se è lanciato da un uccello che più che un'aquila pare un gallinaccio. In guerra (o nelle minacce di guerra) la raffinatezza estetica non conta!

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Ringrazio Lu. Giannoni della bibliografia consigliata per chi volesse approfondire l'argomento, aggiungerei anche il bel libro di Aldo Cairola " Le monete del Rinascimento ",1972, ed. Monte Paschi di Siena che riporta tra l'altro un grande numero di belle immagini di monete del tempo.

Abbiamo visto molti aspetti di un cambiamento della monetazione, ma certamente uno dei più evidenti è il costante e continuato ricorrere a grandi moduli per le monete.

La coniazione di grosse monete d'argento diventa un fenomeno comune per molti stati dal XVI secolo e possibile per un maggior afflusso di argento in Europa proveniente dalle miniere del Sud America.

All'inizio queste coniazioni sono probabilmente legate anche ad aspetti di prestigio ed importanza, poi col tempo diventano sempre più copiose e numerose ; l'aumento dell'argento provoca poi un deprezzamento dello stesso nel confronto dell'oro, il rapporto di cambio tra i due metalli varia nel tempo e passa da 1 : 10 a 1 : 15 alla seconda metà del XVII secolo.

I grandi scudi d'argento furono voluti inizialmente da Carlo V nelle sue zecche italiane, li abbiamo a Napoli nel 1528 e poi a Milano nel tra il 1551 e il 1552, le altre zecche fanno altrettanto con coniazioni similari e ben presto diventarono prerogativa e usanza di molti stati.

E' ovvio che la ritrattistica avendo a disposizione spazi maggiori diventa sempre più precisa e verista col tempo, arrivando in alcuni casi che, magari nei prossimi giorni vedremo con qualche immagine, a particolari di rara precisione e perfezione.

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Leggendo, e anche questo può entrare nella bibliografia di questa discussione " Storia economica del'Europa pre-industriale" di Carlo M. Cipolla, 1980, ci sono delle ulteriori osservazioni a quanto detto nell'ultimo post.

L'accenno del Cipolla è rivolto alla espansione transoceanica dell'Europa che ebbe riflessi sicuramente sull'economia ma anche in campo numismatico.

Sicuramente collegata a questo c'è la scoperta nel Nuovo Mondo delle miniere d'argento del Messico e del Perù.

Per più di un secolo dagli inizi del 500 le leggendarie Flotas de Indias spagnole portarono in Europa masse imponenti del metallo prezioso.

Tutto questo contò e pesò, alla fine del 500 la Spagna arriva ad importare dalle sue colonie la bellezza di oltre duecento tonnellate di argento all'anno.

Per dare una idea delle importazioni di argento e oro in vari periodi il Cipolla mette uno schema interessante :

nel 1531 - 40 ci fu una importazione di 149 kg. di argento contro 4.889 kg. di oro, ma nel 1591 - 1600 la situazione cambia in modo profondo e radicale, l'argento importato è di 2.707.627 kg. contro l'oro con 19.451 kg.

Durante il 1600 si abbassera' la quantità di argento importata ma calerà drasticamente anche quella dell'oro.

E anche i dati economici in questa discussione contano e hanno la loro importanza.

Modificato da dabbene
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Non solo argento delle ''Indie''. I famosi talleri vennero prodotti con l'argento delle nuove miniere di Joahimsthal (ora in Rep. Ceca) e all'inizio furono chiamati Joahimsthaler.

Arka

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Avevamo anche detto che comunque era importante vedere qualche esempio di quanto detto ; Eracle 62 sopra aveva postato due esempi molto significativi e pertinenti ne aggiungerei almeno uno, perchè a volte le immagini di monete dicono più di tante parole.

Quella che posterò tratta dal libro di A. Cairola " Le monete del Rinascimento " è molto eloquente a proposito della ritrattistica in particolare.

E' una mezza piastra del 1602, zecca Firenze, Ferdinando I dei Medici, III Granduca ( 1587 - 1608 ).

Il volto è ridotto nello spazio, i contorni sono precisi e particolareggiati, il viso severo ma espressivo, i capelli mossi e a riccioli, il pizzetto, l'occhio che sembra vigile e attento,la stessa corazza diventa un particolare in primo piano, nulla è lasciato al caso, siamo vicini a una rappresentazione molto veritiera, quasi fotografica, di certo la suggestione per chi vedeva o aveva tra le mani questa moneta ai suoi tempi era forte.

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Altro esempio molto rappresentativo e bellissimo, commentiamo e vediamo monete belle, non male, qui abbiamo una piastra del 1611, Cosimo II dei Medici, IV Granduca di Toscana ( 1608 - 1620 ), diametro mm.42 ) sempre tratta da A. Cairola.

Qui il ritratto è a tutto campo anzi deborda in alto e in basso dal campo, c'è una cura da parte dello scultore che rende nei dettagli i tratti del volto, dai capelli mossi, il naso e la bocca perfetti, il corpetto in risalto, le lettere delle leggende con una composizione grafica lineare e pulita.

Certamente Cosimo II è il protagonista assoluto, anche se anche il rovescio si distingue con una magistrale scena del giudizio universale dettata da grande rigore ed equilibrio.

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Abbiamo visto diverse angolazioni del problema, ne affronto un altro ; spesso sento chiedere ma con ....cosa si poteva comprare nel....., praticamente il potere d'acquisto di una moneta nel tempo.

Visto che stiamo parlando di Genova in un'altra intrigante discussione rimarrei su Genova, mi aiuta il libro :

" Le monete genovesi " di Giovanni Pesce e Giuseppe Felloni.

La domanda che viene posta sul testo e che può essere interessante e indicativa, è cosa si poteva comprare con una lira genovese nel tempo ?

Con delle monete in pratica cosa compravi in merce ; viene utilizzato come parametro di merce, un parametro molto usato nella vita di tutti i giorni, la mina di grano, la mina era una unità di misura.

Partiamo da lontano dal medioevo poi arriveremo al periodo esaminato, nel duecento una mina di grano valeva 10-12 soldi, forse nel trecento una lira e a metà quattrocento circa tre lire.

Ma vediamo successivamente come variano i valori : dal 1595 - 1604 si passa per una mina di grano a circa 18 lire, che salgono a 25 nel 1645 -1654, diventano 20 però nel 1720 - 1729, ma nel 1770 -1779 risalgono a 29, e per finire 53 nel 1795 -1804.

Questi dati ovviamente sono influenzati da vari aspetti da considerare, nell'ultimo periodo è alto il valore perchè ci fu anche l'assalto del 1800 che fece salire le quotazioni del grano anche a valori superiori.

Sono valori che danno più che altro la temperatura di come cambi nel tempo il potere d'acquisto e come cambino i prezzi; certamente bisognerà tener conto anche di altri fattori quali, l'aumento dei redditi, i cambiamenti degli usi e l'evoluzione della società.

E' interessante vedere le unità di conto a confronto rapportate ai metalli, oro e argento ; vediamo per esempio come si comportano con l'argento nel tempo, si vede un deprezzamento e una svalutazione progressiva.

Vediamo sempre la lira genovese con l'equivalenza dell'unità di conto in grammi di argento fino che passa dal 57 nel 1250 a 3,7 nel 1800 ; la lira milanese passa invece da 70 a 3,4 e e la lira fiorentina da 35 a 3,8 e quella veneziana da 20 a 2,3.

Nel tempo si possono notare periodi in cui accellera il deprezzamento a periodi di quasi stabilità, se si considera il tutto rapportato invece all'oro non cambia di molto il quadro con un deprezzamento superiore per i cambiamenti del rapporto oro/argento a favore del primo.

Mi fermerei per il momento su questi ragionamenti che poi sfociano anche in teorie e analisi economiche complesse e articolate.

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Vediamo di aggiungere qualche riflessione ancora : nei secoli centrali dell'età moderna abbiamo essenzialmente un sistema basato sul bimetallismo con una circolazione fondata su due grandi tipologie di monete :

1) monete pregiate, in oro o argento, spesso con titolo stabile, usate essenzialmente nelle grandi transazioni e nel commercio internazionale e tra queste possiamo annoverare ducati, scudi, zecchini, fiorini, ducatoni, filippi, testoni, ongari in oro e altre

2) monete con basso tenore di metallo pregiato, a volte anche in rame, bronzo o leghe povere, con circolazione limitata all'interno dei singoli stati, usate per il commercio minuto, per i salari e stpendi, tra queste possiamo ricordare quattrini, sesini, terline, parpagliole, soldi e altre.

E' un sistema con una circolazione con varie e molteplici tipologie monetarie con aree monetarie differenti e ben differenziate, il rendere omogenei i valori di queste anche per raffrontare e comparare i prezzi di beni e prodotti era poi afidato al sistema delle unità di conto, che poi davano unità di misura per le obbligazioni che venivano prese sul mercato.

Nascevano però spesso dei problemi legati alle politiche monetarie di principi e sovrani,spesso pesati da forti spese e necessità di avere disponibilità monetarie, che venivano indotti per avere guadagni ad agire sulla monete minori traendone guadagni dall'alterazione di queste.

Nasce così un confronto impari tra monete grosse, utlizzate essenzialmente in ambiti privilegiati e che diventano presto simboli di potere e ricchezza e le monete povere che circolano solo nei mercati interni e servono per i consumi e il dettaglio.

Da questa lotta tra due ambiti monetari ben diversi e così differenziati esce un dualismo forte e contrastato e alla fine il vincitore non potrà che essere uno solo.

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