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Elmi romani imperiali e cenni numismatici...


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Inviato (modificato)

Elmi da parata

Come appena visto esiste poi una serie di elmi, talvolta usati durante parate militari ma forse anche in operazioni militari, solitamente dagli ufficiali di cavalleria (ma non esclusivamente): gli elmi da parata.

Eccone alcuni:

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Elmo da parata, in bronzo, da Hallaton (UK), datato al Regno di Claudio e ricostruzione.

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Ribchester, tardo I secolo-inizio II e Theilenhofen (Iciniacum), 150-200 d.C.

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Elmo rinvenuto nei pressi del villaggio di Crosby Garrett in Cumbria (UK).

Secondo gli esperti era un oggetto cerimoniale, da indossare in parata come suggerisce Arriano di Nicomedia in un trattato militare dell’epoca dell’imperatore Adriano, non una reale protezione per un soldato in combattimento. Come tipologia rimanda all’elmo frigio che vedremo in seguito.

Tra questi esemplari inserisco anche la meschera dell’elmo dell’armatura della Colchide, pur con i dubbi sull’autenticità che circondano questo esemplare.

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Infine alcune maschere che venivano applicate sul volto, di solito fissate all’elmo per mezzo di cinghie.

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Questa in ferro dal sito della Battaglia di Teutoburgo (Kalkriese) la riconoscerete… se non altro dando uno sguardo il mio avatar… ;) … personalmente la adoro, per la sua fredda semplicità e per l'enigmaticità che comporta. Dubito che venissero utilizzate in battaglia per la limitazione della visibilità ma l'atto del celare il volto e nascondere le espressioni facciali è psicologicamente rilevante ed utilizzato anche al giorno d'oggi nel mondo cinematografico per incutere timore... ;)

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Un’altra dall’Olanda (in ferro laminata in argento e bronzo) e dai Balcani (Età traianea)

Modificato da Illyricum65
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Inviato

Quelli proposti finora sono i principali elmi dell'Alto Impero.

E con tutte queste tipologie, vi verrà spontaneo chiedervi, esistono testimonianze numismatiche degli elmi del periodo imperiale?

Risposta semplice e secca: praticamente no!

Ho preso alcune monete-campione (e non esclusivamente) del periodo dal 0 fino al 280 d.C. con rappresentazioni di soldati o divinità calzanti cimieri. Eccole:

a) soldati o Imperatori:

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ADLOCVT COH di Caligola

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Un adlocutio di Caracalla

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Adlocutio di Gordiano III

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Aureo di Gallieno

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Aureo di Postumo

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Aureo di Probo

b) divinità o personificazioni

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Roma da Nerone

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Minerva da Domiziano

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Roma Aeterna da Adriano

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Altra Minerva, da Settimio Severo


Inviato

Cosa notiamo dalla galleria del post precedente?

Ebbene, nessuna moneta presenta elmi simili a quelli rappresentati sopra ma riconducibili nella maggior parte a tipi attici, corinzi o ancora, frigi o beotici.

Aggiungiamoci questo rilievo esposto al Louvre dove son ritratti dei Pretoriani (verosimile età adrianea con qualche piccolo restauro moderno).

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Stesso medesimo discorso: non calzano elmi Montefortino nè tantomeno delle tipologie del Primo Impero!

Andiamo a vedere i tipi di elmi cui ho accennato sopra, ovvero gli attici,i corinzi o ancora,i frigi o i beotici.

Elmo attico: ebbe origine nell'antica Grecia e fu ampiamente utilizzato in Italia e nel mondo ellenistico. Dal punto di vista artistico sopravvisse ampiamente ai propri contemporanei, essendo raffigurato per dare un aspetto arcaico a generali, imperatori e membri della Guardia pretoriana per tutta l'epoca ellenistica e imperiale. Per tale motivo è divenuto parte della figura dell'ufficiale romano nella cultura popolare, sebbene fosse raramente usato in realtà.

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L’elmo corinzio (gr.antico κόρυς κορινθίη, moderno κάσκα κορινθιακή) nacque nell' antica Grecia. Era un tipo di elmo di bronzo che nella sua forma tarda copriva tutta la testa ed il collo, con delle fessure per occhi e bocca. Anche se l'elmo corinzio classico cadde in disuso presso i Greci a favore di tipi più aperti, i tipi italo-corinzi rimasero in uso per più tempo. Se ne trovano rappresentazioni abbastanza frequenti in Epoca Romana Repubblicana.

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Elmo corinzio e corinzio-italico.

Elmo frigio: altro elmo di origine greca in uso nella Grecia classica, Tracia, Dacia, mondo Ellenistico e Italia nella seconda metà del I millennio a.C.. Deve il suo nome alla somiglianza con il berretto frigio. Veniva utilizzato prevalentemente dalla fanteria ed è noto anche come elmo tracio, da non confondere con quello indossato dai gladiatori durante i combattimenti.

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Rilievo di età ellenica e elmo da parata rinvenuto di Inghilterra (Crosby Garrett's Helmet) che presenta anche dei punti in comune con il quarto tipo ovvero l'

Elmo beotico: era un elmo leggero in uso nell'età classica ed ellenistica per la cavalleria, particolarmente tra i Tessali ed i Macedoni, nonostante l'origine beota. A differenza dell’elmo, non limitava la visibilità né creava ostacoli all'udito, pur proteggendo le orecchie, soprattutto dai colpi provenienti dall'alto. L'elmo era piuttosto leggero e molto comodo, anche se non disponeva di nasale e guanciali, aveva tuttavia un paranuca ed una grande visiera.

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In pratica tutti elmi di origine greca ellenistica ripresi in epoca imperiale (ma estremamente frequenti anche nella monetazione repubblicana).


Inviato

Le evidenze archeologiche di epoca imperiale di questi modelli di derivazione greca però sono scarsissime: sembra che l’elmo attico (e gli altri per estensione) fosse un motivo dell’arte ellenistica ripreso in seguito nell’età romana per raffigurare, nei monumenti ed in genere nell’iconografia comune, i soldati. Pertanto le rappresentazioni non possono essere prese ad esempio di quanto evidente dai ritrovamenti archeologici.

In forma di supposizione è stato proposto che l’elmo attico facesse parte del corredo da parata dei Pretoriani. Robinson motivò la presenza di elmi attici sui rilievi della Colonna Traiana e in quella sopra inserita dei pretoriani (Louvre) supponendo che questi cimieri venissero utilizzati “durante le sfilate trionfali e altre occasioni speciali” ma è noto che gli Imperatori cercarono sempre di impedire la presenza di truppe armate nel cuore di Roma e dalle fonti letterarie si sa che le milizie sfilavano indossando tuniche strette in vita da una cintura.

La mia personale interpretazione, per quel che può valere, è che in genere si tendesse a rappresentare l’elmo del soldato, del condottiero o delle divinità in riferimento all’età classica, direi questi “mitologica”, rimandando la raffigurazione a temi “eroici”. E non tralascerei un pizzico di ellenismo: Roma guardò all’Antica Grecia sia per ammirazione per i prodotti artistici sia per una supposta discendenza da tali modelli (vedi Enea) al fine di legittimare una genesi storica ed eroica che esaltasse le origini della cultura latina.

In particolare per quanto concerne la tipologia dell’elmo utilizzato dai pretoriani abbiamo un racconto dell’Historiae di Tacito che riferisce di un episodio della seconda battaglia di Bedriaco (69 d.C.). Egli scrive che nel corso di un’azione notturna i pretoriani di Otho vennero attaccati con una catapulta manovrata dall’avversa Legio XVI. Raccolti gli scudi di alcuni nemici caduti per camuffare le proprie identità, riuscirono ad infiltrarsi nelle file nemiche e a danneggiare il dispositivo bellico, prima di venir uccisi dalle preponderanti forze avverse.

Tutto ciò potrebbe stare a testimoniare che almeno al I secolo d.C. l’uniforme dei pretoriani era uguale a quella dei legionari e la differenza sostanziale del corpo di appartenenza era indicato dallo scudo o dal simbolo sul medesimo e non dal tipo di elmo che quindi, evidentemente, doveva essere uguale nei vari corpi militari.

(lavori in corso)


Inviato

è un tema veramente affascinante, tanto che mi sono messo a cercare in internet documenti con immagini di elmi e armature di epoca romana...

ma facendo la ricerca immagini di google mi sono imbattuto in una uguale a quella che hai postato tu, ed esattamente la maschera dell’elmo dell’armatura della Colchide

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in una foto dall'aria molto farlocca, e sembra fatta pure "in casa" ma è identica. ma la cosa curiosa è che andando nel sito dalla ricerca immagini non riesco ad accederevi; inoltre il sito, ancora più curioso:

scusa se così rischio di portare la discussione fuori tema, ma la cosa mi ha incuriosito..
C

Inviato

Ciao,

nessun problema, inserendo quella foto dell'armatura della Colchide sapevo di poter stimolare qualche post in merito.

E la risposta è:

http://www.lamoneta.it/topic/52014-larmatura-della-colchide/

E' un post del 2009, si attendevano le analisi della lega, dati che a tutt'oggi non sono noti. E tre/quattro anni per ottenerle mi paiono molti... forse troppi. ;)

Detto ciò, dopo questa rapida digressione, torno al tema principale.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato (modificato)

PERIODO TARDO IMPERIALI

Gli elmi del periodo in oggetto sono prodotti con una nuova tecnologia costruttiva e da una nuova forma. Furono utilizzati soprattutto utilizzato dalle legioni delle provincie orientali a partire dal IV secolo. In questi elmi è possibile riconoscere l'influenza dei vicini Persiani, dove la forma assomiglia ad una semicoppa sferica. I paraguance sono ridotti all'essenziale. Sembra venissero usato da fanti e cavalieri. I tipi fondamentali sono 3, elencati di seguito.

a ) L'elmo Intercisa

Questo tipo di elmo, di ispirazione probabilmente sassanide, si diffuse verso la fine del III secolo. Era di notevole facilità costruttiva, perciò si diffuse molto rapidamente. Il coppo era composto da due parti unite da una striscia di metallo in rilievo che lo percorreva dalla parte frontale alla nuca. Il paranuca e le paragnatidi venivano uniti al resto dell'elmo da parti in cuoio. Probabilmente l'intero elmo aveva uno strato di argentatura; le decorazioni più comuni consistevano in due occhi sulla parte frontale o rappresentati come croci sull'intera calotta.

La sua diffusione segna in pratica la fine degli elmi a blocco unico. Comparso già durante le guerre daciche e probabilmente ivi utilizzato dalle truppe ausiliarie, dalla fine del III secolo fu l’elmo militare del militare romano. Ma perché questo cambiamento stilistico e produttivo?

Il perché di tale scelta va ricercata verosimilmente non tanto nell’influenza data dagli scontri con i sassanidi, quanto nella ricerca dell’alleggerimento (ovvero minor richiesta di metallo), pagata in termini di robustezza del manufatto finito e nella maggior velocità di produzione.

Il suo avvento infatti ricade al regno di Diocleziano che con questa scelta tecnico-produttiva cercò di ridurre i costi e dei tempi di produzione. L’Imperatore si trovò infatti nella condizione di dover affrontare la crisi economica e un esercito reduce da molte perdite (negli ultimi 50 anni vi erano state invasioni barbariche in Europa e le campagne militari nel Medio Oriente); inoltre il contingente militare, in termini numerici, era aumentato pesantemente. Peter Heather nel suo “Caduta dell’Impero Romano” riporta dei dati antichi secondo i quali gli effettivi dell’esercito romano all’epoca di Diocleziano erano compresi tra le 435.266 e le 645.000 unità, con maggior credibilità verso la misura minore. Considerando che sotto i Severi l’esercito era formato da circa 300.000 uomini tra legionari ed ausiliari, si può facilmente notare che l’aumento numerico militare, sommato alle perdite belliche anche in termini di materiali (da reintegrare), creò un grave dissesto finanziario alle casse imperiali.

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Esemplare della fine del III secolo.

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Esemplare della fine del IV secolo.

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Elmo con cresta rinvenuto ad Intercisa (Ungheria) ed affresco del 315-360 d.C. dalle Catacombe di San Giovanni di Siracusa che rappresenta un soldato che lo indossa.

Modificato da Illyricum65

Inviato

Talvolta sulla cresta venivano applicate placchette riportanti il Chi-Rho (XP).

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Apro un piccolo inciso che tratta le dotazioni militari dell’esercito del IV secolo. Il fante spesso non indossava, fuori dalle azioni belliche, né l’armatura né l’elmo. Infatti durante le marce rappresentate sull’Arco di Costantino (grazie Nikko per la foto ;) )

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i soldati sono ritratti calzanti il cappello in cuoio descrittto nella discussione http://www.lamoneta.it/topic/99719-e-un-falso/

Si tratta del “copricapo di cuoio della Pannonia” privo di tesa. Vegezio riporta che fu introdotto “per abituare gli uomini ad avere sempre qualcosa in testa e per poter poi sopportare meglio il peso dell’elmo”. In pratica l’elmo e l’eventuale corazza (all’epoca ormai in realtà la cotta metallica) venivano indossati unicamente prima dell’azione, analogamente a quanto accade al giorno d’oggi.

In un brano tratto dalla collana Osprey si accenna al fatto che nella statua dei Tetrarchi di Piazza San Marco gli stessi indossino "un copricapo cilindrico di pelle che portavano gli ufficiali dell'epoca (probabilmente i fori servivano a sostenere corone di fiori in metallo)".

Quindi il "copricapo di cuoio pannonico" stando a Vegezio e a quest'ultima nota, il copricapo cilindrico in pelle sarebbe divenuto simbolo dell'appartenenza all'esercito.


Inviato

b ) L'elmo Berkasovo

Questa tipologia di elmo risale alla metà del IV secolo. La calotta era composta o da due parti unite tra loro, come avveniva con la tipologia Intercisa, o da quattro parti unite da un rinforzo a croce. Sulla parte frontale era presente un paranaso a forma di "T" e il paranuca era collegato alla calotta con ganci e fibbie; le paragnatidi venivano applicate tramite parti di cuoio oppure strisce di metallo e rivetti. Alcuni elmi di questo tipo erano molto decorati, a seconda dell'importanza del possessore vi si potevano incastonare addirittura pietre preziose.

Il nome deriva dalla cittadina serbe di Berkasovo dove vennero rinvenuti i due esemplati catalogati come Berkasovo 1 e 2.

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Berkasovo 1 presenta la calotta di ferro formata da quattro piastre unite con rivetti e cresta traforata, ricoperta d’argento dorato e con gemme in pasta vitrea, onice e calcedonio, incastonate, paragnatidi avvolgenti e, tra una di queste e la calotta, il nome del proprietario -Dizzon- e il costruttore, Avito.

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Berkasovo 2: calotta di ferro formata da due piastre, cresta decorata con piccole sfere, paragnatidi avvolgenti e rivettate; presenta una piccola apertura in corrispondenza delle orecchie e con la scritta in tabula ansata tra paragnatide e coppo LIC INIANA VICIT (dunque non databile oltre il 324 d.C. data della caduta di Licinio).

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Altro esemplare tipo Berkasovo 2 da Sremska Mitrovica.

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Altro esemplare da Deurne (Olanda).

Probabilmente quelli di pregio, come gli esemplari presentati sopra, venivano indossati da ufficiali.


Inviato

c ) L'elmo Spangenhelm

Diffusosi tra il V e il VI secolo, era stato precedentemente utilizzato dalla cavalleria roxolana, raffigurata nella Colonna Traiana,

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e nel IV secolo dalla cavalleria romana. Era composto da più segmenti metallici saldati con dei rivetti. La calotta era composta da quattro o sei spicchi saldati da una striscia metallica che ne percorre tutta la circonferenza nella parte inferiore; tra uno spicchio e l'altro erano presenti delle bande metalliche che confluivano sulla cima del coppo. I più importanti ritrovamenti sono avvenuti in Egitto e in Alsazia. La tipologia Spangenhelm-Der el Medineh presentava una calotta allungata, un paranaso e sia paragnatidi che paranuca, saldati alla calotta tramite delle cerniere; la tipologia Spangenhelm-Baldenheim, invece, aveva un coppo più basso, paragnatidi più strette, ed era assente il paranaso.

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Inviato

Resoconto numismatico.

La parte precedente si era interrotta alla metà del III secolo d.C. Nel periodo seguente compaiono monete dove l’imperatore è rappresentato calzante un elmo e sono quelle di Gallieno o Postumo. Si tratta in genere di elmi attici o corinzi, ornati con motivi a sbalzo o gemme con sovrapposta la corona di alloro. E’ dibattuto se l’elmo assuma nel periodo (siamo attorno al 260 d.C.) simbolo di dignità imperiale. Vegezio d’altra parte segnala che l’elmo indica il grado di chi lo indossa ed è quindi verosimile ritenere che quello dell’Imperatore si distinguesse tra tutti. Inoltre nel periodo travagliato di queste emissioni la rappresentazione dell’Imperatore elmato significava aveva probabilmente anche una valenza simbolica legata al suo ruolo di capo guerriero. La scelta di tipologie di elmi ormai in disuso ma di tipo classico poteva altresì creare un riferimento con le divinità classiche che usualmente li calzavano, rimarcando un rapporto diretto tra Imperatore e Divinità.

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Medallion of 4 aurei circa 262-263, 13.89 g. IMP GALLIENVS AV - G Bust l., wearing crested healmet and bearing spear over r. shoulder and round shield over l. Rev. FIDES MILITVM Fides standing facing, head l., holding ensign in each hand. RIC 10 second specimen (this coin). Gnecchi p. 6, 6 second specimen (this coin). Jameson 254 (this coin). C 230. Göbl, MIR 36, 532 (these dies).
Of the highest rarity, only three specimens known. A very attractive and unusual portrait of fine style. A few minor marks, otherwise extremely fine.
Ex Hirsch 24, Consul Weber Collection, 1909, 2281; Tkalec-Rauch 3, 1987, 410; Sotheby's 5.7.1995, 158 and NAC 10, 1997, 679. From the Jameson Collection.

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Postumus, 260 – 269
Aureus, Lugdunum 261, 5.25 g. VIRTVS POSTVMI AVG Cuirassed bust r., wearing crested helmet with bowl decorated with floral pattern. Rev. VICTORIA Victory in biga prancing r.; in exergue, AVG. C 398. RIC 43. Jameson 266 (this coin). Schulte 11a and pl. 1, 11a (this coin). Calicó 3792 (this coin). Biaggi 1533 (this coin).

Very rare. An appealing portrait, minor marks on edge, otherwise about extremely fine.

Dopo Gallieno e Postumo (d’accordo, usurpatore, ma con dignità di reggente dell’Impero Gallico) tutti coloro che seguiranno emetteranno monete con ritratto elmato. Alcuni esempi:

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PROBUS, 276-282 AD. Silvered Æ Antoninianus (3.99 gm) of Cyzicus. Radiate helmeted cuirassed bust left holding spear and shield / Emperor on horseback raising hand and holding scepter, captive at feet. RIC.913. Mint, full silvering.

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Probus. AD 276-282. AV Aureus (22mm, 6.59 g, 6h). Serdica mint. 5th emission, AD 280. IMP C M AVR P ROBVS P AVG, helmeted and cuirassed bust left, holding spear in right hand over shoulder, oval shield on left arm / VICTORIAE above, AVG in exergue, Victory, holding wreath in right hand and cradling palm frond in left arm, left in slow quadriga. RIC V 833; Pink VI/1, p. 46; Calicó 4229. Superb EF, lustrous.

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Carausius, 286 – 293
d=23 mm
Antoninianus, Londinium 288, æ 4.67 g. CARAVSI – VS AVG Radiate, helmeted and cuirassed bust l., holding spear and shield decorated with medusa. Rev. ADVE – N – TVS AVG Emperor riding horse l., raising r. hand and holding sceptre in l.; at foot, captive. In exergue, ML. RIC 11. C 6. Hunter -, cf. 18 for reverse.
Very rare. Brown tone and good very fine.

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MAXIMIANUS. First reign, 286-305 AD. Antoninianus (22mm - 3.94 g). Lugdunum mint. 12th emission, struck 294 AD. MAXIMIANVS P F AVG, radiate, helmeted and cuirassed bust right / ABVNDA-NT AVGG, Abundantia standing right, emptying cornucopia held in both hands; . RIC V 346; Bastien 662 (4 examples). Good VF, dark brown patina with a hint of silvering, reverse strike a touch soft.

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Maxentius, February 307 - 28 October 312 A.D.
Bronze half follis, RIC VI 61, gVF, Ostia mint, 3.629g, 20.6mm, 0°, 309 - 312 A.D.; obverse MAXENTIVS P F AVG, helmeted and cuirassed bust left, holding spear over right shoulder and shield on left shoulder; reverse VICTORIA AETERNA AVG N, Victory standing right, left foot on base of cippus supporting shield on which she inscribes VOT / X, captive seated left, MOSTT in ex.

Questo rapido excursus dimostra che l’uso di rappresentare soldati, divinità o imperatori con l’elmo attico/corinzio non decade nel periodo successivo alla seconda metà del III secolo. Nemmeno nel primo periodo di Costantino, come vedremo negli esemplari che seguono.


Inviato

Come detto, alcune monete di Costantino con raffigurati elmi:

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Un bel Marte...

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Un Costantino elmato...

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Un bel GLORIA EXERCITVS con i due soldati.

Costantino inizia nel primo periodo a raffigurarsi con l’elmo attico o corinzio, per poi passare dal 313 (zecca di Treveri) al cosiddetto “elmo di tipo persiano”. Quest’ultimo tipo non compare mai nella monetazione dei suoi colleghi o figli e viene utilizzato, nella parte occidentale dell’Impero, in alternativa a quello attico mentre quello corinzio viene utilizzato dal 315, assieme a quello attico, sulle emissioni di Crispus. Dal 324, poco prima dell’introduzione del capo cinto da diadema nei vicennalia (325-326), ovvero dopo la sconfitta di Licinio, Costantino non appare più elmato. L’elmo persiano nelle monetazioni costantiniane presentano talvolta il cristogramma: quelli ivi rappresentati presentano somiglianze con modelli rappresentati su monete sassanidi e ad altri rinvenuti a Dura Europos. Nella protostoria italiana ed alpina sussistono alcuni tipi strutturati che richiamano questi modelli per cui non si esclude che discendano da un’innovazione spontanea anziché da una imitazione del tipo asiatico.

Comunque alcuni particolari costruttivi degli elmi ad arco li dividono in due gruppi: uno attribuito alla cavalleria e il secondo alla fanteria. Il loro utilizzo nell’armamento militare va dagli ultimi anni del III secolo al V secolo. Talvolta dotati di rivestimenti argentei o dorati e decorati con paste vitree imitanti pietre preziose si presentano come copricapi di pregio e non di diffusione comune. E’ verosimile che fossero destinati a corpi militari scelti quali la guardia personale dell’Imperatore o degli Equites Stablesiani (come sembra comprovare il modello rinvenuto a Deurne riportante la scritta STABLESIA VI) e forse venivano indossati anche in battaglia (vedi post precedente).


Inviato

La monetazione di Costantino presenta quattro tipi differenti di elmi ad arco, uno da fanteria e tre da cavalleria che nelle raffigurazioni monetali sono privi di paranuca e paranaso mentre le paragnatidi risultano ridotte come dimensioni, importanza e forma.

Al primo gruppo appartengono due solidi da Ticinum, su multipli da Thessalonica e su follis da Siscia e Lugdunum. Questi elmi ad arco da fanteria sono meno frequenti rispetto a quelli da cavalleria.

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Il secondo tipo d’elmo è rappresentato in un’altra emissione di solidi da Ticinum. Vi è rappresentata una cresta simile a quella presente sull’elmo di Berkasovo 1 (disegno e foto a destra).

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Il terzo è riportato in alcuni multipli in argento da Ticinum, con cimiero di piume di pavone e calotta impreziosita da pietre preziose.

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Fonti storiche confermano che Costantino indossava elmi piumati arricchiti con gemme: Nazario descrivendo la Battaglia di Ponte Milvio accenna al luccichio delle gemme del cimiero e i panegirici parlano di una galea d’oro dotata di piume e pietre preziose. In pratica qualcosa di simile a quanto indossato nel personaggio centrale di questo mosaico.

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Il quarto tipo è rappresentato su molte emissioni da Treveri e presenta una cresta formata da una sorta di spazzola che decorre lungo la parte sommitale del casco. Detta decorazione poteva essere fromata da piume corte oppure da crini.

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Talvolta l’elmo può essere decorato da gemme (foto a dx) o da una corona.


Inviato

I figli di Costantino

Dopo la sconfitta di Licinio (324) Costantino non è più rappresentato elmato, così come i figli. Sarà Costanzo II a emettere monete con sue rappresentazioni elmate. Si tratta di un elmo ad arco diverso dai precedenti, con diadema e si tratta di una tipologia che si protrarrà sino periodo bizantino.

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Rovescio di medaglione da Aquileia e aureo da Thessalonica.

Elmi ad arco tra il IV e il VI secolo.

Poche raffigurazioni del periodo si discostano da quella di Costanzo II. Onorio ad esempio su alcuni solidi da Ravenna calza un elmo con cresta che ricorda il II tipo di Costantino.

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Maggioriano invece propone un elmo a due creste (metallica e in crini) con diadema a rosette.

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Giustiniano innoverà l’elmo con l’aggiunta al tipo diademato dei pendilia, ovvero di decorazioni pendenti ai lati del copricapo. La rappresentazione avrà successo e verrà riproposta per la maggior parte del periodo bizantino.

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Elmi nella monetazione barbarica.

Nelle emissioni ostro-visigota il regnante viene spesso rappresentato elmato, a connotare una dignità regale. Viene però sostituito con lo Spangelhelm il tipo ad arco, ormai desueto.

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Teodato

Questa scelta raffigurativa è stata motivata dagli studiosi con l’intenzione da parte dei re barbarici di ricollegarsi alla monetazione bizantina (e quindi legittimandone la dignità) ma nel contempo affermandone l’autonomia, proponendo quindi un tipico prodotto di tradizione gotica. Anche i Longobardi porteranno avanti questa scelta.

BIBLIOGRAFIA:

GRAZIA FACCHINETTI: Monete e insegne del potere: la raffigurazione di elmi fra IV e VI secolo d.C.

GRAZIA FACCHINETTI: Gli elmi tardoantichi (IV-VI sec.) alla luce delle fonti letterarie, numismatiche e archeologiche: alcune considerazioni

SILVANO MATTESINI: Le Legioni Romane - L’armamento in mille anni di storia “ .

PETER HEATHER: La caduta dell’Impero Romano.

SERIE OSPREY:

BORIS RANKOV: La guardia pretoriana.

ROSS COWAN: L’esercito di Augusto.

ROSS COWAN: Le Legioni.

N. SEKUNDA e T. WISE: L’esercito della Repubblica.

SITOGRAFIA:

http://signainferre.tripod.com/elmi.htm

http://www.roma-victrix.com

Acsearch.com

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Inviato (modificato)

Bene. A questo punto torniamo al punto di partenza. Come avrebbe dovuto essere rappresentato il soldato romano in copertina al testo?

Nel IV secolo probabilmente più così


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che non come un legionario del I-II secolo

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Spero in conclusione:

- di avervi intrattenuto piacevolemente e suscitando un buon interesse

- che abbiate gradito la presente discussione che mi ha impegnato un bel po' di tempo nella ricerca

- che postiate opinioni, commenti e integrazioni

- non ultimo... che l'autore del testo utilizzato per l'apertura un po' insolita ma spero gradevole del tema non se la prenda male (magari chissà... è un utente del Forum! ;) ). Non era assolutamente il mio intento essere offensivo...

Ciao a tutti

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Inviato

Grande Illyricum :clapping:

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Un 10 e lode da parte mia.


Inviato (modificato)

Bellissima ed interessante discussione Illyricum, che non ho volutamente interrompere, ora che hai terminato se permetti vorrei sottoporti/vi alcuni elmi che ho fotografato nel Museo Archeologico di Napoli.

Dato che non ricordo assolutamente a che epoca appartengono ve li sottopongo da...identificare :lol: .

Scriverò in che Museo li ho visti e fotografati, così se qualcun altro ne ha da postare faremo una bella Galleria Nazionale e scusate la qualità delle immagini, purtroppo nelle sale non c'è grande illuminazione.

Grazie ancora per questa piacevole lettura, è stato un grande piacere seguirti...spero che continuerai con altri capi di abbigliamento. :) Giò

Ne metto due a post per facilitare l'identificazione, scusate ma non ho peso e diametro... :lol:

​Dal Museo Archeologico di Napoli:

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Modificato da giovanna
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Inviato (modificato)

Ancora dall'Archeologico di Napoli:

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Modificato da giovanna
Awards

Inviato

i guerrieri qundo venivano sepolti, portavano con se le proprie armi, e la quantità denotava il livello raggiunto.

Da me è stata ritrovata una tomba, caratterizzata da un notevole insieme di armi, volontariamente danneggiate, tra le quali si evidenzia l'elmo bronzeo conico a bottone detto anche " a fantino " ( del sottotipo C del Coarelli) di tradizione etrusco-italica.

Si tratta di un elmo con robusta calotta fusa e ribattuta, sormontata da un bottone emisferico decorato a incisione; il bordo inferiore è circondato da un motivo a cordone; il paranuca è appena accenato e sulle tempie sono aggangiate le paraguance mobili di forma anatomica. ( dal catalogo del museo).

Insieme vi era anche una spada ripiegata del modello La Tenè come quelle deposte nel III secolo A.C. presumo che anche questìelmo sia di quel periodo.

L'elmo come le altre armi è schiacciato..

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Inviato

ho letto l'intera discussione con molto interesse e piacere, ringrazio Illirycum65 x quanto postato e spiegato, bravo !


Inviato (modificato)

Ciao,

e grazie a tutti per le manifestazioni di plauso al lavoro che ho presentato! :yahoo:

Per Giò:

gli splendidi esemplari che hai postato sono degli elmi di gladiatori, per questo motivo esclusi dalla presente discussione e credo provenienti da Pompei o dalla Scuola Gladiatoria di Capua.

Ritengo comunque si tratti di un elmo del Gladiatore "Trace"

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Elmo in bronzo della caserma dei gladiatori di Pompei, età giulio-claudia, 20 d.C. Ai lati dell'elmo si trovano gli alloggiamenti per posizionare due lunghe piume.

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e di quelli di un Gladiatore tipo "Secutor"

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Potrebbero essere inseriti in una specifica incentrata sui gladiatori, così come potrei farne altre che ne so, sull'armamento e sugli equipaggiamenti. Il problema è che non saprei come ricollegarli al tema "Monete Imperiali" (le attestazioni di questo tipo sono scarse). O al limite dovrei postarla qui e dopo un po' spostarla in quella "Storia e Archeologia" dell'amico Flavio, forse più consona al tema.

Non so, vedremo... qualche testo sui temi succitati li ho, anche se in inglese. But this is not a problem... ;)

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato (modificato)

... vorrei sottoporti/vi alcuni elmi che ho fotografato nel Museo Archeologico di Napoli.

Dato che non ricordo assolutamente a che epoca appartengono ve li sottopongo da...identificare :lol: .

Si tratta di elmi gladiatori, il primo è un elmo da Trace, così come il quarto completo degli schinieri che facevano parte della sua armatura, il “Traex” apparteneva alla categoria dei gladiatori "Parmularii”. L’elmo dall’ampia visiera e che proteggeva anche il volto era sormontato da un lophos metallico che terminava sul davanti con una protome a testa di grifone, animale mitologico dal corpo di leone e dalla testa di uccello rapace a cui il traex si ispirava quando combatteva nell’arena, si proteggeva con un piccolo scudo rettangolare o circolare (parma) e per l’attacco impugnava una corta spada curva chiamata “Sica”. Le protezioni per il corpo erano composte da due schinieri che arrivavano fino al ginocchio (cnemides) e da cosciali fatti da strisce di cuoio o metallo, sovrapposte che proteggevano la parte superiore della gamba fino all’inguine.

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Trace

Il secondo, se non sbaglio è un elmo da Hoplomacus, in origine chiamato Sannita. Simile per certi versi al Trace, apparteneva alla categoria dei gladiatori “Scutati”. Il nome deriva dall’armatura, Oplòmachos, voce greca che significava combattente con arma pesante. Il pesante elmo aveva ampi paragnati con un alto pettine sulla calotta. Il braccio destro era coperto da una manica di cuoio rinforzato per parare i colpi degli avversari. Brandivano una lancia (in alcuni casi anche il gladio) e con la mano sinistra impugnavano uno scudo solitamente rotondo. Le protezioni per il corpo erano composte da due schinieri che arrivavano fino al ginocchio (cnemides) e da cosciali fatti da strisce di cuoio o metallo, sovrapposte che proteggevano la parte superiore della gamba fino all’inguine (questa parte del corpo poteva anche essere protetta solamente da imbottiture, in questo caso si utilizzavano anche degli schinieri che sopra il ginocchio avevano un’ulteriore placca metallica).

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Oplomaco

Nella terza immagine si vedono, ai lati, due elmi da Secutor; anche questo faceva parte della categoria degli “Scutati”; combatteva solo contro il Reziario ed il suo elmo era concepito per non offrire alcun appiglio alla rete dell'avversario, aveva solo due piccoli fori per gli occhi, che rendevano quasi impossibile al tridente di colpire il volto; le caratteristiche dell'elmo riducevano il campo visivo e l'udito del Secutor, in modo da equilibrare la leggera armatura del Reziario.

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Secutor

L'elmo tra i due da Secutor non riesco ad identificarlo, confido che qualcun'altro ci riuscirà.

Ciao, Exergus

[edit]

Mi sono praticamente sovrapposto ad Illyricum...

Modificato da Exergus

Inviato

complimenti per la discussione! Il mio secondo interesse ( dopo la numismatica) è quello per l'armamento dell'esercito romano (dalle origini al tardo impero) e devo dire che hai fatto un buon lavoro, mostrando in maniera completa le tipologie di elmi adottate dall'esercito dell'Impero Romano. Aspetto il prossimo lavoro, magari incentrato su armi ed armature ( come hai accennato tu stesso nel post precedente).


Inviato

quello tra i due secutor dovrebbe essere un provocator


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