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CONIAZIONI PER DISPETTO


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Un altro episodio “genovese” dove può esser vista una sorta di “dispetto” fu l’emissione dello scudo di Luigi XII coniato a Genova nel 1507 quando il Re francese, spodestato da una violenta rivolta popolare e cacciato dalla città con susseguente elezione del Doge Paolo da Novi, di professione tessitore di seta, il più umile tra gli umili, sembra addirittura analfabeta.

Ebbene Paolo da Novi, nei 18 giorni in cui fu doge riuscì a battere moneta: il famoso Testone con la legenda “Libertas Popvli Ianve” : http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV41/1

In tutta risposta, dopo soli venti giorni, Luigi XII, alla testa del suo esercito rientrò in città soffocando il desiderio di libertà dei genovesi, decapitò nella pubblica piazza Paolo da Novi e riprese il governo cittadino.

Questo nuovo periodo di dominazione francese fu assai crudo e il monarca, nel far valere la sua assoluta autorità, provvide a modificare la monetazione genovese con l’adozione del blasone regio e la scomparsa del nome del re che stava sulle monete genovesi da 4 secoli (Corrado II, il celeberrimo CVNRADVS REX) : http://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-GEV42

Le monete a nome di Luigi XII sono quindi tutte con questa offesa al popolo genovese per cui prendo a simbolo il famoso scudo da tre lire.

Di questa moneta se ne conosce un solo esemplare, appartenente alla collezione Franchini, poi dispersa all’asta infine approdata nella Collezione di Vittorio Emanuele III. Questa foto è del calco conservato presso La Società di Storia Patria di Genova.

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Modificato da dizzeta
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Ho trovato entrambi gli articoli del dott. Costantini, che avevo in mezzo agli opuscoli... Insieme c'è anche l'estratto di Ruggero di cui parlavo; si intitola "annotazioni numismatiche italiane" e affronta tre temi,uno dei quali sono proprio le coniazioni per dispetto e d'assedio toscane... Il paragrafo, che dura alcune pagine, si intitola "monete battute in campo dai fiorentini e dai pisani"

É tratto dalla miscellanea di archeologia, di storia e di filologia dedicata al prof. Salinas nel XL anniversario del suo insegnamento.

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Qualcuno sa quali di queste monete esistono in raccolte pubbliche, quali sono passate in asta e quali, eventualmente, sono in raccolte private in seguito a trattativa privata?

.....

http://www.mcsearch.info/record.html?id=154915

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Supporter

Sempre a proposito del grosso guelfo del 1363 (I), la moneta di cui ha riportato le immagini dabbene nel post #53 dovrebbe essere quella originariamente appartenente alla collezione Ruchat (asta P&P Santamaria, 28 novembre 1921, lotto n. 145).

Questa moneta è stata nuovamente battuta nell’asta Negrini n. 21 (lotto 955), del 26 maggio 2005, dove è stata aggiudicata per 4400 euro.

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D'altronde sono monete molto rare e dalla grande valenza numismatica e storica, oggi probabilmente potrebbero anche valere forse di più.

VOTA IN PIAZZETTA LA MONETA PIU' BELLA DEL 2012, FASE FINALE

Modificato da dabbene
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Buona Sera,

ho potuto vedere le immagini relative al “grosso con la volpe” allegate al post 53 da dabbene, al post 55 da fedafa e al post 78 da vv64. Ho fatto un sommario confronto per stabilire se fossero state prodotte da uno stesso conio, mi sembra di poter affermare si tratti di tre coni tra loro diversi, anche i due diritti (prima e terza moneta postata sono diversi)

la prima immagine consente solo di esprimere un generico parere di coerenza stilistica, le altre pur con tutti i limiti legate a immagini con una risoluzione modesta non sollevano dubbi.

Il mio latino è rudimentale, solo appena meglio di google traduttore, se qualcuno potesse analizzare le annotazioni (post 69 nota CNF Vol I) potremmo forse apprezzare qualche sfumatura chiarificatrice.

Il compenso di 10 fiorini dovrebbe comportare un discreto lavoro

Il fabbro produce tre paia di ferri

L’approntamento di tre diversi coni di martello (se non ho visto male) porterebbe a pensare a una produzione non proprio limitata

Al momento non ho elementi per commentare, tra le varie possibili congetture la possibilità di accentuare l’umiliazione aumentando la diffusione della moneta.

Ritorno nel mio “periodo” sono almeno tre lustri fuori zona

cordialità

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Buona Sera,

ho potuto vedere le immagini relative al “grosso con la volpe” allegate al post 53 da dabbene, al post 55 da fedafa e al post 78 da vv64. Ho fatto un sommario confronto per stabilire se fossero state prodotte da uno stesso conio, mi sembra di poter affermare si tratti di tre coni tra loro diversi, anche i due diritti (prima e terza moneta postata sono diversi)

la prima immagine consente solo di esprimere un generico parere di coerenza stilistica, le altre pur con tutti i limiti legate a immagini con una risoluzione modesta non sollevano dubbi.

Il mio latino è rudimentale, solo appena meglio di google traduttore, se qualcuno potesse analizzare le annotazioni (post 69 nota CNF Vol I) potremmo forse apprezzare qualche sfumatura chiarificatrice.

Il compenso di 10 fiorini dovrebbe comportare un discreto lavoro

Il fabbro produce tre paia di ferri

L’approntamento di tre diversi coni di martello (se non ho visto male) porterebbe a pensare a una produzione non proprio limitata

Al momento non ho elementi per commentare, tra le varie possibili congetture la possibilità di accentuare l’umiliazione aumentando la diffusione della moneta.

Ritorno nel mio “periodo” sono almeno tre lustri fuori zona

cordialità

É molto probabile che, fatta battere la moneta a Pisa, i fiorentini, tornati in patria, abbiano proseguito con le coniazioni...

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Supporter

Ancora un contributo dello stesso autore sulla volpe pisana. Anche in questo caso la fonte è il Bollettino Numismatico di Luigi Simonetti, anno III, n. 1, Gennaio/Febbraio 1966.

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Devo ammettere che i dubbi sollevati da @@ghezzi60 sono stati anche i miei. Il confronto delle monete lascia supporre l'utilizzo e quindi la preparazione di diversi conii che in un certo modo contrastano con una battitura di moneta sul campo.

E' vero altresì che la coniazione possa essere continuata nella zecca fiorentina per qualche tempo come detto da @@magdi, magari anche come ulteriore controrisposta alla coniazione del fiorino pisano.

Certo la documentazione è quella che è, ma io non sottovaluterei le cronache del Villani... magari qualcosa è stato "romanzato" (passatemi il termine), ma forse qualche fondamento di verità c'è.

Non so a voi, ma a me piace immaginare la scena, dopo la battaglia, dove il vincitore, magari anche semplicemente simulando, si mette a battere moneta nel territorio nemico.

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  • 8 anni dopo...

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