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IGNORED

CONIAZIONI PER DISPETTO


Risposte migliori

Qualche utente mi ha chiesto di continuare e concludere la discussione, ci provo col prossimo caso, che sembra più evidente perchè le monete ci sono effettivamente.

PISA ( RIGLIONE ), 1363

L'episodio in questione rientra ancora tra le continuate lotte tra Pisani e Fiorentini ; Piero da Farnese, abile soldato fiorentino conduce una spedizione nel pisano che risulta alla fine vittoriosa.

Siamo nel maggio del 1363, successivamente il Farnese, che evidentemente ci aveva preso gusto ritorna e rioccupa il teritorio pisano.

Matteo Villani lo racconta così : " ciò fatto, il capitano a Rignone ( la moderna Riglione ) e allo Spedaluzzo ( moderno Spedaletto ), fè battere moneta dell'oro e d'argento e di quattrini : in quella d'argento sotto i piè di San Giovanni sta una volpe a rovescio".

Simone della Tosa in una cronaca del XIV secolo ci fornisce addirittura le date dell'emissione aggiungendo " vi fece battere la moneta del Comune di Firenze, ciò furono fiorini e grossi, e dodicini, con una volpe sotto i piedi del San Giovanni."

In questo caso abbiamo la registrazione della zecca con i pagamenti fatti per la preparazione di coni speciali marcati con una volpe affiche' le truppe fiorentine potessero battere moneta.

Grierson ritiene che i coni fossero quelli usati per battere le normali coniazioni, perchè probabilmente la zecca non voleva esssere troppo coinvolta in queste emissioni.

Le monete identificate e pervenute sono grossi guelfi che erano le monete del tempo in argento.

L'emissione fiorentina del 1363 e quella speciale di Riglione portano il segno di Nicolò di Zucchero che nel semestre del 1363 era incaricato per la monetazione d'argento.

L'emissione di Riglione avrebbero una volpe, capovolta e forse morta, sotti i piedi del santo, moneta che Grierson riproduce con immagini, ma estremamente rara.

Il significato della volpe fu oggetto di interpretazioni da parte di diversi storici, tra le altri, la volpe morta potrebbe rappresentare i Pisani sconfitti, o come lo stesso Dante allude si potrebbe riferire" alle volpi pisane ", espressione usata dai fiorentini per indicare gli odiati vicini, o versione meno accreditata un particolare delle armi del Farnese.

L'Orsini a tal proposito fa notare che lo scudo sulla tomba di Piero da Farnese nel Duomo mostri nella parte alta una volpe morta capovolta.

Bibliografia :

1) Orsini I., Storia delle monete della Repubblica Fiorentina, Firenze, 1760

2) Ed. D.M. Manni, in Chronichette antiche, Firenze, 1733

3) Historia Florentina, VIII, a. 1363, ed. E. Santini e C. de Pierro, nella edizione di Muratori, Rer. Ital. Script., XIX, 3, Città di Castello, 1914-26, 202

4) Historie Florentine, XII, ed. F. Ranelli, III, Firenze, 1847, 118-119

Credo che questa sia la piú interessante tra le coniazioni per dispetto toscane: abbiamo cronache affidabili, documenti d'epoca, conosciamo bene la storia e, soprattutto, ci é pervenuta la moneta!

Come Mario ha giustamente scritto, non si é certi se la volpe rovesciata rappresenti la sconfitta dei Pisani, oppure rappresenti Farnese; potrebbe anche darsi che la volpe rovesciata sia diventata simbolo di Farnese a partire dalla vittoria con i pisani, e quindi che stesse a rappresentare la morte delle "volpi pisane" e, al contempo, il condottiero Pietro Farnese che le aveva sconfitte.

Mi risulta che questa moneta sia passata in asta piú volte nell'ultimo secolo, ma non ricordo in quale.

Trovo molto interessante il fatto che esistano documenti sull'ordinazione di conî; se qualcuno ha il Bernocchi (@@ghezzi60 dovrebbe averlo) , potrebbe copiarci la citazione che si trova nel vol. I , tratta direttamente dal fiorinaio.

Ciao, Magdi

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Il significato della volpe fu oggetto di interpretazioni da parte di diversi storici, tra le altri, la volpe morta potrebbe rappresentare i Pisani sconfitti, o come lo stesso Dante allude si potrebbe riferire" alle volpi pisane " ....

Ancora grazie ... mi hai fatto venire in mente il sigillo di Genova, che è stato datato XIII secolo, dove il Grifo (Genova) sottomette sia l'aquila (Impero) che Pisa (la volpe) circondato dalla nota orgogliosa leggenda "GRIPHUS UT HAS ANGIT SIC HOSTES IANUA FRANGIT". Cioè, "come il Grifo le artiglia, così Genova spezza i nemici" dove "has" sta ad indicare l'aquila e la volpe ....quindi dovrebbe essere di poco precedente a Dante!

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Dizzeta ha centrato in pieno la citazione, riportata anche dal Grierson, quindi bravo perchè effettivamente inerente all'argomento !

Per la moneta ci si può riferire al Bernocchi , ma per arrivare subito al dunque metterei addirittura le immagini, anche se sono quelle che sono, del grosso guelfo battuta a Riglione ( 1363) tratte da le

" Coniazioni per dispetto " nell'Italia medievale,di P. Grierson, in Quaderni Ticinesi, 1979.

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Modificato da dabbene
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Ringraziamo @@dabbene, @@dizzeta e @@magdi per avere ripreso con maestria la discussione che non meritava sicuramente di finire nel dimenticatoio. :hi:

Domani avrò qualche punto da distribuire ;). Servono a poco ma credo facciano anche piacere alla fine.

Cari saluti

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Mi fa piacere che si sia ripresa questa interessante discussione. Queste coniazioni per dispetto sono molto interessanti perchè dimostrano il "potere della moneta" e quale onta doveva essere all'epoca subire una coniazione del genere nel proprio territorio.

Vorrei aggiungere due righe su Riglione ed il grosso con la volpe tratte dall'articolo a firma di Tino Marra (che se non erro era lo pseudonimo del compianto MarioTraina) e pubblicato su Cronaca Filatelica n°78 (settembre 1983) "Una volpe rovesciata ma dal pelo prezioso", poi ripubblicato in "Dieci anni di Monete" del Traina.

Oltre ad analizzare alcuni passaggi (e ottimi realizzi) del grosso in questione, il Marra/Traina analizza la volpe, particolare che contraddistingue questa coniazione. Cito testualmente:

"Perchè la volpe rovesciata? A sciogliere il mistero, dopo tante chiacchiere e supposizioni, anche le più stravaganti, fu nientedimeno che padre Dante, il grande Alighieri. Il quale nel canto XIV del Purgatorio canta o, meglio, fa cantare a Guido del Duca, descrivendo il corso dell'Arno:< Le volpi sì piene di frode / che non temono ingegno che le occùpi>. Dove il riferimento ai pisani appare scontato. Infatti proprio la volpe era il simbolo di Pisa così come l'aquila era il simbolo dell'Impero. Proprio come la volpe i pisani erano noti ed arcinoti per la loro astuzia e la loro sveltezza".

L'articolo segue poi con la vendetta dei pisani e la coniazione a Rifredi del fiorino pisano... ma qui mi fermo non anticipando nulla, in attesa che si parli anche di quest'altra zecca.

Aggiungo l'ingrandimento del particolare del grosso da cui spero si possa vedere la volpe che si trova tra le gambe del santo (l'immagine è tratta dall'articolo sopra citato).

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Modificato da fedafa
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In appendice al summenzionato articolo vi è un'appendice (senza firma ma del Traina) che riguarda il simbolo di zecca (catene) presente su questo grosso.

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A voi i commenti.

Modificato da fedafa
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Può essere una ipotesi, certamente questo è il caso di coniazione per dispetto più evidente perchè c'è la moneta e la bibliografia è ampia.

Anche il CNI dedica una pagina intera a Riglione ( CNI XI, p.346, n.1-4, tav.XXII ) con questa descrizione : " I Fiorentini in campo nel 1363, dopo aver riportato una vittoria contri i Pisani, sotto le mura di Pisa, a Riglione ed Ospedaluzzo, fecero battere monete d'argento con una volpe rovesciata sotto i piedi del S.Giovanni, che era il segno di Pietro Farnese Capitano dei Fiorentini."

Non aggiungo le immagini del CNI perchè quelle messe da Fedafa sono già ottime.

Seguono le quattro classificazione dal 1 al 4, interessante la descrizione del rovescio : " Il Santo con nimbo perlato e radiato, con vestito di pelo, seduto di fronte in cattedra, sostiene con la destra alzata lo scudetto crociato ( arme del Comune di Firenze ) e nella sinistra obliquamente croce a lunga asta. A sinistra in alto, catena a tre anelli : sotto i piedi del Santo, volpe rovesciata. Il segno della catena a tre anelli è dello zecchiere Niccolò Zuccheri Soderini. "

Ma sul CNI si parla anche di Rifredi.....

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Complimenti all'amico Mario per l'interessantissima discussione. Ho poco da aggiungere, visto che non ho particolari conoscenze sulla problematica in questione. Su San Jacopo al Serchio mi son o già espresso in precedenza. Ribadisco, pur possedendo un ottimo esemplare del fiorino attribuito a questa zecca, di non essere per niente sicuro che sia effettivamente il tipo riportato dalle cronache. Anzi, ne dubito...

Ho scansionato l'articolo del Grierson citato da Mario ed altri. Vorrei postarlo, ma sono file di immagine pesantissimi. Per chi fosse in grado di ridurlo e postarlo, posso inoltrare i file. Ovviamente, chi lo volesse consultare altrimenti può contattarmi con un MP e provvederò ad inviarglielo via email. :)

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Dizzeta ha centrato in pieno la citazione, riportata anche dal Grierson, quindi bravo perchè effettivamente inerente all'argomento

Wow! Allora è festa!!!

E allora ...raddoppio…

Secondo il Belgrano il sigillo con l’aquila e la volpe sarebbe stato impiegato dal 1241 perché ne conosciamo due esemplari su bolle del 1241 e del 1259. E sarebbe il sigillo allegato a questo post mentre quello che ho allegato al mio precedente sarebbe una variante in cui il grifo aggredisce non l’aquila ma la volpe la quale afferra con le fauci non l’aquila ma il collo di un gallo (e su suppone un’allusione alla giustizia che frena la prepotenza della volpe e le impedisce di opprimere il gallo) .

Una copia notarile del patto stipulato tra Genova e San Remo nel 1199 ci dice che l’originale recava due sigilli uno con Grifo aquila e volpe e l’altro il sigillo con gli archi, quindi presumo io, che quella era la variante.

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Rispondo velocemente da un dispositivo mobile: ma allora della mia spiegazione e revisione della datazione di questi sigilli genovesi non vi è rimasto nulla ... o semplicemente non vi ho convinto :(? Spero comunque di pubblicare presto così forse valuterete meglio . Saluti MB

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Rispondo velocemente da un dispositivo mobile: ma allora della mia spiegazione e revisione della datazione di questi sigilli genovesi non vi è rimasto nulla ... o semplicemente non vi ho convinto :(? Spero comunque di pubblicare presto così forse valuterete meglio . Saluti MB

Ecco, lo sapevo ...finita la festa ....ho sbagliato qualcosa di grosso .... avrei dovuto prendere appunti!

P.S. Per gli altri lettori che non avessero capito:

nel lontano 6 maggio 2012 ebbi la fortuna e la gioia di assistere ad una conferenza dove ci fu una magnifica spiegazione di questi sigilli ...ma essendo rimasto profondamente colpito dall'"imago civitas", altro argomento trattato e mio vero interesse, che "rimescolarono" un po' tutte le mie precedenti conoscenze ...i sigilli mi "scivolarono" addosso come simpatico aneddoto ed oggi ...ricordo vagamente ... davvero avrei dovuto prendere appunti ...mea cupla! ...Sorry

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Modificato da dizzeta
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Stavo quasi per darti un punto Daniele, a questo punto però mi tiro indietro :blum: ,però proseguo e butto li' il prossimo punto che tratterà della risposta dei pisani che ovviamente non avevano digerito quanto successo e questo sarà....

FIRENZE ( RIFREDI ), 1363

Lasciamo parlare subito una cronaca senese che poi citerò :

"feciero loro sforzo quanto poterono e chavalchorono in sultereno dè Fiorentini, sempre ardendo e bruciando in fine alle porti di Fiorenza. E quando furo gionti è Pisani chò la giente presso a Florenza a mezo miglio, è Pisani s'achanporo, e ine stetteno tre dì. E mentre ch'è Pisani vi steteno a chanpo, vi fecero chorire tre pali presso alle porti di Fiorenza. E' l primo palio fu quello a chavallo : e'l sichondo fu quello a piedi e 'l terzo quello che chorseno le putane e meritrici. E chorsi che furo si baterono la moneta in sulle porti, choniata d'un Aquila cho 'l Leone ( simbolo i marcoro le porti chò la dei Guelfi ) sotto a' piedi e furo fiorini e grossi chò l'Aquila cho 'l Leone sotto i piedi. Poi fatto questo fecero enchontra alle porti di Fiorenza un paio di forche e si v'inpicharo suso tre asini per magio dispetto. E ancho inazi che si partisero, molti Pisani feciero la loro arte presso la porta di Fiorenza. E poi inazi che si partisero si marcoro le porti chò la 'npronta, che avevano batuta la moneta, ch'era un'aquila chor uno leone sotto è piedi. E poi quando ebeno fatti molti marchi nella detta porta si partirono è Pisani chò loro esrcito e tornoro a Pisa ".

Il luogo esatto dell'evento è identificato dal Villani a Rifredi, siamo nel 1363, a nord-ovest di Firenze e il Villani aggiunge scherzosamente e per maggior oltraggio che i tre somari ricevettero il nome di tre cittadini fiorentini.

Giuseppe Ruggero nel 1907 pubblica un tipo appartenente al Re d'Italia, ora a Roma al Museo Nazionale, sostiene che l'aquila ha sotto di sè un animale, che però non sembra in realtà essere un leone.

L'emissione di Rifredi dovrebbe essere la moneta pisana con l'aquila coronata con un leone sotto, nei dubbi di tale coniazione aggiungiamo però che il Grierson sostiene comunque : " sembra più probabile che tali monete siano state effettivamente battute, ma non siano state ancora ritrovate ".

Ci ritornero' anche dicendo quello che è scritto sul CNI, lasciandovi a questi dubbi passo alla Bibliografia.

BIBLIOGRAFIA :

Cronaca Senese, ed. A.Lisini e F. Iacometti, nella nuova edizione di Muratori, Rer. Ital. Script., XVI, VI, Bologna, 1931-33,158

Croniche, XI, 63, ed. Trieste, II, 392

G. Ruggero, Monete battute in campo dai Fiorentini e dai Pisani, in RIN XX, 1907,403-406

CNI XI, 345, n.1, tav. XXII,5

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Supporter

Ecco, lo sapevo ...finita la festa ....ho sbagliato qualcosa di grosso .... avrei dovuto prendere appunti!

P.S. Per gli altri lettori che non avessero capito:

nel lontano 6 maggio 2012 ebbi la fortuna e la gioia di assistere ad una conferenza dove ci fu una magnifica spiegazione di questi sigilli ...ma essendo rimasto profondamente colpito dall'"imago civitas", altro argomento trattato e mio vero interesse, che "rimescolarono" un po' tutte le mie precedenti conoscenze ...i sigilli mi "scivolarono" addosso come simpatico aneddoto ed oggi ...ricordo vagamente ... davvero avrei dovuto prendere appunti ...mea cupla! ...Sorry

Mi scuso per non aver contestualizzato bene e non aver specificato in dettaglio a cosa si riferiva il mio accenno, e ringrazio dz di averlo fatto per me. Ovviamente ciò che propongo può essere ben opinabile e si può non essere d'accordo. Mi piacerebbe soltanto che in questo caso mi si facesse presente e ci confrontassimo...e questo ovviamente vale in generale, sia per le conferenze, che per il forum o altra sede.

Torno a leggervi, scusandomi per la rapida incursione (ma in effetti - su questo ha colto bene il punto Dz - il tema che state affrontando ha dei confronti interessanti e che forse possono spiegare tante cose anche nella coeva , o meglio posteriore, produzione sigillare ;)).

Saluti MB

Modificato da monbalda
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Vediamo il CNI cosa dice di Rifredi : " Secondo Filippo Villani, i Pisani, essendo in campo nel 1363, fecero battere moneta a Rifredi, senza specificare di quale genere ; però il Tronci negli Annali Pisani afferma che batterono monete d'oro e d'argento al solito tipo pisano della Beata Vergine e dell'aquila, ma sotto a questa un leone aggranfiato invece del capitello, su cui poggiava l'aquila."

Posto l'immagine del CNI, anche qui l'immagine è quella che è, sul leone aggranfiato lascio a voi commentare.....

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Lascio il leone aggranfiato sotto l'aquila......e passo all'ultimo caso, e qui mi piacerebbe che entrasse poi a parlare un genovese, se è poi lui...., sarebbe anche giusto, per tanti motivi....

PORTO PISANO, 1287

Nel 1284 Pisa subisce da parte dei genovesi la disastrosa sconfitta navale della Meloria ; è a Porto Pisano che si compie una di queste azioni di guerra da parte di una piccola spedizione genovese.

Cinque galere salpano dal porto di Genova, al comando Niccolino di Petraccio che si unì' a Benedetto Zaccaria, uno dei capitani di maggior fama del tempo, queste attaccarono il porto il 6 luglio 1287.

La nave di Benedetto fu respinta, ma Niccolino ebbe miglior fortuna, ottenne la vittoria, tornò a Portovenere a sbarcare i feriti e poi tornò a Porto Pisano.

Qui si trattenne una settimana, in questa occasione si dice che i genovesi batterono moneta sulle navi o a terra per mettere i Pisani in cattiva luce.

L'episodio è annotato da un cronachista contemporaneo di Acri, che sembrerebbe ben informato dei fatti, mentre negli annali genovesi si parla dell'episodio, ma non delle monete coniate.

Non mi sembrano esserci grandi fonti bibliografiche a favore dell'episodio, però potrei anche sbagliarmi.....

BIBLIOGRAFIA :

Annali genovesi, a. 1287, ed. C. Imperiale di Sant'Angelo,V, Roma 1929, 77-8

R.S.LOPEZ, Genova marinara nel Duecento : Benedetto Zaccaria, Messina, 1933

Chissà se Dizzeta potrà raccontarci qualcosa su questo valoroso comandante genovese Benedetto Zaccaria....

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Chissà se Dizzeta potrà raccontarci qualcosa su questo valoroso comandante genovese Benedetto Zaccaria....

E come no ….mi lanci l’assist ed io accolgo stravolentieri….

Purtroppo non ho notizie della coniazione delle monete ... posso però scrivere due parole lo stesso:

Benedetto Zaccaria, mercante, ammiraglio e diplomatico (e …pirata) eguagliato da pochi, amico di Bonifacio VIII, cognato del Paleologo, congiunto del narratore/poeta Percivalle Doria, capace all’occorrenza di maneggiare oltre che la spada anche la penna -come nel famoso progetto d’invasione dell’inghilterra preparato per Filippo il Bello- e organizzatore occulto dei Vespri Siciliani promotore dell’insurrezione anti-angioina di Palermo (dicono alcuni che informò Michele Paleologo del tiro che D’Angiò stava per giocargli e gli suggerì di sollecitare un’alleanza con Re Pietro III d’Aragona che, avendo sposato una figlia di Manfredi (Costanza) poteva vantare diritti di successione per la casa Sveva, al trono di Sicilia). Può considerarsi il primo vero industriale (nel senso moderno della parola) che abbia avuto la Liguria, fu il re dell’allume e del mastice al suo tempo, aveva praticamente il monopolio ...mondiale.

Era molto sospettoso di tutti e per quel motivo metteva figli o parenti nei porti dove doveva transitare.

Non credo sia stato tanto ben visto a Genova, forse perché c’era il rischio di oscurare Oberto Doria come trionfatore della Meloria, per cui dopo quella battaglia seguì la diplomazia genovese dall'estero e i suoi traffici tra Chios, Focea, Francia e Inghilterra, tornò a Genova solo poco prima della morte.

Fino al secolo scorso era caduto nell'oblio, solo dal 1955, per merito di Vito Vitale, e poi di R.S. Lopez, è stato riscoperto e rientrato nella storia genovese.

Anche a Palazzo San Giorgio è in discussione se fra gli “Amici di Genova” sia lui raffigurato, come dicono i testi più moderni, i libri più antichi dicono che invece la figura sia di Biagio Assereto (notaio e comandante per caso che sconfisse e catturò nel 1435 il re d’Aragona nella battaglia di Ponza) per il fatto che nelle tavole preparatorie l’artista scrisse il suo nome

Mi fermo qui per non farla troppo lunga …e non subire ritorsioni dagli amici pisani e oltre, non si sa mai ...e per premiarvi della pazienza vi allego l’immagine presunta dello Zaccaria (Palazzo San Giorgio) e di Alberto Morosini (Podestà pisano catturato alla Meloria in catene che è sulla facciata di Palazzo Ducale)

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Lascio il leone aggranfiato sotto l'aquila......e passo all'ultimo caso, e qui mi piacerebbe che entrasse poi a parlare un genovese, se è poi lui...., sarebbe anche giusto, per tanti motivi....

Faccio un piccolo passo indietro per quanto riguarda la discussa figura del leone presente sotto l'aquila del presunto fiorino coniato a Rifredi.

Diversi studiosi ne hanno parlato e la rarità della moneta, abbinata ad una non sempre eccelsa conservazione della stessa, hanno nel tempo portato a diverse ipotesi interpretative.

Il Grierson se non erro non identifica nell'animale la figura del leone, mentre Traina conferma invece che si tratti proprio del re della foresta. Cito testualmente:

"Si vede benissimo al microscopio la testa del leone, la bocca, la criniera, la coda, perfino il pelo. Sì, è proprio il re della foresta, simbolo di Firenze guelfa, il cosiddetto Marzocco Fiorentino, insegna del comune di Firenze. Chiaro lo sfregio no? I fiorentini tre mesi prima avevvano messo sotto i piedi del Battista la volpe, simbolo di Pisa; ora i pisani ricambiavano l'offesa mettendo sotto gli artigli dell'aquila ghibellina il Leone guelfo di Firenze."

Leggendo Le zecche italiane fino all'Unità a cura della Travaini, leggiamo che anche Saccocci, in un suo studio, ha accettato che il fiorino in questione sia l'esemplare della coniazione per dispetto.

Per completezza riporto anche quanto scritto da A. M. Bianchimani:

" E' opportuno chiarire che, come in altri casi analoghi, non è da intendersi l'allestimento in Rifredi di un'officina stabile ma una coniazione occasionale con mezzi e maestranze della zecca pisana. Le tipologie monetali coniate sono le stesse che normalmente venivano coniate nella zecca pisana con un segno distintivo a dileggio del nemico.".

Bibliografia:

- P. Grierson, Coniazioni per dispetto nell'Italia medievale, in numismatica ed antichità classiche, III, 1979.

- M. Traina, A proposito di faide e monete castrensi di Firenze e Pisa nel medio evo, in Accademia di studi numismatici, vol. 1, fasc. 3, 1980.

- M. Traina, Una volpe rovesciata ma dal pelo prezioso, in Cronaca filatelica, 78, settembre 1983 (da dove è stata tratta la citazione)

- A. Saccocci, I materiali. II Le monete: denari normanni (XI secolo) e ripostiglio di quattrini toscani (II metà XIV secolo), in In Silice. Lo scavo della chiesa di San Ponziano in Lucca. a cura di G. Ciampoltrini, 2006.

- A. M. Bianchimani, Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI, 2003-2009.

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Buona Sera,

riporto la nota a piè di pagina presente sul Vol I del Bernocchi in relazione alle registrazioni per l’anno 1362. ( il riferimento indicato da magdi )

il motivo per il quale le annotazioni fanno riferimento a quest’anno, credo sia da ricercare nel modo di calcolare gli anni legato alle indizioni. Le annotazioni relative alle spese sono imputate al semestre ne quale sono sostenute.

Il Bernocchi non riporta altro, una nota è presente sul MIR Firenze (con riferimento ai grossi), ci dovrebbero essere maggiori notizie sul MIR Toscana che non è nella mia disponibilità.

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mi viene da pensare, per i tempi ristretti e l'organizzazione a supporto, che la cosa fosse orchestrata e premeditata.

cordialità

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.....

Vorrei aggiungere due righe su Riglione ed il grosso con la volpe tratte dall'articolo a firma di Tino Marra (che se non erro era lo pseudonimo del compianto MarioTraina) e pubblicato su Cronaca Filatelica n°78 (settembre 1983) "Una volpe rovesciata ma dal pelo prezioso", poi ripubblicato in "Dieci anni di Monete" del Traina.

.........

Riporto lo studio di Rodolfo Costantini a cui si fa riferimento nell’articolo citato da Fedafa pubblicato su Cronaca Filatelica (n. 78, settembre 1983).

Lo studio è tratto dal Bollettino Numismatico di Luigi Simonetti, anno II, n. 5, Novembre 1965, pubblicato a Firenze.

Un saluto a tutti,

Valerio

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Supporter

Dallo stesso numero del Bollettino Numismatico, sempre a firma di Rodolfo Costantini...

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Riporto lo studio di Rodolfo Costantini a cui si fa riferimento nellarticolo citato da Fedafa pubblicato su Cronaca Filatelica (n. 78, settembre 1983).

Lo studio è tratto dal Bollettino Numismatico di Luigi Simonetti, anno II, n. 5, Novembre 1965, pubblicato a Firenze.

Un saluto a tutti,

Valerio

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Io ho un altro articolo sul simbolo della catena pubblicato da Soldi Numismatica... Non so se sia lo stesso.

Come spunto bibliografico segnalo il testo di Giuseppe Ruggero trattante proprio le coniazioni per dispetto della Toscana.

Modificato da magdi
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Abbiamo spostato la discussione tra quelle importanti. Promette molto bene e se si svilupperà ulteriormente non escluderei un articolo online riepilogativo. Complimenti a tutti. Veramente bravi!!

Cari saluti

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Qualcuno sa quali di queste monete esistono in raccolte pubbliche, quali sono passate in asta e quali, eventualmente, sono in raccolte private in seguito a trattativa privata?

Magari riusciamo a determinarne meglio la raritá e ad ottenere dati ponderali e foto migliori.

Ciao, Magdi

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Qualcuno sa quali di queste monete esistono in raccolte pubbliche, quali sono passate in asta e quali, eventualmente, sono in raccolte private in seguito a trattativa privata?

Magari riusciamo a determinarne meglio la raritá e ad ottenere dati ponderali e foto migliori.

Ciao, Magdi

Non seguendo questa monetazione non ho immagini in archivio, ma dall'articolo di Traina posso segnalare questi passaggi d'asta:

Grosso Guelfo con volpe:

Asta Finarte 1980 (BB-MB chiuse a 1.200.000 lire)

Galleria il Ponte giugno 1983 (BB-MB stimata a 1.800.000) era la stessa moneta passata da Finarte

Asta Montenapoleone del 3-4 maggio 1989

Modificato da fedafa
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