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CONIAZIONI PER DISPETTO


Risposte migliori

L'argomento è affascinante e intrigante non ci sono dubbi, ma ci furono veramente nell'Italia medievale coniazioni per dispetto ?

La risposta è si, in alcuni casi ci furono e poi vedremo anche chi furono quelli che utilizzarono questa coniazione singolare, ma facciamo un passo alla volta,l'argomento è complesso e i casi non sono poi isolati e unici.

In Numismatic Circular D.R. Walker nel fascicolo di ottobre 1978 ne parla, o meglio racconta una storia interessante di una piccola spedizione condotta da veneziani che dopo aver fatto incursione sulla costa ligure nel 1299 sbarcarono nel porto di Genova.

Alzarono il vessillo di San Marco, coniarono ducati veneziani, poi si impadroniro di un mercantile e con questo tornarono; Walker si interroga sulla possibilità partendo da questo episodio se gli eserciti medievali portassero con sè l'attrezzatura necessaria per battere moneta volutamente, se questo fosse voluto.

Philip Grierson esamina queste coniazioni e non lo ritiene possibile, almeno di norma; ne parla in " Numismatica e Antichità classiche ", 1979, Quaderni Ticinesi .

Grierson non vede criteri di utilità specifica in tutto questo, piuttosto lo vede come una splendida occasione, tra eserciti nemici in guerra, per dimostrare da parte del vincitore soddisfazione per la vittoria e disprezzo per il nemico sconfitto e probabilmente il caso dei veneziani sopra citati rientra in questa casistica.

Ritengo che quello che dice Grierson sia plausibile e possibile, d'altronde diversi erano i modi per irridere nel medioevo gli avversari sconfitti : saccheggiare monumenti pubblici, opere d'arte, organizzare gare e giochi pubblici sotto gli occhi degli occupati, scritte ingiuriose sulle porte della città, esecuzioni di poveri animali,tra questi ovviamente rientrano anche le coniazioni per dispetto come quella dei veneziani a Genova.

Sono noti alcuni casi, che se vorrete, potremo vedere insieme prossimamente, in alcuni casi furono usati tipi monetari particolari, di certo la città era in grado di produrre monete sue proprie per dimostrare la potenza e la forza sul nemico vinto.

Nel caso dei genovesi e veneziani questi dovettero portare dei coni per sè, per le città toscane

sempre in lotta tra loro, tornare a prendere le attrezzature era un problema relativo, le distanze minime e quindi era più facile e possibile per loro.

E come vedremo il fenomeno delle coniazioni per dispetto fu una usanza utilizzata in particolare dalle città toscane.

Se vorrete, nei prossimi post potremo vedere e valutare insieme dei casi specifici, buona serata,

Mario

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ciao, non sapevo che i veneziani fossero sbarcati a Genova indisturbati. Mi sono perso qualcosa? Se tale circostanza si fosse verificata, avrebbe avuto alta risonanza, specie da parte veneziana. Giro la domanda agli esperti di Storia medievale, sia genovese che veneziana. Per le coniazioni, sono note quelle delle zecche itineranti toscane, che seguivano gli eserciti e in caso di vittoria battevano monete "commemorative". Vedi il "Castruccino".

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Il1299 fu l'anno della pace tra Venezia e Genova. Non so da dove Walker abbia preso la notizia. Certo che mi sembra strano che i coni, custoditi di solito con grandi precauzioni, potessero uscire dalla zecca.

Arka

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Supporter

Buona serata

mai letto nulla al riguardo .... E già questo mi pare strano; perché portare tutto l'occorrente per fare monete, quando se le potevano portare già fatte? Doppiamente strano..... Conii che uscivano dalla zecca? Impensabile....

Io credo che sia una panzana....e faccio come S. Tommaso.... :)

saluti

luciano

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Volevo parlarne più avanti ma devo anticipare il caso di Genova.

Le fonti sono quelle citate di Walker e Grierson.

Ma veniamo all'evento, tra Genova e Venezia a partire dal 1294 ci fu una guerra che sembra fu feroce, termino' come dice giustamente Arka con una pace negoziata nel 1299.

Il resoconto dell'accaduto è nella cronaca di Lorenzo de Monacis, autore del XV secolo che utilizza però fonti precedenti, ecco cosa riporta integralmente :

"Egli ( cioè il Doge Pietro Gradenigo ) armò quattro galere ( la maggior parte delle fonti parla di tre galere) come per una corsa, e mise al lavoro comando Domenico Schiavo e altre persone esperte di guerra navale, che dopo aver fatto incursioni avanti e indietro lungo tutta la costa genovese, con incendi e saccheggi, sbarcarono al molo di Genova, e lì, innalzato lo stendardo di San Marco, coniarono monete veneziane, e ducati veneziani. E, impadronitisi inoltre nel porto di Genova di una nave carica di merci che era arrivata da Cipro, se ne andarono cun magna infamia, damnis et dedecore Ianuensium, e facendo vela verso le Baleari catturarono e bruciarono molte navi genovesi."

LORENZO DE MONACIS, CHRONICON DE REBUS VNETIS, IX, ed. F.Cornelius, Venezia, 1758, pp.204-05

Il Grierson che riporta il tutto specifica che non ci sono menzioni di emissioni di tipi speciali, il che sarebbe poi in contrasto con la tradizione conservatrice veneziana, ma che il tutto deve intendersi come risposta a una precedente scorreria genovese a Venezia fatta l'anno prima a Malamocco, fu certamente una rappresaglia per ricambiare l'offesa ricevuta.

Il Grierson sostiene che i veneziani dovessero avere dei coni per ricambiare quanto fatto a loro volta dai genovesi a Malomocco.

Quindi sempre secondo Grierson una risposta di coniazioni per dispetto reciproche tra genovesi e veneziani.

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Recapitoliamo le fonti a cui eventualmente riferirci per i commenti :

PHILIP GRIERSON , 1979, Numismatica e antichità classiche, QUADERNI TICINESI

D.R. WALKER, 1978, The concept of the " moving Mint " ; a piece of medieval evidence, in Numismatic Circular

LORENZO DE MONACIS,1758, Chronicon de rebus Venetis, IX, ed. F.Cornelius, Venezia

Il De Monacis dice di fare riferimento ad altre diverse fonti precedenti, il Grierson sostiene di voler citare, tra i diversi, il De Monacis in quanto il miglior resoconto, quindi fa capire che ne esistono altri di resoconti, questo è tutto per trasparenza, poi ovviamente io m limito a citare e raccontare,

oltre non posso andare, quindi ogni commento è possibile e lecito, ma quanto scritto dai sopra citati è doveroso riportarlo.

Per i prossimi esempi si passerà in Toscana e vedremo come andrà a finire.....,speriamo bene :blum:!

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Supporter

Ciao Mario

Grazie; ti sono debitore di un "mi piace" (li ho terminati)....a questo punto, da buon S. Tommaso, mi informo ... :clapping:

saluti

luciano

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Grazie per l'episodio che hai citato, io ho controllato nei miei libri di riferimento (2 genovesi e 2 veneziani per "par condicio") ma nessuno lo riporta. Anche a me, però, sembra strano che i veneziani si portassero in giro conii "da viaggio" anche perché in quegli stessi anni ...non furono poche le navi depredate dai genovesi e sarebbe stato un bel rischio lasciare in mano ai nemici i conii originali veneziani.

Comunque, se l'episodio fosse vero, potrebbe essere anche un "dispetto" verso la moneta d'oro, ricordiamo che il ducato veneziano fu coniato solo nel 1284 quando da più di 30 anni la facevano da padroni i fiorini (di Genova e di Firenze ...e di molti altri, pare che li chiamassero tutti con lo stesso nome).

Leggevo proprio ieri che Cecco Angiolieri, allegramente, scriveva la famosa:

"Quando Ner Picciolin tornò di Francia / era sì caldo de molti fiorini...."

eravamo proprio in quegli anni (1280-1285) e mi immaginavo questo mercante che tornava dallo Champagne con tutti questi fiorini (delle varie zecche) dopo aver venduto le sue sete ...evidentemente non trovò nessun "ducato" ...ma era felice lo stesso ....

Circa invece le monete coniate per "dispetto", ho sempre pensato che questa: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEAGHI/1

sia stata una moneta coniata per far arrabbiare i genovesi, fu coniata intorno al 1320 dai Ghibellini che, cacciati da Genova, si ritirarono a Ponente probabilmente a Savona che era in quel tempo in mano a loro. A conferma lo dimostrano l'aquila, la scritta (con riferimenti al Ponente Imperiale) e la collocazione territoriale (distretto).

Modificato da dizzeta
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Awards

Il Villani attesta in una sua cronaca che, nell'assedio di S.Jacopo al serchio l'esercito fosse munito di uno zecchiere, dei conî e anche delle altre attrezzature (incisero sul momento l'immagine dell'alberello sul conio). Premesso che S.Jacopo non é una zecca d'assedio ma di dispetto (non furono gli assediati a battere moneta, ma gli assedianti per farsi beffa dell'avversario), il conio non serviva solo per le eventuali coniazioni di dispetto, ma poteva, soprattutto, rivelarsi utile per battere il numerario necessario ad assoldare l'esercito: si prendeva tutto l'argento e l'oro che si trovava e, in caso di difficoltá economiche, si battevano monete d'assedio.

Piú avanti non ritroviamo piú questa pratica, infatti, nei rari casi di assedio, si chiedono i conî alla zecca centrale che provvede ad inviarli (vedi Francesco Ferrucci a Volterra e gli altri assedi tardomedievali).

Modificato da magdi
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Awards

Supporter

Trascrivo quanto citato da Frederic C. Lane, Storia di Venezia - Einaudi, certamente non un numismatico, ma della cui attendibilità di storico e studioso - anche di Venezia - ritengo non ci siano dubbi. I commenti a seguire.

Venezia, dallo scontro al largo di Curzola con la flotta genovese ebbe la peggio, ma la battaglia non giovò a Genova, tant'è che Lamba Doria non se la sentì di incalzare i veneziani attaccando le Lagune; Venezia non fu sottoposta a blocco e l'anno seguente potè armare nuove flotte. Anzi Domenico Schiavo, un pirata veneziano che era stato al comando di alcune navi salvatesi dal disastro di Curzola, rianimò il morale dei suoi compatrioti con un'incursione di sorpresa contro la stessa Genova, e si vantò di aver battuto moneta con le insegne di San Marco sui frangiflutti del suo porto. L'anno seguente fra Venezia e Genova fu conclusa la pace a condizioni di relativa parità.

continua il Lane.....

Se lo Schiavo riuscì davvero a coniare ducati sul frangiflutti del porto di Genova, ciò avvenne perché egli poté usare come base la vicina Monaco. Qui il potere era stato assunto nel 1297 da Francesco Grimaldi, capo dei guelfi genovesi, dopo che le famiglie Doria e Spinola che erano alla testa della fazione ghibellina ebbero spinto i nobili guelfi alla ribellione aperta, confiscando e vendendo i loro beni.

Dopo la disfatta di Curzola, Venezia si alleò con i guelfi genovesi di Monaco.......

Innanzitutto devo fare ammenda; questo passo me lo ero proprio scordato. :pardon:

Detto ciò, però, non posso che rimarcare che anche il Lane, di questo evento, non ne dà notizia come se fosse cosa certa, anzi; scrive di uno Schiavo che si vantò.....di un pirata veneziano, non di un comandante incaricato dal Senato.....aggiunge che se lo Schiavo riuscì davvero.....insomma storie riportate? Ingigantite per far colpo? Storie inventate di sana pianta? Il Governo di Venezia che affida oro e conii ad un pirata,seppur veneziano?

La storia di Venezia ne è piena. I miti di Venezia hanno vitalità tenace; certi miti sono stati perfino creatori di realtà, e hanno modellato la storia veneziana. :pleasantry:

Che dire a questo punto? Come giustamente osserva Mario, prendiamo atto dell'avvenimento e mettiamolo nel cassettino della memoria, pur con tutte le mie perplessità al riguado.....

Continuo a pensare che portarsi per mare, da Venezia a Genova, oro e conii per battere monete sugli scogli in spregio ai genovesi, è improbabile.

Non è come portarli da Lucca a Pisa; qui parliamo di 1.117 miglia nautiche, più di 2.000 chilometri di viaggio in nave, con tutti i rischi che ciò comportava; .....assalti dei pirati, dei turchi, maltempo, naufragi...e non stiamo parlando di una squadra di vascelli, ma di 3 o 4. :nea:

Rispetto ovviamente quanto riporta Grierson e Walker, ma la cosa, ribadisco, a me suona "farlocca".

Se posso considerarla in linea di principio possibile, la ritengo improbabile.

Abbiate pazienza

Saluti - Luciano

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Supporter

Però più che sostenere che ciò avvenne, sostiene che un pirata se ne vantò. Questo non è improbabile :D

Hai ragione, questo è possibilissimo, ma come ho detto sopra, Venezia sembra fatta apposta per rendere plausibili tutte le storie che si raccontano (e si sono raccontate) ed i relativi miti, sarà la magia del luogo, la laguna...ma che aspettarsi di diverso da una città così?

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Beh, diciamo che se l'obiettivo era quello di animare il dibattito, diciamo che ci sono riuscito :blum: .

Detto questo, però devo rimarcare che quanto detto sopra riportato dalle autorevoli fonti non era una panzana, ma viene riportato anche dal Lane in modo direi anche completo.

Quindi il fatto ci fu, come avvenne lascio ai vari commentatori la propria opinione, la mia veste è qui di narratore, di riportare fonti, lo stesso Grierson specifica che si fa carico di riportare sull'avvenimento le voci più auterevoli e chiare ; certo ci fu una guerra continuata tra due grandi potenze,ci furono intrighi, sembra anche ripicche, forse anche segreti di stato, e i segreti di stato oggi come nel passato non si rivelano facilmente, anzi è più facile che vengano narrati da un comandante veneziano "avventuriero " piuttosto che da uno integerrimo, ma lascerei ai vostri dubbi il caso e passerei a quanto detto giustamente da Magdi, che potrei a questo punto chiamare il caso due, di coniazioni per dispetto.

Anche Grierson ne parla ovviamente diffusamente, Magdi ha anticipato un pò la storia, vediamo di aggiungere qualche altro dato .

SAN JACOPO IN VAL DI SERCHIO, 1256

Il Villani a proposito narra : " i fiorentini vennero ad oste a Pisa infino a San Jacopo in Valdiserchio, e quivi tagliaro uno grande pino, e battero in sul ceppo del detto pino i fiorini d'oro; e per ricordanza, quegli che in quello luogo furono coniati, ebbono per contrassegna trà piedi di San Giovanni quasi come un trifoglio, a guisa d'uno piccolo albero : e dè nostri di ne vedremmo noi assai di quelli fiorini."

Il fatto risale al periodo in cui nel 1256 i Pisani, incitati dal re Manfredi, attaccarono Lucca invadendo la parte sud-occidentale del territorio lucchese. I Fiorentini, venuti in aiuto dei Lucchesi, sconfissero i Pisani sulle rive del Serchio.

Qui nasce un'altra questione, quella dei fiorini col trifoglio,dove furono battuti veramente ?

C'è il Villani, c'è il Castellani che li considera una emissione commemorativa battuta a Firenze, con una ridotta quantità di pezzi battuti forse a San Jacopo per dare inizio alle emissioni.

Grierson propende e vede il trifoglio come un segno normale dell'anno 1256 o per uno dei due semestri, che possa identificare una coniazione di San Jacopo è molto dubbia.

Nel contempo il Villani all'epoca era molto interessato agli avvenimenti monetari dell'epoca e quindi anche la sua testimonianza deve essere tenuta ben presente.

Nel contempo non si può dire con certezza che ci siano note monete battute sul campo di battaglia, il Grierson opta per attribuire quelle di San Jacopo alla zecca fiorentina.

Situazione anche questa contorta e dibattuta, come vedete, certamente su questo fiorino il segno è posto tra i piedi del Battista anzichè accanto e questo potrebbe forse indicare il segno possibile di una eventuale identificazione differente.

Ma in questo caso è sulle parole del Villani e sulla sua testimonianza che dobbiamo riferirci necessariamente e dalla quale poi partire per eventuali altre considerazioni sulle coniazioni di dispetto di San Jacopo al Serchio.

Anche in questo caso ovviamente ho riportato solo alcuni autorevoli pareri.....

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Vi posto qualche contributo sull'argomento:

Grierson, Ph., Coniazioni per “dispetto” nell'Italia medievale, in «Quaderni ticinesi di numismatica e antichità classiche», VIII. 1979, pp. 345-358.

Lenzi, L., Le monete coniate per dispetto nelle faide medievali: i casi di Pisa e Firenze, in «Pisa

Economica», n. 3. 1997, pp. 51-77.

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Buonasera a voi,

se può servire, vi allego un appunto che mi ero fatto diversi anni fa. L'ho recuperato e ve lo giro senza alcun cambiamento. Prendetelo quindi, come si suol dire, "con le pinze".

L'appunto bibliografico si riferisce a Grierson Ph. 1979, Coniazioni per dispetto nell'Italia medievale, «NAC», 8, pp. 345-358; ora anche in Grierson 2001, pp. 303-358.

Altri testi da leggere sullo stesso argomento sono i seguenti

- Lenzi L. 1997, Le monete coniate 'per dispetto' nelle faide medievali. I casi di Pisa e di Firenze, «Pisa Economica», 3, pp. 51-78

- Traina M. 1980, A proposito di faide e monete castrensi di Firenze e Pisa nel medioevo, «MemAISFilNum», 1, fasc. 3, pp. 63-81.

Molte informazioni anche nella Guida delle zecche, alle rispettive voci.

MONETE PER DISPETTO (file aggiornato in data 26 settembre 2009)

Coniazioni note:

- San Jacopo al Serchio (1256)

- Riglione (Spedaluzzo) (1363)

- Rifredi (1363). Secondo Grierson l’unico esemplare del fiorino pisano con il leone posto sotto le zampe dell’aquila, non sarebbe la moneta battuta a Rifredi, la quale pertanto rimarrebbe ancora sconosciuta. Secondo il Lenzi invece l’esemplare in questione sarebbe da attribuire a Rifredi.

Emissioni sconosciute:

- Prato di Lucca (settembre 1264): i PISANI coniarono moneta nei presi di Lucca. Ne parla anche Grierson (‘Monete per dispetto’).

- Asciano (castello di) (1269): i LUCCHESI coniarono moneta nei pressi di Pisa. Ne parla anche Grierson (‘Monete per dispetto’).

- Porto Pisano (luglio 1287): Secondo Grierson (‘Monete per dispetto’) i GENOVESI vi avrebbero battuto moneta. Lenzi dimostra che la notizia, ripresa da Grierson da una cronaca medievale, è invece priva di fondamento. Forse si trattò di un fraintendimento del cronista.

- Genova (porto di) (1296 oppure 1299): Una cronaca medievale narra che i veneziani, durante un’incursione a Genova, batterono moneta. La notizia è riportata anche da Grierson (‘Monete per dispetto’).

- Arezzo (Duomo di) (1335 oppure 1343): Una cronaca medievale afferma che nel 1335 (ma Grierson pone il fatto nel 1343) i perugini coniarono moneta nella Cattedrale.

Altre coniazioni per dispetto?

- Signa (1326)

- Vittoria (1347/48)

Modificato da teofrasto
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Ottimo , sintetico, ma esauriente e completo Teofrasto, potrei quasi chiudere qui, ma invece vorrei tirare almeno fino a Carnevale :blum: e allora vediamone qualcuna ancora di queste coniazioni per dispetto con qualche ulteriore particolare e citazione .

Ritorno su San Jacopo in Val di Serchio, 1256 con possibili fonti bibliografiche ulteriori al già citato Grierson :

1) Croniche di Giovanni, Matteo e Filippo Villani, VI.62, ed. Trieste 1857-58, vol.I, p. 97

2) Ruggero G., Monete battute in campo dai Fiorentini e dai Pisani, in RIN XX ( 1907 ), 402-3

3) Bernocchi M., Le monete della Repubblica Fiorentina, II, Firenze, 1975, 571, n.4102-6

4) Castellani G., Il ripostiglio di Pisa,in Bollettino d'Arte XXX ( 1936-7), 476-84

LUCCA, 1264

Nel 1264 i Pisani, alleati con i Senesi ed i Pistoiesi, fecero una scorreria in Lucca e dintorni e coniarono aquilini pisani del nuovo tipo, con l'aquila coronata,esattamente a Prato di Lucca, a nord-ovest della città, tra la città e il fiume Serchio.

Questa coniazione è registrata negli annali del cronista Tolomeo ( Bartolomeo ) di Lucca ( " in Prato cuderent monetam, que aquilinus vocatur " ), ma anche con ulteriori particolari in una cronaca pisana coeva.

La coniazione avvenne il 29 settembre del 1264 durante una corsa di cavalli, un palio, e i Pisani batterono la nuova moneta da due soldi con l'effigie dell'Aquila vittoriosa ( simbolo di Pisa ) coronata, e l'attività proseguì nel tempo.

Il cronochista così riporta il tutto : " dopo aver saccheggiato il contado lucchese arrivammo a Prato, proprio fino alle porte e alle mura della città, e lì, a perenne memoria, in pubblico riconoscimento delle nostre imprese e ad eterno disonore dei nostri nemici....facemmo battere le nostre nuove monete da due soldi con l'emblema della nostra aquila vittoriosa coronata ; e inoltre facemmo cavalieri molti soldati, e lanciammo dentro la città molti quadrelli dalle balestre e molte verghe sardesche ( una specie di giavellotto), che uccisero molti di coloro che presidiavano le mura o stavano nella città, e ci mettemmo a giocare a massascudo ( cioè finte battaglie tra combattenti armati di clave e scudi ) e danzammo danze gioiose."

Sul fatto dell'aquila senza corona e poi con corona il Chronicon Pisanum non dice in modo esplicito però che il cambiamento sia avvenuto per la vittoria pisana.

I grossi da due soldi con aquila coronata furono battuti anche successivamente per anni, quindi non è vi è modo di distinguere quelli battuti davanti alle mura di Lucca nel 1264.

BIBLIOGRAFIA :

Annales, a. 1264, ed. B. Schmeidler in Mon. Germ. Hist., Scriptores, N.S., N.S., VIII, Berlin 1930, 151

Chronicon pisanum, a. 1264, ed. M. Lupo Gentile nella nuova edizione di L.A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, VI, II, Bologna, 1930-36, 112-113

Così diciamo in qualche modo sono riuscito a ritornare a parlare di Lucca :blum:

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Collaborazione e divulgazione. Un bravo a tutti :).

Voglio solo ricordare che per preparare i punzoni era sufficiente un buon fabbro e che un' incisore in poche ore riusciva ad elaborare ambedue le facce dei conii di un grosso (Lane, Muller 1962).

Cari saluti

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Supporter

Collaborazione e divulgazione. Un bravo a tutti :).

Voglio solo ricordare che per preparare i punzoni era sufficiente un buon fabbro e che un' incisore in poche ore riusciva ad elaborare ambedue le facce dei conii di un grosso (Lane, Muller 1962).

Cari saluti

Buona serata

certamente si Adolfo, soprattutto se i tondelli erano già conformati e - considerata la destinazione d'uso - non si stava a calibrare più di tanto il peso.....quindi potevano essere anche raffazzonate queste monete; era il gesto che contava. :pleasantry:

Ma qui sta il mio cruccio da uomo del 2000 e con la logica contemporanea. Ma te le vedi quattro galee fare quasi 2000 chilometri, da Venezia a Genova, per mare, con spese tutt'altro che marginali (cambusa, materiale, paga ai marinai); rischi di cui ho già detto sopra; per cosa? Una manciata o due di monete coniate su degli scogli genovesi?

Quattro galee vanno nella "tana del lupo" (l'acerrima nemica con la quale Venezia è in guerra), con Genova che non se l'aspetta?

Ma soltanto l'anno prima Genova è "entrata" con la sua flotta nell'Adriatico fino a Curzola e vuoi che non si aspetti che Venezia farà di tutto per rendergli la pariglia entrando minacciosamente nelle sua acque....ha mai dato Venezia motivo di credere che fosse così remissiva da subire e dimenticare?

Ma te lo vedi il porto di Genova sguarnito di navi....deserto....nemmeno una vedetta che possa scorgere navigli che si avvicinano alla fantasmagorica velocità di 6/10 nodi (da 10 a 18 Km. all'ora circa)....nessuna nave all'imboccatura del porto per protezione.....rammentiamoci che Genova era in guerra ed un naviglio di vedetta all'imboccatura del porto era una necessità (il minimo sindacale direi) :nea:

Poco credibile, per me........ se poi vogliamo considerare lo Schiavo come pirata (veneziano e quindi "partigiano"), con qualche accolito su altri vascelli, già nel tirreno per qualche scorreria, approfittare per incrociare le acque liguri ed atterrare in qualche paesino sguarnito della costa per lanciare monete veneziane....ed "involarsi" subito dopo, prima che arrivino i "loro"....a questo ci credo più facilmente. :blum:

Poi i racconti da marinaio, hanno fatto il resto.........

Cari Saluti

luciano

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Che ti devo dire, Luciano. In effetti ci vuole molta fantasia. Prendiamola come curiosità e bene ha fatto Mario ad indicare la fonte bibliografica. E' da molto che mi raccomando di mettere sempre i riferimenti riguardo ciò che si dice, quando è possibile, specialmente quando alcune affermazione possono sembrare azzardate. Comunque mi piace lo svolgimento della discussione. Complimenti a tutti ;)

Cari saluti

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E di questa moneta cosa ne dite?

Se ne conoscono solo due esemplari una in oro e una in argento con il dritto delle 96 lire oro (della serie Madonna) e il rovescio delle 4 lire d'argento (della serie San Giovanni Battista), Giovanni Pesce, che aveva quella in argento, racconta la leggenda che un genovese doveva restituire da tempo 4 lire d'argento ad un maniscalco veneziano e volle coniare questo pezzo in oro per ostentazione e risarcimento ....forse lo stesso esemplare in argento se lo tenne lui ...per ricordo ...o per "ricevuta"

Forse non è propriamente una coniazione per "dispetto" semmai per "sfrontatezza" ...chissà quante volte avrà sollecitato il veneziano di pagare il vecchio debito ...ma poi, al ricevimento, sarà stato molto soddisfatto ...credo.

Mi piace anche pensare che questa stranissima moneta dimostra che non ci sono state solo guerre tra genovesi e veneziani... per cui faccio il tifo che l'aneddoto sia vero!

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PISA, 1269

" Il suddetto Giovanni ( cioè Giambertaldo, vicario di Carlo d'Angiò in Toscana ) arrivò a Lucca, e con i suddetti soldati lucchesi e fiorentini penetrò nel territorio pisano, dove i Lucchesi conquistaronoAsciano ( una fortezza a nord di Pisa ) e devastarono il contado fino alle mura della città, presso le quali batterono moneta )".

In questo caso non risultano indicazioni di coniazioni particolari, anche se si pensa che la moneta fosse quella lucchese del tempo.

Nel Villani abbiamo invece : " I Lucchesi, per ricordanza e vergogna dè Pisani, presso alla città di Pisa feciono battere loro moneta e tornarono sani e salvi."

BIBLIOGRAFIA :

Tolomeo di Lucca, Annalese, a. 1269, p.165

Villani, Chron., VII, 33, ed Trieste, I, 126

AREZZO, 1343

Quando i perugini presero Arezzo nel 1343, organizzarono un palio di prostitute seminude davanti alle porte della città, poi seguì una messa nella Cattedrale, e la stessa fu poi oltraggiata da uno stendardo perugino sul campanile.

Nella stessa Cattedrale avvenne la coniazione di monete perugine e successivamente altri oltraggi di vario genere.

" ce fecere battere nel dicto domo al conio de la moneta del comuno de Peroscia "

La cronaca del Graziani sopra riportata è una compilazione del tardo XV secolo, ma si basa su fonti locali perugine ritenute attendibili e molto precise.

BIBLIOGRAFIA :

Cronaca del Graziani, a.1343, in Archivio Storico Italiano, XVI, I, Firenze, 1850, 113

Non conosco le città ma tra Arezzo e Perugia c'è forse della ruggine ? Mi viene questa riflessione, non so perche ! :help:

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Supporter

Buona serata

è curioso che tutte queste vicende e la bibliografia riportata, riguardino avvenimenti in Toscana. Salvo l'evento Genova - Venezia che io ho messo in dubbio, tutti gli altri racconti riguardano Firenze, Pisa, Lucca, Arezzo....

Possibile che ci fosse in questa area una sorta di modus operandi?

Saluti

luciano

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