Vai al contenuto
IGNORED

Aureo "del giuramento" da XXX


L. Licinio Lucullo

Risposte migliori

Assai controversa è la questione sull'autenticità di questa moneta. Sono conosciuti solo 4 esemplari: uno al British Museum, uno alla Biblioteca Apostolica del Vaticano (esemplare raffigurato), uno al Museo Nazionale Romano e uno in mano private (asta NAC 5). La moneta è stata giudicata falsa dal D'Ailly, dal Babelon, dal Grueber, dalla Cesano, dal Crawford. Per l'autenticità si sono espressi il Garrucci, il Mommsen, l'Haeberlin, il Bahrfledt, la Bregia, il Thomsen, il Mattingly. Una recente indagine di carattere chimico-fisico (Botrè - Fabrizi "La monetazione aurea nella Roma Repubblicana - RIN 1994-1995) ha evidenziato che la composizione della lega aurea di una moneta da 30 assi è diversa da quella usata per coniare l'oro del giuramento, ma quasi coincidente con quella usata per coniare le monete della serie marziale.

Quindi se l'aureo fosse autentico fu coniato probabilmente subito dopo agli altri due aurei del giuramento e prima dell'oro marziale utilizzando un piede ponderale "anomalo". Ma proprio per il peso differente e per la presenza del segno di valore, assente negli altri due nominali, (nonchè per ragioni di carattere stilistico) solo le motivazioni che hanno fatto considerare questo aureo non autentico. Si ipotizza che la moneta sia un falso eseguito intorno alla metà del 1800 rifondendo monete d'oro di cattiva conservazione della serie marziale, molto piú comune. Inoltre, tutti i quattro aurei conosciuti sono apparsi contemporaneamente sul mercato antiquario

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Riprendo quanto scritto da Alteri nel suo volumetto "Di alcune emissioni straordinarie coniate durante la repubblica romana, Vaticano 2005 (con foto a colori dell'aureo presente nel medagliere del Vaticano):

Alcuni studiosi, tra i quali Mommsen e Haeberlin, ne difesero l'autenticità e, basandosi sul suo peso, la ritennero del valore di 4 scrupoli ed interpretarono il segno XXX come "30 assi". Di conseguenza, agli altri due pezzi della serie, di peso medio di 6,86 grammi (= 6 scrupoli) e 3,41 grammi (= 3 scrupoli), attribuirono il valore rispettivamente di 45 asse e 22 1/2 assi.

Ma altri studiosi, tra i quali Babelon, Grueber e, in tempi più recenti, Crawford, non ne hanno mai ammesso l'autenticità, basandosi anche su ragioni di carattere tecnico e stilistico. Prima di tutto, per costoro, i tre pezzi non sembrano in diretto rapporto tra loro: tre monete da 6, 4 e 3 scrupoli non sono concepibili in una serie omogenea, come sono tutte le serie romane; dunque, il pezzo da 4 scrupoli deve considerarsi estraneo alla suddetta serie, che risulta, invece, omogeneamente composta dai soli due pezzi da 6 e da 3 scrupoli.

In secondo luogo, è molto strano che in una serie di monete, una sola rechi il segno di valore: proprio per questo, essa deve essere estranea alla serie. Infatti, le tre monete d'oro della serie marziale, recano tutte e tre il rispettivo segno di valore e costituiscono effettivamente una serie omogenea di 60, 40 e 20 assi.

Se l'analisi metallografica di Botré et al ha evidenziato la comune origine di questo aureo con la serie marziale, è da rilevare che non esistono correlazioni metrologiche tra questo aureo e gli altri tre nominali della serie marziale. Resta solo in piedi l'ipotesi di un esperimento monetario di poco precedente alla serie marziale e su diverso piede ponderale. Su basi metrologiche un aureo di 4 scrupoli diventa equivalente a 30 assi solo ipotizzando un asse bronzeo di 128 scrupoli, ossia pari a circa 145,3 grammi (ipotizzando lo stabile rapporto di AV:BR nel periodo romano pari a 1:960), Questo asse di 145 grammi però non risulta attestato a Roma.....

Inoltre i 4 pezzi noti comparvero grosso modo tutti insieme a metà XIX secolo, per non apparire più nessun nuovo esemplare.

Di conseguenza appare molto legittimo supporre, con Crawford, che si tratta di una emissione falsa e di fantasia.... Sarebbe utile rintracciare i primi resoconti dell'epoca, per ricostruire la storia della comparsa di questi esemplari.

Quello che mi colpisce è che un falsario abbia rifuso vecchi aurei marziali per creare questa moneta, una tecnica che non mi pare fosse praticata nel XIX secolo. La maggiore attenzione dei falsari alla composizione metallografica è infatti molto più tarda, credo dopo la metà del XX secolo....

  • Mi piace 4
Link al commento
Condividi su altri siti


×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.