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Nel 117, una commissione di nobiles di rango senatorio inviata in Numidia per decidere delle contese fra i due cugini, Giugurta e Aderbale, anche a causa della corruzione praticata da Gugurta impose un compromesso favorevole a quest'ultimo che, pochi anni dopo, non esitò a invadere il territorio assegnato ad Aderbale. Posta sotto assedio e conquistata Cirta, nel 112 Giugurta fece torturare e uccidere sia Aderbale che numerosi commercianti italici di ceto equestre. La strage fu non solo il pretesto per la guerra giugurtina, ma anche motivo di grande scandalo; approfittando di queste tensioni i popolari decisero di colpire la nobilitas con l'arma giudiziaria. Rifacendosi a leggi dei Gracchi cadute in disuso, nel 110 il tribuno del popolo C. Mamilius fece votare (in conformità alla Lex Sempronia de capite civis, che subordinava l'istituzione di quaestiones extraordinariae all'autorizzazione popolare) una Lex Mamilia che sottoponeva a giudizio i nobiles corrotti da Giugurta e prevedeva (in conformità alla Lex Sempronia iudiciaria) una giuria composta di soli equites. Avendo così dato dei confini allo strapotere senatorio, Mamilio assunse il cognomen Limetanus, poi assunto da suo figlio, autore di questo denario. La gens Mamilia, di Tusculum o Praeneste, pretendeva di discendere di Ulisse (attraverso Telegono e Mamilia). Mercurio compare in quanto zio dell'eroe.

Campana osserva come il monetario facesse parte di un collegio monetario che comprendeva anche P. Crepusius e C. Censorinus (Cr. 361/1 e 363/1) che però coniarono denari con bordo normale e non dentellato; ne deduce che la serratura sia connessa con l’emissione a Praeneste (così come per il denario Cr. 378/1) fungendo da ulteriore controllo per monete prodotte da personale non romano e ne alza la datazione all’83, in vista del grande arruolamento (circa 100.000 soldati) per l'esercito mariano

Modificato da L. Licinio Lucullo

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