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IGNORED

Denario di M. Mettius con Cesare


L. Licinio Lucullo

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Le monete del 44 furono coniate inizialmente da Mettius, Buca, Macer; successivamente Maridianus sostituì Mettius.

Mentre la moneta di Mettius rappresenta il volto di Cesare disteso e meno rugoso le successive monete mettono in evidenza una deterioramento e un invecchiamento dal punto di vista stilistico: Cesare viene ad essere rappresentato dimagrito, con collo allungato e ricco di rughe. Peggiora anche la qualità delle monete, per la fretta di produrle per pagare le milizie in partenza per la guerra con i Parti. Sergio Macchi, medico ticinese, in Le condizioni di salute di Cesare nel 44 ("Numismatica sottovoce", edito da NAC) rileva come le monete mostrano tratti patologici (un importante dimagramento e cachessia). Oltre alla nota epilessia, pare che negli ultimi tempi soffrisse di diarrea e vertigini. Forse Cesare, affetto da un'alterazione del sistema nervoso centrale (una metastasi?), era destinato a morte naturale a breve scadenza; potrebbe essere stato ugualmente assassinato per non lasciargli il tempo di organizzare la successione. E' interessante osservare che Augusto evitò accuratamente di mostrarne i reali lineamenti sulle sue monete (salvo alcuni casi al tempo delle guerre civili) e, sembra, fece censurare i documenti che accennavano alla malattia dello zio.

Su questo denario (ove Cesare è ancora nominato DICT. QVART.) e su tutti quelli della serie 480 raffiguranti Cesare (nominato DICT. PERPETVO) a capo scoperto, il dittatore porta una vistosa corona, differente da quella che normalmente si vede nelle monete. Crawford osserva che essa è analoga alla corona aurea trionfale che fu votata a Pompeo ed è raffigurata su un denario di Fausto Silla (RRC 426/4). Belloni concorda, ma osserva che questo non esclude che sia la corona offerta a Cesare durante i Lupercalia del 44, non sapendo noi se essa avesse, per l’appunto, l’aspetto di una corona trionfale

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Proprio nei denari di Mettius, ed anzi in sei specifici esemplari (raffigurati sotto), l'Alfoldi - all'esito di una ricostruzione cronologica delle emissioni, basata sugli incroci di conio, e dell'iconografia, ottenuta attraverso un confronto con le fonti storiche che desvcrivono Cesare - individua quelle che dovevano essere le reali fattezze del dittatore, poi venute a mutare, dapprima per la minora attenzione degli incisori, e nel prosieguo di tempo per la propaganda del Cesariani che volevano affermare una certa immagine del loro riferimento politico (Andreas Alfoldi, "Il vero volto di Cesare", 2001).

Stralcio del testo.pdf

Ecco i denari:

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Modificato da L. Licinio Lucullo
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