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Gabriele D'Annunzio e l'impresa di Fiume


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Inviato

A conclusione del primo conflitto mondiale, il Patto di Londra concesse all'Italia le Terre di Trento e Trieste ma non quelle della Dalmazia e Fiume come invece desideravano gli italiani visto che la maggior parte della popolazione era composta appunto da connazionali: 24.212 su un totale di 49.806. Infatti già dall'ottobre del 1918 si era costituito a Fiume un consiglio nazionale che votava per l'annessione.

Nel frattempo a Fiume l'aria diventava sempre più incaldescente e le manifestazioni a favore dell'italianità della città diventavano sempre più frequenti come, di conseguenza, gli scontri fra italiani, ingesi, francesi e americani che dopo il conflitto avevano occupato la città. Per questo motivo si decise a Parigi di far allontanare dalla città il reparto dei Granatieri di Sardegna, che si dimostrarono i più irrequieti. Così il 25 agosto 1919 lasciarono Fiume stabilendosi a Ronchi.

Da Ronchi fu inviato un dispaccio verso Gabriele D'Annunzio che lo invitava a porsi a capo di una spedizione verso Fiume che avrebbe sancito l'annessione all'Italia.

Così l'11 settembre 1919 D'Annunzio arrivò a Ronchi, dove nel frattempo erano arrivati altri volontari, e all'indomani, il 12 settembre, si misero in marcia verso la città unendosi, via, via, ad altri volontari e bersaglieri. Così facendo riuscirono ad oltrepassare il confine ed entrarono a Fiume dove vennero accolti dalla popolazione italiana con molto fervore così che, nel pomeriggio, D'Annunzio, proclamò l'annessione all'Italia della città di Fiume.

Il Governo italiano con a capo Francesco Saverio Nitti, era contrario all'impresa che D'Annunzio stava portando a termine e nominò Commissario della Venezia-Giulia il generale Pietro Badoglio, con il compito di risolvere la situazione.

Dopo alterne vicende e le dimissioni di Badoglio, che però furono respinte, il 26 ottobre si provvide a delle elezioni popolari fra i fautori all'annessione giudati da Riccardo Gigante e gli autonomisti guidati da Riccardo Zanella; con il 77 % di voti favorevoli vinse la lista di Gigante che il 26 novembre venne proclamato ufficialmente sindaco della città.

Il nuovo governo italiano (Governo Nitti II) consegnò a D'Annunzio il 23 novembre, un testo con cui il governo italiano si impegnava ad impedire l'annessione di Fiume alla Jugoslavia ed a ottenere l'annessione all'Italia o quantomeno lo status di "Città libera", ma D'annunzio ne era contrario volendo l'annessione immediata.

Il 15 dicembre il Consiglio nazionale di Fiume accettò le proposte del governo italiano ma i legionari non erano daccordo ed indissero un plebiscito per decidere sul dafarsi, ma nonostante l'andamento positivo verso le proposte del Governo, i legionari bloccarono lo scrutinio e subito dopo D'Annunzio invalidò il tutto.

A questo punto Badoglio dette definitivamente le dimissioni e l'incarico passò al generale Enrico Caviglia. Giovanni Giuriati, capo del gabinetto a Fiume, si dimise a sua volta e nel Gennaio 1920 gli subentrò Alceste De Ambris.

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Inviato

In questo periodo di attesa e di sconvolgimenti le banconote circolanti in Jugoslavia di vecchio e nuovo tipo vengono timbrate a inchiostro con le parole: CITTA DI FIUME entro un cerchio e con due ornati diversi sopra e sotto le parole.

Più tardi a queste banconote viene aggiunta un ulteriore sovrastampa che entro un ornato porta in un cerchio la scritta: ISTITUTO DI CREDITO - CONSIGLIO NAZIONALE e su due nastri: CITTA DI FIUME.

Questi biglietti sono estremamente rari e se ne conoscono solo pochi esemplari.

Il Regio Decreto del 24 febbraio 1924, n° 235, si riferisce alla conversione monetaria delle Corone "Città di Fiume" con valuta italiana, stabilendo che dal 2 marzo 1924 è dato corso legale alle valute italiane nel territorio dell'Ex Corpus Separatum (sic) di Fiume e che le Corone "Città di Fiume" sono convertite in lire in ragione di L. 0,40 per ogni Corona, comprensiva dell'acconto di L. 0,12 già corrisposto dal Governo Italiano. Il pagamento ha inizio il 3 marzo 1924 nella locale filiale della Banca D'Italia. L'articolo 5 del predetto Regio Decreto pone in prescrizione i biglietti non presentati entro il 30 aprile 1924.

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Inviato

In seguito, vista la facile falsificazione di tali biglietti, fu sostituita la scritta "Città di Fiume", con lo stemma sabaudo, più difficile da riprodurre.

Allego un altra banconota della mia collezione con tanto di autografo e data: 18 novembre 1919 da 1 corona.

Spero che prossimamente Petronius ed altri contribuiscano all'ampliamento e/o modifica di quanto da me esposto fin ora allegando altri esemplari e arricchendo la discussione.

Non essendoci nulla su Fiume ho voluto iniziare io questa discussione che sicuramente e lo spero, continuerà proficuamente.

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Inviato

E il pezzo da 20 corone:

tutte facenti parte della mia collezione.

Pultroppo non posseggo nessun pezzo di quelle col timbro sabaudo, molto più rare.

Scusate della qualità delle foto ma è il meglio che sono riuscito a fare. oo)

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Inviato

D'Annunzio non voleva saperne di accettare le proposte del Governo Italiano e insieme ai suoi "legionari" rimaneva sulle sue.

Il 15 maggio 1920 Giovanni Giolitti diventò nuovo Capo del Governo e la Città di Fiume trovandosi già da diversi mesi in una situazione di stallo e dopo la rinuncia ufficiale dell'Ungheria a ogni diritto su di essa, spinsero D'Annunzio a proclamare il 12 agosto la Reggenza Italiana del Carnaro. In questo modo D'Annunzio vista l'impossibilità di far diventare Fiume Città Italiana a tutti gli effetti decise di costituire uno stato indipendente in base alla Carta del Carnaro redatta da Alceste de Ambris l'8 settembre.

Il 12 novembre l'Italia e la Jugoslavia firmarono il Trattato di Rapallo con cui i due stati si inpegnavano a rispettare l'indipendenza dello Stato Libero di Fiume; tutti, Mussolini, De Ambris e tutti i partiti italiani accettarono il Trattato ma D'Annunzio lo rifiutò.

Ma quando il Regno d'Italia accettò ufficialmente il trattato, il generale Caviglia dette l'ultimatum al "Vate", e dopo l'ennesimo rifiuto, la Città fu completamente circondata e il giorno della Vigilia di Natale fu sferrato l'attacco (soprannominato poi dallo stesso D'Annunzio come il "Natale di sangue"). Il 26 dicembre, vista la resistenza dei legionari si incominciò il bombardamento da parte della nave Andrea Doria fino a tutto il 27; il 28 D'Annunzio si decise ad accettare i termini del Trattato e il 31 consegnò le sue dimissioni. Conseguentemente, da quel momento, nasce lo "Stato Libero di Fiume".

Il 18 gennaio 1921, D'Annunzio, il "Vate", lascia definitivamente Fiume.


  • 4 settimane dopo...
Inviato

Aggiungo una banconota da 20 corone con il timbro ISTITUTO DI CREDITO - CONSIGLIO NAZIONALE e su due nastri: CITTA DI FIUME, classificata molto rara.

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Inviato

Il problema di queste banconote è appurare la bontà dei timbri.... argomento già ampiamente trattato nella discussione riguardo il 100 dinari "Verificato" :unsure:


Inviato

Il problema di queste banconote è appurare la bontà dei timbri.... argomento già ampiamente trattato nella discussione riguardo il 100 dinari "Verificato" :unsure:

Si, questo pultroppo è vero.

Per questo tipo di banconote è molto difficile stabilire i timbri originali da quelli contraffatti e dovrebbero valere le stesse regole per i timbri "Verificato".

Comunque per la banconota da 10 corone non ho dubbi sull'autenticità, per le altre invece qualche dubbio ci potrebbe essere, ma è difficile dirlo con esattezza: in particolare cosa ne pensi del pezzo da 1 corona firmato e datato 18 novembre 1918, una settimana dopo la fine della prima guerra mondiale.


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