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Vulcanus Vulcane, impiger deus deumque faber, mea verba audi: magna dis deabusque domicilia in sacro Olympo extrue - - O Vulcano, Dio infaticabile, fabbro degli dei, ascolta le mie parole: costruisci delle grandi residenze per gli dei e per le dee nel sacro Olimpo. – Vulcano (Vulcanus, Volcanus o in arcaico Volkano) è divinità del fuoco terrestre e distruttore. Appartiene alla sfera divina dei tempi arcaici (citato da Varrone). Era collegato al fuoco e alla sua azione e come epiteti aveva Mulciber, Quiesus e Mitis, per scongiurarne l’azione distruttiva. In seguito identificato con il greco Efesto, l’epiteto Mulciber fu interpretato come “colui che addolcisce i metalli nella forgia”. A Roma vi erano molti templi arcaici a lui dedicati. Il principale e più antico santuario di Vulcano a Roma era il Volcanal, situato nell'area Volcani, nell'angolo nord-ovest del Foro Romano, con un'ara e un fuoco perenne. Secondo la tradizione il santuario era stato dedicato da Romolo, che vi aveva posto una quadriga di bronzo, preda di guerra dopo la sconfitta dei Fidenati, e la sua statua con la lista dei suoi successi bellici scritta in greco. Al tempo di Plinio il Vecchio (70 d.c.) nel Volcanale c'era un albero di loto che si riteneva più antico della città stessa e le cui radici si diramavano fin sotto il Foro di Cesare, passando sotto le stationes municipiorum, cioè i locali destinati a riunioni di cittadini delle città principali dell'impero. L'area Volcani era circa 5 m. più alta del Comitium e da essa i re e i magistrati della prima repubblica, prima che fossero costruiti i rostra, si rivolgevano al popolo. I Vulcanalia in suo onore si celebravano il 29 aprile, quando il sole iniziava a scaldare i campi e le creature, e il 23 agosto, quando i granai erano a rischio di incendi per la calura. Venivano creati in onore del Dio dei fuochi, in cui venivano sacrificati pesci o piccoli animali che venivano mangiati sul posto dalla gente. Vulcano era tra gli Dei da placare dopo in grande incendio di Roma nel 64 d.c.. In risposta, Domitian (81–96) edificò un nuovo altare a Vulcano sul colle del Quirinale, aggiungendo un vitello e un cinghiale rossicci ai sacrifici dei Vulcanalia. Un flamen Volcanalis fu preposto al culto del Dio e lo stesso officiava il sacrificio alla Dea Maia, ogni anno alle calende di maggio. https://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_(divinit%C3%A0) Nella Gallia ben presto fu assorbito e assimilato per sincretismo con divinità ctonie che svolgevano funzioni di fabbri divini: uno di questi ad esempio forgiava le armi degli Dei. Talvolta Volcano assorbì anche funzioni svolte da Mercurio. Tutto ciò funge da prologo ad una moneta e quindi a una serie monetale della seconda metà del III secolo, periodo tribolato per l’Impero e soprattutto per chi viveva nell’area gallica. Area dove doveva era di stanza un cospicuo numero di truppe romane. Da qui la richiesta di una enorme massa di monete da utilizzare nei pagamenti degli stipendi militari. La tipologia che ha attirato la mia attenzione è quella seguente...
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