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  1. Illyricum65

    Mostra "Oltre Aquileia"

    Buongiorno, il Museo Scientifico Speleologico di Borgo Grotta Gigante/Brisciki presso Sgonico/Zgonik (TS) https://www.grottagigante.it/museo/ da ieri ospita la mostra “Oltre Aquileia”. Nonostante il titolo si riferisca a ad Aquileia la mostra indica l’avanzata dell’Impero Romano verso est e quindi la prima romanizzazione di una macroarea che comprende la Venezia Giulia e il Carso inteso come territorio nella sua integrità, quindi anche extrafrontaliero. Sappiamo dalle fonti storiche latine che una tribù locale non meglio specificata (Taurisci? Scordisci? Norici?) nel 186 a.C. creò un oppidum nell’area friulana (dodicimila Galli Transalpini transgressi in Venetiam) scatenando la reazione del Senato romano che considerava l’area friulana fino alle Alpi Giulie formalmente sotto il proprio controllo, seppure non facente parte del territorio romano vero e proprio fino a quel momento. Nel 181 in conseguenza di tale azione e dopo l’abbandono dell’oppidum vi fu la fondazione della colonia di Aquileia a controllo dell’area e tre anni dopo vi fu la prima campagna militare per la conquista della Venezia Giulia e dell’Histria, non senza il contributo da parte di tribù indigene che appoggiarono, in qualità di truppe ausiliarie guidate da Catmelus (Ab eadem regione mille ferme passuum castra erant Gallorum; Catmelus pro regulo praeerat tribus haud amplius milibus armatorum. Livio, 41.1.8), le due Legioni inviate. Successivamente l’area fu conquistata e la conquista territoriale di rivolse verso i territori interni, fino a raggiungere, per passi successivi, il limite naturale costituito dal Danubio ma ebbe funzione di frontiera e fu oggetto di eventi bellici fino alle guerre illiriche di Ottaviano (35 a.C. circa). La mostra presenta materiali rinvenuti in questi ultimi anni durante le ricerche cui ho contribuito (sia sul campo che nell’esecuzione dei disegni dei materiali) che hanno permesso di fare un po’ di luce su queste lontane vicende (pur permanendo molti punti poco chiari). Altri manufatti provengono da siti sloveni come quello di Grad presso Smihel, ai piedi del passo alla base del Monte Nanos/Okra, insediamento indigeno fortificato d’altura che fu oggetto di un attacco romano con conseguente sua distruzione ed abbandono in loco di numerosi pila (alcuni dei quali esposti) utilizzati durante l’assalto (tra i quali alcuni di tipo incendiario). ( http://av.zrc-sazu.si/pdf/53/av_53_horvat.pdf ) Sono presenti alcune monete trovate nei siti triestini oggetto di recenti indagini (Monte San Rocco/Koromacno, Grociana Piccola/Mala Grocijanica e strada romana tra Basovizza e Pese) e una bacheca presenta una raccolta dei tipi più comuni nel periodo 200-0 a.C. sia in bronzo che in argento; tra questi ultimi il “famoso” denario EID MAR che celebra Brutus e i cesaricidi e presenta a rovescio il tipico pugio, il pugnale che campeggia a sua volta in un’altra teca, proveniente da Sevegliano (UD) e nel manifesto della mostra stessa. La ricerca ha avuto un respiro transfrontaliero con contributi da parte di studiosi, strutture istituzionali di ricerca/studio, sponsor e appassionati italiani e sloveni. Il catalogo della mostra è già consultabile sul sito https://oltreaquileia.it/ e successivamente, per agevolare la diffusione dei contenuti, sarà anche scaricabile on line free tra una quindicina di giorni (in quanto non ancora completo come contributi). La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio 2022. Buona giornata Illyricum
  2. Illyricum65

    La vera nascita di Tergeste

    Ciao, come già in un’occasione precedente posto una discussione OFF TOPIC rispetto alla Sezione Monete Imperiali. E come l’altra volta Vi permetto di proporla qui per qualche giorno ( per darle un po’ di visibilità agli amici della Sezione) e quindi di spostarla in quella più adatta ovvero “Storia ed Archeologia” dell’amico @@Flavio . Devo prima fare riferimento a quella comunicazione che fa da prologo alla presente mia, ovvero http://www.lamoneta.it/topic/101003-siti-archeologici-e-nuove-tecnologie-in-fvg/?hl=%2Bgrociana#entry1133408 Parlai a suo tempo ( gennaio 2013), in qualità di piccolo contributore delle ricerche, di LiDAR, di nuove tecnologie e di un sito romano militare presso il Monte Grociana Piccolo che sarebbe ricollegato alle Guerre Istriane (circa 180 a.C.)di cui scrisse Tito Livio nel suo “Ab Urbe Condita”. Si tratta di un insediamento militare costituito da due recinzioni quadrangolari costruite su un rilievo carsico che si sovrappongono e consentono di individuare due episodi di frequentazione. Il sito attualmente non sarebbe visibile dall’alto a causa della vegetazione sempreverde (conifere) che ne ricopre i resti. Questa l’immagine LiDAR con le due strutture, la prima (2) di 161x96x173x122 m che racchiude una seconda (1), con orientamento leggermente diverso e che misura 100x443 m.
  3. Ciao, volevo subito mettervi al corrente che questa discussione non ha stretto legame con la presente Sezione ma intendo mettervi al corrente di questa importante scoperta. Inoltre mi permetterà di delinearvi un breve resoconto sulla conquista romana nel settore nord-orientale dove risiedo. Dopo circa una settimana di visione la sposterò nella Sezione “Storia ed Archeologia” dell’amico Flavio che più le compete, come già fatto qualche tempo fa per la discussione sul sito romano di Burnum. Chiaramente, se ci fosse qualche problema in merito mi rendo disponibile ad anticipare lo spostamento… ma spero comprenderete il mio entusiasmo e chiuderete un occhio… dopo aver letto la notizia! ;) In data odierna sposto la discussione, come promesso, nella Sezione sopra indicata. Mi auguro che venga compresa l'importanza di questo ritrovamento che riveste particolare spicco nella romanizzazione dell'area nord-orientale dell'Italia ma soprattutto perchè di tratta di un ritrovamento di estrema rarità a livello internazionale. Al momento infatti sono noti solo alcuni siti coevi come quello in Germania cui fa cenno Flavio (Hermeskeil - http://www.livescience.com/23197-germany-roman-fort.html ) e in Spagna (vedi il pdf Quesada Roman Army). Si tratta comunque di evidenze archeologiche più recenti. Oltre ai rinvenimenti romani sono venute alla luce testimonianze di abitati preistorici (Età del rame?) e protostorici finora ignoti. Si tratta di uno dei pochi lavori del genere svolti con utilizzo della tecnologia LiDAR su un territorio così vasto. Per quel che ne so qualcosa di analogo venne svolto in Germania, nella Foresta Nera e alla fine di tale analisi i siti noti vennero decuplicati. Un analogo caso è quello del territorio tra Yucatan e Guatemala dove il LiDAR ha permesso la mappatura di insediamenti, strade e quant'altro della Cultura Maya e celati dalla vegetazione. http://www.nytimes.com/2010/05/11/science/11maya.html?_r=0 http://www.caracol.org/include/files/chase/ChaseEtAl2011.pdf Insomma una tecnologia spettacolare che consente la visione di strutture interrate o semplicemente celate dalla vegetazione. Verso la fine del II secolo a.C. l’esercito romano fu impegnato in tre nuove guerre. Si trattava delle Guerre Istriane, descritte da Tito Livio nel suo Ab Urbe Condita e che portarono alla conquista del settore nord-orientale italiano e, come conseguenza, alla fondazione di una città importante nel periodo romano imperiale come Aquileia. I primi eventi bellici furono motivati da Roma con la pacificazione di un territorio occupato da tribù Istrie e Liburne che erano dedite alla pirateria navale e compromettevano gli scambi commerciali nel settore alto-adriatico. La prima guerra istro-romana risale al 221 a.C. quando Roma si scontrò con Cenomani e Insubri. Loro alleati, gli Istri sconfitti divennero tributari dell’Urbe. La seconda guerra istro-romana si svolse nel 178 a.C. Sembra che i Romani sbarcassero nei pressi della futura Tergeste, nella piana di Zaule (?) e fondarono un insediamento militare. Gli Istri osservarono con molta attenzione i movimenti dei Romani. Secondo le fonti classiche, durante una giornata di nebbia, i primi attaccarono l'accampamento mal difeso. L'attacco creò un grande panico tra i Romani e non furono più in grado di valutare il reale pericolo di quella minaccia. Gli Istri approfittarono della situazione per cacciare in mare gli avversari. Poiché i Romani credettero che un consistente esercito avesse invaso il territorio, il console Manlio Vulsone, con i suoi 1200 uomini presenti nell'accampamento, decise di ritirarsi e contemporaneamente inviò dei messi affinché ricevessero degli aiuti. Nel frattempo gli Istri penetrarono nel campo romano abbandonato e saccheggiarono le scorte di cibo e vino abbandonate. I Romani si riorganizzarono e decisero di colpire gli Istri nell'accampamento. I soldati di Epulo, il Re Istro, furono colpiti improvvisamente e non riuscirono ad opporre alcuna resistenza, in quanto ubriachi. Ricomposto l'esercito che svernò ad Aquileia, l'Urbe decise di preparare la campagna militare contro l'Istria, la cui vittoria avrebbe portato la stabilità nell'area adriatica. Nel 177 a.C. un esercito di 22.400 uomini e 1.200 cavalli al comando del console Manlio Vulsone mosse verso gli Istri. L'esercito repubblicano penetrò in Istria, distrusse ed incendiò tutto ciò che incontrò al suo cammino. Gli Istri presero le armi e si scontrarono con l'acerrimo nemico in una zona a noi ignota della penisola. L'esito della battaglia fu disastroso per gli Istri che perdettero circa 4.000 uomini. Dopo questa disfatta gli Istri si asseragliarono nelle loro città, e sperarono che dalla loro capitale Nesazio sarebbero stati capaci di opporre una tenace resistenza. I Romani giunsero sino alla capitale del regno dei Epulo e la assediarono.
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