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Hanno scavato in una fossa usata dai romani. Ed ecco cosa hanno trovato. Cos’è. Le ipotesi in campo. L’oggetto fu realizzato in bronzo Nel corso degli anni, gli archeologi hanno scoperto numerosi oggetti misteriosi e affascinanti risalenti all’epoca dell’Impero Romano. Tuttavia, una recente scoperta – avvenuta nell’estate del 2023 e resa nota in queste ore – a Norton Disney nel Lincolnshire ha catturato l’attenzione degli esperti e del pubblico per la sua eccezionale grandezza e raffinatezza. Si tratta di un dodecaedro romano, un oggetto a dodici facce, rinvenuto in uno scavo comunitario estivo a Potter Hill. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è uno dei pochi esemplari trovati nella parte settentrionale e occidentale dell’Impero Romano e uno dei soli 33 rinvenuti in Inghilterra. L’oggetto, in questo ore, ha destato l’attenzione dei media e delle testate specialistiche inglesi. Contesto della scoperta: Il dodecaedro è stato scoperto lo scorso estate in una fossa a Potter Hill, insieme a frammenti di ceramica romana e detriti di demolizione. Pesante 250 grammi e largo 8 cm, il dodecaedro di Norton Disney è significativamente più grande della media, e ciò lo rende un’eccezione tra gli altri reperti simili. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è stato trovato nel contesto originale, durante uno scavo archeologico organizzato, a differenza della maggior parte degli oggetti simili che si trovano in collezioni private o musei senza informazioni sui loro contesti originali. Possibili collegamenti storici La zona intorno a Norton Disney è già stata oggetto di scoperte archeologiche significative, tra cui i resti di una villa romana scoperta nel 1933 a meno di mezzo miglio da Potter Hill. Questa villa, situata vicino alla Fosse Way, un’importante strada romana che collegava Exeter a Lincoln, è ora interamente interrata ed è iscritta nella Lista del Patrimonio Nazionale. Tuttavia, è anche registrata come “Patrimonio a rischio” a causa di interferenze da parte di una comunità di tassi protetti che ha scavato un fosso tra le rovine. La relazione tra la villa e il dodecaedro rinvenuto potrebbe fornire indizi importanti sul suo scopo e sulla sua funzione. Esposizione e futuro: Il dodecaedro è ora esposto al National Civil War Center di Newark-on-Trent, attirando già numerose persone interessate alla sua storia affascinante. Inoltre, l’oggetto è stato presentato in queste ore della serie BBC “Digging for Britain”. Il Norton Disney History and Archaeology Group sta ora cercando fondi per un ulteriore scavo del sito della scoperta previsto per l’estate. L’obiettivo modesto di £1.000 è finalizzato a completare gli scavi delle trincee tre e quattro, con l’obiettivo di svelare ulteriori misteri legati a questa straordinaria scoperta archeologica. Finora, la raccolta fondi ha raggiunto £155, dimostrando l’interesse e il sostegno della comunità locale per la ricerca e la conservazione del patrimonio storico. Cosa sono questi misteriosi oggetti I dodecaedri romani sono affascinanti reperti archeologici rinvenuti in bronzo o, più raramente, in pietra, risalenti al periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C. Questi enigmatici oggetti sono caratterizzati dalla forma di un dodecaedro, con dodici facce piatte pentagonali, ciascuna con un foro circolare di diametro variabile o, in alcuni casi, decorazioni senza fori. Diffusione geografica Più di cento di questi dodecaedri sono stati scoperti in diverse regioni, dall’est dell’Italia all’Ungheria, dal Galles alla Spagna, con la maggior concentrazione di ritrovamenti in Germania e in Francia. Le dimensioni variano dai 4 agli 11 cm, e alcuni esemplari sono stati trovati assieme a tesori in monete, suggerendo un possibile valore attribuito loro dai proprietari. Teorie sull’utilizzo Nonostante la loro diffusione geografica, la funzione esatta di questi oggetti rimane un mistero. Numerose ipotesi sono state avanzate nel corso degli anni: 1) Uso militare: alcuni suggeriscono che potrebbero essere stati utilizzati come strumenti per definire la dimensione ottimale delle armi romane, immersi in un fluido per migliorare la fabbricazione dei proiettili per le fionde. Tuttavia, la complessità di questa teoria e il ritrovamento in luoghi abitati sollevano dubbi sulla sua validità. 2) Uso ingegneristico: altri ipotizzano usi ingegneristici, come la calibratura dei tubi per il trasporto dell’acqua o come elementi di snodo nelle tubature. Il ritrovamento di manufatti senza fori supporta questa tesi, ma mancano evidenze concrete. 3) Uso tessile: c’è chi suggerisce che potrebbero essere stati utilizzati per tessere, date le protuberanze che potrebbero fornire un appiglio ai filati. Tuttavia, gli strumenti tessili noti dell’epoca differiscono da questi dodecaedri. 4) Uso cultuale: alcuni studiosi ipotizzano una funzione religiosa, con i dodici fori che simboleggerebbero i fenomeni cosmici. Questa teoria è supportata dal fatto che molti di questi oggetti sono stati trovati in aree in cui la cultura romana si fuse con quella celtica. 5) Calendario agricolo: una teoria avanzata nel 2010 suggerisce che potessero essere strumenti per determinare gli equinozi di primavera e autunno, legati al ciclo agricolo. 6) Strumento di misurazione: alcuni esperti ipotizzano che fossero utilizzati per misurare distanze, soprattutto per la suddivisione degli appezzamenti di terreno e a scopo militare. A puro livello di sensazione, a noi pare questa l’ipotesi che andrebbe indagata. Si tratterebbe pertanto di uno strumento per agrimensori e geometri, forse con altre funzioni che noi non conosciamo e che potrebbero aver reso l’oggetto polifunzionale, pur nella permanenza del settore del rilevamento. Ipotesi controversa: alcuni studiosi hanno suggerito che i dodecaedri potrebbero non essere di origine romana, ma appartenere ad altre culture, antecedenti o contemporanee, e siano stati erroneamente etichettati come “romani” solo perché trovati nei siti che facevano parte dell’Impero. Conclusione Nonostante le numerose teorie, il mistero dei dodecaedri romani persiste. Le loro molteplici dimensioni e la mancanza di evidenze concrete rendono difficile stabilire una spiegazione univoca per la loro funzione. Gli studiosi continuano a esplorare nuove ipotesi, contribuendo a mantenere viva l’intrigante incognita di questi affascinanti oggetti dell’antichità romana. https://stilearte.it/hanno-scavato-in-una-fossa-usata-dai-romani-ed-ecco-cosa-anno-trovato-cose-le-ipotesi-in-campo-lesposizione/ Roman dodecahedron An unusually large and fine example of the mysterious Roman dodecahedron has been unearthed in a community dig at Norton Disney in Lincolnshire. Only about 130 of these hollow 12-sided copper alloy objects have been found in the nohttp://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-after-discovery-430x403.jpgrthern and western provinces of the Roman Empire. This is only the 33rd example found in England. None have been found in Rome, and there are no references to them in the ancient sources, inscriptions, frescoes, mosaics or any other medium to explain their purpose or function. The dodecahedron was discovered last summer in an excavation at Potter Hill. It was in a pit, perhaps a quarry pit, filled with Roman pottery fragments and demolition rubble. It weighs 250 grams, is 8 cm (3.1 inches) wide, significantly larger than average, and 100% complete. As rare as these objects are, even more rare is to discover them in situ where they were originally buried in an organized archaeological dig. Most of them are in private collections and museums (or in a looter stash) and all information about their original contexts is lost. A Roman villa was discovered less than a half mile away from Potter Hill in 1933. It was near the Fosse Way, a major Roman road that connected Exeter to Lincoln. The remains of the villa, entirely underground today, are on the National Heritage List. (Unfortunately, the villa is also on Historic England’s “Heritage At Risk” register, not because of human interference, but due to a community of badgers, who are themselves protected, having dug a sett amidst the ruins.) It’s possible the pit where the dodecahedron was found was associated with the villa or another high-status building. http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-2-430x392.jpgThere are many theories about what the Gallo-Roman dodecahedra were used for — candle holders, surveyor’s tools, wool crafts — but no consistent wear patterns attest to any such practical usage. X-ray fluorescence analysis of the Norton Disney dodecahedron found it is 67% copper, 7% tin and 26% lead. That is a high proportion of lead, a soft and malleable metal very prone to squishing, for a tool. They are all different sizes, ranging from golf ball to baseball, and have holes of different sizes in each of the 12 hexagonal sides. The overall design is consistent, however, with ball-shaped studs at each corner of the sides. In the end, the old fallback of “ritual purpose” seems to be the likeliest possibility. The dodecahedron went on display at the National Civil War Centre in Newark-on-Trent on January 3rd and is already drawing crowds. It was also featured on the January 9th episode of the long-lived BBC series Digging for Britain. The episode can be viewed here but only from UK IP addresses. The Norton Disney History and Archaeology Group is raising funds for a follow-up excavation of the find site this summer. The team was not able to finish their excavations of trenches three and four, so they need to go back to pick up where they left off. They have a very modest of goal of £1,000 and have raised £155 of it so far.
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Vindolanda: trovata una spilla di bronzo, con decorazione centrale a torsione di pasta vitrea, gialla, rossa e azzurra
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Rassegna Stampa
Guarda cosa brilla in terra! Magnifico oggetto romano del III secolo portato alla luce ora vicino a un muro del forte Gli scavi di quest’anno avviano un nuovo progetto di ricerca per il 2024-2028 nella Vindolanda romana, nel settore chiamato Castrum, che in latino significa Forte. Il progetto si concentra sull’ultima area erbosa rimasta entro i confini dell’ultimo forte in pietra di Vindolanda, in Inghilterra: il quadrante nord-orientale e una sezione del fossato orientale, immediatamente oltre le mura del forte. Un altro obiettivo è riunire le prove degli scavi che abbracciano due secoli. Il quadrante nord-orientale è stato parzialmente esplorato in precedenza da Anthony Hedley nel 1830, Eric, Patricia e Robin Birley hanno esplorato tutte le sezioni tra il 1929 e il 1997 e Paul Bidwell ha scoperto prove di caserme di fanteria del III e IV secolo nella parte più settentrionale del quadrante. Gli archeologi e i volontari stanno scavando anche in questi giorni. Tra gli ultimi oggetti scoperti, una spilla di bronzo, con decorazione centrale a torsione di pasta vitrea, gialla, rossa e azzurra. Grande la sorpresa per l’archeologo volontario che stava rimuovendo il terreno alla base del muro di un edificio militare. Ha visto qualcosa di estremamente colorato. Una spilla del III-IV secolo estremamente colorata. Ciò che è straordinario è la conservazione, che si è rivelata perfetta. Perfetto il recto, perfetto il verso, con l’ago e il fermo che ne consentono ancora l’uso. Di seguito il breve video pubblkcato oggi da Vindolanda, con le novità della settimana https://stilearte.it/guarda-cosa-brilla-in-terra-magnifico-oggetto-romano-del-iii-secolo-portato-alla-luce-ora-vicino-a-un-muro-del-forte/ -
62 monete d’argento medievali trovate in un campo. Perse o nascoste nel 1240? Cosa raccontano gli indizi E’ stato dichiarato tesoro, in questi giorni, un mucchio di monete di puro argento rinvenuto da un appassionato di metal detector. Gli studiosi, analizzando la pezzatura delle monete medievali, hanno stabilito che era probabilmente il contenuto di una borsa smarrita e non un deposito sepolto per sicurezza. Un mix di 69 penny, mezzi penny e farthings, che equivaleva – come ha detto il numismatico Adrian Marsden del Norfolk Historic Environment Service – “al valore di più di due mesi di salario di un lavoratore dell’epoca”. A giudizio degli studiosi le piccole monete sarebbero state utilizzate da un commerciante, “qualcuno che prende piccoli valori e ha bisogno di avere monete minute, per il resto”. Ma potrebbe anche essere – e naturalmente le ipotesi possono essere plurime – l’insieme di offerte sottratte a una chiesa. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di Watton, nel Norfolk, in Inghilterra. Watton è una città mercato medievale. E’ forse anche per questa antica vocazione che si è pensato che le monete appartenessero a un commerciante di cose minute. Il tesoro comprende monete dei regni di Enrico II (1154-1189), dei suoi figli Riccardo Cuor di Leone (1189-1199) e Giovanni (1199-1216) e di suo nipote Enrico III (1216-1272). Alcune di esse erano tagliate in 2 parti. E conservavano il valore in quanto collegate al valore del metallo stesso. I penny d’argento erano le uniche monete in circolazione dopo la conquista normanna, quindi i commercianti li tagliavano a metà per ottenere mezzi penny e in quarti per ottenere farthings. Un museo ha espresso interesse per l’acquisizione di queste monete. Ora se ne valuterà il valore, a livello di mercato. Metà degli introiti andranno a chi le ha trovate, l’altra metà al proprietario del terreno. https://stilearte.it/62-monete-dargento-medievali-trovate-in-un-campo-perse-o-nascoste-nel-1240-cosa-raccontano-gli-indizi/
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Scavi per condominio. Trovano un misterioso edificio degli antichi romani. Strani oggetti, gioielli, maledizioni e architettura anomala A chi apparteneva l’anomala villa romana, ricca di strani oggetti, trovata in questi giorni durante gli scavi preventivi per la realizzazione di un complesso residenziale? A un membro dell’esercito romano? Oppure questo edificio così singolare era una sorta di luogo di culto della romanità? E perché qui sono state trovati strani oggetti votivi, in buon numero, che riproducono asce? E che significato hanno i rotolini di piombo che contengono invocazioni, probabilmente di maledizione? Rotoli magici di piombo, utilizzati per le maledizioni, trovati durante lo scavo @ Red River Archaeology Group E’ un affascinante e composito mucchio di indizi aggrovigliati quello che stanno portando alla luce e dipanando gli archeologi del Red River Archaeology Group durante gli scavi per la realizzazione di un complesso residenziale – villette, con parco e giardini – a Brookside Meadows di Grove, nell’Oxfordshire, in Inghilterra. Il contesto del ritrovamento Il villaggio di Grove, dove sta avvenendo il consistente scavo archeologico, si trova a 13 miglia a sud-ovest di Oxford, dove la valle del Tamigi incontra i Berkshire Downs. La sua posizione privilegiata, a decine di chilometri da qualsiasi grande industria, conferisce al paese un aspetto tranquillo e incontaminato, in mezzo ad aree agricole tradizionali. Il paese si è sviluppato, negli anni del dopoguerra, da un piccolo borgo autosufficiente. a una fiorente comunità residenziale moderna che ha beneficiato del suo passato in un modo davvero unico. Da borgo di circa 500 anime è cresciuto fino a quasi 7.500 abitanti. Ora stanno sorgendo altri edifici residenziali. Una scelta territoriale che fu compiuta, poco meno di 2000 anni fa, anche, dai Romani. La presenza di resti romani anche nella vicina Oxford lascia pensare che l’edificio appena portato alla luce facesse parte delle avvedute visioni di presidio territoriale romano, con centri urbani e diffuse occupazioni equilibrate – in una sorta di centuriazione delle campagne circostanti. Foto aerea dello scavo @ Red River Archaeology Group In quella che, per ora, chiameremo villa romana scoperta in queste settimane e ancora oggetto di scavo e di studio, sono state trovate numerose monete, anelli e spille e una fibbia per cintura con testa di cavallo – che potrebbe essere di derivazione militare o appartenere, dicono gli archeologi inglesi, a un membro d’élite dell’esercito romano, forse legato alla cavalleria – risalente al 350-450 d.C. Monete romane del 300, tra quelle che sono state scoperte nella villa @ Red River Archaeology Group La fibbia che rappresenta due cavalli contrapposti @ Red River Archaeology Group Il palazzo – forse occupato tra il I e il IV secolo d.C. – era riccamente decorato con intonaci dipinti e mosaici a motivi floreali. La villa era pure riscaldata con un sistema ad ipocausto. Resti di intonaci colorati recuperati dai resti dell’edificio romano @ Red River Archaeology Group Singolare è la forma dell’insieme edilizio. Esso è costituito da un monumentale “edificio a navate” a forma di sala con navate – una forma di chiesa, per intenderci con semplicità – un tipo di struttura che, dicono gli inglesi, sembra risalire alla fine del I secolo d.C. Questo edificio è immediatamente adiacente ad una “villa a corridoio alato”, una struttura domestica di alto rango con una fascia centrale e ali fiancheggianti di stanze a cui si accede da un corridoio centrale. Resta da spiegare anche la presenza di numerose piccole asce votive in bronzo e di rotoli magici di piombo che spesso venivano usati per le maledizioni di avversari o persone ostili, rito che, a Roma, raggiungeva l’apice nelle feste primaverili delle idi di marzo, durante le quali si celebrava Anna Perenna, dea arcaica legata alla prosperità dell’agricoltura e al capodanno agricolo. Archeologo mostra una delle asce votive trovate nell’edificio @ Red River Archaeology Group L’edificio aveva un uso misto, residenziale e cultuale? L’ipotesi resta in campo. La presenza di piccole asce potrebbe indicare anche l’adesione del proprietario a uno dei “collegi” o “sodalizi” che, nell’antica Roma, erano formati da persone associate da comuni funzioni, arti o mestieri, a difesa dei propri interessi? Altre risposte giungeranno dalla prosecuzione dello studio dei resti edilizi e dei reperti. “Le dimensioni degli edifici che ancora sopravvivono e la ricchezza dei beni recuperati suggeriscono che questa fosse un insieme urbanistico dominante nella località, se non nel panorama più ampio”, ha affermato Louis Stafford, responsabile del progetto senior di Red River Archaeology. La sua collega Francesca Giarelli ha aggiunto che il sito era “molto più complesso di un normale sito rurale e chiaramente è stato un importante centro di attività per molto tempo”. Campbell Gregg, amministratore delegato di Barratt e David Wilson Homes Southern, ha affermato che lavorare con il gruppo ha contribuito a “sviluppare la comprensione e il patrimonio storico locale”. https://stilearte.it/scavi-per-condominio-trovano-un-misterioso-edificio-degli-antichi-romani-strani-oggetti-gioielli-maledizioni-e-architettura-anomala/
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Scavano vicino a un fiume e in una tomba romana trovano, intatto, un intero mobile di 2000 anni fa smontato
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Rassegna Stampa
Scavano vicino a un fiume e in una tomba romana trovano, intatto, un intero mobile di 2000 anni fa smontato. Cos’era? Una nuova misteriosa scoperta è stata compiuta in queste ore, a una profondità di 6 metri dall’attuale piano di campagna, in Gran Bretagna. “Stiamo effettuando degli scavi vicino all’Holborn Viaduct a Londra, in vista della trasformazione del sito in uno spazio per uffici su misura per lo studio legale globale Hogan Lovells. – dicono gli archeologi del Mola, il Museum of London I nostri scavi, condotti per conto di Royal London Asset Management Property, hanno rivelato 2000 anni di storia sul sito, comprese alcune scoperte entusiasmanti”. Cos’hanno trovato gli archeologi? Un letto funerario romano incredibilmente raro. Incombusto. Smontato e collocato nella fossa. “Questo è il primo letto funerario completo trovato in Gran Bretagna – rispondono gli archeologi del Mola – Realizzato in rovere di alta qualità, il letto ha piedini intagliati e giunti fissati con piccoli pioli di legno. È stato smontato prima di essere deposto nella tomba, ma potrebbe essere stato utilizzato per trasportare l’individuo alla sepoltura. Pensiamo che probabilmente fosse inteso come un corredo funerario da utilizzare nell’aldilà. Le lapidi di tutto l’impero romano mostrano incisioni del defunto sdraiato su un divano o un letto”. Questo sito fu utilizzato come cimitero durante il periodo romano (43-410 d.C.). “Accanto ai resti scheletrici, abbiamo trovato oggetti personali come una fiala di vetro e gioielli di alto rango con perle di giaietto e ambra. Abbiamo scoperto anche una lampada decorata. Il disegno sulla lampada è l’immagine di un gladiatore sconfitto e riteniamo che risalga al primissimo periodo romano in Gran Bretagna, tra il 1500 circa. 48-80 d.C.”. “Sappiamo che i romani seppellivano i loro morti lungo le strade, fuori dai centri urbani. – dicono al Mola – Non è stata quindi una grande sorpresa scoprire sepolture in questo sito, che durante il periodo romano sarebbe stato situato a 170 metri a ovest delle mura della città e vicino alla principale strada romana di Watling Street. Tuttavia, i livelli di conservazione che abbiamo riscontrato – e in particolare la scoperta di una così vasta gamma di reperti in legno – ci hanno davvero sbalordito- È molto raro scoprire oggetti in legno nei siti archeologici, ma poiché questo sito si trova sulle rive del fiume Fleet, sono stati conservati nel fango umido. Oltre al letto funerario romano, abbiamo trovato alcuni interessanti oggetti in legno risalenti alla vita successiva del sito”. https://stilearte.it/scavano-vicino-a-un-fiume-e-in-una-tomba-romana-trovano-intatto-un-intero-mobile-di-2000-anni-fa-smontato-cosera/ -
Trovata una statuetta romana di Venere in argilla bianca
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Rassegna Stampa
Cammina tra un campo e un boschetto e guardate in cosa si imbatte. Il reperto romano di 1900 anni fa segnalato all’autorità. Cos’è Una statuetta romana di Venere, in argilla bianca – materiale che sarebbe stato utilizzato nel millennio successivo per produrre pipe – è stata trovata da una persona che stava passeggiando tra un campo e un boschetto del verde quartiere londinese di Thamesfield (London Borough Ward). Il reperto è stato segnalato nelle ore scorse – 13 febbraio 2024 – all’autorità archeologica britannica, che ha iniziato a disporre gli accertamenti. Il reperto risale, secondo la scheda compilata dagli archeologi, a un periodo compreso tra il 100 e il250 d.C. La statuetta è alta 118,7 mm, pesa 90 grammi circa e raffigura la dea completamente nuda mentre tiene un indumento che scende lungo la gamba sinistra e poggia sulla base accanto al piede sinistro (ora mancante). “La divinità – è scritto nella scheda di registrazione del reperto – è raffigurata con un’elaborata acconciatura, con trecce ai lati della testa e raccolti dietro sulla nuca; altre trecce scendono a cascata fino alle spalle ai lati e sulla schiena. Il gomito piegato del braccio destro posiziona la mano e le dita distese sui capelli a destra del viso, mentre le gambe sono strettamente unite e interrotte, a causa di una rottura, all’altezza del ginocchio. Alla statuetta manca la base”. Un paio di altri esempi di queste figurine sono state registrate nel database archeologico, ma questo particolare esempio è forse il più completo. “La somiglianza complessiva di questo oggetto alle parti di altre statuette che sono state trovate – soggiungono gli archeologi – suggerisce che le statuette siano state realizzate con gli stessi stampi e forse importate in lotti, in Britannia”. L’oggetto, dopo la registrazione, è stato riconsegnato in custodia a chi l’ha trovato, in attesa che si svolga la procedura prevista da Treasur act, la legge britannica sui tesori. Una commissione, di fatto, procederà alla valutazione del pezzo. Nel caso esso sia dichiarato “tesoro sarà proposto – a prezzo di mercato – ai musei e alle istituzioni culturali. Il ricavato verrebbe poi diviso tra chi l’ha trovato e il proprietario del terreno. Nel caso in cui gli enti non siano invece ad esercitare il diritto di prelazione, l’oggetto verrebbe restituito a chi l’ha trovato e al proprietario del terreno che potrebbero tenerlo o venderlo sul libero mercato. https://stilearte.it/cammina-tra-un-campo-e-un-boschetto-e-guardate-in-cosa-si-imbatte-il-reperto-romano-di-1900-anni-fa-segnalato-allautorita-cose/ -
Trovata una spilla anulare in oro, risalente al XIII o XIV secolo
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Rassegna Stampa
I musei rifiutano di acquisire il reperto. Cos’è questo oggetto d’oro trovato da un metal detector? Le strane lettere incise I musei inglesi non si sono dichiarati interessati all’acquisto di un interessante reperto medievale portato alla luce da un appassionato di ricerche con metal detector e l’oggetto è tornato, pertanto, di piena proprietà del cercatore e del proprietario di terreno che potranno disporne secondo la loro volontà. Questo prescrive la legge britannica. Il ritrovamento era avvenuto a Cawston, Norfolk, un villaggio di circa 1500 abitanti. Si tratta di una spilla anulare in oro, risalente al XIII o XIV secolo, con funzioni magico-religiose. L’oggetto non ha più l’ago dello spillone, ma era certamente utilizzato quotidianamente durante la vestizione. Esso presenta due mani giunte, in preghiera, e diverse lettere – soprattutto consonanti – incise sulla parte anulare. Le lettere sono vergate su otto minuscoli pannelli, divisi da due borchie floreali. Su un versante dell’anello, attorno alla faccetta esterna, troviamo “+M NV AV VN” mentre su quella interna possiamo leggere “ED VM TR VN”. La storica Helen Geake, intervistata dalla Bbc, ha detto che ciò che si trova inciso sull’oggetto d’oro è “una sorta di incantesimo” per “evocare protezione magica”. Il dottor Geake, l’ufficiale di collegamento dei ritrovamenti di Norfolk, sempre ai microfoni della Bbc, ha detto che non è chiaro in quale ordine leggere le lettere e, di conseguenza, “esse non hanno senso”, ma “pensiamo che debba essere qualcosa di magico, una sorta di incantesimo”. Le mani in preghiera lasciano intendere una costante richiesta di protezione. le lettere potrebbero riferirsi all’inizio di preghiere o di frasi magiche che avrebbero agito come elemento di costante emanazione positiva. Evidente qui, il punto di contatto medievale tra magia e religione. Sarà possibile saperne qualcosa di più? Magia bianca o magia nera? Gli storici locali stanno ripercorrendo la chiesa parrocchiale di Cawston, di origine normanna ed è dedicata a Sant’Agnese. Un edificio antico che conserva molti buoni esempi di vetrate medievali e diversi dipinti su tavola raffiguranti la vita dei santi. Non si potrebbe escludere che le lettere possano evocare, anche il nome dei santi, nella formula del “pregate per noi”. https://stilearte.it/i-musei-rifiutano-di-acquisire-il-reperto-cose-questo-oggetto-doro-trovato-da-un-metal-detector-le-strane-lettere-incise/ -
Un reperto celtico d’oro. Trovato poche ore fa in questo campo. Cos’è. La storia di questo oggetto e di chi lo produsse Un quarto di statere d’oro dell’età del ferro, privo di iscrizioni, ma recante da un lato le figure di un cavallo e un cavaliere, è stato trovato in un’area agricola della campagna inglese – quello che vediamo nella fotografia, nel punto indicato da freccia e cerchio – e segnalato all’autorità, in queste ore. La moneta fu battuta dei celti Cantiaci – popolazione di origine franco-belga, che si era trasferita in Britannia – . Essa risale a un periodo compreso tra il 50 e il 20 a.C. circa. Il recto della moneta è concavo – come tanti soldi celtici – quanto la valva di conchiglia. Il reperto ha un diametro di 12,6 mm, uno spessore di 1,5 mm e pesa 1,29 grammi. Il quarto di statere d’oro è stato trovato su una collinetta, parzialmente spianata, nel corso deli secoli, in un punto non distante da un palazzetto antico e dal rudere di un’abitazione. L’area, anche vista dall’alto, reca evidenti i segni di antiche lavorazioni e sagomature. La zona appartiene al villaggio di Bletchingley, nel Surrey, in Inghilterra. Cantiaci (o Cantii) – come dicevamo – erano una tribù celtica o belgica che visse in Britannia prima della conquista romana e che diede il proprio nome a una civitas della Britannia romana. Vivevano nell’odierno Kent (Inghilterra sud-orientale) e la loro capitale era Durovernum Cantiacorum, ora Canterbury. Gaio Giulio Cesare giunse nel Cantium con le sue truppe nel 55 e nel 54 a.C., come egli stesso narra nel De bello Gallico. La moneta fu battuta autonomamente dai Cantiaci propro nel periodo dell’arrivo dei Romani in Britannia. Cesare menziona quattro re: Segovage, Carvilio, Cingetorige e Tassimagulo, che tennero il potere nel Cantium al tempo della sua seconda spedizione militare in Britannia (54 a.C.). Il capo britannico Cassivellauno, assediato nella sua fortezza a nord del Tamigi, mandò un messaggio a questi quattro sovrani perché attaccassero il campo romano come manovra diversiva. La manovra fallì e un capo chiamato Lugotorige fu catturato; Cassivellauno fu costretto a cercare un accordo. Nel secolo intercorso tra le spedizioni britanniche di Cesare e la conquista romana della Britannia, durante il regno dell’imperatore Claudio, i re cantiaci in Britannia iniziarono a coniare monete con i loro nomi. https://stilearte.it/un-reperto-celtico-doro-trovato-poche-ore-fa-in-questo-campo-cose-la-storia-di-questo-oggetto-e-di-chi-lo-produsse/
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Scoperto un cimitero anomalo del VI secolo. Donne in posture fetali e tracce di banchetti funebri con vetri preziosi. Eredità romana? Prove della persistente pratica dei banchetti rituali attorno alle tombe del VI-VII secolo d.C. testimoniano la continuità di alcuni riti funebri romani, al di là della caduta dell’Impero. Materiali, probabilmente utilizzati per un pranzo dei familiari dei defunti, tra le tombe, sono stati portati alla luce nel Regno Unito dagli archeologi dell’Università di Cardiff. Lo scavo sta avvenendo in un punto discosto dell’enorme parco del castello di Fonmon. L’edificio, secondo rilievi di tipo stilistici, risalirebbe al 1180, ma è probabile che esso sia sorto su una struttura ben più antica, romana o post-romana. Frammenti di ossa di animali sono stati rinvenuti, al livello originario delle tombe del cimitero del V secolo, con evidenze di macellazione e cottura, insieme a rari recipienti in vetro importati. Secondo gli esperti, questi reperti potrebbero essere collegati a rituali di banchetti risalenti a 1.500 anni fa. I resti dei vetri, che sono stati analizzati, testimoniano che i contenitori furono prodotti in manifatture della Francia occidentale. La presenza dei vetri testimonierebbe a favore di una comunità che usufruiva di prodotti costosi, rispetto alle diffusissime ed economiche ceramiche. Si ritiene che ci siano circa 80 corpi nel sito all’interno dei terreni del castello di Fonmon. Finora ne sono stati esaminati 18 e di questi quattro sono stati sepolti in posizione accovacciata: una percentuale molto più alta di quella osservata in altri siti. Ciò che balza all’occhio è che i defunti sepolti in posizione fetale sono donne. Tutte le tombe furono realizzate così da mantenere i volti dei defunti rivolti a Sud. Nel cimitero, almeno per ora, non sono apparsi precedenti incinerazioni. I corpi sono stati inumati e ciò per la diffusione progressiva del Cristianesimo che, con la Resurrezione dei corpi, mandò in crisi il precedente modello romano. Ciò che, all’apparenza, restò forse invariata fu invece la pratica del banchetto funebre, consumato nei pressi delle tombe. Il dottor Andy Seaman, docente di archeologia del primo medioevo, ha condiviso il suo entusiasmo riguardo alla scoperta di questo cimitero: “I siti di questa data sono estremamente rari in Galles, e spesso non conservano ossa e manufatti. Il cimitero di Fonmon ci darà l’opportunità di svelare molti dettagli sulla vita delle persone che abitavano qui circa 1.400 anni fa.” La buona conservazione dei resti ossei offre la possibilità di indagini di laboratorio accurate che potrebbero consentire di sapere quale fosse, ad esempio, il luogo d’origine dei defunti e se tra loro esistessero legami di parentela. Oltre, naturalmente, l’epoca esatta della morte dei defunti. Servono altri dati per capire chi fossero quegli uomini e donne. Forse provenivano da famiglie di celti romanizzati. I Romani, durante la loro occupazione del Galles, avevano sviluppato una presenza significativa nel territorio, costruendo strade, forti e scavando miniere per l’estrazione dell’oro, oltre a praticare attività commerciali. Tuttavia, il loro interesse nella regione fu limitato dalla complessa orografia del territorio e dalla scarsità di terreni adatti alla coltivazione. Di conseguenza, la maggior parte delle strutture romane nel Galles assume un carattere militare, come evidenziato da siti come Deva (Chester), Isca Silurum (Caerleon), Segontium (Caernarfon) e Maridunum (Carmarthen). L’eccezione notevole è rappresentata da Venta Silurum (Caerwent), la sola vera città costruita dai Romani nella zona, che ha persistito per oltre un secolo dopo il ritiro delle legioni romane e in seguito è diventata la capitale del Regno di Gwent. Il Galles, inizialmente parte della provincia della Britannia Superior e successivamente della Britannia Prima, condivideva il proprio destino con l’Inghilterra occidentale. Dopo il ritiro delle legioni romane nel 410, causato anche dalle pressioni esercitate dai barbari alle frontiere orientali, gli anglosassoni invasero la Britannia, che iniziò a essere chiamata Inghilterra. Sebbene non abbiano conquistato il Galles, gradualmente presero possesso del resto dell’Inghilterra, separando i gallesi dagli altri celti brittonici di Scozia, Cornovaglia e Cumbria. Gli anglosassoni, nel loro processo di conquista, designarono come “stranieri” (Welsche) i celti romanizzati che si erano rifugiati nell’attuale Galles. Il cimitero portato alla luce dagli archeologi potrebbe riferirsi proprio ai discendenti di popolazioni celtiche romanizzate. https://stilearte.it/scoperto-un-cimitero-anomalo-del-vi-secolo-donne-in-posture-fetali-e-tracce-di-banchetti-funebri-con-vetri-eredita-romana/
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Trovata in un campo una moneta di Natale del Medioevo. Veniva battuta appositamente e data ai poveri. Come funzionava Sorprendente scoperta nel Norfolk, nell’est dell’Inghilterra. In un campo agricolo è stato trovato un antico gettone natalizio risalente al periodo compreso tra il 1470 e il 1560. Questo particolare oggetto aveva la peculiare funzione di essere donato ai poveri per essere speso durante le celebrazioni natalizie. La moneta è stata casualmente individuata da un metal detector durante un’indagine archeologica nelle vicinanze della maestosa Oxburgh Hall, una residenza di campagna, circondata da un fossato, costruita nel 1482. La “moneta effimera” fu invece, probabilmente, battuta dall’Abbazia di Bury St Edmunds, situata a quasi 30 miglia di distanza, nel Suffolk. La teoria più accreditata riguarda la possibilità che il gettone fosse stato distribuito da un chierichetto che svolgeva il ruolo di “ragazzo vescovo” durante il periodo natalizio. In quei tempi, durante il Medioevo e la prima era Tudor, le cattedrali nominavano un chierichetto per rappresentare il vescovo il 6 dicembre, festa di San Nicola. Questi ragazzi vescovi dirigevano processioni, servizi religiosi e raccoglievano fondi per la chiesa, distribuendo buoni ai poveri spendibili tra il 6 dicembre e il 28 dicembre, giorno dei Santi Innocenti. Il gettone rinvenuto a Oxburgh, consegnato al National Trust, presenta un lato ben conservato con l’immagine di una lunga croce, simile alle monete dell’epoca. Tuttavia, il retro è notevolmente corroso, anche se presumibilmente avrebbe mostrato il volto di un vescovo. Questi gettoni, realizzati in piombo, erano privi di valore monetario reale, tranne quando venivano scambiati per cibo. Ma come “funzionava” il gettone? L’esempio più vicino a noi è quello dei ticket restaurant. Le parrocchie o le abbazie raccoglievano fondi per il Natale dei poveri. In base alla cifra raccolta emettevano un certo numero di gettoni, su materiali privi di valore. I gettoni natalizi venivano consegnati ai poveri che potevano utilizzarli presso “esercizi convenzionati”. I gestori, avvenuta la consumazione, raccoglievano i token e si recavano – entro una certa data, pena la decadenza del valore – alla parrocchia che li aveva emessi, ricevendo il cambio in moneta corrente. Probabilmente le istituzioni impedivano che i token fossero spesi per il vino. La convenzione con i venditori evidentemente conteneva le indicazioni di generi di prima necessità. Probabilmente la moneta di Natale non poteva essere utilizzata l’anno successivo e doveva essere spesa esclusivamente nel periodo natalizio dell’anno in cui era emessa. E ciò per evitare speculazioni. Angus Wainwright, un archeologo del National Trust, ha dichiarato che, sebbene il gettone non sia particolarmente attraente dal punto di vista estetico, possiede una storia affascinante. Il rinvenimento è avvenuto durante un’indagine sul campo di West Park a Oxburgh, nell’ambito del progetto di restauro del parco e della piantumazione di alberi. Ulteriori ricerche nella zona hanno portato alla scoperta di reperti straordinari, tra cui parti di un villaggio medievale con ferri di cavallo, chiodi e strumenti artigianali, nonché vestigia di un vicus, un villaggio romano. Il simbolo del “vescovo ragazzo” probabilmente proviene dall’Abbazia di Bury St Edmunds, una delle più grandi e ricche del paese durante quel periodo. Gli archeologi ritengono che un residente del villaggio di Oxborough abbia compiuto un lungo viaggio fino a Bury St Edmunds, distante circa 43 chilometri, per partecipare alle cerimonie festive nella maestosa chiesa dell’abbazia, dove potrebbe aver ottenuto il gettone. https://stilearte.it/trovata-in-un-campo-una-moneta-di-natale-del-medioevo-veniva-battuta-appositamente-e-data-ai-poveri-in-dicembre-come-funzionava/ Questa notizia non l'avevo mai sentita.... Però l'arco temporale 1470/1560 non è medievale, semmai rinascimentale... soliti errori... pazienza.
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The Kimbolton coin hoard: storia e interpretazione delle monete. Molto didattico
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Monete Preromane
Un tesoro di monete celtiche scoperto nel 2010 grazie alla ricerca col metal detector e datato tra il 100 a.C. ed il 40 d.C. nel pieno delle campagne di conquiste romane della Britannia. E' conservato Ed ESPOSTO al St Neots Museum. In questo video la curatrice del museo ci porta alla scoperta della regione ed alla lettura delle raffigurazioni sulle monete che sono, come sempre, frutto della meravigliosa visione ed interpretazione celtoiva della realtà. -
CORPUS OF EARLY MEDIEVAL COIN FINDS and SYLLOGE OF COINS OF THE BRITISH ISLES
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Monete dei Regni Barbarici
Sperando di fare cosa gradita mi sono imbattuto in questo meraviglioso progetto. Mentre in Italia si passa amenamente il tempo in altro modo, in UK hanno trovato tempo e finanziamenti per questo progetto in cui si pubblicano i ritrovamenti monetali altomedievali su suolo britannico oltre ad una checklist dei depositi di monete dalle isole britanniche, c.450-1180 -> https://emc.fitzmuseum.cam.ac.uk/ EMC (The Corpus of Early Medieval Coin Finds) è un progetto con sede presso il Fitzwilliam Museum di Cambridge che registra singoli ritrovamenti di monete datate tra il 410 e il 1180 d.C. SCBI (la silloge delle monete delle isole britanniche), che è sostenuta dalla British Academy, pubblica, invece, monete nelle collezioni dei musei in Gran Bretagna e in molte altre parti del mondo. Corpus di reperti numismatici altomedievali Il database EMC è nato da iniziative individuali per registrare singoli ritrovamenti di monete del periodo 410-1180 d.C. da parte di DM Metcalf, Mark Blackburn, Mike Bonser e altri. La crescita nell'uso dei metal-detector durante gli anni '70 e '80 ha portato a un rapido aumento del numero di tali ritrovamenti, e nel 1987 gli sforzi per registrarli sono stati consolidati con l'istituzione di un 'Coin Register' annuale, stampato nel British Numismatic Rivista. Un decennio dopo, Mark Blackburn, custode di monete al Fitzwilliam Museum di Cambridge, ha avviato un progetto che avrebbe unito i punti di forza del "Coin Register" e di altre pubblicazioni di reperti di monete con la portata e la flessibilità di Internet. Con il sostegno finanziario del Leverhulme Trust, nel 1996 ha fondato il Corpus of Early Medieval Coin Finds (EMC), con sede nel Dipartimento di monete e medaglie del Fitzwilliam Museum. Il sito Web EMC è diventato accessibile al pubblico nel 1997 e il database iniziale dei reperti includeva oltre 6.000 record entro il 2001. Il database EMC ora contiene più di 12.000 record provenienti da tutta l'Inghilterra e il Galles. Continua a crescere al ritmo di 300-400 nuove monete scoperte all'anno. Silloge delle monete delle isole britanniche Il progetto British Sylloge fu proposto per la prima volta nei primi anni '50 da Christopher Blunt e altri membri delle Società Birtish e Royal Numismatic. Fu formato un comitato informale sotto la presidenza dello storico Sir Frank Stenton, che nel 1956 ne ottenne l'ammissione come comitato della British Academy. Il primo volume, sulle monete anglosassoni nel Fitzwilliam Museum, Cambridge è stato pubblicato dalla British Academy nel 1958. Da allora ha pubblicato oltre 70 volumi. Lo scopo della serie è pubblicare cataloghi dettagliati e completamente illustrati di monete delle isole britanniche in collezioni britanniche e di altro tipo. I volumi spaziano dalle monete britanniche preromane ai gettoni del XVII secolo, con una copertura più dettagliata della monetazione anglosassone. Le collezioni registrate comprendono quelle di oltre duecento musei nazionali, universitari e provinciali in Gran Bretagna e Irlanda e di musei in Scandinavia, Germania, Polonia, Lettonia, Estonia, Russia e Stati Uniti d'America. La forma digitalizzata di SCBI è stata creata come complemento al database EMC all'inizio degli anni 2000, sulla base del materiale dei primi 50 volumi che risalgono al periodo c. 410-1180. Le monete dei volumi successivi verranno aggiunte al database nel prossimo futuro. L'importanza dei singoli reperti I ritrovamenti singoli sono monete che si pensa siano state perse individualmente, presumibilmente per caso, mentre circolavano di mano in mano. Sono quindi molto diversi dai depositi di monete, che è più probabile che siano il risultato di una deliberata selezione e occultamento. I tesori gettano una luce importante su quali monete potrebbero essere disponibili in una volta e sulle reazioni alle crisi militari e di altro tipo, ma sono un indicatore molto meno affidabile della forma complessiva dell'economia monetaria. I reperti singoli rappresentano una finestra su dove e come il denaro coniato veniva utilizzato nell'alto medioevo. Questo corpo di materiale è diventato irriconoscibile sin dalla prima diffusione del metal detector negli anni '70. Prima di allora, la comparsa di un'unica nuova moneta altomedievale attraverso un ritrovamento fortuito o uno scavo archeologico era un evento degno di una pubblicazione dedicata. Ora, centinaia di monete di questo periodo vengono alla luce ogni anno. Sono segnalati volontariamente da numerosi utenti di metal detector in Inghilterra e Galles, che conoscono il valore di contribuire con le loro scoperte al database, in modo che possano essere consultati dai ricercatori e dal pubblico in generale. I cercatori sono incoraggiati a fornire quanti più dettagli sulla posizione e sul contesto delle loro scoperte con cui si sentono a proprio agio, e dovrebbero tenere presente che alcune informazioni possono essere registrate privatamente senza essere rilasciate al pubblico. Preso da solo, un singolo ritrovamento ha ben poco da dire. Ma quando migliaia di persone possono essere censite attraverso il database EMC, è possibile raggiungere nuove importanti conclusioni sulla forma mutevole dell'economia altomedievale. È grazie ai singoli ritrovamenti che si può identificare un notevole aumento nella scala della monetazione inglese nel periodo che va dal 680 al 750 circa. perso molto ampiamente. Sulla base dei singoli ritrovamenti, questo è emerso come il periodo più ricco di uso della moneta nell'area tra il 400 e il 1200 circa. I singoli ritrovamenti hanno anche rimodellato la comprensione della geografia dell'uso della moneta. È ora possibile rintracciare in dettaglio i diversi modelli di circolazione di vari tipi di monete, o di monete di particolari città di zecca nel X secolo e oltre. I reperti singoli hanno portato alla ribalta una categoria completamente nuova di contesto di ricerca: il cosiddetto "sito produttivo". Questo è un termine coniato dai numismatici per riferirsi a una serie di luoghi (principalmente nell'Inghilterra orientale) che hanno prodotto un gran numero di reperti singoli e altri oggetti metallici nelle immediate vicinanze, ma che non si pensa rappresentino un tesoro disperso. Piuttosto, si ritiene che fossero luoghi in cui le monete venivano utilizzate in modo particolarmente intenso. Le scoperte fatte dai rilevatori in "siti produttivi", segnalate a EMC e ad altri database, hanno aperto la strada a ulteriori indagini archeologiche e storiche, spesso con risultati drammatici. A Torksey nel Lincolnshire, un certo numero di rilevatori che lavorano da diversi decenni hanno recuperato una grande quantità di materiale altomedievale, tra cui monete di origine inglese, franca e araba, pezzi di hack-silver e hack-gold, pesi e molto altro ancora. Si ritiene che i campi in cui sono avvenuti questi ritrovamenti siano ora il sito di un accampamento dove la "Grande Armata" vichinga trascorse l'inverno dell'873/4. A Rendlesham nel Suffolk, vicino al famoso antico cimitero anglosassone di Sutton Hoo, i ricercatori hanno scoperto nel corso di molti anni un vasto assemblaggio di monete d'oro e d'argento del settimo e ottavo secolo e altri oggetti associati. Grazie ai successivi rilievi e scavi, questi ora costituiscono una parte importante nella comprensione di un importante sito reale, nel progetto finanziato da Leverhulme Lordship and Landscape in East Anglia AD 400−800: Man mano che il corpo dei dati single find si espande, continua a stimolare nuove ricerche. Altre linee di approccio produttive hanno incluso l'esame delle potenziali distorsioni nei dati, sia a livello locale che nazionale; confronti tra dati sul tesoro e reperti singoli; e la relazione tra i ritrovamenti di monete e vari aspetti della documentazione storica, come la distribuzione della ricchezza nel Domesday Book o il verificarsi di incursioni vichinghe note o toponimi in antico norvegese.- 4 commenti
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Carissimi tutti, era da un po' di tempo che volevo aprire questa discussione per parlarvi di un altro hoard inglese di monete medievali. Il presto è quello per presentarvi il nuovo penny entrato in collezione :) Il Knaresborough Priory hoard è stato rinvenuto nel 1805 ed è quindi uno dei più antichi esempi di ritrovamenti. Knaresborough è oggi una cittadina del North Yorkshire con una popolazione di circa 14000 persone; già citata nel Domesday Book del 1086 , a partire del secolo successivo conobbe un importante sviluppo economico grazie alla presenza di un mercato cittadino che attraeva i commercianti della regione. Nei pressi della cittadina venne costruito inoltre un importante castello di cui ancora oggi sono visibili le rovine dopo che venne distrutto nel 1648 a seguito della decisione del parlamento di rendere inagibili i castelli reali. Al ripostiglio è stato dedicato uno studio di R.H.M. Dolley e H.E. Pagan nel 1963 che è stato pubblicato nel BNJ dello stesso anno dal titolo "An early nineteenth-century discovery of Edward pennies at Knaresborough Priory". Nell'articolo viene proposta come data ultima di deposizione del ripostiglio quella del 1328, sebbene non si possa essere del tutto certi in quanto delle circa 1600 monete che componevano il ripostiglio in origine ne sono state studiate "solamente" 1037. Ad eccezione di un solo esemplare, queste monete vennero analizzate dal British Museum nel 1963 per poi essere disperse sul mercato antiquario londinese. Purtroppo non si hanno informazioni sul contenitore originale del ripostiglio. La composizione del hoard può essere riassunta come segue: Inghilterra 1012 pz. (999 inglesi e 13 della zecca di Berwick ) Scozia 1 pz Monete Continentali 14 pz Imitazioni 9 pz in particolare per le emissioni inglesi si riporta la tabella con la classificazione per zecche e classi La moneta proveniente da questo ripostiglio è la seguente: Si tratta di un penny di Edoardo I, appartenente alla classe 4c e coniato nella zecca vescovile di Durham fra il 1282 ed il 1289 ca. Questo esemplare proviene dalla collezione di J.J. North ( che lo acquistò da Spink nel 1964 ) ed è pubblicato al numero 242 tavola 10 del volume 39 del SCBI che raccoglie la collezione dello stesso collezionista e studioso inglese.
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Indovina lo stato di conservazione della Sovrana: Giorgio III 1817
Cinna74 ha aggiunto un nuovo link in Monete Estere
Dato il successo del precedente gioco vi propongo una nuova moneta. Questa moneta, ricercatissima soprattutto quest'anno per evidenti motivi, ha un fascino ineguagliabile per noi amanti delle sovrane. E' la prima con queste misure ponderali e rappresenta i primi conii per la zecca di Londra a firma Benedetto Pistrucci. Questa volta individuare il grado di conservazione sarà secondo me più complicato. Nessuna nota particolare dall'ente certificatore (questa volta NGC), nessun "details" o altro. Divertitevi ad ipotizzare il grading. Anche questa volta inserisco le foto del venditore e per ultime quelle reperite sul sito di verifica individuabili con il codice della NGC. Buon divertimento. -
Indovina lo stato di conservazione della Sovrana (troppi Morgan!)
Cinna74 ha aggiunto un nuovo link in Monete Estere
In mezzo alla marea di Morgan (sempre belli ma il dottore consiglia sempre di variare la dieta) vi propongo una bella sovrana di Vittoria "Giubileo". Le modalità sono le stesse: date un giudizio sulle foto ed esprimente la vostra valutazione nella scala Sheldon. Certo sarebbe meglio secondo me esprimersi con la scala UK ma il riscontro lo abbiamo attraverso la valutazione di PCGS. Chi ci prende becca un "mi piace". Un "mi piace" aggiuntivo a chi si avvicina di più al prezzo a cui è stata acquistata la moneta. Buon divertimento e spero che questa sterlina vi piaccia. Allego anche la tabella di conversione per facilitare chi non è avvezzo alla scala Sheldon Buona giornata. -
Salve ragazzi! guardate in cosa mi son imbattuto stamane: http://www.unionesarda.it/articolo/notizie_mondo/2015/04/14/una_moneta_sarda_del_2_300_a_c_la_scoperta_in_gran_bretagna-3-414922.html che dire...a me non capita mai di trovarne cosí per caso <_<
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Sfogliando il nuovo catalogo comprato a Veronafil (Polymer Bank Notes of the World) ho scoperto che tra il 2016 e il 2017 in Inghilterra verranno introdotte le banconote da 5 e 10 sterline che saranno in polymer. Verranno introdotti dei nuovi sistemi di sicurezza anticontraffazione (http://www.bankofengland.co.uk/banknotes/polymer/Pages/default.aspx ) . Secondo me il nuovo materiale andrà a sostituire poco alla volta la "vecchia" carta nelle varie nazioni. Da un lato è un bene per i nuovi sistemi di sicurezza, i colori più vivi, la conservazione... dall'altro... le care e vecchie banconote fruscianti... :cray:
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non si sa mai, io mi metto avanti :-) sarebbe corretta la dicitura???
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Identificazione e valutazione monete
Matteooo ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
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