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Risultati per Tag 'trasparenza'.
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Ho soppesato un po' dove postare una discussione (un po' delicata a dire il vero) sulle modalità percepite con cui si svolge un'asta. Il rischio è che i moderatori, considerando il 'Topic' un argomento 'hot', decidano di chiudere la discussione ... per cui chiedo cortesemente moderazione a chi volesse intervenire con considerazioni o esperienze personali, possibilmente senza indicare lo specifico della Casa d'Aste e senza 'trinchettare' (N.B. Trinchetto, personaggio di Carosello anni '70 che ingigantiva le proprie esperienze, salvo poi ridemensionarle con il celebre 'cala cala, Trinchetto!') Introduco alcune definizione riprese da materiale didattico di una facoltà di economia: prezzo di incanto: prezzo deciso dalla casa d’asta, da cui iniziano le offerte. prezzo di riserva: cifra minima di vendita, stabilita prima dell’asta tra il venditore e la casa d’asta prezzo di aggiudicazione: prezzo a cui è “battuto” (aggiudicato) il bene. prezzo di stima: fornito dal perito della casa d’asta, e generalmente è indicato un valore minimo di stima e un valore massimo. Si pone il problema: stima oggettiva o strategica? Mi sono sempre chiesto che senso può rivestire il cosiddetto prezzo di riserva che nessuna casa d'Aste numismatiche italiana applica apertamente, mentre è la regola nelle Aste di oltreoceano. Riprendo da una definizione: E' il prezzo minimo di vendita concordato precedentemente dalla Casa d’Aste con il venditore al di sotto del quale il lotto non può essere venduto; il prezzo di riserva è confidenziale ed è protetto dal Banditore nel corso dell’asta mediante appositi rilanci. Se il prezzo di riserva non viene raggiunto durante la gara d’asta, il lotto risulta invenduto. Completo con altri commenti "didattici": prezzo di incanto e prezzo di riserva - il prezzo d’incanto è normalmente inferiore al prezzo di riserva (questo per stimolare un comportamento competitivo che faccia alla fine superare, offerta dopo offerta, il prezzo di riserva). prezzo di aggiudicazione e prezzo di riserva - se il prezzo di aggiudicazione non supera il prezzo di riserva il bene non è oggetto di scambio (buy-in). Tale informazione si può acquisire nel dopoasta. il banditore può aumentare il prezzo, in modo da far raggiungere il prezzo di riserva, con delle offerte fantasma. Probabilmente il prezzo di riserva è un 'quid' che potrebbe contribuire a salvare il conferente da anomalie d'asta. Spesso su questo forum si dice che i prezzi di partenza sono troppo elevati e che se fossero stati più bassi alla fine la moneta avrebbe comunque realizzato il prevedibile. Non ne sono certo ma quella del prezzo di riserva potrebbe essere una via da percorrere apertamente per non tacciare le Case d'Asta di 'disonestà' nel momento in cui conferente o banditore fossero tentati di proporre rilanci 'arbitrari' dalla sala (scena cui mi è capitato di assistere non raramente e con perplessità, ritrovando tra gli invenduti alcuni lotti o ad una successiva vendita della stessa Casa). Vorrei infine fare una considerazione: la teoria dei giochi è una branca della Matematica. Bene, una sezione riguarda il comportamento di un'asta e dei possibili realizzi. Si deriva che i prezzi "spuntati" in asta sono i massimi possibili teorici (tra chi, ovviamente, è a conoscenza dell'incanto!). Se a ciò si aggiunge un pizzico di psicologia (competitività dei partecipanti) allora ci si accorge che è pia illusione pensare di fare un affare in asta. Ciò non tiene però conto di due aspetti: la "diffusione" delle informazioni sull'asta (ovviamente più è propagandata e conosciuta una vendita, maggiore il numero di partecipanti, reali o virtuali) e l'andamento economico del mercato (quanto oggi è un prezzo salato, domani potrebbe essere stata un'occasione perduta). Ad altri i commenti o le esperienze ...
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