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  1. Dragobizantino

    MAXIMINUS II DAIA/DAZA

    Buongiorno a tutti... ho acquistato qst moneta con la legenda al rovescio "VIRTUS EXERCTUS". Sinceramente il venditore olandese l'aveva catalogata ovviamente con la dicitura EXERCITUS ma essendo qst scritta con la I mancante non riesco a catalogarla facendo riferimento a qlc testo in merito... Qualcuno può darmi una mano? Grazie. Posto qui sotto la dicitura del venditore: Maximinus II Daza, as Caesar. 305-308 AD. AE Follis (7.93g, 26mm). Alexandria mint. Struck mid 308 AD. Obv.: GAL VAL MAXIMINVS NOB CAES, laureate head right. Rev.: VIRTVS EXERCITVS/A/ R-P, Virtus in military dress, advancing right, holding trophy and spear, shield on left arm; ALE in exergue. RIC 77. Rare. Minor roughness, gVF.
  2. Dragobizantino

    COSTANTINO I INCREDIBILE... PUÒ ESSERE?

    Buongiorno, scusate la domanda insita nel titolo... navigando su Internet ho visto questo nummus di cui allego le uniche foto disponibili dal sito... lo dichiarano XF-AU... ma io notoriamente malpensante oltreché novizio ( 1 anno o poco più) della materia chiedo a chi qui ne sa tanto e ha voglia di rispondere😊👋🏼 Al momento mi fa caricare solo qst... Grazie fin d'ora. Fabio
  3. Illyricum65

    Tutti uguali 'sti follis ... ?!?

    Buongiorno, nel mare di follis abbastanza standardizzato della Prima Tetrarchia, ovvero pre riforma, (per chiarire mi riferisco agli esemplari di diametro attorno ai 28 mm e peso attorno ai 10.08 g – ovvero 1/32 di libbra) troviamo più frequentemente i vari GENIO, per lo più sacrificante su altare (POPVLI ROMANI). Comunemente i “follis grosso modulo” non vengono molto apprezzati perché giudicati dai collezionisti “troppo ripetitivi”; in realtà come tutte le monetazioni hanno tutta una serie di specifiche e stili che ne caratterizzano le emissioni. Personalmente ho sempre provato per vari motivi un certo interesse per questi esemplari: innanzitutto perché il grande modulo (e proporzionalmente il peso) interrompe transitoriamente una tendenza alla riduzione che poi si ripresenterà nelle successive riforme e un po’ perché rappresentano un tentativo di innovazione (l’idea di Diocleziano di suddividere l’Impero in 4 settori non era pellegrina ma non teneva conto della fame di potere dei vari regnanti). Dopo questo preambolo, volevo cogliere l’occasione per mostrare proprio una di quelle tipologie di bronzi Prima Tetrarchia che escono dal vasto gruppo “GENIO” e testimoniano uno specifico evento storico. Siamo precisamente nel 293 d.C. . Diocleziano divide l’Impero in quattro parti rette da due Augusti (lui stesso per la parte orientale e Massimiano per quella occidente) e due “vice”, i Cesari Galerio e Costanzo I (Cloro). E’ da anni che Massimiano sta cercando di risolvere il “problema britannico” e di annettere nuovamente l’isola all’Impero Centrale. E l’attenzione per un settore inevitabilmente comporta il dover strascurare altri meno pressanti. In questo caso, il settore africano. I Berberi e le varie etnie a loro collegate, che fin dal 258-60 d.C. danno filo da torcere alle truppe romane di stanza (guidate da tale Faraxen, poi vinto e imprigionato) approfittano della ridotta presenza militare e nel 288 razziano i territori della Mauritania. Nel 289 il Governatore locale romano riesce a bloccare i disordini ma non in modo definitivo e in breve le incursioni berbere riprendono. Gli anni passano e Massimiano assieme al Cesare Costanzo Cloro riescono a portare a buon fine la riconquista della Britannia (296). Costanzo I Cesare, multiplo da dieci aurei, zecca di Treviri, 297 d.C. Dritto: FLVALCONSTA-NTIVSNOBILCAES. Busto di Costanzo I a d., con corona di lauro, corazza e paludamento trattenuto sulla spalla sinistra da una fibula. Rovescio: REDDITORLVCIS-AETERNA-E. L’imperatore, in abiti militari, con lancia nella destra, avanza a cavallo verso la personificazione di Londinium, inginocchiata fuori dalle mura della città, che lo accoglie con le braccia sollevate; sotto, LON. In primo piano, galera con quattro soldati che avanza sulle onde (del Tamigi?).
  4. Buon giorno, matti che ti giungono dalla Gallia 3 follis della Prima Tetrarchia, tutti appartenenti alla numerosa serie GENIO POPVLI ROMANI. Li ho classificati tutto, uno facilmente, il secondo con qualche ricerca, il terzo con una certa difficoltà e di seguito vi rivelerò il perché. Il primo è stato di relativamente facile classificazione. - MAXIMINANVS NOBIL C, busto laureato e corazzato rivolto a destra./ R: GENIO POPVLI ROMANI, Genio calzante modius rivolto a sinistra, reggente patera nella mano destra e cornucopia nella sinistra. Chlamys sulla spalla sinistra. 28 mm, 8,3 g. Nessuna lettera nei campi e in esergo, tipico delle emissioni londinesi e di talune galliche continentali. Presenza di residui di argentatura e di depositi di malachite. Ho utilizzato quella sorta di Vangelo delle emissioni londinesi che è il “The London mint of Constantius & Costantine” di Cloke/Toone. Troviamo un esemplare calzante nel CT 3.01.031 – RIC 33, segnalato come comune (41 esemplari nei 4 hoard di riferimento). Emesso a nome di Galerio Massimiano dal 303 al 1 maggio 305.
  5. Illyricum65

    2004

    2004 View File Volume con vari contributi interessanti sulle zecche del Tardo Impero. Submitter Illyricum65 Submitted 24/04/2020 Categoria Monete Antiche  
  6. Illyricum65

    Wold Newton Hoard

    Ciao, speravate che avessi smesso di monitorare i depositi monetali britannici di età romana e quindi di non subire l’ennesima discussione sul tema? Speranza vana, periodicamente compio qualche ricerca e qualcosa di nuovo salta fuori. Per cui torno a tediarvi in merito… In questi giorni ho trovato notizia di un hoard scoperto un paio d’anni fa ma che solo ora comincia ad avere visibilità: il Wold Newton Hoard. Rinvenuto nel 2014 presso il villaggio omonimo (East Yorkshire) dal metaldetectorista David Blakey, consta di 1857 monete dell’epoca tetrarchica. Alcune foto con il rinvenitore e con il Dott. Woods dello Yorkshire Museum.
  7. Ciao, di seguito illustro alcune mie riflessioni che ho formulato dopo aver ricevuto l’ultimo acquisto relativo alla zecca di Londinium e aver confrontato due follis prodotti dalla medesima zecca britannica a distanza di pochi anni. Perché continuo a tener d’occhio le emissioni di Londinium e quando si presenta un’occasione propizia e il prezzo è interessante amplio la collezione tematica… RAPIDO PROLOGO: Nel caos politico che contraddistingue la situazione della Britannia della fine III secolo abbiamo vari protagonisti che contradistinguono e caratterizzano le varie fasi. Dapprima l’Impero Gallico e i suoi regnanti, del quale fece parte l’isola e successivamente, dopo un periodo di rientro nell’Impero Centrale, quello cosiddetto Britannico con protagonista Carausius in primis (fine 286 – inizio 287?) e quindi Allectus (293?). In questo periodo probabilmente circolavano in Britannia monete dei Gallici, imitative, carausiane e allettane. Sembra che già l’anno seguente l’autoproclamazione di Carausius ad Augusto Massimiano (Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius), legittimo Cesare della regione, avesse in programma un’invasione poi procrastinata probabilmente a causa dell’invasione continentale dei territori gallici da parte dei Franchi (forse “aiutata” dallo stesso Carausius al fine di creare un secondo fronte continentale che distogliesse l’attenzione dalla situazione britannica). Nel periodo Carausius batte moneta a Londinium, Rouen e forse in altre zecche non ben identificate (Colchester? Zecche ausiliarie londinesi?) nel tentativo di ottenere il riconoscimento formale da parte dell’Impero Centrale. La situazione rimase immutata fino al 293 quando Massimiano occupò i territori gallici dell’Impero Britannico e cominciò la pianificazione della riconquista dell’isola: primo step era quello della creazione di una flotta che consentisse il trasporto delle truppe d’invasione senza subire d’altra parte il potere navale, fino a quel momento appannaggio di Carausius. Il compito in realtà fu delegato ad un altro personaggio romano: Flavius Valerius Constantius detto Chlorus ovvero il padre del futuro imperatore Costantino. Fu lui che nel 296 fisicamente sbarcò in Britannia alla volta di Londinium con un contingente militare dopo la sconfitta e l’uccisione di Allectus (avvenuta a sua volta in realtà per mano del Prefetto del Pretorio Iulius Asclepiodotus [Asclepiodoto]). Fin qui sembra tutto abbastanza chiaro (si fa per dire, in quanto anche le date sono spesso incerte e le biografie dei personaggi coinvolti sono spesso confuse e delineate a sommi tratti specie per i “britannici”). Massimiano assurge quindi al titolo di Augusto all’inizio del 286 (aprile?) principalmente per evitare di proporsi come Cesare contro Carausius che si è incoronato Augusto: quindi da un punto di vista formale Massimiano avrebbe avuto un ruolo di minore rilevanza rispetto all’usurpatore, sebbene la sua investitura a Cesare fosse ufficiale e conferitagli da Diocleziano. Che nell’occasione non ebbe alcun problema a conferirgli l’onoreficenza massima certo della lealtà di Massiminiano nei suoi confronti, sebbene non fosse presente all’investitura (Diocleziano era impossibilitato a presenziare alla cerimonia in quanto si trovava tra Bisanzio, dove è documentata la sua presenza il 22 marzo 286, e Tiberiade, che visitò dal 31 maggio al 31 agosto). In fondo era quello che Diocleziano auspicava come fine ultimo della Tetrarchia: egli come Augusto curava gli interessi della Pars Orientalis e si trovava nei suoi territori, Massimiano come Augusto della Pars Occidentalis svolgeva i suoi compiti istituzionali nei territori assegnati. E nelle loro funzioni Diocleziano e Massimiano si facevano aiutare dai due Cesari Galerio e Costanzo Cloro. Mentre Costanzo guidava la Britannia, Galerio si scontrava nei settori orientali dell’Impero contro i Sasanidi. E attorno al 300 lo stesso Costanzo omaggia il collega Galerio sulle monete emesse dalla zecca di Londinium: Obv.- MAXIMIANVS NOB CAES; busto laureato e corazzato verso destra. Rev.- GENIO POPV-LI ROMANI; Genio stante verso sinistra reggente patera e cornucopia. Essergo: / . RIC VI Lon 15 26mm; 7.8 g. Se paragonato con i parametri della discussione http://www.lamoneta.it/topic/120627-la-zecca-di-londinium/?hl=%2Blondinium+%2Billyricum#entry1372098 risulta leggermente sottopeso con caratteristiche del ritratto riferibile a Londinium, stilisticamente affine ai ritratti di Carausius e Allectus. RIC Volume VI (Londinium), Group I, (ii), Class II, (a), No. 6-16, c. 300 onward, 11.0-9.5 gm, 28/26 mm. Sulla base delle caratteristiche del ritratto (in realtà qui alquanto sfumate) degli “specialisti” anglosassoni del periodo ma l’hanno classificato come sopra descritto. E l’emissione è databile ad un generico “dal 300 in poi” con una probabile datazione attorno proprio al 300 d.C.
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