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Nuovi scavi archeologici nell'area triestina
Illyricum65 ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Buongiorno, in questi giorni sono ripresi nel territorio triestino gli scavi ai forti romani già oggetto di scavo nel 2019 e in seguito rinviati a causa della pandemia. In quell’anno si era indagato sia il forte di Grociana Piccola/Mala Grocanica che quello di San Rocco/Koromacnik: il primo sia nella struttura interna che in quella esterna presenti presenti mentre il secondo era stato indagato in un’area non sommitale ma all’apparenza non troppo sconvolta da interventi successivi a quello romano. Grociana Piccola, scavo fortificazione interna, 2019 (tratta da “Il Piccolo”) In pratica si tratta degli scavi archeologici collegati a quanto già ebbi modo di presentare nella discussione https://www.lamoneta.it/topic/136278-la-vera-nascita-di-tergeste/?tab=comments#comment-1553782 e anche- 5 commenti
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Ciao, per farmi perdonare :blush: da Flavio del ”doppione” sul Museo del Comacchio ho deciso di postare qualcosa di storico… di casa mia. Si tratta dei resti di uno degli’acquedotti romani dell’antica Tergeste, così ho modo di parlarvi un po’ della Trieste romana. Questa fu colonizzata alla metà del I secolo a.C. in epoca cesariana (Regio X Venetia et Histria), ed è probabile che la fortezza principale fosse situata sulle pendici del colle di San Giusto. E’ probabile che questo colle o quello contiguo (San Vito) fosse già sede di un abitato protostorico su altura (Castelliere) del quale resterebbero scarsissime tracce in seguito ai rimaneggiamenti dovuti alle costruzioni posteriori . I Tergestini sono menzionati nel De bello Gallico di Giulio Cesare, a proposito di una precedente invasione forse di Giapidi: "Chiamò T. Labieno e mandò la legione quindicesima (che aveva svernato con lui) nella Gallia Cisalpina, a tutela delle colonie dei cittadini romani, per evitare che incorressero, per incursioni di barbari, in qualche danno simile a quello che nell'estate precedente era toccato ai Tergestini che, inaspettatamente, avevano subito irruzioni e rapine. (CAES. Gall. 8.24)”. Tergestum fu citata poi da Strabone, geografo attivo in età augustea, che la definì come Phrourion (avamposto militare) con funzioni di difesa e di snodo commerciale. Tergeste si sviluppò e prosperò in epoca imperiale. Il nucleo abitativo nel 33°.C. venne cinto da alte mura (ancora visibile la porta meridionale, il cosiddetto Arco di Riccardo, da Ottaviano Augusto (murum turresque fecit) e venne arricchito da importanti costruzioni quali il Foro ed il Teatro. La cerchia muraria racchiudeva una ristretta area di forma irregolare: la parte alta era occupata dagli edifici pubblici, mentre era ad uso abitativo la zona che scendeva fino alla riva del mare, dove si trovavano le strutture portuali e il teatro. Le modeste dimensioni dell'area urbana racchiusa dalle mura ha indotto a considerare Tergeste come una città di servizi, in cui prevalevano gli edifici di carattere pubblico, punto di aggregazione amministrativo, economico e religioso di una popolazione residente per lo più in villaggi e ville sul territorio. L'assetto urbano conobbe in epoca neroniana-flavia (54-96 d.C.) una ridefinizione unitaria per quanto riguarda il nucleo monumentale composto da Foro, Basilica, Propileo e Arco di Riccardo. In seguito la città venne arricchita dalla risistemazione del Teatro intrapresa all'inizio dell'età traianea (102-106). Nel II secolo poi si ebbero ancora alcuni interventi di ristrutturazione e abbellimento, in particolare nell’epoca di Adriano e di Marco Aurelio, come la ricostruzione della Basilica forense (167-168) e altri edifici dei quali rimangono unicamente le testimonianze epigrafiche.
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Buongiorno, in questo periodo è aperta a Trieste (Tergeste) presso il Civico Museo d’Antichità di Via della Cattedrale, 15 la mostra “Iapodes – il misterioso popolo degli altipiani dell’Europa Centrale”. https://www.discover-trieste.it/Trieste-Now/Iapodes Si tratta di una mostra dedicata a uno di quei fieri ma tenaci popoli con i quali Roma si scontrò nel suo sviluppo non senza alcune difficoltà. Ricordiamoci che poco dopo il 200 a.C. l’Urbe iniziò una espansione verso il Nord Est italiano per controllare l’area friulana e mettere in sicurezza i traffici romani di ferro (di buona qualità) con il Noricum. A tal fine attorno al 181 a.C. fondò Aquileia, anche come reazione alla creazione di un oppidum da parte dei Taurisci (sito in realtà non ancora individuato). E pochi anni dopo, usando come casus belli la pirateria effettuata dagli Histri (attività consueta presso questo popolo) nel 177 e 178 a.C. iniziò le guerre istriane. Dalla lettura dei testi degli storici latini il quadro risulta alquanto articolato: l’area era abitata da una serie di tribù con un substrato culturale abbastanza comune (la cosiddetta Cultura dei Castellieri, abitati fortificati su altura) mentre all’interno altri gruppi assumevano caratteristiche più spiccatamente celtici (come i già citati Taurisci/Norici). Una volta conquistata l’Istria si scontrarono con altre tribù che occupavano i territori interni di Quarnero e Dalmazia ed impedivano i traffici tra l’Italia e la Dalmazia costiera via terra. Tra queste tribù, a settentrione rispetto ai Dalmatae/Dalmati, vi erano i Iapodes/Giapodi (o Giapidi). Un popolo di cui la Storia ha tramandato poche tracce ma che ha movimentato le vicende di quest’area fino alla sua “pacificazione” (ovvero conquista, in ottica romana) da parte di Ottaviano. Nella tabella di cui sopra potete leggere gli eventi bellici tra Roma e Giapodi. Questo un rapido riassunto: Siamo in presenza di un popolo che fa la sua comparsa nella zona attorno al 1000 a.C. (fonti archeologiche) e solo nel VI a.C. emerge dalle nebbie della Storia. Vi sono poi varie incursioni romane nei territori giapodici e alcune da parte di questi nei territori romani. Tra questi nel 52 a.C. saccheggiano Tergeste ed arrivano a Aquileia; nel 35 a.C. Ottaviano invade i loro territori e ne conquista la capitale Metulum che viene rasa al suolo. Tergeste viene cinta da mura urbiche. Nel 29 a.C. viene celebrato a Roma il Trionfo sui Giapidi.
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Ciao, come già in un’occasione precedente posto una discussione OFF TOPIC rispetto alla Sezione Monete Imperiali. E come l’altra volta Vi permetto di proporla qui per qualche giorno ( per darle un po’ di visibilità agli amici della Sezione) e quindi di spostarla in quella più adatta ovvero “Storia ed Archeologia” dell’amico @@Flavio . Devo prima fare riferimento a quella comunicazione che fa da prologo alla presente mia, ovvero http://www.lamoneta.it/topic/101003-siti-archeologici-e-nuove-tecnologie-in-fvg/?hl=%2Bgrociana#entry1133408 Parlai a suo tempo ( gennaio 2013), in qualità di piccolo contributore delle ricerche, di LiDAR, di nuove tecnologie e di un sito romano militare presso il Monte Grociana Piccolo che sarebbe ricollegato alle Guerre Istriane (circa 180 a.C.)di cui scrisse Tito Livio nel suo “Ab Urbe Condita”. Si tratta di un insediamento militare costituito da due recinzioni quadrangolari costruite su un rilievo carsico che si sovrappongono e consentono di individuare due episodi di frequentazione. Il sito attualmente non sarebbe visibile dall’alto a causa della vegetazione sempreverde (conifere) che ne ricopre i resti. Questa l’immagine LiDAR con le due strutture, la prima (2) di 161x96x173x122 m che racchiude una seconda (1), con orientamento leggermente diverso e che misura 100x443 m.
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