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Buongiorno, in questa giornata di recrudescenza invernale con calo delle temperature mi serviva qualcosa che mi riscaldasse un po’. Quale migliore occasione per farlo rimirando alcune delle monete trovate nell’Uovo di Pasqua? Gallienus AE Antoninianus, FELICIT PVBL, RIC V Roma 192 Claudius II AE Antoninianus, AEQVITAS AVG, RIC V-1 Antiochia 197 Probus, AE Antoninianus, CLEMENTIA TEMP, RIC V-2 Tripolis 927 Probus, AE Antoninianus, CONCORDIA MILITVM, RIC V-2 Cyzicus 908 Probus, AE Antoninianus, CLEMENTIA TEMP, RIC V-2 Siscia 644 Diocletianus, AE, CONCORDIA MILITVM, RIC VI Antiochia 60 Diocletianus, CONCORDIA MILITVM, RIC VI, Cyzicus, 16 a Galerius, CONCORDIA MILITVM, RIC VI Cyzicus 19 b Constantinus, AE 3 SOL INVICTO COMITI, RIC VI, Lyons, 310 Constantinus, AE 3, RIC VII Cyzicus 59, Campgate Constantinus, AE3, RIC VII, Cyzicus 34, Campgate Constantinus, AE 3, RIC VII Antiochia 71, Campgate Licinius I Follis, IOVI CONSERVATORI, RIC VII, Alexandria 28 Constantinus II, AE3, RIC VII, Antiochia 65, Campgate Costantius II, FEL TEMP REPARATIO, RIC VII, Antiochia 135 Theodosius I A2 GLORIA ROMANORVM, RIC IX Nicomedia 25 c Acquistate da venditore inglese, si tratta di un lotto di esemplari misti contraddistinti dalla caratteristica “desert patina” sulle superfici, di solito provenienti dall'area medio-orientale. "Desert patina"... che poi patina vera e propria, dal punto di vista chimico-fisico, non è: la patina è un processo di interazione tra la superficie monetale originaria e l’ambiente circostante mediante processi chimici di corrosione che portano a un’alterazione della prima. Il risultato di queste corrosioni superficiali, protratti per secoli o per millenni a seconda dell’età della moneta, viene definito patina, che si presenta di varie colorazioni a seconda degli agenti esterni che danno via a queste interazioni chimiche ed elettrochimiche. Nel caso di esemplari simili a quelli in oggetto ho letto commenti che definiscono il colore beige-rossastro dovuto a “sporco” derivato dal terreno. In realtà dovremmo parlare di superfici monetali che in ambiente secco (privo di acqua) porta alla formazione di CuO (ossido rameico – tenorite - dal tipico colore nero) sulle quali poi abbiamo una incrostazione/concrezione terrigena (abbastanza tenace in genere) formata da silicati/calcari a seconda della natura del sedimento. Il colore varia dal beige all’ora al rosso quasi carminio. Il contrasto tra il colore di fondo della tenorite e la concrezione porta a piacevoli giochi di contrasti cromatici che spesso rendono la moneta più gradevole alla vista. Di seguito alcuni dettagli.
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