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Buongiorno, come ben noto ai cultori della Storia dell’Esercito Romano, nel corso dell’Impero la Legione subì mutazioni profonde. Tipica dotazione del periodo repubblicano (almeno per quello medio e tardo) e del Primo Impero era il gladius e il pilum : nel tempo il sempre maggior utilizzo di truppe di origine barbarica portò alla sostituzione del primo con la spada lunga (spatha) di origine barbarica. Il gladio, mutuato dal gladius hispaniensis (che ebbero modo di conoscere durante le guerre puniche contro gli celtiberi alleati dei cartaginesi), era ideale per letali affondi di punta mentre il legionario si proteggeva dietro l’ampio scudo. A sua volta sostituiva gli xiphos (a lama diritta) e i makhaira (a lama curva) di tradizione magno-greca. Dal III secolo d.C. con il cambiamento delle tattiche di combattimento, venne ben presto sostituito (era già in uso presso la cavalleria dove risultava molto più utile), come detto, dalla spatha. Arma lunga, in ferro, usata più per colpire che non per parare i colpi (veniva utilizzato a tal fine lo scudo perché la lama tendeva a piegarsi e perciò anche lo scudo divenne più piccolo e maneggevole). Inoltre era un tipo di arma più adatta a un elemento non ben addestrato: viene più istintivo colpire di taglio che non affondare il colpo e al nuovo tipo di combattere, a ranghi meno serrati. TABELLA COMPARATIVA: Esempio tipologie Spatha (Tipo Starubing-Nydam) confrontate con un gladio Tipo Pompei. Tratto da http://zweilawyer.com/2010/04/22/le-armi-del-legionario-la-spatha/ Come intuibile, l’alto rapporto tra lunghezza e larghezza incideva sulla robustezza dell’arma, rendendola maggiormente piegabile(e quindi inutilizzabile) rispetto al gladio.
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