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  1. Il_Collezionista_

    Medaglie Esposizione agricola siciliana 1907

    Durante l'esposizione agricola siciliana del 1907 furono coniate 3 medaglie Una in rame per i visitatori dell'esposizione Una in argento per chi durante l'esposizione la voleva comprare Un'altra in argento per gli espositori (quella più grande) Avete informazioni su la moneta per gli espositori? Quante ne hanno fatte? Chi la possiede oggi? Dove si potrebbe eventualmente comprare? Grazie in anticipo
  2. Cercando di arricchire il catalogo Regno di Sicilia http://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-RS con nuove immagini e varianti, mi sono imbattuto in un grano di Carlo II del 1699 zecca di Palermo, venduto su Inasta "Asta n° 21 del 01/07/2007 Lotto n°: 2518". Allego foto Nella parte sinistra sotto l'ala manca la lettera R Allego foto con la lettera R La mia domanda è la seguente, secondo voi la lettera R è stata tolta in un secondo momento o no? Comunque l'ho inserita come variante nel catalogo http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-C2D/2. Cosa ne pensate studiando le foto? Non voglio influenzare con delle mie considerazioni, sono graditi commenti. Grazie Antonio
  3. Buongiorno a tutti, allego immagine di una monetina da 3 Piccioli, per la quale chiedo conferma trattarsi di emissione per Filippo II ed inoltre evidenzio la particolarità al R:/ delle due lettere i (II) in alto a sinistra rispetto alla cifra "3" del valore. Soprattutto questa particolarità mi rende difficoltosa l'esatta classificazione. Grazie a chiunque vorrà intervenire. Ad maiora. Peso: 1,43 grammi Ø massimo: 15 millimetri
  4. Buonasera, chiedo aiuto per la seguente monetina...quale la sua classificazione esatta? Grazie a tutti! Peso 0,60 grammi Diametro massimo 14 millimetri Metallo: rame (forse secoli fa mistura, ma non ne resta traccia)
  5. Buondì ragazzi, Spero di postare nella sezione giusta... Vorrei capire se questa banconota da 1000 lire di G. Verdi ha un valore (considerate che è mai circolata). Grazie per chi potrà aiutarmi
  6. Buonasera, vorrei mostrarvi questa monetina trovata in un lotto vario di zecche italiane. Apparentemente il campo di dritto e rovescio portano a Filippo II (legenda VT/COMMO/DIVS e Aquila con P P sotto le ali), ma la legenda (quel che si intravede) del dritto mi lascia molto perplesso: io leggo chiaramente un V•S M•P (o croce) M, che non corrispondono a nessuna delle legende che ho trovato associato a questa tipologia di moneta. Avete per caso qualche suggerimento? Grazie in anticipo! peso 3,42 g e diametro 19,4 mm
  7. Guardate questa variante inedita del Trifollaro di Guglielmo II per Messina, con Palma e Testa di Leone , nella prossima asta Lanz. Presenta una curiosa scritta in Arabo al D/. Qualcuno la sa decifrare? Cosa ne pensate? http://www.sixbid.com/browse.html?auction=2013&category=41084&lot=1745360 Messina Wilhelm II. (1166 - 1189) Trifollaro. Löwenkopf, im rechten Feld arabische Schriftzeichen (!). Rs: Dattelpalme. MEC - (vgl. 425ff., dort ohne arabische Legende auf der Vs.), Travaini - (dito), Spahr - (vgl. 117, dito). 9,66g. Sehr selten. Sehr schön. Wohl Unikat.
  8. Messina, viaggio nei sotterranei del Museo: i tesori salvati dopo il terremoto del 1908 L’idea è stata di quelle che lasciano il segno. Entrare nella suggestione di quel disastro, che a Messina il 28 dicembre del 1908 arrivò dalla terra e dal mare, è stato un attimo. Con sapienti giochi di luce e buio, l’atmosfera, per i 40 spettatori limitati per ognuna delle due serate, si è creata in un attimo, generando quel pathos necessario per quanto da lì a poco si sarebbe potuto vedere. Nei sotterranei, solitamente inaccessibili al pubblico, gli attori hanno condotto i visitatori in un percorso surreale. A fare da guida Antonio Salinas, impersonato da Fortunato Manti, direttore dell’epoca del museo archeologico nazionale di Palermo e soprintendente dei monumenti, musei e gallerie di Sicilia. Quando partì per Messina per salvare il salvabile aveva 67 anni. Moltissimo di quanto è stato possibile ammirare nei sotterranei umidi fu salvato da Salinas e dai suoi più stretti collaboratori, primo fra tutti il suo assistente professore Gaetano Mario Columba. Delle 91 chiese ispezionate rimase ben poco. S. Elia, S. Elisabetta, S. Giovanni Decollato, S. Maria del Bosco, S. Filippo Neri, una carneficina di monumenti e opere d’arte. Marmi, gessi, stoffe, tavole e tele recuperati e ammassati in quei sotterranei sembrava potessero raccontare quanto vissuto a chi, in quei momenti di religioso silenzio, procedeva ammutolito in quegli spazi fisici. Uno spettacolo nello spettacolo, scritto dal direttore del Museo, Orazio Micali, attraverso le parole che Salinas riportò di suo pugno, in alcuni appunti, a testimonianza di quel lavoro di recupero. Commozione e amarezza è stata espressa da un interessato pubblico che non conosceva quanto Antonio Salinas avesse fatto per la città di Messina, una città che lo ha dimenticato troppo in fretta. «Nemmeno una strada, una piazza a lui intitolate, una targa a testimonianza della sua dedizione a questa città», hanno espresso con enfasi. Anche Orazio Micali nella sua presentazione ha puntualizzato come questo studioso meriti di essere scritto nel libro dei Giusti. Registi dello spettacolo “La ricerca del patrimonio sepolto” Giovanni Maria Currò e Mauro Failla, del ClanOff che organizza gli spettacoli al MuMe. Le letture sono state a cura di Gabriele Giliberto. Quello di venerdì e sabato è stato il primo di un ciclo di tre rappresentazioni sceniche prodotte dal Museo regionale di Messina, in collaborazione con il Clan degli Attori, che si svolgeranno nell’allestimento teatrale che si trova all’interno del MuMe. Opere che ripercorrono alcune delle tappe più significative della storia del teatro, messe in scena attraverso testi che raccontano storie e personaggi per un pubblico da emozionare e interessare. https://messina.gazzettadelsud.it/foto/cultura/2023/03/13/messina-viaggio-nei-sotterranei-del-museo-i-tesori-salvati-dopo-il-terremoto-del-1908-6339a32c-aa82-4701-886e-f7905513bbb3/15/
  9. Alex Paolicelli

    Nuovi 50 Euro con errore di stampa

    Salve, mi e' capitata tra le mani una banconota da 50 euro con evidente difetto di stampa. La banconota sembra autentica (vedi foto). Consigli?
  10. Ho acquistato in un'asta numismatica la moneta di cui allego l'immagine che mi è stata descritta come Follaro di Tancredi. Vedo che presenta caratteri arabi; è possibile avere notizie più in dettaglio del mio esemplare e delle coniazioni di tale tipo nel regno normanno?.
  11. Buongiorno a tutti, oggi vi presento il mio Mezzo Follaro di Guglielmo Il. Diam.15,5 mm Peso 1,23 g. Riporto brevi note storiche prese da Wikipedia. Guglielmo II detto il Buono Divenuto maggiorenne, Guglielmo venne incoronato re nel dicembre 1171: esercitò il governo affidandosi al ristretto gruppo dei familiares tra i quali un ruolo importante ebbe l'arcivescovo Gualtiero. Di Guglielmo II, rispetto al padre, i cronisti dell'epoca sottolinearono spesso, oltre alla bellezza, la correttezza nell'esercizio delle funzioni ed il rispetto per le leggi ed il popolo, l'istruzione e la mitezza d'indole tutte qualità che gli valsero l'appellativo di Buono. Il re inoltre, riuscì a godere di un periodo di relativa stabilità e riappacificazione nelle relazioni fra le diverse fazioni. Nel 1174 Guglielmo inviò una flotta, guidata da Tancredi conte di Lecce, in aiuto di Amalrico, re cristiano di Gerusalemme, con un'azione dimostrativa contro Alessandria d'Egitto. Negli anni successivi la flotta siciliana effettuò numerose scorrerie sulle coste egizie, senza una particolare strategia di conquista, che valsero l'appellativo di Arcipirata al nuovo amiratus Margarito da Brindisi. Ora continuate voi, magari arricchendo la discussione con note storiche e postando i vostri esemplari. Cosa ne pensate? @Numi 62 @azaad @Rex Sicilia @dareios it @eliodoro @Rocco68 ma anche chiunque altro vorrà dire la sua è ben accetto. Scusate le foto fatte con luce diversa. Appena possibile le rifaccio. Saluti Alberto
  12. Buongiorno, Vi segnalo questa interessantissima moneta: https://www.romanumismatics.com/298-lot-1399-italian-states-sicilia-sicily-kingdom-frederick-i-later-frederick-ii-holy-roman-emperor-and-constance-as-empress-of-the-holy-roman-empire-av-tari?auction_id=202&view=lot_detail Il lungo testo descrittivo spiega che la moneta, battuta ad Amalfi, è la prima moneta a riportare la datazione cristiana. Essa riporta anche la datazione araba in 595 anni (lunari) dall'Egira; era da lungo usuale nel mondo arabo riportare la data sulla moneta. Piccola lezione di umiltà per noi, e piccola dimostrazione di come il mondo multiculturale della corte di Svevia dell'epoca riusciva a far progredire l'arretratissimo mondo europeo del medioevo. Gli appassionati di storia sapran già tutto su Federico I, poi imperatore Federico II. Qui basta citare il fatto che al momento di questo conio, il Re che sarebbe poi stato chiamato Stupor Mundi aveva solo quattro anni, non è dunque lui l'origine dell'innovativa decisione! Personalmente ho dei problemi a trovare tali cifre nel tondello, che pure è quotato essere in stato zecca. Avete foto migliori? Se siete interessati posso tradurre il testo.
  13. Buongiorno, avevo da tempo conservate delle vecchie banconote di dollari, dovendo adesso andare negli States mi chiedevo se conviene utilizzarli, sempre se vengono accettati, conservarli o venderli.. Si tratta di diversi tagli con anno di conio 1957, 1963, 1967, 1977, tre in particolare mi destano un pò di curiosità, due banconote da 1 euro con bollino blu e una da venti con la stellina.. le posto per chiedere a voi qualche chiarimento. grazie image_67180545.JPG 1_compressed.pdf image_67161345.JPG 2_compressed.pdf image_67173633.JPG 3_compressed.pdf
  14. gentili amici vorrei sapere come mai la coniazione di monete dal grosso modulo come i 30 tarì del 1785 1791 1793, coniate appunto sotto il regno di Ferdinando III, non hanno avuto corrispettivi anche sulla parte continentale del regno. erano monete emesse per qualche motivo particolare? inoltre da cosa era dovuta la marcata differenza stilistica tra i volti del sovrano presenti su queste monete, inclusi i 12 tarì, che sembrano quasi caricaturiali rispetto ai busti finemente cesellati di quelle coniate a Napoli, tranne l'oncia del 1791, che è sicuramente tra le più belle monete in assoluto create sul territorio italiano. come mai c'era questa enorme differenza tra la maestria delle due zecche, Napoli e Palermo? chi sa se il re Ferdinando era contento di vedersi raffigurato in quel modo.
  15. Buonasera a tutti, era da tempo che meditavo di cimentarmi in una nuova monetazione, in qualcosa di diverso da quello che seguo. Devo dire che trovo molto stimolante allo studio il filone delle monete Siciliane dei Normanni. Inizio questo percorso da un piccolo nominale, delle cui dimensioni mi sono reso conto solo all'arrivo nelle mie mani. Un grazioso Follaro di Guglielmo Il, ho cercato delle notizie al riguardo di questo sovrano, come al solito mi sono avvalso del web e riporto uno stralcio di wikipedia. Non riporto tutto quello che ho trovato per non appesantire la lettura. Guglielmo II di Sicilia, detto il Buono (Palermo, dicembre 1153 – Palermo, 18 novembre 1189), discendente della famiglia degli Altavilla, fu Re di Sicilia dal 1166 alla morte; era figlio di Guglielmo I il Malo e di Margherita di Navarra. Viene ricordato come uno dei monarchi siciliani che godette di maggiore popolarità. «E quel che vedi ne l'arco declivo, Guglielmo fu, cui quella terra plora che piagne Carlo e Federigo vivo: ora conosce come s'innamora lo ciel del giusto rege, e al sembiante del suo fulgore il fa vedere ancora.» (Dante, Paradiso, canto XX, linee 61-66). La testa Leonina che dovrebbe essere una maschera, è un chiaro richiamo agli Altavilla . La scritta in cufico al rovescio sta a significare '' Re Guglielmo il Secondo'' @Numi 62 correggimi per favore se sbaglio, e se puoi aggiungi qualcosa che io possa così imparare. Ovviamente chiunque segua questa monetazione è ben accolto in discussione, postate i vostri esemplari. Posto foto della casa d'aste e quelle fatte da me. Saluti Alberto
  16. @eliodoro, @Numi 62, @azaade @dareios it Ho ricevuto in omaggio insieme ad un Follaro con leone , questa minuscola monetina che penso si tratti di un mezzo follaro. Presenta doppia battitura. È talmente piccola che appena la trovo la misuro e peso.? Avevate mai visto doppie battitura su questi nominali?
  17. Michi1867

    Medaglia votiva da identificare

    Buonasera, ho appena trovato questa medaglietta e mi chiedevo se qualcuno avesse qualche informazione in merito. Grazie in anticipo
  18. Buongiorno a tutti, vorrei sottoporre alla vostra attenzione tre monetine (qui troverete la seconda) trovate in un lotto di denari siciliani (Manfredi, Carlo d’Angió…). Ho provato a sfogliare i cataloghi di monete arano/normanne o con legenda cufica (tipo kharrube etc) ma senza successo. Potrebbero a questo punto essere semplicemente arabe, ma la mia conoscenza di questa monetazione è proprio a zero…per questo mi affido a voi e vi ringrazio anticipatamente! 18x11,4 mm 2,57 g
  19. Buongiorno a tutti, vorrei sottoporre alla vostra attenzione tre monetine (qui troverete la terza e ultima) trovate in un lotto di denari siciliani (Manfredi, Carlo d’Angió…). Ho provato a sfogliare i cataloghi di monete arano/normanne o con legenda cufica (tipo kharrube etc) ma senza successo. Potrebbero a questo punto essere semplicemente arabe, ma la mia conoscenza di questa monetazione è proprio a zero…per questo mi affido a voi e vi ringrazio anticipatamente! N.B.: su un lato di questa mi sembra di scorgere al centro tre lettere in alfabeto latino (TAR?). 14 mm 2,63 g
  20. Buongiorno a tutti, vorrei sottoporre alla vostra attenzione tre monetine (qui troverete la prima) trovate in un lotto di denari siciliani (Manfredi, Carlo d’Angió…). Ho provato a sfogliare i cataloghi di monete arano/normanne o con legenda cufica (tipo kharrube etc) ma senza successo. Potrebbero a questo punto essere semplicemente arabe, ma la mia conoscenza di questa monetazione è proprio a zero…per questo mi affido a voi e vi ringrazio anticipatamente! 13,6 mm 2,61 g
  21. buongiorno a tutti questa volta prometto che entrerò in discorsi un pelo meno tecnici e potranno partecipare più persone raggiunto quota 1100 piastre medicee mi sono deciso di estendere lo studio anche ai testoni , ho saltato alessandro e mi sono concentrato su cosimo I , sono al terzo periodo e trovo un enorme difficoltà a trovare testoni , sono a quota 61 pezzi comporese le collezioni private e trovo solo doppioni , vi risulta che siano così rari tanto che si trovano meno delle piastre ? o ci sono altri motivi .
  22. ARES III

    Nuove interpretazioni a Mozia

    Archeologia, Sicilia: la vasca sacra di Baal che si pensava fosse un porto fenicio Inizialmente si pensava che il kothon di Mozia, nella Sicilia meridionale, fosse un porto artificiale. Non lo era, lo dimostra l'archeologo Lorenzo Nigro della Sapienza Il grande Baal, il cui nome significa “proprietario” o “padrone”, il cui feudo dipendeva da quando e dove veniva adorato: re degli dei, dio delle stagioni e della tempesta, dio della fertilità, dio della pioggia e del tuono, il cui nome era legione; adorato da Ugarit al Nord Africa e attraverso il Mediterraneo migliaia di anni fa, e anatema per i sacerdoti di Yahweh, Baal sarebbe diventato Bel per gli Aramei e Belos o Belios per gli antichi greci, che è un punto cruciale di questa storia. Il “porto artificiale” scoperto nel porto fenicio di Mozia, nella Sicilia meridionale, all’inizio del XX secolo non era nulla del genere, a differenza di quanto si pensasse. La monumentale vasca rettangolare era stata male interpretata. Ora ha dimostrato di essere stata una gigantesca vasca sacra in onore di Baal che operò durante il periodo fenicio della città, dall’VIII al V secolo a.C., come spiega sulla rivista Antichità l’archeologo Prof. Lorenzo Nigro dell’Università La Sapienza di Roma. Nel 2014 ha scritto della natura della struttura come piscina e non come porto, ma ora Nigro spiega che la piscina probabilmente svolgeva anche un ruolo astronomico e nuovi ritrovamenti ad essa associati sottolineano la natura multiculturale della città. Infatti la vasca d’acqua dolce era il centro di un monumentale complesso religioso con tre templi, circondato da una cinta muraria circolare. Il sito di Motya (o Motye o Mozzia) è stato occupato fin dalla preistoria, come si addice a un luogo incantevole del Mediterraneo. La città sorse sulla sponda occidentale dell’isola di San Pantaleo circa 2.800 anni fa, dopo che i Fenici in partenza dal Libano scoprirono l’isola, stabilirono una presenza e convivevano con gli abitanti preistorici, gli Elimi. Il risultato fu una nuova, distintiva identità culturale “fenicia occidentale“, deduce Nigro. La città fenicia di Mozia fu fondata circa un secolo dopo la fondazione della grande e terribile città fenicio-cananea di Cartagine in Tunisia, e quella città non se ne divertiva. Con la crescita dell’influenza di Mozia nella regione del Mediterraneo, le due città entrarono in conflitto. Verso la metà del VI secolo a.C., l’invidiosa Cartagine avrebbe cancellato dalla mappa la città nata e le sue mura difensive. Eppure questa città “fenicia occidentale” sarebbe risorta, con un nuovo muro difensivo esterno e complessi religiosi monumentali, uno a nord dell’isola (in onore del dio Melqart) e uno a sud. Intorno al 400 a.C. sarebbe stata nuovamente distrutta, questa volta da Dioniso Siracusa. Questa storia parla del complesso religioso meridionale durante la fase fenicia della città, prima di Dioniso, da circa 2.800 a 2.500 anni fa, prima della sua seconda distruzione. Incombe su tutto, Baal Con il senno di poi, è chiaro il motivo per cui lo scopo del monumentale bacino rettangolare è stato frainteso quando scoperto per la prima volta nel 1906 dall’archeologo anglo-siciliano Joseph Whitaker, che pensava fosse un porto artificiale chiamato kothon. Kothon (o cothon) è una parola greca per un recipiente per bere in argilla o metallo dalla bocca tonda usata dai soldati spartani, e nei documenti classici arrivò a indicare il nome del gigantesco porto artificiale a forma di anello di Cartagine. Pensando di aver trovato un porto chiuso, Whitaker ha soprannominato il bacino rettangolare di Motya “cotone“. In onore di Whitaker, la prima persona a indagare sul bacino di Motya, Nigro ha continuato a chiamare la struttura rettangolare un kothon anche se non lo è, spiega. Torna a Whitaker all’inizio del XX secolo: aveva notato un canale tra il bacino e il mare e pensava che fosse stato scavato per consentire alle barche di navigare. Ha quindi ipotizzato che la struttura fosse un porto artificiale per scopi militari, simile al kothon di Cartagine. Nel 1971, Benedikt Isserlin dell’Università di Leeds, scrivendo anche sulla rivista Antiquity, descrisse lo scavo di un bacino di carenaggio a Motya, ma come sottolinea Nigro, quella struttura non coinvolgeva il bacino stesso. Perché non poteva essere un kothon? Per molte ragioni. Come ha fatto notare Nigro, in epoca fenicia il Mediterraneo era 80 centimetri più basso di oggi (cambiamento climatico in atto). Con un’area di 37 per 52,5 metri, la piscina è sul lato piccolo per un porto; Il kothon cartaginese, in confronto, era immenso, con un’area esterna destinata ai mercanti e un’area interna per le imbarcazioni militari. Anche alcuni altri porti fenici, come Mahdia e Kition, avevano kothon. Ma in difesa di Whitaker, per quanto riguarda le piscine sacre, questo era grosso. (Più tardi, i romani usarono il kothos di Mozia per allevare pesci; e secoli dopo, dal XVI al XVIII secolo d.C., la piscina fungeva da salina.) L’interpretazione che si trattasse di una vasca sacra è corroborata dal fatto che i luoghi di culto dei Fenici in tutto il loro regno erano caratterizzati da sorgenti d’acqua naturali o artificiali per abluzioni e scopi rituali. “I santuari [fenici] costruiti nelle vicinanze indicano che alcune sorgenti furono monumentalizzate e venerate“, scrisse Elvira Groenewoud nel 2001 . E allora, la sacra piscina di Mozia era alimentata non da una, ma da almeno tre sorgenti sotterranee originate da una falda acquifera sotterranea, ha dimostrato Nigro. Queste sorgenti d’acqua dolce sono state scoperte dopo che il kothos era stato drenato per scopi di scavo. Fu allora che fu dimostrato che in nessun momento del periodo fenicio il kothos era stato collegato al mare, spiega Nigro. Quindi un porto artificiale, sicuramente non avrebbe potuto essere. Era anche poco profondo, essendo profondo da 80 centimetri a 1,5 metri, difficilmente il biglietto per manovrare le barche da guerra. Anche scomoda per la navigazione, ma adatta alla venerazione, proprio nel mezzo di questa sacra piscina d’acqua dolce c’era una statua di pietra di Baal che avrebbe raggiunto un’altezza di 2,4 metri, dice Nigro, anche se non c’è più – torneremo a questo punto. Il dio era su un podio alto 1,5 metri, suggerisce. In vista del nuovo documento, il team ha allestito una replica della statua di Baal nella piscina, che ha reso “tutto più chiaro” e ha anche scavato più “temenos”, il muro circolare che circonda il complesso religioso con i tre templi, l’archeologo dice. Salpando dal Libano tra le stelle I grandiosi templi furono scoperti durante i rinnovati scavi iniziati nel 2002. Uno era un grande tempio a Baal che operò dall’800 a.C. circa al 397 a.C. circa, ha dedotto Nigro, scrivendo in un documento precedente che la natura delle strutture mostra i segni distintivi delle radici dei Mozia Fenici nella loro patria di Canaan (Libano). Gli scavi dal 2009 al 2021 hanno svelato il muro “temenos” che aveva circondato il sacro recinto e un tempo era alto circa tre metri. Gli archeologi hanno anche rinvenuto un tempio dedicato alla dea Astarte e un edificio cultuale che Nigro ha soprannominato il “Santuario delle Acque Sante” per le sue strutture idrauliche e cultuali: il santuario comprende tra l’altro un santuario e un’area per i sacrifici animali. Ma soprattutto, crede che la piscina al centro del complesso possa essere servita anche da superficie per osservare e mappare le stelle. La superficie dell’acqua avrebbe rispecchiato il cielo, come fa l’acqua – nientemeno che Leonardo da Vinci ha sottolineato gli attributi dell’acqua stagnante inerte durante lo studio del cielo notturno. Per prima cosa, le stelle erano adorate dai Fenici, sia come dèi che come antenati defunti; e la posizione delle costellazioni era di vivo interesse per i marinai tra di loro ai fini della navigazione, sottolinea Nigro. Ha scoperto che le posizioni delle costellazioni nel cielo notturno in date significative, come solstizi ed equinozi, si rispecchiano negli allineamenti delle strutture principali del complesso. Le stele sono state “posizionate con cura all’interno del temenos per contrassegnare il sorgere, lo zenit o il tramonto delle stelle sull’orizzonte“, scrive. “Il Tempio di Ba’al, i suoi propilei (porta di accesso) e un certo numero di stele allineate sono tutti orientati verso il punto dell’orizzonte in cui sorge Orione subito dopo il tramonto al solstizio d’inverno“, specifica. Gli orientamenti si basano sulla ricostruzione archeoastronomica del cielo notturno quando fu costruito il tempio, intorno al 550 a.C., spiega Nigro in un documento separato. Il che ci riporta a Baal e alla statua scomparsa nel mezzo della sacra piscina. Se la statua è sparita (tutti tranne un piede scolpito su un blocco di pietra), perché pensare che fosse di Baal? Perché, spiega Nigro, gli archeologi hanno scoperto un’iscrizione con una dedica greca a “Belios” in una fossa votiva accanto all’angolo sud-est della vasca. Greco? Non scrittura fenicia? Sì, Mozia era una città multiculturale e questa iscrizione greca è di fondamentale importanza, spiega Nigro, aggiungendo: “È datata alla metà del VI secolo a.C., su basi paleografiche e anche grazie ai piccoli aryballos su cui è iscritta“. C’era ancora una statua, non di Baal, ma apparentemente di un dio con la testa di babbuino dalle orecchie di cane, il rappresentante del dio Thoth, che dà credito alla teoria astronomica della funzione della piscina, dice Nigro. I Fenici adoravano non solo Baal e Thoth, ma anche elementi cosmici. Baal, per esempio, era rappresentato dalla costellazione di Orione , dice Nigro, e a Mozia, il Tempio di Ba’al, le porte e diverse stele allineate sono orientate verso il punto dell’orizzonte dove sorge Orione subito dopo il tramonto in inverno, basato sulla ricostruzione archeoastronomica del cielo intorno al 550 a.C. Baal era anche adorato dai cananei e divenne lo spauracchio dei seguaci di Yahweh, sebbene i primi israeliti non fossero chiaramente i monoteisti irriducibili che gli ebrei moderni tendono ad assumere. Apparentemente adoravano il pantheon , incluso Baal. Ma Baal era particolarmente fastidioso, a quanto pare; il suo nome compare decine di volte nella Bibbia, mai in senso positivo; fino ad oggi Israele ha città intitolate al dio. Eppure prevalse, Baal no; le città dell’Israele biblico a lui intitolate sono scomparse, mentre le città che prendono il nome da altri dei, tra cui Shamash, il dio della luna Yarekh ed El, sono ovunque . Il punto di svolta potrebbe essere stato l’impulso riportato dalla regina Jezebel (figlia del re Ithobaal di Tiro!) di costringere Israele ad adorare Baal epurando i profeti di Yahweh, come descritto in I Re 18. Non ha funzionato. https://www.meteoweb.eu/2022/04/archeologia-sicilia-vasca-sacra-baal/1780984/?amp=1
  23. Salve a tutti pongo alla vostra attenzione un mio grano ut commodius. Acquistato da poco sulla baia per un Filippo IV (IP). Peso g 3,22 misure 1,2cm x 1,9 cm Non ho grandissima esperienza ma la mancanza delle cerchiature attorno all’aquila e al campo sul verso mi fa pensare più a un Filippo III (sempre IP). Anche i caratteri utilizzati mi sembrano un po’ insoliti. Insomma come la cataloghereste? Grazie a tutti in anticipo
  24. Buonasera a tutti, ho bisogno del vostro aiuto per la corretta identificazione, o almeno qualche chiarimento, su questa medaglia. D/ Aquila coronata ad ali spiegate. MUNICIPIO DI PALERMO * R/ Corona di rami di palma e alloro. SCUOLE ELEMENTARI * III PREMIO 1868 Di per sé l'oggetto sembra essere una medaglia premio assegnata dalle scuole elementari di Palermo, simile come iconografia e dimensioni a questa del 1887: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME57G/76 Tuttavia ci sono alcune stranezze che non riesco a spiegarmi: 1) Lo stile dei disegni e delle legende sembra molto approssimativo e grossolano rispetto alla medaglia del 1887, quasi da "fatto in casa". Vi risultano medaglie di questo periodo storico/area geografica/destinazione d'uso con un aspetto simile? 2) D'altro canto che senso avrebbe produrre privatamente un oggetto del genere? Non è come una moneta, che può essere falsificata per motivi economici. Un premio o lo si è vinto, oppure no. Dall'aspetto e dalla specificità dell'evento commemorato pensare a una produzione più recente mi sembrerebbe ancora più strano. 3) La medaglia sembra essere costituita da due parti, credo entrambe d'argento: una lamina centrale molto sottile (<1mm) e un bordo rialzato molto più spesso (~2mm), al quale penso sia attaccata la perlinatura. Conoscete esempi di medaglie fatte con questo sistema produttivo? Purtroppo me ne intendo poco di medaglistica. 4) Sul taglio è presente in incuso la scritta "PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS" che se non erro dovrebbe essere associabile ai sovrani borbonici del Regno delle Due Sicilie. Però l'anno del premio è il 1868... Qualcosa non mi torna ?. Inoltre la scritta sul taglio non sembra avere lo stesso stile "artigianale" del resto della medaglia. Cosa ne pensate? Ringrazio in anticipo chiunque interverrà per chiarirmi un po' le idee ? saluti Magus
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