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Risultati per Tag 'sardegna'.
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Identificazione moneta e se può avere un valore
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Ampsicora o Aristeo? Il MISTERO di una rara moneta della SARDEGNA
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Monete Preromane
Ampsicora o Aristeo? Il MISTERO di una rara moneta della SARDEGNA di Enrico Piras | Chi è ritratto su una rara moneta della Sardegna coniata alla fine del III secolo a.C.? Tante ipotesi sullo sfondo della storia 7 Marzo 2024 https://www.cronacanumismatica.com/ampsicora-o-aristeo-un-mistero-per-una-moneta-della-sardegna/ Spesso si dice, a ragione, che l’antica Grecia è la culla della civiltà occidentale. Considerando che l’eredità greca fu raccolta, metabolizzata e diffusa dai Romani, è quasi lapalissiano considerare quanto sarebbe cambiato il corso della storia se Roma non fosse riuscita a sconfiggere la sua prima, grande rivale: Cartagine. All’epoca della Prima guerra punica, i domini cartaginesi comprendevano larghe aree del Mediterraneo, inclusa la Sardegna. Nell’isola vennero battuti pochi tipi monetali, ma ciononostante la produzione fu quantitativamente imponente. La moneta della Sardegna di cui parliamo è l’ultima coniata dai Cartaginesi nell’isola. Risale al 216 a.C. circa ed è coniata in una lega composta in larga parte da bronzo e in percentuale minore da argento. La moneta, alquanto rara, presenta al diritto una testa virile diademata a sinistra, e al rovescio un toro stante a destra con la testa rivolta in avanti e, dietro, una spiga. Un’incisione che mostra la battaglia di Canne, uno degli scontri più cruenti del mondo antico, combattuta il 2 agosto del 216 a.C. e vinta dai cartaginesi Come gli appassionati di storia avranno notato, l’anno in cui usualmente si colloca la coniazione di questa moneta della Sardegna è lo stesso della battaglia di Canne: siamo all’inizio della Seconda guerra punica (218-201 a.C.). Nel 238, a conclusione della prima, Cartagine aveva dovuto cedere la Sardegna a Roma; tuttavia, la sconfitta di Canne (probabilmente la più grave disfatta militare mai subita dai Romani) aveva lasciato l’Urbe scoperta, al punto che solo le circostanze favorevoli e la strategia d’attesa di Quinto Fabio Massimo la salvarono. La Sardegna, che mal tollerava i nuovi dominatori, colse l’occasione favorevole per insorgere. La rivolta fu guidata da Ampsicora, il più importante e ricco fra i principes sardi. L’origine di Ampsicora è stata a lungo oggetto di dibattito e lo è tuttora. La maggior parte dei testi avvalla la vecchia tesi dello storico Ettore Pais che, ricollegando il nome del condottiero a quello del fiume della Numidia Ampsaga, sostiene una sua origine fenicia. Tuttavia il linguista e glottologo Massimo Pittau ha rimesso in discussione questa ipotesi, imparentando l’antroponimo ad altri simili per struttura linguistica e aventi origine egeo-anatolica: la stessa, a quanto pare, degli etruschi e degli antichi Sardi. Ciò che sappiamo per certo è che attorno ad Ampsicora si riunirono le comunità in rivolta, che avevano come roccaforte la città di Cornus (presso l’attuale Cuglieri). Roma mandò in Sardegna un esercito capitanato da Tito Manlio Torquato, con l’incarico di stroncare la ribellione, nel 215. Un bell’esemplare della rara moneta della Sardegna con al dritto un ritratto virile diademato e al rovescio un bue e una grande spiga di grano (mistura, mm 23 ca. per g 7 ca.) Lo scontro fra i due eserciti si risolse in una vittoria per Roma. Successivamente, lo sbarco di un esercito cartaginese nei pressi di Oristano riaccese le speranze dei rivoltosi. Unendo a questi effettivi le truppe sconfitte da Torquato e alcune truppe di indigeni, Ampsicora e il comandante cartaginese Asdrubale il Calvo riuscirono crearono un possente esercito, col quale si diedero alle devastazioni nell’agro del Campidano, nell’intento di raggiungere Carales. Tuttavia, il nuovo scontro si risolse in un’altra disfatta per i sardo-punici, ancora più pesante della precedente: gli sconfitti lasciarono sul campo ben 12.000 morti, fra cui Hostus, il figlio di Ampsicora; quest’ultimo, secondo le fonti, si uccise subito dopo. Successivamente, Tito Manlio Torquato assediò ed espugnò Cornus, ponendo definitivamente termine a qualsiasi velleità cartaginese sulla Sardegna. Questi gli avvenimenti che fanno da sfondo alla moneta della Sardegna antica di cui parliamo, la quale, a sua volta, mostra delle caratteristiche interessanti. La lega di cui è composta testimonia che una certa quantità di argento fu inviata in Sardegna dalla Spagna: infatti, all’epoca della quale scriviamo, Cartagine era appena riuscita a riprendere il controllo delle miniere della penisola iberica. L’aspetto più particolare è però un altro: questa moneta della Sardegna infatti, a differenza di tutte le altre monete sardo-puniche (ad eccezione di un tipo monetale che è però molto raro e più vecchio di alcuni decenni), non mostra al dritto la divinità fenicia Kore, bensì una testa virile diademata. Un altro esemplare di questa tipologia monetale sarda di fine III secolo a.C. sul cui ritratto al dritto gli storici e i numismatici non trovano ancora certezze La scomparsa dell’effigie della dea porterebbe a pensare che questa emissione sia da collegarsi, più di quelle che l’hanno preceduta, ad elementi autoctoni. Alcuni studiosi hanno persino ipotizzato che la moneta ritrarrebbe lo stesso Ampsicora; tesi, questa, oggi abbandonata dalla maggior parte dei numismatici. Altri studi, basandosi sulle caratteristiche stereotipe dei ritratti presenti negli esemplari a lui noti, indicano la possibile identificazione con il dio greco-sardo Aristeo. Oggi, l’ipotesi prevalente è quella che la testa diademata sia effigie di un eroe simbolico e non come ritratto individuale. Meno problematico il rovescio della moneta: il toro è spesso presente nell’iconografia monetale sardo-punica, così come la spiga, simbolo della fertilità dell’isola. Parecchi esemplari riportano, sempre nel rovescio, una o più lettere dell’alfabeto fenicio-punico: si tratta, probabilmente, di lettere assegnate ai diversi zecchieri per distinguere le monete battute da uno piuttosto che dall’altro. La rarità della moneta in esame testimonia la brevità dell’emissione: un’ultima, fugace testimonianza del dominio cartaginese e dell’apertura di un nuovo capitolo della nostra storia. -
Identificazione Moneta Medievale
scrozza2007 ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
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L’ASSE dei SUFETI Magistrati cartaginesi in Sardegna
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Monete Romane Provinciali
L’ASSE dei SUFETI: una MONETA rara, misteriosa e… “longeva” -> https://www.cronacanumismatica.com/lasse-dei-sufeti-una-moneta-rara-misteriosa-e-longeva/ Magistrati cartaginesi in Sardegna, i sufeti lasciarono memoria fino all’alba dell’epoca romana come testimonia un asse coniato a Cagliari nel I secolo a.C. di Enrico Piras | Le monete, come certi monumenti, vengono utilizzate dagli studiosi come fonti per far luce su molti lati oscuri della storia. Tuttavia, anche i numismatici hanno il privilegio di trovare, talvolta, delle monete che pongono più domande di quelle a cui rispondono, come ci dimostra quella di cui parleremo. Si tratta di un asse della Repubblica romana, alquanto raro, risalente al 44-28 a.C. circa. La moneta, in bronzo e con diametro di mm 30-32 e un peso di g 25, presenta al D/ due teste accollate a destra, accompagnate dalla legenda ARISTO MVTVMBAL RICOCE SVF. Al R/, invece, si può vedere un tempio tetrastilo con la legenda VE NE RIS e, in esergo, KAR. L’interpretazione di entrambe le facce ha dato adito a diversi interrogativi. Una delle poche certezze è che si tratta di una moneta sarda, poiché la scritta KAR attesta inequivocabilmente la provenienza dalla zecca di Cagliari, e che è un asse. Tuttavia, anche se la moneta è romana ed è stata coniata nell’epoca sopra indicata, gli altri elementi dell’iconografia e della legenda contengono riferimenti al dominio cartaginese della Sardegna, in particolare la scritta SVF, che è abbreviazione di sufetus ossia sufeti. I sufeti erano i funzionari che, nell’antica Cartagine, formavano la suprema magistratura collegiale del Giudicato. Ogni anno ne venivano eletti due e avevano il compito di convocare e presiedere le assemblee degli anziani e del popolo, amministrare la giustizia, comandare gli eserciti e di assolvere, forse, qualche obbligo religioso. Numerosi documenti epigrafici testimoniano che centri della Sardegna punica come Karalis, Nora, Bithia, Sulcis e Tharros, a partire almeno dal IV secolo a.C. furono governati da sufeti. Essi stavano a capo di queste città, anche se non c’è motivo di ritenere che i loro poteri fossero più ampi di quelli dei loro colleghi a Cartagine; in particolare, è improbabile che i sufeti sardi assolvessero funzioni militari. Detto questo, è opportuno ricordare che il dominio punico in Sardegna terminò nel 238 a.C. e che l’ultima moneta cartaginese dell’isola è un medio bronzo-potin risalente grosso modo al 216 a.C., posteriore di qualche anno alla conquista romana. Fa quindi meraviglia che ancora negli ultimi anni della Repubblica venissero battute monete che rimandavano ai sufeti. Tuttavia, l’interpretazione della legenda SVF non è in discussione, per cui non resta che accettare che alcune importanti istituzioni puniche abbiano resistito a lungo dopo la fine di Cartagine, come provato anche dalle fonti epigrafiche, e che quanto meno il loro ricordo sopravvivesse in Sardegna ben due secoli dopo che essa era diventata romana. Secondo la maggior parte degli studiosi, le due teste visibili al diritto raffigurano proprio gli ultimi due sufeti della città di Cagliari, e i nomi nella legenda, di origine cartaginese, sarebbero i loro. Secondo Martini, invece, i profili potrebbero essere quelli di Lepido e Ottaviano, il che sposterebbe la data della moneta al secondo triumvirato (43 a.C.). Uno dei due nomi, ovvero MVTVMBAL, suggerisce un collegamento con la divinità fenicia Baal. Questo era, insieme a El, Eliun e Melqart, uno degli appellativi con cui i Cartaginesi definivano il loro dio supremo, e voleva dire “Signore”. D’altra parte, i nomi divini documentati anche in Sardegna dalle testimonianze letterarie ed epigrafiche, come Baal ‘Addir, Baal Hammon e così via, ben si accordano con questa concezione della divinità. La proverbiale chiusura della Sardegna, regione attaccata alle proprie tradizioni e refrattaria ai cambiamenti, potrebbe aver contribuito alla conservazione parziale di culti religiosi punici e alla loro fusione con quelli proto sardi. D’altra parte, anche il tempio raffigurato al rovescio, per quanto dedicato a Venere, sembra conservare uno stile architettonico cartaginese. -
Salve a tutti!! Qualcuno può consigliarmi che catalogo utilizzare per catalogare al meglio un Sardus Pater? Da quanto ho capito la situazione Sardus Pater è alquanto complessa, se qualcuno saprebbe consigliarmi sarebbe di grand'aiuto. Grazie Mille!!
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Sardegna Zecche medioevali della Sardegna.
marmo87 ha aggiunto un nuovo link in Monete Medievali di Zecche Italiane
L'idea di questa discussione nasce dal fatto che sul catalogo non esiste per il momento la sezione che riguarda le monete medioevali coniate in Sardegna dal periodo aragonese sino alla fine della dominazione spagnola. Di conseguenza posterò qualche immagine di monete che mi appartengono e altre invece prese in prestito da alcuni amici con la speranza che qualche altro appassionato posti le sue in modo che si possa così creare una sorta di database di immagini quando in futuro la sezione sarà completata. Si tratta di una monetazione poco conosciuta e le bassissime conservazioni spesso non permettono di apprezzarla appieno ma sono sicuro che alcune vi piaceranno :) Mi scuso già da ora se non seguirò le indicazioni del forum per quanto riguarda la data delle monete poiché nella mia idea la monetazione medioevale della Sardegna è un unicum storico.. Inoltre mi scuso anche per gli eventuali errori che commetterò. Non seguirò un ordine cronologico perché sarebbe troppo impegnativo :) salvo precisazioni, si darà per scontato che la zecca sia quella di Cagliari. Mi permetto di citare alcuni utenti di questo forum che so essere interessati e attivi in questa monetazione così se e quando vorranno potranno dare il loro contributo sia in termini di immagini che di conoscenze: @@4mori @@DaniloGioi @R-R @@Antix87 @@Alexandrio @@Trishekel mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno.. Inizierò con la prima: una delle mie preferite: Giacomo II d'Aragona (1291-1327) Alfonsino Minuto 0,66 g zecca: Bonaria D: IACOBVSARAGON Scudo a Cuore -
Nora, la grande scoperta: dagli scavi riemerge una piazza di età imperiale con due fontane Il sottosuolo dell’area storica di Pula continua a regalare meraviglie. E ci sono anche i tour in 3 D per rivivere la città. Nora, nuovi scavi archeologici nell’antica città riportano alla luce una piazza di età medio Imperiale e i visori 3D fanno viaggiare nel tempo i visitatori con fedeli di costruzioni dei siti. Una piazza di età medio imperiale, pavimentata e decorata da due fontane monumentali legate a giochi d’acqua: un’opera di grande impatto visivo probabilmente voluta da un eminente cittadino di Nora o addirittura da un imperatore. Così l’antica città di Nora si anima di nuova vita grazie alle scoperte dell’ultima campagna di scavi archeologici che hanno riportato alla luce importati siti e reperti. E ancora, a supporto delle scoperte degli archeologi, ci sono le nuove tecnologie che hanno permesso una puntuale ricostruzione della Nora delle origini che consentirà ai turisti-visitatori di viaggiare nel tempo in maniera suggestiva e immersiva, grazie all’ausilio dei Visori 3D. Questa mattina, durante una conferenza stampa dedicata, sono state illustrate ai giornalisti le importanti novità che arricchiscono l’offerta culturale di Nora, ovvero le nuove scoperte archeologiche portate alla luce nell’ultima campagna di scavi: l’ampia piazza di età medio imperiale, pavimentata e decorata con due fontane monumentali legate a giochi d’acqua e i tour privati organizzati con l’utilizzo di visori 3D, grazie ai quali è possibile ammirare la città di Nora così com’era una volta. I visori saranno prenotabili dai turisti già da venerdì 15 luglio. Un’altra importante novità sono le prenotazioni on line, che allineano la qualità dell’offerta dell’area archeologica di Nora ad altri importanti siti di livello nazionale ed europeo, e ne ampliano la possibilità di fruizione e il monitoraggio: (https://www.fondazionepulacultura.it/prenotazioni/) La campagna di scavi e le scoperte archeologiche: una prima fase di ricerca si è concentrata nell’area del cosiddetto “Colle di Tanit” e ha permesso di riportare alla luce una porzione di un quartiere abitativo e artigianale di età romana. Con l’ampliamento dell’area di indagine, nel settore più prossimo all’area di accesso al parco archeologico, è venuta alla luce un’ampia piazza realizzata in età medio imperiale, pavimentata con basoli in andesite viola locale e decorata da due fontane monumentali legate a giochi d’acqua. La più grande di queste, di forma circolare, doveva costituire un monumento dal sicuro impatto visivo, con balaustra e saliente centrale, opera probabilmente voluta da un eminente cittadino di Nora o addirittura da un imperatore. La piazza doveva essere il centro di numerose attività artigianali e produttive, come dimostrano gli ambienti che gli si affacciavano sul lato occidentale. Inoltre, il rinvenimento di frammenti di teglie da fuoco e di un piano con griglie in terracotta associabile a un forno, permettono di immaginare questi ambienti come sede di un’attività artigianale dedicata alla lavorazione del pane. L’Università degli Studi di Cagliari opera sul sito di Nora dal 2013, attraverso un progetto di ricerca che ha visto alternarsi, nel corso degli anni, centinaia di studenti provenienti dall’Ateneo cagliaritano e da altri italiani e stranieri, come Viterbo, Roma, Pisa, Jaen e Alicante (Spagna). Dirette dai docenti di Archeologia Classica Marco Giuman e Romina Carboni, con la recente aggiunta del gruppo di Archeologia Cristiana e Medievale coordinato da Rossana Martorelli, le attività sono programmate annualmente in maniera sinergica con le altre Università che operano sul sito (Genova, Milano, Padova) e con la Soprintendenza ABAP di Cagliari, oltre al fondamentale supporto dell’amministrazione comunale di Pula e della Fondazione Pula Cultura Diffusa. L’équipe universitaria, che ha coordinato in dieci anni di missione l’attività di centinaia di studenti dei corsi di Laurea triennale e Specialistica, oltre agli allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, si è avvalsa in anni recenti del contributo di prestigiosi atenei esteri, come l’Universidad de Alicante (Spagna) e la Queen’s University di Kingston (Canada). La tecnologia a supporto dell’archeologia. Visori 3D e prenotazioni on line: Da venerdì 15 luglio si potrà esplorare l’antica città di Nora grazie a un tour privato e l’utilizzo di un visore che consentirà di sperimentare la realtà virtuale in 3D. Sarà così possibile tornare indietro nel tempo, in questa coinvolgente esperienza a 360 gradi, che mostrerà al turista-visitatore la ricostruzione dell’antica città di Nora. Indossando il visore ci si immergerà nelle fedeli ricostruzioni che sono state elaborate dall’Università di Padova, proprio dei principali punti di interesse norensi. Sarà inoltre possibile prenotare on line la propria visita al sito archeologico collegandosi all’indirizzo: https://www.fondazionepulacultura.it/prenotazioni/. Un’altra novità preziosa per una migliore fruizione, e un’ottimizzazione della gestione dei flussi, da parte dei visitatori dell’antica città di Nora, voluta dall’amministrazione comunale e dalla Fondazione Pula Cultura Diffusa, che permette inoltre di allinearsi agli standard di qualità nazionali ed europei dei siti di interesse turistico. Presenti alla conferenza stampa, Walter Cabasino Sindaco di Pula, Augusto Porceddu, Vicepresidente Fondazione Pula Cultura Diffusa, Clara Pili Direttore Generale Fondazione Pula Cultura Diffusa, Antonello Figus Presidente Fondazione Romanico in Sardegna, Chiara Pilo Rappresentante della Soprintendenza Archeologica belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna, Don Marcello Loi Parroco di Pula, Marco Giuman Ordinario di archeologia classica dell’Università degli Studi di Cagliari, Rossana Martorelli Ordinario di Archeologia cristiana e medievale dell’Università degli Studi di Cagliari, Maria Francesca Piu – archeologa UNICA, Andrea Basso – archeologo UNICA (relatori visita alla chiesa di Sant’Efisio). Romina Carboni -archeologa UNICA e Emiliano Cruccas archeologo – UNICA (relatori visita agli scavi). https://www.castedduonline.it/nora-la-grande-scoperta-dagli-scavi-riemerge-una-piazza-di-eta-imperiale-con-due-fontane/
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Ciao. Cercavo qualche info su questo gettone in uso negli "Spacci Aziendali" delle Miniere di Montevecchio in Sardegna. Il peso è di grammi 3,10 il diametro di mm. 35 e lo spessore di mm. 2. Gli assi sono a medaglia ed il materiale con cui è realizzato sembrerebbe alluminio o anche "italma". Le miniere di Montevecchio, presso Guspini: http://www.minieramontevecchio.it/la-storia/ vennero chiuse definitivamente nel 1991. Il valore nominale del gettone (L. 500) appare insolitamente elevato, considerando che da quello che riporta lo stesso sito internet delle Miniere, l'utilizzo dei gettoni si concluse alla fine degli anni '60 del secolo scorso: http://www.minieramontevecchio.it/02-spaccio/ Grazie per eventuali info. Saluti. Michele
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A testimoniare l'influenza etrusca in Sardegna la statuetta dell'Ercole di Posada, rinvenuto nell'omonimo paese, una scultura etrusco-italiota che farebbe pensare alla presenza degli Etruschi nell'antica "Feronia". Nessun documento prova con certezza la fondazione di colonie etrusche in Sardegna ma di sicuro gli scavi portati avanti in Toscana e nel Lazio hanno rivelato l’esistenza di rapporti profondi di tipo commerciale tra nuragici ed etruschi. Perché questo commercio tra loro? Prima di tutto perché entrambe le regioni erano ricche di miniere e poi perché era facile, per ragioni geografiche, approdare in Sardegna. A testimoniare l’influenza etrusca in Sardegna la statuetta dell’Ercole di Posada, rinvenuto nell’omonimo paese, una scultura etrusco-italiota che farebbe pensare alla presenza degli Etruschi nell’antica “Feronia”. Oggi la statuetta si trova a Cagliari, al Museo Archeologico Nazionale. La statuetta di Eracle Nel 1923 fu ritrovata presso Posada una statuetta in bronzo (attualmente esposta al Museo Archeologico di Cagliari), alta circa 30 cm, raffigurante un Eracle di tipo italico, databile secondo gli studiosi ad un periodo compreso tra la metà del V ed i primi decenni del IV secolo a.C. (figg. 1-2). Eracle è raffigurato nudo, stante, con la gamba sinistra leggermente avanzata. Dall'avambraccio sinistro pende la grande leontè (figg. 3-4). Il pezzo è stato identificato come proveniente da una fabbrica campana e la sua presenza potrebbe essere ricollegata alla fondazione, in prossimità di Posada, di un insediamento romano-etrusco (Feronia?) avvenuta proprio nella prima metà del IV secolo. La dedica della statuetta potrebbe essere stata effettuata dai mercenari campani assoldati dai Cartaginesi per reprimere la rivolta dei Sardi nel 387 a.C. https://virtualarchaeology.sardegnacultura.it/index.php/it/siti-archeologici/eta-medievale/castello-della-fava/reperti/3574-la-statuetta-di-eracle
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Sardegna 10 reali, Filippo II di Spagna, Zecca di Cagliari
Philippus IX ha aggiunto un nuovo link in Monete Moderne di Zecche Italiane
Ecco, dopo i tondelli da 10 reali di Filippo IV, di cui abbiamo già ampiamente discusso e mostrato in passato, è giunta l'ora di passare ai 10 reali di Filippo II, quindi dal nipote passiamo al nonno. Vorrei mostrarvi oggi un esemplare del III tipo, quindi non maltagliato, ossia con il tondello perfettamente regolare, tuttavia il conio resta molto impreciso e lacunoso che considero molto affascinate. Tale tondello (CNI, 8-11; Piras 48) presenta una fantastica patina, in certi punti anche iridescente. D/ + PHILIPPVS . REX . ARAGONVM . ET . SARDINIAE; Busto coronato a destra, ai lati C/X-A R/ + INIMICOS . EIVS . INDVAM . CONFVSIONE; Croce scanalata e ornata di 4 globetti Moneta proveniente da collezione personale. Buona visione e saluti!- 109 commenti
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Sardegna Reale di Carlo II per Cagliari
Ashcoltami ha aggiunto un nuovo link in Monete Moderne di Zecche Italiane
Da sempre ho una smisurata passione per i pezzi da un reale di Carlo II della zecca di Cagliari... Ma, per alcune date, è molto difficile trovare esemplari on line... Ed anche fisici... Chiederei il vostro aiuto per poter apprezzare gli esemplari che avete in collezione e magari analizzarne l' evoluzione stilistica.. P.S.: qualcuno possiede il 1691? Ed i maltagliati 1671-73? -
Sardegna Maltagliati, 10 reali Filippo IV, Cagliari
Philippus IX ha aggiunto un nuovo link in Monete Moderne di Zecche Italiane
Salve, buongiorno, mi sono iscritto da poco su Lamoneta.it, ma è da parecchio tempo che colleziono soprattutto monete della zecca di Cagliari, in particolare del periodo della dominazione spagnola (negli ultimi tempi ho scelto di approfondire Filippo III e IV). Vorrei postare come prima moneta su questo forum un "bellissimo" esemplare di 10 reali di Filippo IV, I tipo, proveniente dalla mia collezione privata. In relazione a questa moneta, vorrei la vostra opinione sulla data, infatti potrebbe essere del 1645 (quindi inedita), oppure del 1643 con il 3 finale girato. Cordialità e grazie -
Sardegna 5 lire Sardegna 1858 falsa o vera?
arredondosant ha aggiunto un nuovo link in Monetazione degli Stati Preunitari (1800-1860)
Ciao! Ho questa moneta e vorrei sapere se è falsa o vera. Quello che mi produce un dubbio è che tra la parola "SARD" e "CYP" non c'è il punto (che secondo le immagine che ho visto in internet dovrebbe essere), che si c'è tra le altre parole. Grazie! Questa è l'altra faccia -
Sardegna 1/2 doppia 1786
HENRYCUS ha aggiunto un nuovo link in Monete e Medaglie dei Savoia prima dell'unità d'Italia
Good day to All! Could you be so kind to help me to understand if this original or no? Many thanks! https://ibb.co/vzbhRvr https://ibb.co/WsfHhXk -
Sardegna Alghero: civitas o in vila.
JUST74 ha aggiunto un nuovo link in Monete Medievali di Zecche Italiane
Cordialissimi Perdonate la mia presunzione da neofita, nel voler aprire, più che una nuova discussione, una riflessione. Si tratta delle coniazioni di Re Alfonso V per Alghero. Il minuto coniato vide la luce, secondo il Dessì, non prima del Maggio 1443. Per il Birocchi si tratta di coniazione legata ad una speciale licenza concessa da Alfonso V alla città di Alghero del 1435. Ma è l'analisi del Castellaccio, riportando il Crousafont, quella che più rapisce... ovvero la risposta alla presenza, sui coni dei minuti di Alghero, di due diverse diciture riportare sul retro delle monete: "civitas" o "in vila" che in entrambi i casi accompagnano il nome della città. Alghero riceve il titolo di città (civitas) nel 1504 sotto Ferdinando II...eppure, come citato, il riutilizzo dei coni prosegue per l'intero periodo intercorso tra i due monarchi... Mi porgo la domanda... perché mai un Re come Ferdinando che in quel di Cagliari arrivò a coniare un vero capolavoro (reale col suo volto) lasciò per Alghero un semplice riutilizzo di vecchi coni seppur con la variante "civitas" al posto di "in vila"? Perdonate ogni mio errore come ogni mia presunzione. Un abbraccio. -
Sardegna scoperti a Mont'e Prama due nuovi giganti Nella necropoli nuragica dell’Oristanese sono emersi i resti di due nuove statue monumentali, a pochi giorni dalla ripresa dell'ultima campagna di scavo. I due nuovi pugilatori si aggiungono ai preziosi reperti di tremila anni fa che hanno reso famoso nel mondo il sito archeologico sardo ancora in parte avvolto nel mistero. Entusiasta il ministro della Cultura Franceschini: “Una scoperta eccezionale alla quale ne seguiranno altre". 1/13©Ansa A pochi giorni dalla ripresa dell'ultima campagna di scavo, nella necropoli nuragica di Mont'e Prama a Cabras (Oristano) sono emersi i resti di due nuove statue monumentali, due giganti che si aggiungono all'esercito in pietra di guerrieri, arcieri e pugilatori di tremila anni fa che ha reso famoso nel mondo il sito archeologico sardo ancora in parte avvolto nel mistero. alt 2/13©Ansa Un risultato davvero "importante" e che fa sperare in ulteriori sorprese già nelle prossime settimane, anticipa all'ANSA la soprintendente Monica Stochino. Entusiasta, il ministro della cultura Franceschini ricorda che il ritrovamento avviene a poco meno di un anno dalla nascita della Fondazione che vede impegnati il MiC, il Comune di Cabras e la Regione Sardegna. "Una scoperta eccezionale alla quale ne seguiranno altre", commenta 3/13©Ansa Gli archeologi hanno scoperto i torsi possenti di due pugilatori, il grande scudo flessibile che copre il ventre e si avvolge sul braccio. Poi una testa, gambe e altre parti dei corpi, frammenti di un modello di nuraghe 4/13©Ansa Avviata il 4 aprile, l'indagine sul campo ha confermato la prosecuzione verso sud della necropoli e dell'imponente strada funeraria che costeggia le sepolture. "Per noi la prova che siamo sulla strada giusta", sottolinea l'archeologo Alessandro Usai, dal 2014 responsabile scientifico dello scavo: "siamo andati a scavare a colpo sicuro in un tratto che ancora non era stato toccato” 5/13©Ansa Diversi nelle loro caratteristiche dai pugilatori trovati nell'ultima metà degli anni Settanta dopo la scoperta casuale di questo luogo incredibile, i due nuovi giganti, spiega Usai, sono del tipo "Cavalupo" come gli ultimi due riportati alla luce nel 2014, non a caso a poca distanza dall'attuale scavo, che si connotavano proprio per il particolarissimo scudo incurvato 6/13©Ansa "Una figura rara che ha un modello di riferimento nel bronzetto nuragico conservato a Roma nel museo etrusco di Villa Giulia", precisa l'archeologo citando il piccolo capolavoro proveniente appunto da una tomba della necropoli di Cavalupo, nella laziale Vulci 7/13©Ansa L'esame accurato, la pulitura e la rimozione dei due grossi torsi - che richiederà tempo per la particolare delicatezza e fragilità della pietra calcarea nella quale sono stati scolpiti - fornirà certo nuovi elementi di studio. Ma intanto già si pensa ad ampliare l'area dello scavo in corso portandola da 10 a 20 metri quadrati 8/13©Ansa Finanziato dalla soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna con 85 mila euro lordi, il nuovo intervento, fa notare Stochino, ne anticipa un altro più corposo, per 600 mila euro, che coinvolge anche il Segretariato Regionale del MiC e che si aggiungerà al grande progetto per 2 milioni 800 mila euro con i quali si punta a restaurare tutto quello che è stato trovato tra il 2014 e il 2016, così da esporre le nuove statue insieme alle altre nel Museo di Cabras 9/13©Ansa Un lavoro di squadra che coinvolge professionalità diverse, le università a fianco di soprintendenza e fondazione, antropologi, restauratori, architetti, che si aggiungono agli archeologi 10/13©Ansa Tutti insieme per trovare risposte ai problemi storici posti da questo speciale cimitero di tremila anni fa, costruito lungo una via funeraria e riservato quasi esclusivamente a giovani uomini, racconta appassionato Usai, spiegando che nelle oltre 170 tombe indagate "mancano completamente anziani e bambini", mentre sono pochissime le donne 11/13©Ansa Di certo sui secoli di vita di questo sito, nato intorno al XII secolo a.C, e su quella dei Giganti, che gli storici collocano tra il IX e l'VIII sec. a.C, rimane ancora tanto mistero, come pure sulla loro fine. Chi erano davvero questi colossi di pietra alti 2 metri e mezzo: custodi ancestrali di un'area sacra, rappresentazione delle funzioni sociali dei defunti inumati, eroi, antenati, simboli identitari di una comunità? 12/13©Ansa E poi perché sono caduti, ridotti in macerie sulle tombe che avrebbero dovuto vegliare: la loro fine fu la conseguenza di una lotta intestina tra comunità locali, fu colpa dei Cartaginesi? Usai spiega di propendere per un'ipotesi ulteriore, quella di una distruzione "naturale": "la mia opinione è che i Giganti siano caduti via via da soli - dice- tanto più che per come sono stati realizzati erano sbilanciati in avanti" 13/13©Ansa Il passare del tempo, il sommovimento della terra, le tante coltivazioni intervenute su questo tratto di terra, avrebbe fatto il resto, riducendo tutto in tanti frantumi che poi si sono rimescolati. "Qui cerchiamo risposte basandoci sui dati", conclude l'archeologo (nella foto la statua del “pugilatore tipo Cavalupo” meglio conservata, rinvenuta nel 2014 insieme a un’altra statua gemella non ancora restaurata, a pochi metri di distanza dai due torsi dello stesso tipo trovati nel 2022). https://tg24.sky.it/cronaca/2022/05/07/archeologia-sardegna-giganti-monte-prama
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Sardegna monetazione Giudicato di Arborea
Simone79 ha aggiunto un nuovo link in Monete Medievali di Zecche Italiane
Il Regno di Arborea o Giudicato di Arboréa era uno dei quattro Stati sovrani ed indipendenti che si formarono in Sardegna alla dissoluzione in occidente dell'Impero bizantino. Fu l'ultimo dei giudicati a conservare la sua indipendenza ed anche l'unico ad opporsi alla conquista aragonese dell'isola, riuscendo verso la fine del XIV secolo, sotto il regno della Giudicessa Eleonora di Bas Serra, reggente per conto del figlio minore Mariano V, ad ottenere il controllo di quasi tutta l'isola. Raggiunta la maggiore età Mariano V assunse i poteri giudicali. Prima di terminare la Reggenza sua madre però aveva promulgato la Carta de Logu, il codice delle leggi dello stato che, per la sua modernità resterà in vigore fino al 1827, quando verrà sostituito dal codice di Carlo Felice. Mariano V morì nel 1407. Il giudicato venne allora rivendicato da vari pretendenti, fra cui Guglielmo, Visconte di Narbona, il quale era un pronipote del giudice Mariano IV (più precisamente era nipote di Beatrice de Bas Serra, figlia terzogenita di Mariano IV e quindi sorella di Eleonora d'Arborea che esercitò la reggenza per conto del figlio Mariano IV fino al raggiungimento della maggiore età di costui). La Corona de Logu, l'organismo a cui spettava derimere la vertenza, riconobbe la legittimità dei diritti di Guglielmo e gli offrì la sovranità del Giudicato di Arborea. I giudicati sardi erano infatti stati perfetti e subiettivi (o super individuali) non patrimoniali, in quanto non appartenevano al re ma al popolo che, attraverso i propri rappresentanti, eletti nelle < coronas de curadorias > sceglieva in << corona de logu >> il proprio monarca o giudice, seguendo il più possibile la linea maschile della casata regnante originaria, solo in caso di mancanza di immediati eredi maschi, diretti o indiretti, venivano prese in considerazione le donne della famiglia, ma soltanto come portatrici di titolo per i figli, o per il marito, esercitando il ruolo di <giudicesse reggenti> o luogotenenti, durante l’assenza o la minore età del giudice titolare). (L.L.Brock.A.M.Oliva. Narbona Giudici d’Arborea, in AA.VV,Genealogie.op cit tav.XXXVII. F.C.Casula) Guglielmo si trasferì quindi a Oristano, dove venne nominato Giudice di Arborea, assumendo quindi anche la responsabilità della prosecuzione della guerra contro la corona di Aragona, che mirava a conquistare l'intera isola. L'esercito di Arborea venna sconfitto a Sanluri il 30 giugno 1409. Guglielmo parte per la Francia alla ricerca di aiuti lasciando la reggenza del giudicato a suo cugino Leonardo Cubello. Nel gennaio 1410 gli aragonesi presero Bosa e assediarono Oristano. Cubello fu costretto a firmare le resa della capitale e la cessione di gran parte del territorio del giudicato. La primavera dello stesso anno Guglielmo tornò in Sardegna per organizzare la resistenza contro l'invasore e la riconquista dei territori perduti, stabilendosi a Sassari. In questo periodo fa coniare due monete: il minuto e la patacchina. Nel diritto delle due monete si può osservare l'albero sradicato, simbolo del Giudicato di Arborea, simbolo che in tempi moderni è stato adottato da Indipendentzia Repubrica de Sardigna, uno dei partiti indipendentisti sardi. Dopo questa premessa storica, necessaria per inquadrare la questione che vorrei discutere e approfindire in questo forum, veniamo a parlare delle emissioni arborensi. Enrico Piras ne "Le monete della Sardegna" sostiene che le uniche emissioni attribubibili ai regnanti di Arborea siano il minuto e la patacchina. Scrive infatti: Le monetine di Guglielmo di Narbona sono le uniche vere monete che ricordino gli Arborea. Sull'ipotesi della coniazione di altre monete da parte dei signori arborensi si rimanda il lettore alle argomentazioni apparse in merio nella "Biblioteca Francescana Sarda" ("Considerazioni su una presunta monetazione arborense" - Oristano 1990), che dimostrano come, almeno fino ad oggi, non sia possibile affermare con dati scientifici e inoppugnabili che il giudicato d'Arborea abbia emesso monete proprie. Il fatto è che questa opera del 1990 probabilmente è stata scritta dal Piras per confutare quanto esposto da Castellaccio e Mariano Sollai nel libro "Monete e monetazione giudicale. La scoperta dei denari d'Arborea" edito nel 1986 riguardo al ritrovamento di quattro monete attribuite a Mariano IV e Ugone III di Bas Serra. Purtroppo le informazioni in mio possesso su questi due lavori sono scarse e ottenute per via indiretta. Non è però facile acquistare queste opere, sebbene viva in Sardegna. L'opera di Castelluccio e Sollai è reperibilie in diverse biblioteche, una delle quali è a soli 30 Km dalla mia residenza, ragion per cui potrò perlomeno consultarla. Diverso il discorso per il lavoro del Piras, reperibile in sole due biblioteche sarde, entrambe piuttosto distanti dal mio paese, ragion per cui non penso di riuscire a visionare l'opera a breve termine. Qualche utente è in grado di darmi maggiori informazioni sulla questione delle emissioni arborensi ? Grazie. -
Mezzo Follis di Giustiniano II, Sardegna
domenico.mura ha aggiunto un nuovo link in Monete Bizantine
Buona serata a tutti, volevo condividere con voi il primo esemplare bizantino della mia collezione di monete della storia della Sardegna. Si tratta di un mezzo follis del primo regno di Giustiniano II (MIB III n.64 pag. 347, DOC II n.39/40 pag. 592, Piras 46 R3, Muresu pagg. 373-386), molto "sovrappeso" per il tipo, ha un peso e un modulo da folles piuttosto che da mezzo folles: 8.3 g per 26-30 mm di diametro (spessore 2-3 mm). E' ben visibile la parola/motto PAX al rovescio, caratteristica delle coniazioni cartaginesi prima e sarde poi (dopo la chiusura della zecca cartaginese e il suo trasferimento probabilmente a Carales, probabilmente verso il 674); potrebbe riferirsi alla pace ottenuta da Giustiniano II con gli Arabi in Africa. Tra le monete sardo-bizantine questa tipologia è attestata in esemplari relativamente numerosi sia ritrovati in Sardegna che presenti in collezioni (soprattutto straniere); ciononostante gli esemplari conosciuti, tra ritrovati e segnalati sono in tutto circa 30! -
Rivelato il mistero degli elmi con le corna: quando l’Europa del bronzo era più unita che ora In Danimarca alcuni artefatti antichi trovati durante gli scavi archeologici hanno riservato una grandissima sorpresa. Si trattava di alcuni oggetti in bronzo tra cui degli stupendi elmi ornati dalle lunghe corna. Fino ad ora si era sempre pensato che questi elmi fossero un prodotto dell’arte vichinga e quindi che avessero un migliaio di anni di vita circa. Analizzando invece alcuni resti organici che erano stati trovati insieme agli Elmi si è potuto risalire alla loro reale età. Una ricerca pubblicata sulla Prehistorische Zeitschrift ci rivela che questi artefatti sono invece stati prodotti nell’età del bronzo, attorno al 1.500 avanti Cristo, per cui vengono ad avere più di 3000 anni. I ricercatori inoltre ritengono che non si tratti di protezione di carattere difensivo, ma di offerte agli dei indossate durante particolari cerimonie, anche per le complesse decorazioni sulla loro superficie. Non sono state notate grandissime somiglianze con altri artefatti simili, sempre risalenti all’età del bronzo, ma rappresentano immagini trovate sia nella penisola iberica sia in Sardegna. https://scenarieconomici.it/rivelato-il-mistero-degli-elmi-con-le-corna-quando-leuropa-del-bronzo-era-piu-unita-che-ora/
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SAVOIA 100 lire 1834 Torino
Peppemf13 ha aggiunto un nuovo link in Monete e Medaglie dei Savoia prima dell'unità d'Italia
Buona sera a tutti spero che qualcuno mi possa aiutare a capire cosa nella storia vissuta e trascorsa ha provocato questo leggerissimo e minuscolo "trauma" alla mia 100 lire di Carlo Alberto. Premetto che sono più che certo che la moneta è autentica al 1000% perché acquistata da un noto, espertissimo e importante perito numismatico della zone in cui mi trovo e garante di infinita serietà. La moneta è in conservazione SPL ed è davvero stupenda anche se comune ma mi piace moltissimo. Voi mi potreste anche chiedere: perché non hai chiesto direttamente a lui? Io vi rispondo con sincerità che all'inizio pensavo ad una minuscola macchia, poi dopo qualche giorno con la lente di ingrandimento mi sono accorto che non si tratta di una macchia nera ma bensì di un minuscolo ammanco di metallo che comunque non abbassa il peso della stessa moneta. Grazie a quanti risponderanno. Buona sera. -
Buonasera a tutti vorrei sapere se possibile il valore storico ed economico di questa medaglia grazie antipatamente a tutti
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Sardegna Dove Compare Monete Medievali Della Sardegna
GabCoins75 ha aggiunto un nuovo link in Monete Medievali di Zecche Italiane
Buongiorno, qualcuno potrebbe consigliarmi qualche sito da dove si possono acquistare tranquillamente monete medievali della Sardegna? Grazie mille -
Sono iscritto da pochissimo… qualche info su questa devozionale??? Grazie in anticipo!
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Un raro guerriero integro scoperto in complesso archeologico Eccezionali ritrovamenti dopo scavi nel nord Sardegna Un bronzo figurato integro, caso rarissimo di ritrovamento in scavo, rappresentante un guerriero vestito con un corto gonnellino, un elmo cornuto e lunghe trecce che da sotto giungono sino al collo. Sul petto un pugnale ad elsa gammata, attributo distintivo del raggiungimento dell'età adulta, con la mano sinistra regge uno stocco poggiato sulla spalla, al quale è legato uno scudo circolare con umbone e motivo a raggi, le gambe divaricate, poggiate su uno dei canali di fusione, utilizzato per l'infissione dell'offerta su una tavola votiva. È la straordinaria scoperta fatta nel complesso archeologico di Cuccuru Mudeju, nel territorio comunale di Nughedu San Nicolò, nel Sassarese, la vasta provincia della Sardegna nordoccidentale. Dall'ottobre del 2019 e fino a qualche giorno fa, il complesso è stato al centro di una campagna di scavo e restauro condotta dal Comune con la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro e co-finanziata dal Piano Scavi 2018. Nonostante l'attività agricola avesse sconvolto almeno in parte il sito e rasato le strutture murarie, si è indagato in un settore in cui è emerso un muro perimetrale che delimita una serie di ambienti, tra cui uno che presenta una panchina lavorata su due lati, altri con lacerti di lastricato. Sono state rinvenute basi litiche per offerte votive, nelle quali si possono osservare i fori per l'infissione di spade o il posizionamento di ex voto di bronzo e vaghi di collana in pasta vitrea. Cospicuo il gruppo di reperti in bronzo che sono stati consegnati al centro di restauro della Soprintendenza per le necessarie attività di recupero, analisi e documentazione fotografica. Si tratta di un frammento di spada votiva, uno spillone, un pugnale foliato con un ribattino, un codolo di pugnale frammentario, un anello in bronzo di incerta definizione, un frammento di bronzo figurato, che rappresenta la porzione di un arco con la relativa legatura. Gli esiti della campagna di restauro e scavo confermano l'importanza del santuario e dimostrano gli ottimi risultati raggiunti da Comune e Soprintendenza. I ritrovamenti, in particolare le tavole per offerte e i bronzi, restituiscono un'istantanea della religiosità nuragica nell'età del Bronzo Finale e l'inizio dell'età del Ferro. Nel corso delle indagini precedenti sono emerse diverse strutture, che all'inizio dei lavori non erano più ben visibili ma che sono ora tornate alla luce dopo un'accurata pulizia. https://www.ansa.it/amp/sardegna/notizie/2021/06/19/un-raro-guerriero-integro-scoperto-in-complesso-archeologico_9c7a48e7-3dd2-41c0-9fe7-0742f115a4c4.html
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Sperando di far cosa gradita continuo a postare, nella speranza di non sbagliare sezione. Proseguiamo col periodo spagnolo, Carlo II per quanto infermo di salute, era l’erede di un impero (anche se non finirà bene e morirà recidendo il nome degli Asburgo dal trono di Spagna) che comprendeva oltre a Milano, anche Cagliari. Qui troviamo quel gusto del pressapochismo sardo, probabilmente più attento alle cose pratiche che al bello - in fondo una moneta è merce di scambio e deve assolvere al suo compito, le impronte servono in estrema sintesi a definire che un’autorità certifica un valore, il bello e i fronzoli vengono dopo, giusto? Questa volta le foto non sono mie, spero non me ne voglia chi me l’ha venduta. Cagliari Carlo II d’Asburgo (1665-1700) Reale 1696 Ag - 2.10g MIR 88/7 N.