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Le spoglie di Alessandro Magno custodite in San Marco a Venezia?
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Disclaimer: io ve la giro come l'ho trovata. C'è una tradizione secolare e corpi che non sono stati analizzati quindi siamo nel mondo delle belle teorie. Inoltre, basta fare una ricerca, questa teoria non è assolutamente nuova. Dal gruppo facebook Renovario imperii -> https://www.facebook.com/renovatioimperiiofficial Già da diversi anni circola un'ipotesi che mi ha sempre emozionato: il corpo di Alessandro il grande, colui che dominò il mondo conosciuto poco meno che trentenne, si trova nella Basilica di San Marco. In concomitanza con la festa del santo, direi che è l'ora di vederci chiaro. Per farlo dobbiamo tornare indietro nel tempo e nello spazio, a Babilonia, nel 323 a.C. Alessandro muore al centro del suo impero e quasi subito i suoi vecchi amici e generali se ne contendono le spoglie: chi avrà il corpo di Alessandro avrà un potente mezzo di potere. Dopo alterne vicende la salma viene portata in Egitto, dove il macedone riposerà per diversi secoli, nella città che porta il suo nome. Ad Alessandria la sua tomba, che nel frattempo è diventato un imponente complesso architettonico, è visitata da Cesare, Ottaviano, Settimio Severo e Caracalla. Dopo l'ultimo imperatore citato, non abbiamo più notizie, fino all'omelia di San Crisostomo (400 d.C.): "Dov'è, dimmi, la tomba (sema) di Alessandro? Mostramela, e dimmi in che giorno morì!" Come è possibile che la memoria del più grande uomo dell'antichità fosse stata cancellata? C'è da dire che nei decenni precedenti i cristiani avevano dato luogo a diversi episodi di distruzione dei templi antichi. La tomba di Alessandro avrebbe potuto benissimo essere tra i monumenti distrutti. Ma...la teoria sviluppata dallo storico inglese Andrew Chugg va in un'altra direzione. La salma di Alessandro sarebbe stata custodita grazie ad una "sovrapposizione religiosa": i cristiani avevano l'abitudine di sovrapporre i propri santi con gli idoli antichi. E Alessandro potrebbe essere stato "salvato" da San Marco, santo caro ad Alessandria. Bisogna notare una cosa molto interessante: San Marco morì sotto Nerone; il suo corpo, scomparso per secoli, ricomparì proprio quando le notizie della tomba di Alessandro vennero meno. Arriviamo al IX secolo d.C. Due mercanti veneziani sbarcano ad Alessandria alla ricerca del corpo del santo. Riescono nel loro intento, riportando un corpo in Italia che, dopo qualche secolo, prende il suo posto nell'odierna basilica. Non abbiamo descrizioni accurate della salma del santo, ma qualcuno pensa che potrebbe essere mummificato, proprio come Alessandro. Non è finita: nella cripta della tomba di San Marco è stato scoperto un blocco calcareo con motivi macedoni e legati strettamente ad Alessandro Magno. Il blocco è risalente all'età ellenistica. Nonostante questa teoria abbia diversi "luoghi d'ombra" (non si sa se la chiesa di San Marco e la tomba di Alessandro coincidessero ad Alessandria), basterebbe una cosa per fare chiarezza: un esame del corpo. Un qualcosa che la Chiesa dovrebbe assolutamente fare, per amore della verità, per l'umanità intera e della storia che essa porta in grembo da secoli. Il blocco in S. Marco con la stella argeade, simbolo della famiglia reale macedone. disegno di CHUGG Sotto il post un'utente commenta in quanto ha trattato di questo argomento per la sua tesi: "Ho dedicato una certa parte della mia tesi a questo argomento! È molto interessante ad esempio scoprire che il sarcofago del santo è stato aperto solo una volta e che pare contenga i resti di due cadaveri. Di certo non c'è San Marco, Alessandro... chissà!" "le reliquie di San Marco sono scomparse (probabilmente smarrite o dimenticate) per poi ricomparire miracolosamente nell'XI secolo durante una funzione, pare apparendo come un miracolo fuoriuscendo da una colonna . Molti studiosi pensano che servissero delle reliquie che sostituissero quelle "perse". Ad ogni modo, la ricognizione sui reperti ossei c'è stata, si tratta di varie parti di scheletro appartenenti a due individui. I poveri sventurati sepolti lì chissà chi sono! Quanto ad Alessandro, il suo corpo sarà stato perso e/o distrutto durante la follia iconoclasta dell'Alessandria tardoantica... i cristiani hanno colpe indicibili!" "è impossibile anche che ci sia [IL CORPO DI S. MARCO nota mia] visto che è dato storicamente accertato che le reliquie portate da Alessandria scomparvero! Lo dicono proprio i documenti amministrativi della basilica!" ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Secondo un intrigante teoria esaltata dalla storica Marian Vermeulen, la tomba di Alessandro Magno potrebbe essere nascosta a Venezia. -> https://ilserenissimoveneto.it/la-tomba-di-alessandro-magno-alla-basilica-di-san-marco-a-venezia/ Nel giugno del 323 a.C. Alessandro III di Macedonia, meglio conosciuto come Alessandro Magno, si ammalò gravemente. Aveva conquistato gran parte dell’antico mondo mediterraneo, dalla Persia all’Asia, e non aveva intenzione di fermarsi. In quella lontana primavera aveva attraversato le paludi di Babilonia e poco dopo stava combattendo una forte febbre. Nonostante la malattia, ha continuato a pianificare la sua prossima campagna che avrebbe dovuto portarlo alla conquista della penisola arabica. Tuttavia, le sue condizioni erano peggiorate. Alessandro Magno stava progressivamente perdendo conoscenza e la capacità di parlare. Dopo dodici giorni di malattia perse la sua ultima battaglia, era l’11 giugno del 323 a.C., e non si svegliò mai più. Aveva solo trentadue anni. Il mistero sulla non-morte I migliori generali di Alessandro il Grande erano stati i suoi amici più cari sin dall’infanzia trascorsa insieme alla corte macedone. Dieci anni di costante campagna militare avevano rafforzato il loro cameratismo e, dopo la sua morte, erano disperati per la perdita del loro re. Alessandro però sarebbe potuto essere stato ancora vivo, in coma, quando i suoi compagni più fedeli lo reputarono morto. Gli storici antichi, infatti, riportano che il suo corpo rimase perfetto e incontaminato per oltre una settimana nel caldo giugno babilonese. La spiegazione più probabile è che soffrisse di una forma di malaria che spesso finisce in coma. Indipendentemente da ciò, il destino di Alexander era segnato e la morte arrivò presto a coglierlo. I suoi fedeli amici commissionarono un sarcofago d’oro per contenerne il corpo, oltre ad un enorme carro funerario decorato per riportare infine la bara in Macedonia. Il corteo, però, non completò mai il suo viaggio. Lungo il trasporto, uno dei successori di Alessandro, Tolomeo, sequestrò il corpo e lo seppellì a Menfi, in Egitto . Più tardi, suo figlio trasferì Alessandro Magno in una sontuosa tomba nella città di Alessandria. La tomba di Alessandria Il corpo di Alessandro Magno rimase per secoli nella sua magnifica tomba, fatto ben documentato da fonti antiche. Cleopatra fece arrabbiare gli abitanti di Alessandria prendendo l’oro dalla tomba del re macedone per finanziare le sue guerre contro Ottaviano Augusto. Registrate nel dettaglio sono anche le molteplici visite alla tomba di Alessandro da parte di diversi imperatori romani. Giulio Cesare , Augusto, Caligola , Settimio Severo e Caracalla . Eppure nel 400 d.C. Giovanni Crisostomo visitò Alessandria per vedere la famosa tomba, ma non la trovò. L’ultimo riferimento alla tomba di Alessandro Magno risaliva a dieci anni prima da Libanius, intorno al 390 d.C.. Il breve lasso di tempo in cui la tomba del condottiero scomparve dai documenti scritti fu un periodo di grandi rivoluzioni nel mondo antico. Tra il 389 e il 391 d.C., l’imperatore Teodosio emanò i “Decreti Teodosiani”. Questi documenti stabilirono il cristianesimo come l’unica religione proibendo i culti pagani. Ne seguì la distruzione di numerosi templi e luoghi sacri politeisti. Alessandro, adorato come un dio sin dalla sua morte, sarebbe stato un obiettivo primario di questa distruzione iconoclasta. Può darsi dunque che la tomba del re di Macedonia sia stata vittima di queste purghe. Tuttavia, l’apparizione improvvisa e alquanto inspiegabile di un altro famoso cadavere nella città di Alessandria suggerisce un’alternativa allettante… La tomba di San Marco Alla fine del IV secolo d.C., le fonti antiche iniziarono a fare riferimento ad una tomba di San Marco ad Alessandria. La prima menzione viene da San Girolamo nel 392 d.C., appena due anni dopo l’ultima notizia della tomba di Alessandro Magno. Secondo la tradizione cristiana, l’apostolo Marco fu martirizzato dai pagani nel 68 d.C. proprio nella città di Alessandria. Doroteo, Eutichio e il Chronicon Paschale affermano che gli assassini di Marco ne bruciarono poi il corpo in sfregio ai cristiani. Nessuna menzione di un corpo sacro del santo esisteva quindi negli oltre trecento anni precedenti. Un testo chiamato “gli Atti di San Marco” spiega però che una tempesta miracolosa spense le fiamme sul cadavere dell’apostolo e i cristiani riuscirono a strapparlo dalla pira. Tuttavia, la prima datazione di questo documento, lo colloca alla fine del IV secolo d.C., dunque centinaia di anni dopo la morte di Marco e nel mezzo del periodo nel quale scomparve Alessandro Magno. L’autore Andrew Chugg, a questo punto, ipotizza che il presunto corpo di San Marco sia in realtà quello dell’antico re macedone, ribattezzato Marco per salvare il conquistatore dalla distruzione dei cristiani. L’avvento dell’Islam Alla fine del VII secolo d.C. le forze arabe avevano conquistato gran parte del Nord Africa, inclusa Alessandria. Crescevano le tensioni tra musulmani e cristiani in tutta la regione. Nell’828 d.C., due capitani di mercantili veneziani fecero allora un patto con le autorità cristiane di Alessandria per portare in salvo il presunto corpo di San Marco. Rimossero il cadavere dalla sua tomba, lo deposero in un carro coperto di carne di maiale, così da prevenire qualsiasi ispezione ravvicinata del contenuto, e lo portarono di nascosto a bordo della loro nave, diretta a Venezia. Inizialmente i resti vennero ospitati in una piccola chiesetta ma, nel 1063, i funzionari veneziani commissionarono la magnifica Basilica di San Marco. L’8 ottobre 1094 la salma fu deposta nella cripta sotto la famosa chiesa nell’omonima piazza. Lì rimase per quasi ottocento anni, fino a quando le frequenti inondazioni iniziarono a minacciare l’incolumità del cadavere. Nel 1811 la Chiesa rimosse quindi le spoglie trasferendole nuovamente nell’altare maggiore al piano nobile. La mummia di Alessandro Diverse informazioni suggeriscono che il corpo di San Marco potrebbe essere stato mummificato, ma non ci sono documentazioni in cui gli antichi cristiani avrebbero eseguito pratiche di mummificazione pagane. Pertanto, la mummificazione potrebbe indicare un diverso occupante della tomba dell’apostolo. A tal proposito, ne La Cronique des Veniciens del 1275, Martino da Canale raccontava che: “se tutte le spezie del mondo fossero state raccolte ad Alessandria, non avrebbero potuto profumare così la città”. Proprio come l’aroma delle spezie proveniente dalla tomba contesa. Profumi e metodi coerenti con la mummificazione. Inoltre, i documenti indicano che a quel tempo involucri di lino sigillavano il cadavere. I mosaici della Basilica veneziana raffigurano il corpo del santo come un cadavere intatto piuttosto che uno scheletro. Questa potrebbe essere semplicemente una licenza artistica, certo, ma forse riflette che un corpo mummificato inizialmente arrivò a Venezia. Ulteriori indizi provengono dal trasferimento delle spoglie nell’attuale collocazione presso l’altare maggiore. Leonardo Conte Manin ha documentato l’evento e le sue osservazioni non contengono prove che alludono ad uno scheletro incendiato, come dovrebbe essere quello di Marco. La sua affermazione che lo scheletro appiccicato al tessuto in alcune aree è coerente con lo stato previsto di una precedente mummia, ora decomposta. La scultura macedone A fornirci le domande più intriganti e senza risposta sull’origine del corpo nella tomba di San Marco, è anche un grosso pezzo di calcare scolpito. Una porzione spezzata di un originale più grande, è stato trovato a pochi metri dal sito della tomba originale di Marco nella cripta della Basilica. Il blocco calcareo, ora esposto al Chiostro di Sant’Apollonia a Venezia, raffigura un rilievo di scudo, schinieri, spada e lancia. Questi armamenti sono perfettamente coerenti con gli stili macedoni, un fatto affermato anche in uno studio di Eugenio Polito nel 1998, diversi anni prima che Andrew Chugg iniziasse la sua famosa ricerca. Polito descrive “Un frammento non attribuito relativo ad un monumento funerario con motivi analoghi è oggi conservato a Venezia, ma sicuramente deriva dal mondo ellenistico. Esso presenta uno scudo macedone con al centro un motivo a stella, una coppia di schinieri e una lunga lancia e sul lato più piccolo i resti di una spada. Il ceppo doveva appartenere ad un grande monumento che si può collocare genericamente tra il III e l’inizio del II secolo a.C.”. Il “motivo a stella” ha una sorprendente somiglianza con la stella di Macedonia. Era un simbolo strettamente associato alla famiglia di Alessandro Magno e visibile su molte tombe correlate. La spada scolpita nel blocco è indiscussa come una kopsis di stile greco. Se si analizza l’estensione della lancia dall’angolo della sua discesa fino alla sua conclusione logica alla base del blocco di pietra, le sue dimensioni corrispondono alla caratteristica sarissa macedone. Furono appunto queste le armi, sviluppate da suo padre, che aiutarono Alessandro Magno a conquistare il mondo. Tuttavia, le tattiche militari romane le resero obsolete, rendendo improbabili le successive incisioni romane di una tale lancia. Perché questa scultura, con chiari collegamenti macedoni, è dunque situata nella cripta della Basilica di San Marco vicino al luogo di sepoltura originale del corpo? Un indagine ancora aperta Inoltre, Andrew Chugg ha effettuato misurazioni basate su un’estrapolazione delle dimensioni della pietra originale. Lo storico ha affermato che la lastra è perfetta per essere una copertura esterna del sarcofago di Nectanebo II, ora in mostra al British Museum. Questo sarcofago è stato a lungo associato ad Alessandro Magno. Chugg afferma che è il probabile primo luogo di riposo del corpo del condottiero a Menfi. Quasi completato il sarcofago, colui che doveva esserne l’occupante designato era fuggito dall’Egitto. La magnifica tomba non era dunque occupata quando Tolomeo arrivò con il corpo di Alessandro e, avendo bisogno di un luogo di riposo temporaneo, la riadattò al re macedone. Sia le fonti antiche che le più moderne tecniche scientifiche offrono molteplici percorsi per indagare e identificare il corpo che si presume sia quello di San Marco. Potrebbero essere impiegate più tecniche di datazione al carbonio, test del DNA e analisi dello smalto dei denti. Comprensibilmente questi potrebbero essere meno attraenti in quanto richiederebbero la rimozione invasiva del campione dal corpo. Tuttavia, molto potrebbe essere appreso semplicemente dall’esame fisico dei resti. Sempre che il Vaticano dia la possibilità di indagare su questa affascinante storia custodita a Venezia. Andrea Bonazza- 21 commenti
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Buonasera a tutti , mi chiamo Giuseppe e sono di Taranto. Premesso che sono totalmente estraneo alla numismatica vorrei chiedere a voi dei pareri su come gestire una cosa. Non so' come da Venezia una osella sia arrivata a mio nonno a Taranto.. Vorrei chiedervi se questa moneta/medaglia ha un valore ed eventualmente come muovermi per venderla. Via allego delle foto per essere più chiaro. Grazie a chiunque mi possa aiutare.
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