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DE GREGE EPICURI Qualche giorno fa mi sono recato a Cividale (UD) ed ho poi imboccato la strada che porta a San Pietro al Natisone ed al confine sloveno. Poco dopo Tiglio, un ponte permette di superare il fiume e di raggiungere rapidamente il paesino di Antro (circa 350 mt sul mare). Di qui, una comoda stradina permette di raggiungere la base della scalinata (85+5 gradini) che porta all'imboccatura della grotta. Non è facile descrivere il complesso grotta/monumenti, perchè dal periodo romano all'inizio di questo secolo sono stati compiuti infiniti interventi e mutamenti. Diciamo che alla base di tutto c'è un complesso di grotte naturali, esplorate per circa 4 km e visitabili abitualmente per 300 mt circa (visite più estese richiedono competenze e attrezzature speleologiche e vanno concordate). Il primo abitante significativo della grotta, dove passava soprattutto il letargo, è stato l'Ursus Spelaeus, dal 40.000 a.C.; i suoi resti sono numerosi, ma esposti qui solo in piccola parte. La fauna attuale si limita a pipistrelli, piccoli insetti nella parte più esterna della grotta e rari coleotteri ipocromi e ciechi. Dei nostri antenati, che probabilmente l'hanno frequentata o abitata dai periodi preistorici, stranamente non ci sono tracce fino all'epoca romana; ma le indagini propriamente archeologiche sono state scarse, e probabilmente la sovrapposizione degli insediamenti ha cancellato molte memorie. In epoca romana, qui c'era una fortificazione che rientrava nei sistemi di difesa della X Regio (Venetia et Histria). Dall'imboccatura si vede il Santuario di Castelmonte, ove era presente altro insediamento romano. In epoca medievale, qui i castelli erano 3, molto ravvicinati. La fortificazione della grotta era imprendibile, collegata all'esterno da scale di legno che venivano ritirate (la parete rocciosa è ripidissima); l'acqua non mancava, e vi sono ancora i resti di un forno. Il livello inferiore è occupato ora da un canale di scolo delle acque della grotta (molto abbondanti quando piove) e da una galleria di accesso ai livelli superiori, rappresentati oggi dalla chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, e da una cappella annessa. Pare (?) che nel VI secolo la grotta fosse la dimora di un anacoreta. Nel IX secolo esisteva già una chiesa, concessa da Berengario ad un religioso di nome Felice (di cui è presente la lapide funeraria). La "chiesa in grotta" presenta pareti con residui affrescati alto-medievali, ove le croci si alternano ad immagini solari di ascendenza celtica. La cappella ha una struttura gotico-slovena del 1400. Si notano 8 pseudo-capitelli costituiti dai busti di altrettanti personaggi, che sembrano rappresentare figure professionali del mondo contadino: un bovaro, un suonatore di zampogna... Dall'altro lato, un altare ligneo dorato del XVI o XVII secolo, di provenienza slovena. Mentre per tutto il Medio Evo l'insieme monumentale è stato luogo di rifugio della popolazione circostante in caso di scorrerie e invasioni, dal XIV-XV secolo ha assunto funzione esclusivamente religiosa. Cerco di allegarvi qualche immagine, che comunque troverete facilmente in rete. Visita molto consigliabile! In agosto è aperta ogni giorno dalle 10.30 alle 15.30, da maggio a ottobre solo sabato e domenica (accertarsi in rete).
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