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Procopio, Reparatio Fel Temp: classificazione
Stilicho ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Buon giorno, avrei bisogno del vostro aiuto per la classificazione di questa moneta di Procopio del diametro massimo di 18.20 mm e del peso di 3.09 grammi. Il venditore professionale da cui l'ho acquistata la assegna alla zecca di Heraclea, senza indicare la classificazione RIC. Ecco le sue foto: Si tratta di una REPARATIO FEL TEMP di cui vorrei specificare alcuni elementi che potrebbero aiutare nella classificazione: - il busto di Procopio sul dritto e' volto a destra e mi sembra che non sia drappeggiato e corazzato, ma solo corazzato. - sul rovescio l'imperatore porta un labaro con il Chi/Rho. Non e' presente, invece, un Chi/Rho nel campo superiore destro e non ci sono piccoli oggetti sulla linea di esergo alla sinistra dei piedi del sovrano. - esergo: la terza lettera, guardandola con diverse angolature e con diversa luce, pare proprio un N e non una M e neppure una K. La quarta lettera mi sembra proprio una . Dopo di essa non vedo altre lettere o simboli tipo, ad esempio, un dot. La seconda lettera pare una M. Avrei pensato anche ad una O, ma dal vivo pare proprio aperta in alto. La prima lettera mi sembra una S (o e' una C?). Ecco alcune foto fatte da me (scusate la qualità: come sapete sono negato): Insomma, mi sento proprio come Quelo: Buona domenica da Stilicho -
Buongiorno, come ebbi già modo di segnalare ho recentemente acquisito in collezione un nuovo esemplare di Procopio acquistato da un venditore professionista tedesco. Ne avevo già uno nei vassoio ma il suo stato di conservazione unito a un prezzo eccezionalmente basso mi ha spinto al suo acquisto. Procopius AE20. [D N] PROCO-PIVS P F AVG, diademed, draped and cuirassed bust left / REPARATI-O FEL TE[MP], Procopius standing facing, head right, holding labarum in right hand, left resting on shield set on the ground; Chi-rho in upper right field and unidentified object at foot left. Abbiamo già detto nella discussione alcune cose sull’ … “oggetto” (elmo) a terra in campo sinistro. https://www.lamoneta.it/topic/198504-procopio-tra-storia-e-monete/ Il ritratto è orientato verso sinistra, la figura a rovescio regge il labaro e a destra vi è il Chi-rho. Si tratta di una emissione di Costantinopoli che con queste caratteristiche si può inquadrare nel RIC IX Constantinople 17a; Sear 19883. Però secondo le tabelle Helvetica’s il range delle sigle in esergo sono: CONSB CONS gamma CONSA dot CONSB dot CONS gamma dot CONS delta dot CONS epsilon dot CONS dot (RIC 17 a) Se però tiriamo un po’ la vista ci leggo come sigla CONSS. La sigla CONSS o CONSS dot è prevista per il 17/b che però sempre dalle tabelle xls riporta a sinistra un “palm branch upright above unclear object at foot”. Verifichiamo sul RIC, Volume IX: Peggio che andar di notte! Sigla di zecca non descritta! E se in presenza del ramo di palma, assenza di “oggetto indeterminato”. Se poi cerchiamo sul web trovi su Wildwinds un esemplare venduto da Lanz, auction 102, lot 1047: Procopius, AE3, Constantinople. 365-366. DN PROCO-PIVS PF AVG, pearl diademed, draped, cuirassed bust left / REPARATI-O FEL TEMP, emperor standing facing, looking right, holding labarum. palm branch upright over unclear object at foot left, chi-rho at top right. Mintmark CONSS. RIC IX Constantinople 17b var (unlisted officina). Un altro Procopius, AE3, Constantinople. 365-366. 18mm, 3.04 g. DN PROCO-PIVS PF AVG, pearl diademed, draped, cuirassed bust left / REPARATI-O FEL TEMP, emperor standing facing, looking right, holding labarum. palm branch upright in left field, chi-rho at top right. Mintmark CONSS dot. RIC IX Constantinople 17b var (unlisted officina). Ae3 Procope 38924 Ae3 Procope A/ D N PROCO-PIVS P F AVG, buste diadémé, drapé et cuirassé à gauche, R/ REPARATI-O FEL TEMP, l’empereur debout à gauche, tête à droite, tenant le labarum et appuyé à un bouclier, palme dans le champ à gauche, Chrisme a côté de la tête, CONS[S ?] à l’exergue – Constantinople – 365/366 – RIC.17 b – Cohen 9 (30 F) – 3,62 g - Source vente e-bay mai 2015 : 40 € Voi cosa consigliate? Siamo in presenza di un RIC IX Constantinople 17 a var (unlisted officina CONSS) oppure di un RIC IX Constantinople 17 b var (no branch in the left field)? Chiaramente il rating di rarità dovrebbe esser rivisto a un livello maggiore del R 2 normalmente indicato per I due tipi. Buona giornata Illyricum
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In questo periodo sto leggendo un interessante volume sull’imperatore Valente e sono giunto al momento dell’usurpazione di Procopio. Ho quindi deciso di fermarmi un attimo e di approfondire l’argomento per condividere con voi l’avvenimento storico e le sue ricadute sulla monetazione del periodo. Di Procopio si e’ già parlato nel forum in alcune interessanti discussioni che troverete in calce. Ho comunque deciso di riprendere l’argomento per dare una rinfrescata alla nostra memoria, ponendo una particolare attenzione alla interazione tra la storia e le monete. Per me, ovviamente, e’ stata una bella occasione per studiare. La rivolta di Procopio (settembre 365-maggio 366 d.C.) fu piuttosto anomala. Vediamo il perché. Innanzi tutto, partì da Oriente e ciò e’ piuttosto strano in quanto le usurpazioni, di solito, avvenivano ad Occidente, dove vi erano grandi unità mobili dell’esercito lontane dal potere imperiale. Inoltre, non ebbe origine (come la maggior parte delle usurpazioni) dai i ranghi militari e Procopio stesso non aveva un comando militare ufficiale a quell’epoca. Procopio era cugino di Giuliano II in quanto era figlio della sorella di Basilina, madre dell’Apostata: Questo lo legava alla famiglia dei Costantinidi in quanto Giuliano II, a sua volta, era figlio di Giulio Costanzo, fratellastro di Costantino I. Per questo Procopio dichiarava la sua parentela costantiniana, facendone la pietra angolare dell’edificio della sua rivolta. Inoltre, a differenza di Valente, era nato da una famiglia illustre ed era stato “educato in maniera corrispondente” come dice Ammiano. Parlava correntemente sia il greco che il latino, mentre Valente parlava poco il greco (un grosso svantaggio per un sovrano d’oriente). Sempre secondo Ammiano, per dare una patina di legittimazione alla sua rivolta, fece anche circolare la voce che Giuliano II, prima della partenza per la spedizione persiana, lo avesse investito della futura successione imperiale consegnandogli un mantello di porpora. Sappiamo però che, alla morte di Giuliano II, i militari elessero a imperatore Gioviano. Pare che Procopio (forse in quel momento privo di appoggi politici, ma in particolare dell’appoggio dell’esercito) abbia riconosciuto Gioviano, preferendo però, per sua sicurezza, fuggire. Alla morte di Gioviano, Procopio rimase nascosto probabilmente a Costantinopoli per sfuggire alla caccia di Valente che, evidentemente, lo cercava temendone l’ascendente sulla popolazione orientale, vedendo in lui (alla luce dei suoi legami familiari) un pericolo alla sicurezza del suo regno. E’ proprio a Costantinopoli che lo troviamo all’inizio della sua rivolta. Qui cavalcò il profondo malumore della popolazione causato dalla forte pressione fiscale operata da Petronio (il suocero di Valente) che stava accumulando ricchezze facendo ricorso anche alla violenza. Il Senato ed alcune unità dissidenti dell’esercito, stanche della situazione, videro in Procopio un ottimo portavoce delle loro istanze e lo nominarono imperatore senza colpo ferire (settembre 365). Naturalmente, per Procopio la prima cosa da fare fu quella di procurarsi il denaro per finanziare l’impresa e soprattutto pagare (e corrompere) i soldati. Saggiamente capì che, per far funzionare la rivolta, sarebbero stati necessari ingenti capitali. Quindi, corrotte con i primi denari alcune truppe di stanza in Costantinopoli, occupò la tesoreria e la zecca della città e cominciò a battere moneta a suo nome. Con questa pagò il reclutamento delle truppe dalle masse urbane, la corruzione degli ufficiali, la cooptazione di altre unità dell’esercito e l'appoggio dei Goti che non perdevano occasione per inserirsi nelle questioni interne dell'impero a loro esclusivo vantaggio. Si impossessò poi delle tesorerie e delle zecche di Eraclea, Nicomedia e Cizico battendo anche qui moneta propria. Ricorse anche alle confische ed alla richiesta di pagamenti in cambio di incarichi. Perfettamente consapevole dei vantaggi della sua educazione e del suo lignaggio, Procopio mise in opera una vera e propria guerra di propaganda contro Valente. La prova si ha nella sua monetazione : egli, infatti, era consapevole del fatto che le monete fornivano il modo più rapido per raggiungere il pubblico più ampio. Su di esse Procopio si fa ritrarre con una barba da filosofo. Questo e’ un dettaglio non casuale perché ci riporta al cugino Giuliano II che pubblicizzò le sue ambizioni filosofiche con una bella barba. E’ tuttavia un po’ tutta l’effigie che, nel suo complesso, ci ricorda Giuliano II: In questo bel solido trovo interessante la legenda del rovescio, ovvero SECVRITAS REIPVB, un chiaro riferimento al fatto che Procopio si ergeva a paladino dello stato oppresso e messo in pericolo dalla politica di Valente. In questa moneta vediamo l’imperatore con un globo nella mano destra e uno scettro nella sinistra. Tuttavia, su alcuni bronzi di Costantinopoli, questa legenda si associa anche ad un'altra effigie di rovescio con l’imperatore che tiene un labaro o una lancia nella mano destra e che si appoggia su uno scudo sulla mano sinistra: Questa effigie confluirà poi nelle REPARATIO FEL TEMP: Essendosi impadronito della maggior parte delle zecche orientali (Costantinopoli, Cizico, Nicomedia ed Heraclea) Procopio mandò addirittura suoi uomini di fiducia nell’Illirico (non casualmente, essendo zona di confine tra pars orientis e pars occidentis) a distribuire monete con la sua effigie, come ci riferisce Ammiano. Si tratta di monete con al rovescio proprio REPARATIO FEL TEMP… Costantinopoli: Cizico: Heraclea: Nicomedia: Le REPARATIO FEL TEMP (sicuramente la tipologia più comune per Procopio) rappresentano un richiamo esplicito alle FEL TEMP REPARATIO di Costanzo II in particolare. Infatti Procopio, per garantirsi la lealtà delle truppe, tenne come ostaggi Fausta e Costanza (rispettivamente moglie e figlia di Costanzo II) quali emblemi viventi della sua rivendicazione dinastica e che soleva esibire in ogni cerimonia ufficiale. Il significato e ‘ chiaro: ritornano i tempi felici dopo il regno oppressivo di Valente. Il dritto lo ritrae ancora con la barba, un attributo che intendeva (come già detto) evocare allo stesso tempo le ambizioni filosofiche di Procopio e i suoi legami dinastici con L’Apostata. A differenza di Giuliano II pare, però, che Procopio fosse cristiano, cosa pubblicizzata dalla presenza del labaro con il Chi-rho sul rovescio. Attraverso la giustapposizione di questi simboli in apparenza contraddittori , Procopio sfruttava tutti gli aspetti possibili della politica dinastica, rappresentandosi simultaneamente come il legittimo erede del cristiano Costanzo II e dell’imperatore-filosofo Giuliano II. Ma torniamo alla storia. All’inizio Valente si mostrò impreparato ad affrontare la rivolta. E dovette farlo da solo perché Valentiniano, bloccata la via dell’Illirico, non intervenne in aiuto del fratello perché impegnato con gli Alamanni che minacciavano il fronte renano, ma anche perché correvano voci di una possibile usurpazione anche nella pars occidentis. Tuttavia Valente, grazie all’azione di abili consiglieri ed al sostegno di validi generali, cominciò ad agire con decisione. Ci furono una serie di scontri non decisivi finchè ci fu lo scontro finale a Tiatira dove Procopio fu sconfitto definitivamente. Fuggì, ma fu catturato a Nacolia e giustiziato (maggio 366 d.C,) A soli otto mesi dall’inizio, la rivolta era giunta alla fine. Ben altro tempo rispetto ai cinque anni di regno auspicato dai VOTA V sulle sue silique d’argento: Ciao da Stilicho Fonti: - Lenski: Il fallimento dell'impero. 21 Editore - Procopius. - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo - Procopio, che era costui? - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo
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