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  1. Buongiorno. Tra pochi giorni passerà in asta GORNY & MOSCH Giessener Münzhandlung GmbH Auction 32 lot. 629 un bell'esemplare di mezzo follis / XX nummi ostrogoto del tipo INVIC TA ROMA / Lupa con Chi-Rho al rovescio tra le due stelle. Bella moneta, come scrivevo, che partita da una base di 120 € supererà facilmente i 5-600 euro al martello. Spero che qualcuno di voi se la aggiudichi ( @numa numa ci pensi tu? ). Ma la mia domanda è la seguente. In calce alla descrizione d'asta dell'oggetto trovo la scritta in tedesco ed inglese: "Ware in der Vorübergehenden Verwendung / Subject to temporary admission". Ma che vuol dire in linguaggio "astesco"? tradotto letteralmente significa "Beni in uso temporaneo/Soggetti ad ammissione temporanea" Vuol dire che se me la ggiudico è mia a tempo determinato? (mia nel periodo ipotetico dell'irrealtà) Grazie in anticipo per le spiegazioni Descrizione OSTGOTEN Athalarich, 527 - ca. 530 n. Chr. 20 Nummi ø 19mm (4.11g). 526 - 530 n. Chr. Mzst.Rom. Vs.: INVIC-TA ROMA, drapierte Büste der Roma n. r. Rs.: Lupa Romana, darüber Christogramm zwischen Sternen, im Abschnitt XX. MIB I, 71c; Metlich 84b. Schwarzgrüne Patina, ss • Ware in der Vorübergehenden Verwendung / Subject to temporary admission https://www.biddr.com/auctions/gornymosch/browse?a=4306&l=5095582
  2. Un meraviglioso esemplare di bronzo da 40 nummi ostrogoto battuto a Roma da Teodato si riaffaccia in asta questa volta per il martello di Roma Numismatics (Auction XXX lotto 582). Questa moneta combina un ritratto apparentemente ostrogoto (con l'effige del re a dx con Spangelhelm e vestiti dell'incoronazione su cui spicca una vistosa croce pettorale) con un rovescio di epoca flaviana. Grierson, p. 11, dice che “questi folles sono le monete più impressionanti emesse da qualsiasi sovrano germanico del V o VI secolo”. Sicuramente, insieme al follis di Giustiniano battuto a Roma, uno dei ritratti naturalistici più impressionanti del periodo in area italica. La moneta in questione, possiede, inoltre un gran pedigree in quanto, prima di essere passata in asta Artemide nel 2022, faceva parte della collezione Apostolo Zeno, poeta di corte dell'imperatore Carlo VI, vissuto tra il 1668 ed il 1750, e venduta all'asta, insieme a tutta la collezione, da Dorotheum a Vienna nel 1955. Descrizione ★ Ex Apostolo Zeno Collection ★ No Reserve Ostrogoths, Theodahad Æ 40 Nummi. Rome, circa AD 535. D N THEODΛHΛTVS REX, helmeted bust to right, wearing imperial mantle / VICTORIA PRINCIPVM, Victory standing to right on prow, holding wreath and palm; S-C across fields. A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy, p. 130, 1c, B1-L5 (this coin); Metlich 89b; MEC 141; MIB 81; BMC Vandals 19-24; Ladich 16-25. 9.44g. 25mm 6h. Near Extremely Fine; superb green patina. An outstanding example of this very rare and fascinating issue. This coin published in A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy (London, 2004); Ex Artemide Aste s.r.l. (San Marino), Auction LVIII, 5-6 November 2022, lot 568; Ex Apostolo Zeno (1668-1750) Collection = Dorotheum-Kunstabtailung, Sonder-Münzauktion, Sammlung Apostolo Zeno, 6 June 1956, lot 2591. Arslan in "La moneta in bronzo degli ostrogoti" in ACTA NUMISMATICA, 2022, pp. 249-284 su questa moneta:
  3. Ieri (3 feb 2024) la casa d'aste BIGA numismatik ha posto in asta questo interessante quarto di siliqua di Witige a nome di Giustiniano I. La casa d'aste non aveva capito bene di che si trattasse visto che la scheda accompagnatoria della moneta la da per un decanummion (moneta in bronzo) salvo poi fornire riferimenti bibliografici corretti OSTROGOTHS.Witigis.(536-540).Ravenna.Decanummium. Obv : DN IVSTINI – ANVS PΓ AVC. Pearl-diademed, draped and cuirassed bust right. Rev : DN/VVIT/ICES/REX. All within wreath. BMC Vandals 1; Kraus 1; MIB 57; Metlich 63. Condition : Good very fine. Weight : 1.28 gr Diameter : 13 mm L'aspetto complessivo è molto interessante per una moneta del genere e dell'epoca e ci racconta di una moneta che non ha circolato troppo ed ha subito un'usura complessivamente modesta. Fatto salvo per un particolare evidentissimo anche se non segnalato in scheda: quel foro passante che deturpa vistosamente il ritratto imperiale. Quasi certamente lo sfregio è avvenuto in età antica ma la certezza che l’operazione non sia stata effettuata in tempi moderni si ha pero` solo per i pezzi ritrovati nel terreno, sebbene, pure in questo caso, la mancanza di dati di contesto possa pregiudicare l’esatta comprensione del momento in cui effettivamente avvenne la perforazione. Lo studio della documentazione restituita dalle necropoli altomedievali europee, soprattutto longobarde per quanto riguarda l'Italia settentrionale attestano un intenso ricorso alla pratica della foratura monetale, con un riuso degli esemplari perforati in senso ornamentale, agganciandoli a fibule o a collane. La bibliografia e` notevole, con studi piu` approfonditi relativamente ai monili dalle necropoli di Cividale, Verona, Casteltrosino, Nocera Umbra, Campochiaro per l'ambito italiano ma non solo. Pensiamo, per esempio, a quanto fondamentale sia stato per lo studio della monetazione del c.d. Sirmium Group del rinvenimento di sette monete d'argento traforate destinate ad essere usate come pendenti nella tomba femminile nr 12 del sito di età merovingia di “Hohlen/Merzengraben” a Mengen nella parte sud-occidentale dello stato tedesco del Baden-Württenberg (Werner, Joachim, 1933. Silbermünzen Teoderichs d. Gr. von Mengen (Oberbaden), Badische Fundberichte 3/3, Karlsruhe 1933, 89-96). Solitamente i fori passanti per realizzati per trasformare le monete in oggetti decorativi e simbolici venivano effettuati con un trapano o oggetto simile quindi tramite ablazione del metallo del tondello tramite sfregamento circolare. Talvolta l'azione del trapano era effettuata su una sola faccia del tondello, talvolta su entrambe per regolarizzarlo. Posto alcuni esempi di età altomedievale. In questi casi è possibile persino apprezzare la tecnica realizzativa su cui non mi dilungherò. notiamo come nella terza moneta, un quarto di siliqua ostrogoto in argento di età post atalariciana, rimangano delle sbavatire che ci dicolo che l'operazione si sia svolta dal diritto. Ma torniamo alla moneta da cui sono partito: In questo caso non si tratta di un'operazione "delicata" ma c'è stato un colpo o una serie di colpi violenti effettuati con un utensile a sezione rettangolare dal rovescio che ha sfondato il tondello procurando diverse fratturazioni che mostrano l'anima dello stesso. Una volontà quindi non di realizzare un pendente o vago da collana, ma distruttiva. Cosa è avvenuto secondo voi? Qualcosa di simile alla "puntata" medievale procedimento con cui la moneta sul tavolo da gioco veniva "bloccata" con uno stiletto? Volontà di distruggere la moneta? Parliamone Altre monete ostrogote con foro passante battute in aste Naumann Numismatik Naumann Auktion 75, Los 737 Numismatik Naumann Auktion 97, Los 642
  4. GOTI A FRASCARO – ARCHEOLOGIA DI UN VILLAGGIO BARBARICO Mostra Archeologica presso il Civico Museo Archeologico. L’esposizione, a cura di Egle Micheletto (già Soprintendente) e di Gian Battista Garbarino, presenta i risultati di diverse campagne di scavo condotte tra il 1997 e il 2020 nel territorio comunale di Frascaro. Si tratta di un sito di straordinaria importanza per l’archeologia altomedievale, essendo uno dei pochissimi casi in cui è stato possibile indagare le tracce di un villaggio e di una necropoli gota. Fino a tempi recenti, le conoscenze archeologiche su questo popolo germanico, così importante per la storia d’Italia, erano limitate per lo più a ritrovamenti episodici o a manufatti isolati. La scoperta si è verificata nell’ambito degli interventi di archeologia preventiva per alcune opere pubbliche (la variante di Borgoratto della S.S. 30 di Valle Bormida e il sistema arginale di Castellazzo Bormida). In ambito accademico l’abitato goto di Frascaro ha meritato un’ampia notorietà, anche a livello internazionale. Al pubblico più ampio, invece, era già stata presentata una piccola campionatura di reperti da questo sito in alcune importanti esposizioni dedicate al periodo barbarico tenutesi negli ultimi quindici anni. Mancava tuttavia un progetto di valorizzazione complessiva degli esiti delle ricerche. Verranno esposti al pubblico i materiali – oreficerie, ceramica e oggetti in metallo – restituiti dalle indagini archeologiche condotte negli ultimi vent’anni nel territorio comunale di Frascaro, presso un ampio terrazzo fluviale che ha conservato anche testimonianze di insediamenti pre-protostorici (dall’età del Rame, al Bronzo finale, sino alla media età del Ferro). Qui alcune famiglie gote fondarono, alla fine del V secolo d.C., un piccolo villaggio di capanne in legno, seppellendo i propri defunti in un cimitero posto a breve distanza dall’abitato. Ulteriori informazioni disponibili sul sito https://www.acquimusei.it/ Promossa dall’Amministrazione Comunale di Acqui T. in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, e con il patrocinio del Comune di Frascaro ORARIO DI APERTURA DAL 7 OTTOBRE 2023 FINO A MARZO 2024 da martedì a venerdì 10.00-13.30 e dalle 15.30-19.00 sabato e domenica orario continuato dalle 10.00 – 19.00 CHIUSO LUNEDI’ DURANTE LE FESTIVITA’ NATALIZIE LA MOSTRA SARA’ APERTA: Venerdì 8 Dicembre, La Vigilia di Natale domenica 24, Capodanno domenica 31 Dicembre e sabato 6 Gennaio con il consueto orario di apertura Santo Stefano martedì 26 Dicembre aperto solo al pomeriggio dalle 15.30-19.00 CHIUSO A NATALE 25 DICEMBRE 2023 E IL 1 GENNAIO 2024 Per informazioni tel. Museo 0144 57555 o ufficio Cultura 0144 770203 https://www.sabap-al.beniculturali.it/index.php/news/item/141-goti-a-frascaro-archeologia-di-villaggio-barbarico-inaugurazione-esposizione-temporanea-presso-il-civico-museo-archeologico-di-acqui-terme-al L’esposizione, a cura di Egle Micheletto (già Soprintendente) e di Gian Battista Garbarino, presenta i risultati di diverse campagne di scavo condotte tra il 1997 e il 2020 nel territorio comunale di Frascaro. Si tratta di un sito di straordinaria importanza per l’archeologia altomedievale, essendo uno dei pochissimi casi in cui è stato possibile indagare le tracce di un villaggio e di una necropoli gota. Fino a tempi recenti, le conoscenze archeologiche su questo popolo germanico, così importante per la storia d’Italia, erano limitate per lo più a ritrovamenti episodici o a manufatti isolati. La scoperta si è verificata nell’ambito degli interventi di archeologia preventiva per alcune opere pubbliche (la variante di Borgoratto della S.S. 30 di Valle Bormida e il sistema arginale di Castellazzo Bormida). In ambito accademico l’abitato goto di Frascaro ha meritato un’ampia notorietà, anche a livello internazionale. Al pubblico più ampio, invece, era già stata presentata una piccola campionatura di reperti da questo sito in alcune importanti esposizioni dedicate al periodo barbarico tenutesi negli ultimi quindici anni. Mancava tuttavia un progetto di valorizzazione complessiva degli esiti delle ricerche. Verranno esposti al pubblico i materiali – oreficerie, ceramica e oggetti in metallo – restituiti dalle indagini archeologiche condotte negli ultimi vent’anni nel territorio comunale di Frascaro, presso un ampio terrazzo fluviale che ha conservato anche testimonianze di insediamenti pre-protostorici (dall’età del Rame, al Bronzo finale, sino alla media età del Ferro). Qui alcune famiglie gote fondarono, alla fine del V secolo d.C., un piccolo villaggio di capanne in legno, seppellendo i propri defunti in un cimitero posto a breve distanza dall’abitato. I Goti vissero separati dalla popolazione locale latina per quasi un secolo (dalla fine del V al terzo quarto del VI secolo), mantenendo tradizioni tipiche della cultura barbarica: inumazioni entro tronco d’albero, casi di deformazione intenzionale del cranio, tipica delle popolazioni nomadiche, oltre a caratteristici accessori del vestiario emersi dai corredi dalle 35 sepolture messe in luce. Quelle femminili hanno restituito orecchini con pendenti in ambra e vetro, collane con vaghi in pasta vitrea (tra cui una con zanne di lupo), fibule a staffa in argento dorato, niellato e con almandini di tipologie germaniche, fibbie di cintura dell’abito ad anello in ferro o bronzo, elementi forati in ambra e vetro e anelli in bronzo sospesi alla cintura. Quelle maschili, finora individuate solo eccezionalmente in Italia, prive di armi secondo la tendenza diffusa presso i gruppi “germanico-orientali”, presentano coltello e due fibbie, una in argento massiccio per la cintura e una in ferro per la sospensione della spada. Una moneta in argento con il monogramma di re Teodorico – reperto “simbolo” della mostra e utilizzata come logo – dà conferma della cronologia dell’insediamento agli anni del regno goto d’Italia (493-553). L’esposizione è distribuita in tre sale: la prima destinata all’inquadramento archeologico/territoriale del sito, alle testimonianze pre-protostoriche e ad illustrare i materiali del villaggio barbarico; la seconda alla necropoli e all’esposizione dei ricchi gioielli delle tombe femminili; la terza alle sepolture maschili con i loro corredi, alle analisi di laboratorio (paleobotaniche e antropologiche) che restituiscono aspetti del paesaggio antico e di donne e uomini che lo abitavano, e si chiude con un panorama fotografico delle presenze gote in Piemonte, notevolmente arricchitesi negli ultimi decenni a seguito di indagini archeologiche, a conferma dell’importanza della regione subalpina nel V-VI secolo d.C.
  5. Teodorico, in equilibrio tra due mondi Secondo sovrano barbaro di Roma dopo Odoacre, Teodorico fu spregiudicato nella conquista del potere, ma accorto nella sua gestione. Seppe far convivere sudditi di origini e religioni diverse. https://www.storicang.it/a/teodorico-in-equilibrio-tra-due-mondi_16308 Alla metà del V secolo gli ostrogoti erano subordinati agli unni e stanziati nella pianura pannonica (l’odierna Ungheria). In seguito divennero “federati” dell’impero d’Oriente e come tali s'insediarono in Macedonia; ma il governo di Costantinopoli, che preferiva non averli ai suoi confini, li incoraggiò a indirizzarsi sull’Italia conferendo al loro re Teodorico il titolo di patricius, vale a dire di difensore della città di Roma e di governatore per conto dell’impero dell’Italia e della Dalmazia. Vinto e ucciso a tradimento nel 493 il re degli eruli Odoacre, che nel 476 aveva deposto l’ultimo imperatore della pars Occidentis, Teodorico, risiedendo nella capitale di Ravenna, inaugurò una politica di convivenza tra goti e romani, basata sulla distinzione dei compiti, ma attenta a evitare soperchierie e quindi attriti. Sotto il suo regno, l’Italia divenne la principale potenza territoriale d’Europa. L’altorilievo raffigura il duello tra Teodorico e Odoacre, re degli eruli. XII secolo, basilica di san Zeno a Verona Foto: Scala, Firenze Oltre all’Italia, i suoi confini includevano la metà occidentale dell’antica Illiria e la porzione della Rezia corrispondente grosso modo alle attuali Svizzera e Austria. Teodorico aveva conquistato anche la Gallia meridionale, persa tuttavia all’inizio del VI secolo; era inoltre importante il legame personale che lo congiungeva all’altro grande regno goto nella penisola iberica. I privilegi concessi a Teodorico ne facevano una sorta di viceimperatore per la parte occidentale, al punto che il sovrano seguiva un cerimoniale delle apparizioni pubbliche non dissimile da quello dell’imperatore vero e proprio; era chiamato augustus dai funzionari romani al suo servizio in una linea di continuità rispetto al passato. Tuttavia, Teodorico ebbe sempre l’accortezza di farsi chiamare rex, mai imperator, in modo da non creare dissidi con Bisanzio che, già preoccupata per i suoi vasti poteri, avrebbe avuto una ragione in più per contrastarlo appena fosse stato possibile. Non si trattava però di un rex Gothorum, cioè di un sovrano della sola “nazione” germanica, come si può verificare per gli altri regni dell’Europa del tempo, ma di un titolo che gli veniva attribuito senza specificazioni etniche, in modo da coinvolgere anche i sudditi latini. A questa saggia ed equilibrata politica interna egli accompagnava un estremo dinamismo nei rapporti con gli altri regni romano-barbarici: si alleò, anche con una costante politica matrimoniale, con visigoti di Spagna, franchi di Gallia, burgundi. Insomma, la sua azione prese gradualmente a configurare una sorta di soluzione federativa germanica dell’Occidente, nonostante l’ascesa dei franchi di Clodoveo agli inizi del VI secolo ponesse un serio pregiudizio alla supremazia teodoriciana. Statua bronzea del re Teodorico raffigurato con la sua armatura. XVI secolo, tomba dell’imperatore Massimiliano, chiesa francescana di Innsbruck Foto: Scala, Firenze Latini e germani Teodorico era, istituzionalmente parlando, l’unico goto ad avere, come patricius, la cittadinanza romana; per il resto, goti e romani convivevano in un regime di separazione giuridica. I primi, che istituzionalmente erano “federati” dell’impero, si occupavano solo delle cose militari; i secondi, solo di quelle civili. Il fatto che i goti fossero ariani mentre i “latini” (come sempre più spesso venivano definiti dalla loro lingua ufficiale) seguaci della Chiesa che aveva accettato il concilio di Nicea (325) favorì lo sviluppo della vita parallela delle comunità, ciascuna delle quali aveva i suoi edifici di culto, il suo clero e la sua liturgia. Sarebbe stata possibile un’altra strada, cioè quella di promuovere l’integrazione tra le due comunità, favorendo per esempio i matrimoni misti? È difficile dirlo: Teodorico aveva trascorso l’infanzia come ostaggio a Costantinopoli, dove aveva ricevuto un’educazione romana; tuttavia, se in lui la convivenza di due culture si deve considerare naturale, non si può dire altrettanto per l’insieme dei goti. Nelle diverse nationes scaturite dall’ insediamento dei germani entro i confini dell’impero d’Occidente l’assimilazione tra i romani e i nuovi arrivati fu un processo piuttosto lento. Nonostante le numerose differenze tra le situazioni regionali, è possibile evidenziare alcuni caratteri comuni di natura sociale e culturale. Il modello prevalente nell’organizzazione delle società romano-germaniche si basava sulla separazione fra un esercito a prevalenza germanica e la popolazione civile, romana. Questo fece sì che nei diversi regni romano-germanici vigesse un sistema di duplici (o molteplici) diritti. Tuttavia, il caso italico era differente, in quanto formalmente la penisola era parte dell’impero e, come scriveva Cassiodoro, «qualunque cosa venga associata all’Italia obbedisce al diritto romano». In effetti manca per il regno ostrogoto un codice per i germani. L’Editto di Teodorico, testo in 154 articoli di discussa attribuzione (potrebbe appartenere alla Spagna visigotica e a Teodorico II), è comunque ispirato al diritto romano. Le cariche civili rimasero dunque in larga parte nelle mani dei latini. Non mancano tuttavia casi di latini che svolgevano un ruolo nella militia gota. I rampolli maschi dell’aristocrazia gota venivano allevati a corte, secondo la tradizione germanica. L’esercito era guidato da duces scelti dal re. Rispetto a quella terrestre, la difesa marittima è meno considerata; i germani, con l’eccezione dei vandali, non avevano grande consuetudine con la navigazione, e la supremazia bizantina nel Mediterraneo in questo periodo era da considerarsi indiscussa. Tuttavia anche i goti dovevano aver acquisito una qualche dimestichezza. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, eretta per volere di Teodorico nel 505 come luogo di culto ariano Foto: Gabriele Croppi / Fototeca 9X12 Il governo Lo splendore della corte teodoriciana (chiamata domus o palatium) a Ravenna doveva ricordare quella imperiale. Purtroppo il palazzo di Teodorico non esiste più, ma si può comunque ammirare nel magnifico mosaico della basilica di Sant’Apollinare Nuovo, fatta edificare dal sovrano come cappella palaziale. Le scelte di Teodorico mostrano con chiarezza la sua attenzione per la valorizzazione dell’antico, ma anche per un rinnovamento che seguisse il solco di tale tradizione: il materiale di spoglio dei templi abbandonati e cadenti avrebbe dovuto essere utilizzato per abbellire nuove costruzioni. A Ravenna non sono molte le applicazioni di questo principio, ma è l’intera edilizia monumentale a illustrare il progetto teodoriciano, appoggiato dall’aristocrazia gota, di raccogliere l’eredità della Roma antica. Oltre alle chiese e al suo palazzo, Teodorico vi fece restaurare il celebre acquedotto di Traiano, quasi interamente rovinato. Goti e italici avevano i medesimi doveri nei confronti del fisco. Era forse più difficile sottoporre i goti a un costume, quello della tassazione, nuovo per loro. Si registrano a questo proposito provvedimenti regi, per esempio quello contro i goti di Andria che si rifiutavano radicalmente di versare le tasse allo stato. Teodorico cercò di dare impulso all’economia. La sua opera più celebre furono le bonifiche, delle quali egli parlava come di una gloria del suo tempo. Per i commerci era previsto l’appalto triennale sul teloneum, una tassa sui commerci che gravavano tanto sull’acquirente quanto sul compratore. È stato ipotizzato che a coprire il ruolo di telonarii fossero gli ebrei del regno. Verso di una moneta in oro che raffigura Teodorico. Sul recto è raffigurato il coevo imperatore d’Oriente. VI secolo Foto: Bridgerman / Aci Nonostante, in teoria, la monetazione avrebbe dovuto ricalcare per le stesse ragioni quella imperiale, sappiamo che l’effigie del re goto veniva impressa sulle monete, in quanto in una lettera si tratta dell’istituzione di un funzionario preposto al controllo di tale attività. Il sovrano era anche considerato giudice supremo; per processi particolarmente spinosi e di grande rilevanza, quindi, le parti in causa potevano essere convocate alla presenza del re, che si serviva poi di appositi funzionari per ciò che riguardava la parte amministrativa. La successione Nel 518 l’imperatore Giustino I accettò di riconoscere Eutarico come successore designato di Teodorico, del quale aveva sposato la figlia Amalasunta. Tuttavia, Giustino intraprese una dura politica di persecuzione antiereticale; a farne le spese furono, tra gli altri, anche gli ariani. Nel nord Italia si verificarono diversi disordini che vedevano i goti ariani e gli ebrei da una parte, i cattolici dall’altra. La repressione fu dura, ma in due anni la questione parve risolta. Nel 522, come segno di distensione fra le comunità cattolico-latina e ariano-germanica, Teodorico scelse di affidare il consolato ai due figli di Boezio, al tempo magister officiorum. Ma nello stesso anno Eutarico morì, lasciando Amalasunta e due figli, Atalarico e Matasunta, ancora in tenera età; si riaprì così il problema della successione, nella quale il senato romano era a quanto pare convinto di avere voce in capitolo. Nel 523 il patricius e console Albino scrisse alcune lettere all’imperatore Giustino nelle quali si discuteva, appunto, della successione. Tali lettere vennero però intercettate e Albino fu accusato di complotto ai danni del regno di Teodorico. Nonostante sia probabile che Albino avesse alle spalle buona parte dell’élite romana, per quanto possiamo capire non tutti auspicavano una rottura definitiva con il sovrano. Voluto dal sovrano stesso e realizzato intorno al 520, il mausoleo di Teodorico è tra i più noti esempi di architettura funeraria visigota Foto: Scala, Firenze A spingere verso un’accusa per alto tradimento fu infatti un altro patrizio e console anziano, Cipriano; in qualità di magister officiorum Boezio assunse la difesa: pur sostenendo la falsità delle accuse mosse da Cipriano, affermò che, qualora Albino avesse fatto qualcosa, lui stesso e il senato avrebbero dovuto esser ritenuti colpevoli: non solo la mossa era azzardata, ma aveva il sapore di una presa di posizione radicale nei confronti di Teodorico. È probabile che, a questo punto, fosse in atto un dissidio fra la corte di Ravenna, che ovviamente parteggiava per Teodorico, e l’aristocrazia latina di Roma: una divisione fra quanti a Roma avrebbero visto di buon occhio un intervento bizantino e i latini, fedeli invece al potere goto, fra i quali Cassiodoro. A seguito delle sue parole, e forse di alcuni documenti falsificati, Boezio fu incarcerato a Pavia con l’accusa di tradimento e di magia; nel 525 venne condannato e messo a morte. Alla morte di Teodorico, sarà Amalasunta, sua unica figlia, ad assumere la reggenza Nello stesso anno Giustiniano era succeduto a Giustino I: fu lui ad accogliere l’ambasceria di papa Giovanni I il quale, per conto di Teodorico, chiedeva invano la cessazione delle persecuzioni contro gli ariani. Intanto Teodorico, dati i cattivi rapporti con il nuovo imperatore, designò il nuovo successore senza chiedere il parere di Giustiniano, ma consultandosi solo con l’aristocrazia gota. La scelta cadde sul nipote Atalarico, al tempo circa decenne. Questo e l’elezione del papa Felice IV furono gli ultimi atti pubblici di Teodorico, che morì nel 526. La figlia Amalasunta assunse la reggenza, ma gli anni che seguirono furono difficili e portarono al rapido deteriorarsi del potere goto in Italia. Per saperne di più Storia dei Goti. Herwig Wolfram, Res Gestae, Milano, 2021
  6. Il materiale numismatico dello stato ostrogoto è l’unico gruppo monetario germanico del “Migration Period” rappresentato pienamente e con continuità. Un quadro esauriente di questa monetazione è deducibile La composizione di tutte le collezioni numismatiche presenti in Croatia, Slovenia e Bosnia & Herzegovina, anche in casi in cui la quantità di pezzi raccolti non risulti particolarmente sostanziosa, offre un quadro abbastanza esauriente per lo studio della monetazione ostrogota. Sommario: Introduction. Ostrogotic coinage in museums and other collections. Catalogue of the coins. Notes to the coins. Identical dies. Finds and sites. Survey of the material. Appendices. Collectors, donors & dealers. Bibliography. Indexes. -> http://www.classicadiana.it/libreria/content/demo-z-ostrogothic-coinage-collection-croatia-slovenia-and-bosnia-herzegovina Z. Demo OSTROGOTHIC COINAGE FROM COLLECTIONS IN CROATIA, SLOVENIA AND BOSNIA & HERZEGOVINA. Ed. 1994, f.to 18x24cm., pp. 340+16tavv, ill. b/n
  7. scacchi

    1/4 di siliqua con monogramma

    salve Mi piacerebbe conoscere il vostro parere a riguardo di questa monetina dal diametro di cieca 11 millimetri e dal peso di 06/07 grammi scovata in un vecchio album appartenuto al nonno marchigiano di un amica il busto ha un aspetto giovanile? Nel monogramma non riesco ad identificare il segno che sovrasta il punto centrale cordialità
  8. Ulpianensis

    Moneta barbarica... ostrogota...?

    Buongiorno a tutti! ignorante come sono in materia, e consapevole del fatto che le monetazioni barbariche sono sempre un argomento “scivoloso”, chiedo a chi più esperto di me cosa pensa di questa moneta... passata come ostrogota di Teodorico, vi sembra “buona”? l’attribuzione è corretta? Grazie in anticipo a chi potrà rispondere!
  9. Salve a tutti, è la prima volta che scrivo su questo sito, sono giorni che provo a identificare questa piccola moneta che comprai anni fa in un mercatino a qualche euro... Il diametro è di circa 10/11 mm però altro non saprei..se qualcuno ha qualche informazione ne sarei estremamente felice, Saluti, Matteo.
  10. roman de la rose

    Atalarico

    Di certo so che si tratta di monetazione Ostrogota, poi per quello che mi han detto si tratta di un 10 nummi zecca di Roma, chiedo cortesemente a chi ne sa più di me delucidazioni ringrazio in anticipo la moneta ha un diametro di mm. 18 e pesa grammi 3.06 ps per quanto riguarda la legenda entro la corona di alloro qualè la legenda esatta? la foto come sempre non rende molto, la moneta è di un verde un pò piu acceso di quella in foto
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