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Dismettere la propria collezione su eBay
bizerba62 ha aggiunto un nuovo link in Questioni legali sulla numismatica
Buon giorno. Non è la prima volta (e, ritengo, non sarà l'ultima) che su questo sito si affronta la tematica della dismissione della propria collezione. I canali tradizionalmente più gettonati, da quello che riportano gli Utenti che ci sono già passati, sono il conferimento della collezione ad una Casa d'aste, la vendita (o la cessione in conto vendita) del materiale ad un commerciante numismatico e, molto più residualmente, la cessione delle monete ad altri collezionisti interessati a rilevare la raccolta. Da una decina d'anni a questa parte, la diffusione sempre più capillare di siti di vendita on line (il più importante dei quali è senza dubbio eBay) ha indotto più di qualche collezionista a fare uso anche di questo canale, sebbene dal punto di vista fiscale l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza abbiano sovente inquadrato l'attività del seller di eBay come un'attività di impresa, con tutti gli annessi e connessi che una siffatta qualificazione comporta ai fini del trattamento fiscale e previdenziale del "reddito" così prodotto. E ciò ha dunque scoraggiato il collezionista intenzionato a dismettere le proprie monete attraverso i siti di vendita on line, proprio per evitare "rogne" di natura fiscale. Desidero subito precisare, onde evitare che quanto sto per scrivere possa generare equivoci, che intendo riferirmi solo ed esclusivamente a quei collezionisti che intendono realmente disfarsi delle loro monete e non invece a coloro che, "cavalcando" questa finalità in modo puramente strumentale, fingono di dismettere la collezione ma in realtà comprano e vendono monete con abitualità, dando vita in questo caso ad una vera e propria "attività di impresa", il cui reddito non sfugge (giustamente) alla tassazione cui è sottoposto un qualunque reddito d'impresa. Precisato quanto sopra, verrei subito al dunque, esponendo il caso di un anziano collezionista di francobolli, che un bel giorno decide di dismettere la propria collezione su eBay, messa insieme dal 1943 per oltre 40 anni e forte di circa 20.000 pezzi. Lo scopo dichiarato del collezionista è quello di integrare la non sufficiente pensione con il "reintegro" di quanto speso nel tempo per l'acquisto dei francobolli mediante la loro cessione "spezzettata" in una moltitudine di aste (ne farà oltre 2.000) sul noto portale di vendita. La Guardia di Finanza, nell'ambito di un'attività di controllo denominata "Operazione e-Commerce" (davvero poca fantasia nel denominare queste operazioni!), effettua una verifica al seller "francobollaro" per il periodo 2004-2009, avendone riscontrato l'alto numero di aste, ancorchè solo "in uscita". Per la verità, è la stessa G.d.F. a ritenere che il collezionista non possa essere assimilato ad un imprenditore commerciale "occulto", ma una volta che gli esiti dell'attività ispettiva finisco all'Agenzia dell'Entrate, quest'ultima è di diverso avviso e contesta al nostro ex-collezionista di non aver dichiarato i redditi conseguiti (omessa dichiarazione) e di non averci pagato le imposte (IRPEF, Add. Reg., Add. Com.,IVA, IRAP.) dal 2006 al 2009 (per gli anni precedenti, l'Agenzia era decaduta dall'esercizio dell'azione impositiva). Non mi dilungo oltre e lascio la parola alle sentenze (primo grado: Commissione Tributaria Prov.le di Novara; appello: Commissione Tributaria Regionale del Piemonte) che trovate in allegato e che accolgono (conformemente) le ragioni dell'ex collezionista, stabilendo un principio assai interessante che, citando la sentenza d'appello, è il seguente: "....la scelta del Contribuente di porre in vendita la propria collezione filatelica (circa 20.000 pezzi) con una serie di singole operazioni a pochi pezzi cadauna, trova ampia giustificazione nella difficoltà di vendere tale collezione in un solo blocco, attività questa che non avrebbe avuto sicuramente i connotati di un'operazione commerciale. La vendita frazionata tuttavia non fa venir meno la natura di collezione all'insieme dei francobolli che sono stati acquisiti al patrimonio del Contribuente in anni remoti e non frutto di una serie di acquisti e rivendite almeno in tempi recenti, tali da poter evidenziare un nesso di causalità tra acquisto e vendita, che costituisce l'essenza di un'attività commerciale." Attenzione! Naturalmente qui parliamo di francobolli e non di monete; per queste ultime sappiamo che vi sono problematiche di esportazione che consiglierebbero di escludere i buyers esteri per monete che sono soggette all'attestato di libera circolazione o al certificato di esportazione. Peraltro, il principio fiscale enunciato dalle sentenze per le collezioni di francobolli è applicabile anche alle collezioni di monete, essendo la ratio identica. Non mi sono note altre pronunce sull'argomento (eventualmente anche di segno contrario) e se ne siete a conoscenza sarebbe interessante metterle a confronto. Saluti. Michele COMM_TRIB_REG_TORINO_N_14_34_15_DEP_14_01_2015.pdf CTP_NO_110_01_12_REDDITI.pdf
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