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Iula - La zecca medievale di Salerno.
Caio Ottavio ha aggiunto un nuovo link in Bibliografia numismatica, riviste e novita' editoriali
Salve a tutti. È con autentico piacere che mi accingo a presentare, con quest’apposita discussione, qui sul nostro Forum il mio ultimo libro. Si intitola: La zecca medievale di Salerno nella collezione numismatica del Museo Diocesano «San Matteo» di Salerno. Di cosa tratta? Com’è facilmente intuibile dal titolo, il compito principale di questo testo è quello di presentare per la prima volta in modo scientifico una collezione numismatica pubblica mai attenzionata in tal modo prima d’ora, quella del Museo Diocesano di Salerno, appunto. La parte principale del volume è occupata quindi dal catalogo che descrive le monete medievali salernitane componenti la detta raccolta: i pezzi, tutti in rame, partono dal periodo longobardo con le coniazioni di Gisulfo II (1052-1077) e terminano con l’occupazione sveva del Regno di Sicilia da parte di Enrico VI (1194-1197) e Costanza d’Altavilla. Da questo punto di vista, la collezione di monete salernitane del Museo Diocesano di Salerno copre quasi per intero un arco temporale vastissimo, dove troviamo ben rappresentate tutte le principali autorità politiche che hanno battuto moneta nella zecca di Salerno, prima con i Longobardi e poi con i Normanni, oltre a monete che sono state inserite nel percorso museale nonostante la loro completa estraneità alla zecca salernitana (troviamo pochi esemplari napoletani o siciliani). Si segnalano dei pezzi di estrema rarità che difficilmente si riescono a vedere altrove. La classificazione delle monete (che in alcuni casi ha portato anche a sottolineare delle novità iconografiche) è avvenuta nel modo più preciso possibile: dopo aver descritto i pezzi ed averli ricondotti ai principali repertori di riferimento per questo settore, si è avuta la premura di fornire per ogni singolo esemplare i relativi dati ponderali (peso e diametro). Ogni moneta è stata fotografata e le immagini (a colori) così ottenute sono state sistemate nelle apposite tavole fotografiche a fine volume. Non mancano le tavole di concordanza con gli altri fondamentali testi di riferimento per la monetazione salernitana, oltre che una tabella che illustra i gradi di rarità per ogni moneta riportata nel catalogo descrittivo e illustra la relazione che intercorre tra la numerazione adoperata nel catalogo e quella prospettata per l’esposizione museale. Il tutto è preceduto da una corposa introduzione, in cui sono racchiuse delle interessanti novità per quel che riguarda la storia della zecca salernitana. Infatti, questo libro non vuole ridursi ad un semplice catalogo di una collezione museale che comunque prima di oggi non ha mai ricevuto le attenzioni che meritava da parte degli studiosi (e già questa caratteristica, da sola, basterebbe a rendere il volume degno di nota), ma si è deciso anche di inserire nella parte introduttiva dei piccoli saggi di numismatica salernitana che vorrebbero gettare nuova luce o riprendere argomenti che, in questo settore, avevano bisogno di essere puntualizzati meglio. Ad esempio, particolarmente importante è il capitolo II che tratta dell’ubicazione della zecca salernitana, o il capitolo IV che riprende l’annosa questione sulla particolare serie di follari emessi a nome di un certo Manso Vicedux. Dall’indice generale: Il primo capitolo, Cenni storici riguardanti la raccolta numismatica del Museo Diocesano di Salerno, ha il compito di mettere insieme le scarsissime notizie storiche che hanno portato alla nascita di questa poco nota raccolta museale. Il secondo capitolo, Origine ed ubicazione della zecca di Salerno, contiene delle interessanti novità riguardo la storia della zecca salernitana in epoca medievale, soprattutto longobarda, che si focalizzano in particolare sul luogo dove sarebbe sorta la zecca delle monete. Il terzo capitolo indaga invece la complessa storia monetaria che si registrò a Salerno tra la fine del Principato longobardo con Gisulfo II e l’annessione della città al Ducato di Puglia con l’avvento dei Normanni di Roberto il Guiscardo. Il quarto capitolo ci riporta tra le monete della serie di Manso Vicedux, un argomento ancora spinoso e molto discusso. Il quinto ed il sesto capitolo si occupano delle vicende storico-numismatiche che Salerno visse con la dominazione normanna e la creazione del Regno di Sicilia (1130), fino al tramonto e alla chiusura della zecca. Chiude l’introduzione il settimo capitolo che offre uno spaccato generale sui tarì d’oro prodotti a Salerno. Non vorrei essere troppo prolisso (anche perché vorrei lasciare il piacere di “scoprire” questo testo ai lettori che lo desiderano), quindi mi fermo qui, fornendo qualche caratteristica tecnica: il volume consta di ben 192 pagine di grande formato (22x30 cm), tutte stampate su carta pesante da 150 grammi; contiene circa 867 fotografie, di cui 858 sono a colori e sistemate in 38 tavole illustrate, il tutto è rilegato in brossura editoriale con cartoncino martellato a mano. Particolare attenzione è stata riservata, quindi, anche alla veste grafica dell’edizione. Spero che anche questa mia nuova “fatica” incontri il vostro gradimento: per ogni tipo di informazione sarò lieto di seguirvi in questa discussione, mentre per chi fosse interessato a reperire il volume può scrivermi un messaggio privato in qualsiasi momento. Grazie a tutti per l’attenzione.- 14 commenti
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