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Una nuova ricerca suggerisce che il segmento settentrionale della Grande Muraglia cinese non fu costruito per bloccare gli eserciti invasori, ma per controllare la popolazione. I ricercatori hanno completamente mappato, per la prima volta, il Muro di Gengis Khan (o Linea del Nord), un segmento settentrionale della Grande Muraglia cinese che copre circa 740 chilometri. “Prima della nostra ricerca, la maggior parte delle persone pensava che lo scopo del muro fosse quello di fermare l’esercito di Genghis Khan” [conquistatore mongolo], ha affermato Gideon Shelach-Lavi, archeologo dell’Università Ebraica di Gerusalemme, che ha condotto questo studio per due anni, nel frattempo pubblicato sulla rivista scientifica Antiquity. Una riscrittura della storia? Ma questo segmento settentrionale del muro, situato principalmente in Mongolia, è relativamente basso ed è vicino a diverse strade, indicando funzioni non militari. “La nostra conclusione è che si trattava più di controllare o bloccare i movimenti di persone e animali, possibilmente di tassarli“, ha aggiunto. La costruzione della Grande Muraglia cinese, divisa in sezioni che si estendono per migliaia di chilometri, iniziò nel III secolo a.C. e proseguì per diversi secoli. Questo specifico muro fu costruito durante il periodo medievale (XI-XIII secolo), un’epoca che vide la nascita di Gengis Khan. Con l’aiuto di ricercatori dell’Università di Yale negli Stati Uniti e dell’Accademia delle Scienze mongola, Shelach-Lavi e il suo team hanno usato droni, immagini satellitari ad alta risoluzione e strumenti archeologici tradizionali per mappare il muro e trovare artefatti che li ha aiutati a determinare le date. https://focustech.it/2020/06/21/non-tutta-la-grande-muraglia-cinese-e-stata-costruita-per-scoraggiare-gli-invasori-285190/amp Parigi – La leggenda vuole che la Grande Muraglia cinese sia visibile anche dalla luna. Nella realtà è sempre dal cielo che la settima meraviglia del mondo si rivela al meglio ai nostri occhi, svelando segreti dimenticati da secoli. E’ infatti grazie a immagini satellitarie ed aeree che un’équipe di archeologi israeliani, guidati da Gideon Shelach–Lavi hanno potuto rintracciare chilometri di un tratto della Muraglia edificato nella steppa mongola caduto nell’oblio, come riporta Le Figaro. La sezione ritrovata, mai oggetto di ricerche e dimenticata dagli storici, si trova a migliaia di km dalla Cina e costituisce la “Linea Nord, a cavallo tra Cina, Mongolia e Russia. Questa linea era anche conosciuta come la “Muraglia di Gengis Khan”, in riferimento al celebre conquistatore mongolo che nel XII aveva fondato un immenso impero. I resti individuati dagli archeologi fanno pensare che quel tratto di muraglia non fosse destinata a difendersi dalle invasioni esterne. Lo fa pensare la modesta altezza dei muri che non supera i due metri e la sua costruzione in zone poco elevate, quindi scarsamente strategiche. Secondo il prof. Shelach-Lavi era probabilmente uno strumento di politica interna, destinato a controllare la popolazione nomade e i loro greggi e non , come era stato pensato in un primo momento, per difendere la popolazione locale da Gengis Khan e delle sue orde. “La costruzione di questo tratto della Grande Muraglia è un importante progetto medioevale di cui paradossalmente non ve n’è quasi menzione nei documenti storici” ha comunque precisato all’agenzia di stampa francese AFP l’archeologo israeliano che per vederci più chiaro si è recato con la sua équipe e le sue tecnologie di avanguardia in questa zona isolata del mondo. Sul luogo ha così potuto valutare l’importanza di questi resti della muraglia costruita di terra e ora ricoperti di erba. La settima meraviglia del mondo, iscritta al patrimonio dell’Unesco nel 1987, è un aggregato di fortificazioni militari costruite in Cina in varie epoche a partire del III secolo A.C per difendersi dalle invasioni dal nord. La sua lunghezza è attualmente attestata a circa 6.260 – 8.852 km ma potrebbe essere assai più imponente se si recuperassero le parti scomparse e potrebbe superare i 21.000 km. Si ritiene che il tratto più celebre, quello costruito dagli imperatori Ming, abbia perso il 30% della sua lunghezza a causa del furto dei suoi mattoni utilizzati per costruire case. Negli anni scorsi la Cina aveva lanciato un appello per raccogliere fondi destinati a mantenerla in buono stato e a ritrovare i tratti scomparsi. La muraglia aveva infatti cominciato a dare preoccupanti segni di degrado a causa delle intemperie e dei milioni di persone che ogni anni vanno a visitarla. https://www.stamptoscana.it/archeologia-torna-alla-luce-la-grande-muraglia-di-gengis-khan/
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