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Risultati per Tag 'monumenti romani'.
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Questo famosissimo ed enorme monumento dell’ antica Roma , che ancora oggi desta tanta meraviglia e curiosita’ presso le persone di tutto il mondo e lo fara’ ancora a lungo , e’ universalmente conosciuto come Anfiteatro Flavio , in quanto fu iniziato sotto Vespasiano e terminato ed inaugurato dal figlio Tito . Ma chi fu l’ artefice o gli artefici materiali di questo colosso di pietra alto in origine 52 metri ? Non e’ pensabile che la costruzione materiale dell’ Anfiteatro fosse affidata ad un solo appaltatore , piuttosto furono certamente diverse maestranze agli ordini di diversi appaltatori , suddivisi ognuno secondo le proprie competenze tecniche specifiche ; eppure di uno di questi probabili appaltatori forse conosciamo il nome della Gens alla quale apparteneva : gli Haterii . Questo nome ci giunge lontano da un monumento funebre di questa famiglia , in particolare da un pannello marmoreo , conosciuto come “rilievo degli Haterii” nel quale rilievo figura , insieme ad altri monumenti di Roma antica , anche il Colosseo , edifici ai quali il personaggio Quintus Haterius Thychicus dovette aver contribuito alla costruzione . Nel rilievo del pannello relativo al Colosseo si nota , a dimostrazione di quanto si supponeva , che ogni arco dei piani era occupato da una statua mentre sul lato sinistro del Colosseo era l’ ingresso monumentale con in alto una grande lapide dedicatoria sormontata da cavalli , forse una quadriga , dentro l’ edificio si notano le scale che portavano ai piani superiori . Il conosciuto “rilievo degli Haterii” e’ un pannello marmoreo che decorava il sepolcro degli Haterii , era questa una tomba monumentale costruita tra la fine del I secolo e i primi anni del II secolo sulla via Labicana Casilina . Apparteneva alla famiglia di Quinto Aterio Thychicus , un appaltatore , dal cognome forse un liberto , di opere pubbliche dell’ eta’ di Domiziano . Altre notizie da Wikipedia : La tomba venne rinvenuta casualmente nel 1848 nei pressi della torre di Centocelle : consisteva in un ambiente di pianta quadrata, parzialmente scavato nel tufo, in origine decorato da ricchissimi rilievi. La struttura era molto rovinata già all'epoca dello scavo, mentre i rilievi sono oggi conservati nel Museo gregoriano profano dei Musei Vaticani , ai quali vennero ceduti nel 1853. Il più noto dei rilievi conservati raffigura in uno spazio rettangolare allungato una serie di cinque edifici, identificati da iscrizioni, che dovevano rappresentare i monumenti sui quali Haterius era intervenuto durante la sua carriera. Da sinistra a destra sono rappresentati. Arcus ad Isis ("arco presso il tempio di Iside"), interpretato generalmente come uno degli archi di ingresso dell'Iseo Campense (arco di Camigliano, i cui resti erano visibili fino al XVI secolo a piazza del Collegio Romano. Colosseo (ancora privo dell'attico sopra i tre ordini di arcate) un arco quadrifronte, forse ricostruzione domizianea della porta Trionfale un arco ad summa Sacra via ("sulla sommità della via Sacra"), in genere identificato con l'arco di Tito tempio esastilo (a sei colonne) e con frontone sormontato da un attico, dedicato a Giove (tempio di Giove Tonante o di Giove Custode o di Giove Statore. Rilievo con edificio sepolcrale a forma di tempio: il rilievo raffigura una tomba monumentale, con un alto basamento rettangolare, con una porta sul lato lungo e paraste agli angoli, sormontato da un tempietto con quattro colonne in facciata e lesene sui lati. Tutte le superfici libere delle pareti sono ornate da rilievi decorativi, compresi i fusti delle paraste. I busti dei defunti sono inseriti in clipei tra le paraste dei lati del tempietto. Davanti all'edificio è un'altissima gru, azionata mediante una ruota che viene fatta girare da operai che camminano al suo interno. Nello spazio libero al di sopra del tempio compare una defunta sdraiata su un letto già nell'oltretomba. La scena è stata interpretata come la raffigurazione dell'apoteosi della defunta. Rilievo con scena funebre: il frammento conserva la raffigurazione del compianto di una defunta, stesa su un letto circondato da quattro candelabri con fiamme accese. Intorno al letto sono presenti due prefiche che accompagnano una donna con una corona, un suonatore di flauto e piccole figure di servitori o di personaggi in preghiera. Si conservano inoltre due ritratti entro edicole, un architrave con i busti di Mercurio, Cerere, Proserpina e Plutone, un'urna cineraria con scena marina, un piccolo pilastro e uno stipite decorati con tralci di vite e scene di vendemmia e un altro piccolo pilastro decorato su due lati da un candelabro ornato da rose e da uccelliniì. Appartengono al sepolcro anche alcune iscrizioni funerarie, che ne permisero l'identificazione La tomba degli Haterii non va confusa con il sepolcro di un altro personaggio appartenente alla medesima gens, Quinto Aterio, oratore, morto nel 26 d.C. La sua tomba era situata in prossimità della Porta Nomentana: fu obliterata dalla costruzione della torre onoriana nel V secolo e riportata alla luce nel 1826-1827. Consisteva in una altare funerario con nucleo in cementizio rivestito in travertino e con decorazioni in marmo. Interessante la “gru” con funi azionata da uomini in piedi per sollevare blocchi , presente una foto con la probabile ricostruzione . In ultima foto il particolare del rilievo con il Colosseo .
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