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  1. ARES III

    Spostando un macigno....

    Spostano un macigno. C’è un buco. Entrano. Trovano 8 scheletri umani e resti di infiniti animali tra i quali cani, squali, uccelli L’entrata nella camera sepolcrale @ Foto: Jerónimo Avilés Olguín Un macigno, accostato a una parete. L’occhio degli archeologi non è stato ingannato da quella copertura occlusiva. Gli archeologi dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) hanno spostato il masso e scoperto una particolare camera funeraria in una grotta nella città maya di Tulum. Nel cuore della città fortificata Maya di Tulum, gli archeologi dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) hanno compiuto una scoperta straordinaria – la notizia è stata data nelle ore scorse dal governo messicano – rivelando dettagli sorprendenti sulla vita e le pratiche funerarie degli antichi abitanti di questa regione. La scoperta è stata effettuata durante uno studio approfondito nell’area murata tra gli edifici 21 (Tempio delle Colonne) e 25 (Tempio di Halach Uinic), dove gli archeologi hanno individuato una grotta precedentemente sigillata da un masso – in fondo a questa pagina troverete il breve video relativo alla scoperta -. Dopo aver rimosso il masso, gli studiosi si sono trovati di fronte a una camera funeraria contenente resti umani disposti in modo insolito: la parte inferiore del corpo fuori dalle cavità scavate, mentre la parte superiore giaceva all’interno. Questa disposizione unica solleva interrogativi affascinanti sulla ritualità e le credenze funerarie dei Maya di Tulum. L’esplorazione accurata della grotta ha rivelato un interno suddiviso in due piccole camere, una meridionale e l’altra settentrionale. Con dimensioni di appena 3 metri per 2 metri e un’altezza media di 50 centimetri, queste camere hanno ospitato ben otto sepolture, prevalentemente di adulti, che hanno mantenuto una straordinaria conservazione grazie alle condizioni ambientali favorevoli all’interno della grotta. Accanto alle sepolture umane, la grotta ha svelato una vasta gamma di resti scheletrici di animali, fornendo un affascinante spaccato della fauna associata alla vita quotidiana dei Maya. Mammiferi come cani, topi, opossum, cervi e tapiro, uccelli di varie specie, rettili, pesci e una varietà di invertebrati come crostacei, molluschi e anfibi si trovavano tra i reperti. Chi erano queste persone? Perché una tale profusione di resti animali, scelti così da coprire ogni parte del Creato? Particolarmente intrigante è il ritrovamento di frammenti ceramici associati al periodo tardo postclassico (1200-1550 d.C.). Tra questi frammenti i resti da restaurare di un piccolo molcajete – un mortaio impiegato nella preparazione di alimenti – di tipo Papacal inciso, caratterizzato da supporti semiglobulari cavi. Il processo di restauro di questo prezioso reperto è stato affidato a Carolina Segura Carrillo, specialista di restauro affiliata al team di conservazione di Promeza a Tulum, supervisionato dalla restauratrice Patricia Meehan Hermanson. I resti degli animali trovati nelle camere funerarie Nel corso dell’esplorazione della grotta nella città Maya di Tulum, gli archeologi hanno rinvenuto una ricca varietà di resti scheletrici di animali, coprendo diverse specie di mammiferi, uccelli, rettili, pesci, e invertebrati. Ecco un elenco dettagliato dei resti di animali identificati: Mammiferi: Cane domestico Topo Opossum Pipistrello succhiasangue Cervo dalla coda bianca Tepezcuintle Armadillo a nove fasce Tapir Pecari Uccelli (delle seguenti specie appartenenti agli ordini): Galliforme Passeriforme Pelecaniforme Piciforme Charadriiforme Rettili: Tartaruga marina caretta Tartaruga terrestre Iguana Pesci: Squalo tigre Barracuda Cernia Pesce tamburo Pesce palla Aquila di mare Invertebrati (tra cui): Crostacei (granchio e cirripedi) Molluschi (lumaca) Anfibi (rana) https://stilearte.it/spostano-un-macigno-dietro-ce-un-buco-entrano-trovano-otto-scheletri-umani-e-resti-di-numerosissimi-animali-tra-i-quali-cani-squali-uccelli/
  2. ARES III

    Una testa di guerriero maya

    La testa scolpita di un arcaico guerriero trovata in queste ore in una trincea di riempimento presso le pozze delle streghe Coperto da un elmo di serpente con le fauci aperte e un copricapo di piume, il volto scolpito di un guerriero è emerso durante gli scavi effettuati con risorse del Programma di Valorizzazione delle Aree Archeologiche (Promeza), nel cosiddetto Tempio 6 di Maudslay, appartenente alla Casa Complesso Colorada di Chichén Itzá, nello stato dello Yucatán, in Messico Ne dà notizia in queste ore l’Inah, l’Instituto Nacional de Antropología e Historia. L’area è collegata alla presenza di bacini naturali, considerati magici. L’ultima scoperta nella “città sull’orlo del pozzo degli Itzáes” (è questo il significato del toponimo Chichén Itzá in lingua maya) è stata annunciata nella conferenza stampa del presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, dal direttore generale dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), Diego Prieto Hernández, che ha presentato gli ultimi resoconti del salvataggio archeologico effettuato nella sua fase conclusiva nei lavori del Treno Maya. La nuova linea ferroviaria attraverserà la penisola dello Yucatán, trasportando i turisti dalle località balneari di Cancún e Tulum ai siti archeologici Maya nel cuore della giungla. E’ proprio precedendo questi lavori che, in questi anni, sono stati svolti accertamenti e scavi archeologici che hanno consentito importanti scoperte relative al periodoo pre-ispanico della regione. Per quanto riguarda le immense testimonianze materiali dell’antica civiltà Maya, recuperate attraverso il recupero archeologico, Diego Prieto Hernández ha concluso che nelle sette sezioni liberate per la costruzione del Treno Maya, al 9 novembre 2023, sono state registrate e conservate. elementi immobiliari; 1.925 beni personali; 1.398.083 frammenti ceramici e 1.467 pezzi in restauro. A queste cifre si aggiungono 660 sepolture umane e 2.252 elementi naturali associati ad antichi insediamenti. Prieto Hernández ha sostenuto che la scoperta del suddetto volto antropomorfo, nella Zona Archeologica di Chichén Itzá, è un esempio del contatto che i Maya di oggi possono avere con il loro passato. Ha detto che l’elemento preispanico, che doveva essere parte di un disegno scultoreo più ampio, è stato trovato come parte del riempimento della costruzione, sul lato est del seminterrato del Tempio 6 di Maudslay (struttura 3C11). I lavori, guidati dal progetto archeologico di Chichén Itzá, hanno permesso di recuperare il pezzo di 33 centimetri di altezza, 28 centimetri di larghezza e 22 centimetri di profondità che, nonostante sia fratturato – ma in modo composto – si distingue per essere in buono stato di conservazione. Lo stile del pezzo permette di dedurre che i suoi parametri scultorei concordano con quelli utilizzati nei primi tempi della città Maya. Chichén Itzá è un affascinante complesso archeologico maya situato nella parte settentrionale della penisola dello Yucatán, in Messico. Le sue rovine, che si estendono su un’area di 3 km², sono i resti di una maestosa città che fu un fulcro vitale della civiltà maya durante il periodo epiclassico, compreso tra il VI e l’XI secolo. L’imponente sito ospita una varietà di edifici rappresentativi di diversi stili architettonici, tra cui la famosa piramide di Kukulkan, conosciuta anche come El Castillo, l’osservatorio astronomico noto come il Caracol e il Tempio dei guerrieri. La posizione di Chichén Itzá, in uno Yucatán prevalentemente arido, ha guadagnato importanza grazie alla presenza di due cenotes, ampi pozzi naturali che forniscono una fonte vitale di acqua. Tra questi, il Cenote Sagrado è il più rinomato. Secondo resoconti dell’era post-conquista, sia Maya che spagnoli riportano che i Maya precolombiani praticassero sacrifici al dio della pioggia, Chaac, gettando nel cenote manufatti e persino esseri umani. Nel periodo tra il 1904 e il 1910, il console statunitense Edward Herbert Thompson eseguì un dragaggio del cenote, riportando alla luce manufatti in oro, giada e ceramica, insieme a resti umani con segni compatibili con la pratica dei sacrifici. Chichén Itzá emerse come una potenza regionale alla fine del periodo classico arcaico, intorno al 600 d.C. Tuttavia, fu soprattutto alla fine del periodo medio classico e all’inizio del periodo classico finale che il sito raggiunse il culmine della sua grandezza, diventando una capitale regionale di grande importanza. Qui, Chichén Itzá centralizzò e dominò la vita politica, culturale ed economica nelle pianure settentrionali dei Maya. Questa città antica e affascinante continua a suscitare meraviglia e ammirazione per la sua magnificenza e il suo significato storico. https://stilearte.it/la-testa-scolpita-di-un-arcaico-guerriero-trovata-in-queste-ore-in-una-trincea-di-riempimento-nellarea-delle-pozze-delle-streghe/
  3. ARES III

    Riscoperta la città Maya di Ocomtun

    Archeologo, dopo alcuni calcoli, scopre una città Maya nel fitto della foresta, importante centro di 1000 anni fa In una parte centrale remota, spopolata, fortemente ricoperta di vegetazione e difficilmente accessibile della penisola dello Yucatan in Messico, una spedizione guidata dal dottor Ivan Šprajc, archeologo, archeoastronomo e capo dell’Istituto di studi antropologici e spaziali di ZRC SAZU, – Lubiana, Slovenia – ha scoperto i resti di un’antica città Maya che chiamarono Ocomtun, che fu un centro importante più di 1.000 anni fa. La ricerca condotta nel mese di maggio e giugno 2023, fino a pochi giorni fa, è stata finanziata da ZRC SAZU , Založba Rokus Klett , Adria kombi , Kreditna družba Ljubljana , agenzia di viaggi AL Ars Longa (Slovenia), Ken & Julie Jones Charitable Foundation e Milwaukee Audubon Society (USA). Questa è la seconda scoperta rivoluzionaria di Šprajc quest’anno, dopo la pubblicazione di gennaio di un articolo scientifico in cui lui e i suoi coautori sostenevano che l’astronomia e il calendario Maya hanno origini molto più antiche di quanto si pensasse. https://www.stilearte.it/archeologo-dopo-alcuni-calcoli-scopre-una-citta-maya-nel-fitto-della-foresta-importante-centro-di-1000-anni-fa/
  4. ARES III

    Nuove scoperte Maya

    400 città e "autostrade" Maya scoperte nella foresta in Guatemala Una ricostruzione delle nuove città Maya scoperte in Guatemala Quasi mille antichi siti e insediamenti Maya, tra cui 417 città precedentemente sconosciute collegate da quella che appare paragonabile a una rete autostradale, la prima al mondo, sono state scoperte tra le fitte giungle del Guatemala settentrionale e del Messico meridionale. La scoperta è ulteriormente importante perché insediamenti e infrastrutture, risalenti a un periodo che va al 1000 a.C. al 150 d.C., sono costruite cinque secoli prima del picco classico della civiltà Maya, quando decine di grandi centri urbani prosperavano nell'attuale Messico e nell'America centrale. Lo studio realizzato da un'équipe della fondazione di ricerca antropologica guatemalteca FARES e pubblicato online nella rivista Ancient Mesoamerica della Cambridge University Press, è stato condotto attraverso l'esame dei dati rilevati attraverso la tecnologia LiDAR (Light Detection And Ranging), che misura la distanza da un oggetto illuminandolo con una luce laser "sparata" da aerei in volo e che al contempo è in grado di restituire informazioni tridimensionali ad alta risoluzione sull’ambiente circostante.Questo ha consentito ai ricercatori di rimuovere virtualmente la vegetazione e mappare le antiche strutture sottostanti. L'analisi dei dati ha evidenziato quello che per i ricercatori è il primo esteso sistema di "autostrade o superstrade" in pietra del mondo antico. Finora sono state scoperti quasi 180 km di strade spaziose, alcune delle quali misurano circa 40 metri di larghezza e si elevano dal suolo fino a 5 metri. Questa impressionante struttura stradale rispondeva evidentemente a una rete di interazioni sociali, politiche ed economiche. Lo studio interessa l'area del bacino carsico Mirador-Calakmul, che si estende dalla giungla di Peten, nel Guatemala settentrionale, allo stato di Campeche, nel Messico meridionale. In questa zona i ricercatori hanno identificato anche piramidi, campi per il gioco della palla e importanti opere di ingegneria idrica, tra cui serbatoi, dighe e canali di irrigazione. Si ritiene che molti degli insediamenti fossero controllati dalla metropoli oggi nota come El Mirador. "Molti siti a più livelli - spiegano gli autori dell'articolo - risalgono al periodo medio e tardo preclassico, come determinato dai test archeologici e dalla volumetria di architetture costruite e/o occupate contemporaneamente con caratteristiche morfologiche simili. L'architettura monumentale, i formati architettonici coerenti, i confini specifici dei siti, le strutture di gestione/raccolta dell'acqua e i 177 km di strade sopraelevate preclassiche suggeriscono investimenti di lavoro che sfidano le capacità organizzative di polarità minori e potenzialmente ritraggono le strategie di governo del periodo preclassico". https://www.avvenire.it/amp/agora/pagine/archeologia-autostrade-maya-scoperte-in-guatemala Mirador-Calakmul,
  5. Illyricum65

    Chichen Itza nuove scoperte

    Ciao, volevo segnalarvi una nuova scoperta archeologica legata al celebre Castillo di Chichen Itza. Era nota da tempo la presenza di una preesistente piramide maya all'interno di quella attualmente visibile (chiaramente appartenente ad una più tarda). Io quando la visitai non ebbi la possibilità di visitare qualla interna cui si accede mediante uno stratto cunicolo che porta se ben ricordo ad una stanza contenente una statua di un giaguaro. Ma recentemente analisi non invasive hanno portato alla scoperta di due cose: esiste una terza piramide più antica alta circa 10 metri databile al principio della Cultura Maya che al di sotto di questa struttura è presente un cenote (specie di voragine carsica contenente acqua) che per i Maya avevavo spesso connotazioni legate al mondo sovrannaturale. Per chi fosse interessato segnalo questo link che descrive la scoperta: http://www.focus.it/cultura/storia/la-piramide-matrioska-di-chichen-itza Ciao Illyricum
  6. Illyricum65

    ... ma ve l'immaginate?

    Ciao, ... ma ve l'immaginate... l'emozione di trovare nella foresta l'ingresso di una cavità scoperta grazie al fatto che i cani che vi accompagnano si sono infilati in una oscura apertura... e ritrovare al suo interno i resti della frequentazione umana di gruppi antecedenti di migliaia d'anni la vostra visita, costituiti dalla presenza in superficie di vasi ceramici di grandi dimensioni anche integri? Quella che vi presento è la grotta di Chechen Ha, nel Belize, utilizzata dai Maya per riti collegati al mondo degli Inferi, dei quali la cavità ne rappresentava, a loro avviso, uno degli ingressi o perlomeno un'efficace rappresentazione degli stessi... Vi segnalo questo interessante articolo in PDF relativo alle ricerche 2003: Changes and Continuities in Ritual Practice at Chechem Ha Cave, Belize: Report on Excavations Conducted in the 2003 Field Season http://www.famsi.org/reports/02086/02086Moyes01.pdf Ciao Illyricum :)
  7. Ixchel

    Il Messico archeologico

    In questa sessione parlerò di una delle città a me rimasta nel cuore: Città del Messico. Analizzerò alcuni splendidi luoghi archeologici che hanno segnato la storia di questa maestosa e misteriosa città del centro America. Tlatelolco La storia narra che il 13 Agosto 1521 gli spagnoli, guidati da Alvarado, massacrarono più di 40.000 aztechi. Ben 400 anni dopo, con esattezza il 2 ottobre 1968, avvenne un secondo terribile massacro dove persero la vita, per mano dell'esercito, centinaia di studenti che manifestavano contro il governo. Effettivamente l'impressione che si ha una volta giunti sul sito, è di un luogo pieno di dolore. La gente del luogo ancora oggi si ferma a raccontare ai pochi turisti che si avventurano tra le rovine, come ci sia quasi una sorta di maledizione che avvolge questo sito. La cittadina sorge sulla "Plaza de las Tres Culturas", una delle piazze più importanti di Città del Messico. Il nome "Tres Culturas" sta ad indicare come in questo luogo si fondano tre momenti storici differenti che vanno dal preispanico al coloniale fino all'età contemporanea. Essendo io amante dell'antichità, ho seguito con più ammirazione la parte preispanica: secondo la leggenda il dio Huitzilopochtli elegì gli Aztechi affinchè governassero questa terra. Nel sito archeologico è possibile ammirare più di sessanta strutture che comprendono altari, piattaforme e templi. A seguire ne analizzerò le principali compiendo insieme a voi un piccolo viaggio virtuale attraverso le rovine della città. Fonte principale: Mexico Tlatelolco, Salvador Guilliem Arroyo, INAH, México, 2009 Ixchel
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