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Massimiano Erculeo: Argenteo non pubblicato in asta
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Buongiorno. Nella prossima asdta Naumann viene presentata la seguente moneta segnalata come: Unpublished Argenteus MAXIMIANUS HERCULIUS (First reign, 286-305). Argenteus. Serdica. Obv: D N MAXIMIANO B S AVG. Laureate and mantled bust right, holding branch and mappa. Rev: PROVID • DEORVM QVIES AVGG / S - F / A / •SM•SD•. Providentia standing right, extending hand to Quies standing left, holding branch and sceptre. RIC -, cf. 10b (Aureus); RSC -; cf. NAC 46, lot 691 (with officina B); cf. Gorny & Mosch 180, lot 431 (same). Condition: Extremely fine. Weight: 3.19 g. Diameter: 20 mm. La moneta in questione è presentata ad una base d'asta di 4.000 euro a fronte della stima di 5.000 euro https://www.numismatik-naumann.at/auktion/#!/auction/lot?a=4301&l=799&p=4&c=100319 -
La storia di Cartagine e’ stata da sempre legata a quella di Roma, a partire dalle guerre puniche, durante le quali si era assistito all’apogeo e poi alla disfatta di questa città. Dopo la sua distruzione ad opera di Scipione Emiliano nel 146 a.C. , la città fu poi ricostruita, diventando progressivamente uno dei centri più importanti e prospere dell’impero romano. E tale era anche durante la prima tetrarchia, quando fu coinvolta in un evento bellico che ne minacciò seriamente la sopravvivenza come centro nevralgico del nord Africa romano, soprattutto dal punto di vista economico. Con la nascita della prima tetrarchia, l’impero romano era stato diviso in due parti: l’Oriente (con Diocleziano come augusto e Galerio come cesare) e l’Occidente (affidato all’augusto Massimiano ed al suo cesare, Costanzo Cloro): Ci soffermeremo ora proprio sull’Africa occidentale che allora era sotto il controllo di Massimiano e di Costanzo Cloro. Con l’eliminazione della usurpazione britannica grazie soprattutto all’opera del suo Cesare Costanzo Cloro, Massimiano potè dedicarsi ad una grave minaccia che incombeva in Mauretania, nell’Africa nord-occidentale. La riforma di Diocleziano aveva ridisegnato le province africane per cui la Mauretania Tingitana (MT sulla cartina) era finita della Diocesi delle Spagne, mentre la Mauretania Cesariensis (MC) e Sitifensis (MS) erano rimaste sotto la Diocesi d’Africa. La Mauretania Sitifensis confinava con la Numidia (N) che a sua volta era adiacente all’Africa Proconsolare (AP) dove era ubicata la città di Cartagine. La Diocesi d’Africa come quella delle Spagne faceva parte della parte occidentale dell’impero che all’epoca, dopo la nascita della Tetrarchia nel 293, era divisa tra Massimiano (Augusto) e Costanzo Cloro (Cesare). La città di Cartagine godeva allora di una certa prosperità economica caratterizzata da vivacità commerciale e da una intensa attività di edilizia pubblica e privata. A Cartagine vi era anche un certo fermento religioso; infatti, oltre alla presenza di importante comunità ebraica, era assai radicato il cristianesimo Questo era l’assetto dell’impero all’epoca del conflitto africano che coinvolse Massimiano probabilmente già verso la fine del 296 d.C. Con l'indebolimento dell'autorità romana durante il III secolo, i Quinquegentiani (una confederazioni di varie tribù berbere, cinque per la precisione, come indicherebbe il nome), già a partire dal 293 (ma secondo alcuni anche prima, ovvero dal 289), avevano iniziato a razziare con frequenti ondate gli insediamenti imperiali di tutta la regione con conseguenze sempre più gravi. I Quinquegentiani hanno una piccola menzione in Eutropio che dice: “Anche Massimiano Augusto pose fine alla guerra in Africa schiacciando i Quinquegentiani e costringendoli a fare la pace”. La questione era molto delicata in quanto il nord Africa era uno dei granai dell’impero ed una delle zone più ricche. I berberi erano popolazioni nomadi che abitavano la zona della catena montuosa dell’odierno Atlante da cui partivano in forma di bande di guerriglieri per profonde scorrerie in territorio imperiale alla ricerca di ricchezze. Erano, pertanto, popolazioni “barbare” ai confini meridionali dell’impero (non sfuggirà l’assonanza tra “barbaro” e “berbero”). Probabilmente verso la fine del 296 ed i primi mesi del 297 Massimiano diede inizio ad una grande offensiva contro i Quinquegentiani i quali, partendo dalla Mauretania Tingitana, si erano spinti anche oltre lo stretto di Gibilterra, attaccando la parte meridionale della penisola iberica. La campagna africana fu lunga ed impegnativa (anche perchè combattuta contro soldati irregolari che facevano delle incursioni e della guerriglia il loro modus operandi). La stessa città di Cartagine, che era il centro più importante di quella regione, fu messa in serio pericolo. E proprio a Cartagine Massimiano si era acquartierato per organizzare le operazioni, aprendovi una zecca soprattutto per la necessità di moneta per sostenere le spese militari e (puntualmente) le paghe dei soldati. Dopo una serie di successi che gli consentirono di ricacciare i berberi oltre i confini dell’impero, Massimiano si avventurò in profondità nel territorio nemico con l’obiettivo di eliminare alla radice il problema nel timore di nuove incursioni. Malgrado le difficoltà legate al territorio ostile e l'abilità dei berberi di mettere in atto tattiche di guerriglia, Massimiano non desistette dal suo fermo proposito e, con una efficace azione militare, ebbe la meglio. La campagna si concluse nella primavera del 298. Il 10 marzo di quell’anno Massimiano potè fare il proprio ingresso trionfale a Cartagine. La popolazione gli fu grata e Massimiano fu appellato chiamato redditor lucis aeternae. La zecca di Cartagine fu dunque aperta in quanto la campagna militare contro i Quinquagentiani aveva bisogno di essere finanziata e rapidamente. A questo scopo Massimiano trasferì da Roma maestranze ed attrezzature (forse anche conii). Ciò spiegherebbe lo stile, per così dire, “romano” di queste coniazioni cartaginesi. Tuttavia, al di là dello stile, le emissioni di Cartagine si distinguono da quelle di Roma soprattutto per l’originalità dei suoi rovesci in tutti e tre i metalli (non coniò, per esempio, Genio populi romani, all’epoca il rovescio più comune in tutto l’impero). La zecca di Cartagine, tra l’altro, ebbe una particolare organizzazione, con l’ utilizzo delle officine in base all’anzianità dei sovrani; troviamo, quindi, la prima officina per Diocleziano, la seconda per Massimiano, e così via fino alla quarta officina con i diversi sovrani (augusti e cesari) succedutesi nel periodo di apertura della zecca. A proposito di rovesci particolari, oggi vorrei soffermarmi proprio su quello che ricorda in maniera specifica l’inizio della campagna africana di Massimiano (culminata poi con il suo ingresso trionfale a Cartagine) ovvero il FELIX ADVENT AVGG NN . E’ l’abbreviazione di Felix adventus augustorum nostrorum. Potremmo tradurlo con “Il felice (o fortunato, per i cartaginesi) arrivo in città dei nostri augusti”, la commemorazione solenne dell’arrivo di Massimiano e quindi, indirettamente, l’acclamazione di ringraziamento e riconoscenza verso il sovrano da parte dei cittadini di Cartagine per un evento assai importante per la salvezza e la sicurezza della città. Da notare che si parla al plurale, ovvero di “augusti”, nonostante che l’evento ricordato riguardi, all’atto pratico, il solo Massimiano. E’ una cosa che si ritrova spesso nelle monete. Qui, probabilmente, si vuole ribadire la solidità dell’impianto tetrarchico e l’unità di intenti dei sovrani, ma non è improbabile che si voglia anche solo indicare, in generale, una rinnovato interesse imperiale per le questioni africane, di Cartagine in particolare. Del resto, il rovescio è stato coniato non solo per Massimiano, ma anche per l’altro augusto Diocleziano e per i due cesari della prima tetrarchia, ovvero Costanzo Cloro e Galerio. Si tratta di coniazioni avvenute proprio in contemporanea con la spedizione di Massimiano in Africa e che quindi rientrano nella prima emissione della zecca di Cartagine. ADVENTVS significa proprio “arrivo” e l’arrivo in una città dell’imperatore era un evento speciale, degno di celebrazioni e commemorazioni (anche perché non era un evento frequente). Secondo alcuni si tratterebbe, invece, della celebrazione dell’ingresso in città dopo la vittoria finale sui Quinquegentiani, ma queste coniazioni (in base al RIC) iniziano nel 296 fino ad arrivare al 298, nel pieno della campana africana, con riferimento quindi all’arrivo in città di Massimiano per le operazioni militari, piuttosto che all’ingresso vittorioso a Cartagine ad operazioni concluse (avvenuto, come detto, nella primavera del 298). Andiamo a vederlo questo rovescio, partendo dalla moneta d’argento. Gli argentei con la legenda classica (lunga) li troviamo solo a nome di Diocleziano. Per Massimiano ne troviamo con la legenda abbreviata FEL ADVENT AVGG NN e F ADVENT AVGG NN. Ecco due esempi: Vi è la personificazione dell’Africa avvolta in un ampio panneggio, con un copricapo di pelle di elefante, recante uno stendardo nella mano destra ed una zanna di elefante nella mano sinistra. Ai piedi, a sinistra, un leone che ha appena catturato un toro. Davvero una effigie affascinante che ci richiama in tutto l’Africa Questa che ho scritto è la descrizione del RIC. Circa il copricapo di pelle di elefante, onestamente non capisco bene. Lo stesso per quanto riguarda l’animale con le lunghe corna ai piedi dell’Africa: sarà davvero un toro? Io penserei di più ad uno gnu o ad una antilope, considerato il contesto “africano”. Ma questa è solo una mia ipotesi. Interessante poi, al di là di tutto, la scelta del soggetto. Infatti, solitamente, le monete con l’adventus rappresentano l’imperatore a cavallo nell’atto di entrare in città, magari accompagnato dai soldati e con qualche prigioniero. Qui abbiamo una effigie del tutto diversa, tipica della zecca di Cartagine che, come detto, si distingue dalle altre zecche proprio per alcuni suoi particolari rovesci. E ora i “bronzi” che hanno tutti legenda lunga FELIX ADVENT AVGG NN. Questa non ha lettere nei campi: Questa che segue ha la lettera B, marchio delle seconda officina, quella dedicata a coniare per Massimiano (la sigla PKS in esergo dovrebbe stare per PERCVSSA KARTHAGO SECVNDA): Sulle due monete che seguono si può notare nei campi del del rovescio la lettera H. E’ la prima lettera della parola Hercules da cui sosteneva di discendere Massimiano, donde il soprannome di Erculio (sulle monete di Diocleziano si troverà la lettera I da Iuppiter, da cui poi Giovio; la stessa distinzione H/I avverrà per i rispettivi cesari e le loro monete): E l’oro? Secondo il RIC questa tipologia, in oro, sarebbe conosciuta solo per Diocleziano, Costanzo Cloro e Galerio.Ecco cosa dice espressamente il RIC: “…..it is inconceivable that it was not also struck for Herculius himself”. E’ “inconceivable”, incredibile, che non sia stato coniato per Massimiano, vero protagonista della vicenda.Questo tanto, tanto per intenderci, e’ un aureo di Diocleziano: Tuttavia, nel 2016, vi è stata questa asta: Si tratta di un aureo di Massimiano che mi pare condivida lo stesso conio di rovescio con l’aureo di Diocleziano. Tornando al significato del rovescio, e’ interessante anche notare come FELIX ADVENTVS AVGG NN sfoci, già nel 298, nelle SALVIS AVGG ET CAESS FEL (AVCTA) KART (coniate poi fino al 306) a sottolineare proprio l’attuale benessere della città dovuto alla vittoria sui nemici ed al rinnovato interesse imperiale per la città, magari anche con la costruzione di nuovi edifici. Ma non solo: SALVIS AVGG ET CAESS e’ un ablativo assoluto, ad indicare anche che Cartagine potrà continuare a godere di grandi benefici solo se verrà garantita e tutelata la salute e la sicurezza dei sovrani. Ecco un esemplare con FEL: Ed uno con AVCTA: Su questa tipologia non mi soffermerò oltre, se ne e’ già parlato sul forum per la particolarità degli oggetti tenuti in mano da Cartagine: https://www.lamoneta.it/topic/188484-tutti-uguali-sti-follis/#comment-2094055 Il legame di Massimiano con Cartagine emergerà anche negli anni a venire. Ecco una moneta fatta coniare da Massenzio nel 307 dove Massimiano (allora senior augustus) viene accostato al figlio, entrambi acclamatisi ed acclamati (per la verità insieme anche a Costantino, allora ancora cesare nelle frenetiche lotte di potere di quegli anni) quali “CONSERVATORES” della città di Cartagine: Ritorna uno schema noto per Massenzio, ma Cartagine al centro del tempio con la stessa iconografia vista nella SALVIS. Qui chiudo la discussione, sperando che abbia suscitato un po' del vostro interesse. Per me, certamente una occasione per studiare ed imparare cose nuove. Per chi volesse approfondire il discorso sui folles della prima Tetrarchia: https://www.lamoneta.it/topic/188484-tutti-uguali-sti-follis Per chi invece volesse approfondire il discorso sulla zecca di Cartagine: https://www.lamoneta.it/topic/177949-appunti-cartaginesi Fonti: oltre alle citate discussioni: - RIC Vol VI - http://www.constantinethegreatcoins.com/ - http://augustuscoins.com/ - https://notinric.lechstepniewski.info/ - http://www.wildwinds.com/coins/ric/i.html Sempre disponibile a correzioni, integrazioni, suggerimenti. Ciao da Stilicho
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Ora questa Tetra di Alessanrdria, abbastanza consumata, mi fa propendere per l'imperatore Massimiano. Al rovescio L/G, la cosa che mi lascia semplicemente perplesso è il rovescio che stento a riconoscerlo con questa striscia di stoffa che pende dalle due cornucopie. Per me potrebbe trattarsi di Emmett 4141, se non faccio confusione; nel Dattari non riesco ad apprezzare bene il rovescio, quindi dattari???. Chiedo cortesemente un aiuto.
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