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Osella 1727 Anno VI - Alvise Mocenigo III
417sonia ha aggiunto un nuovo link in Monete della Serenissima Repubblica di Venezia
Altre volte abbiamo scritto che, benché Venezia fosse una città costruita sul mare ed al mare dovesse gran parte della sua ricchezza e fama, nella iconografia della sua monetazione a circolazione “ordinaria”, il mare e le navi che lo solcavano trovano pochissimo spazio e sempre quali contorni o sfondi di una figura più importante posta in primo piano nei tondelli; è il caso del leone di San Marco raffigurato nelle monete che, stante, poggia le zampe anteriori sulla terra e le posteriori sull'acqua a rappresentare il suo dominio su questi elementi. Ben poca cosa. E' anche il caso delle “Giustine” dove, su taluni esemplari, il mare e le galere fanno da sfondo all'immagine della Santa. Solo con le oselle, dal dogato di Sebastiano Venier (1577-1578) in poi, troviamo qualche specifica rappresentazione nautica; una su tutte, a mio parere, svetta. E' l'osella coniata sotto il doge Alvise Mocenigo III ( 1722-1732) nel 1727 – anno VI; celebrante la fabbricazione del nuovo ed ultimo Bucintoro. (Ricordo che il suo varo effettivo avvenne nel 1729 a 10 anni dalla commissione). Troviamo rappresentato uno specchio lagunare e troviamo anche rappresentato il primo e più importante vascello della Repubblica, quello che, per antonomasia, identificava la sua potenza marittima. Dal veneziano buzino d'oro (burcio d'oro) era una imbarcazione a remi di due ponti; il primo a disposizione dei rematori ed il secondo a disposizione delle autorità e leggermente rialzato verso poppa, dove era posizionato il trono ducale; buona parte della superficie poppiera del secondo ponte era sovrastata da una copertura a volta, amovibile, chiamata tiemo, provvista di ampie aperture laterali. Il Bucintoro aveva dimensioni di tutto rispetto: 34,80 metri di lunghezza per 7,30 di larghezza; 35,72 tonnellate di portata, 42 remi mossi da 168 arsenalotti, oltre ad ulteriori 40 marinai addetti alle manovre e poteva imbarcare oltre 200 ospiti. Era a dir poco sfarzoso, riccamente intarsiato e quasi completamente dorato, con una monumentale statua posta a prua raffigurante la giustizia, ai cui piedi, sul rostro prodiero più lungo, c'era il leone marciano; oltre a ciò era altresì impreziosito da circa 500 statue lignee che decoravano le fiancate e la poppa. La legenda dell'osella ne riassume la magnificenza: NON EST INVEN. SIMILIS ILLI (Nessuna invenzione è simile ad esso) La funzione di questa imbarcazione, certamente non adatta alla navigazione marittima stante le sue fattezze, era quella di navigare esclusivamente nelle acque tranquille della laguna per portare il doge a celebrare lo sposalizio del mare alla bocca del porto di Lido, ma non solo; il Bucintoro andava ad accogliere a Fusina re ed imperatori ed altri dignitari che venivano dalla terra ferma in visita ufficiale a Venezia per portarli in piazza San Marco, oppure ad accoglierli al Lido se arrivavano dal mare. Con il Bucintoro si accoglieva altresì il doge di ritorno da qualche missione navale, facendolo imbarcare al Lido per accompagnarlo con gran pompa al suo palazzo. In questa bellissima osella troviamo anche quattro gondole coperte con il felze, ad accompagnarlo; anche queste imbarcazioni, come sappiamo, sono specifiche ed esclusive di Venezia. In una sola moneta due particolarità marittime! Seguono immagini del Bucintoro (Modello statico presente nel Museo Storico Navale di Venezia) e dell'Osella. Saluti Luciano
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