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Marcia, marcia ... ma quando arriviamo?!
Illyricum65 ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Ciao, quest’anno niente ferie estive che implicavano l’utilizzo dell’aereo. Mezzo che ha “ristretto” il mondo e che permette di spostarci in breve tempo (tralasciando attese e check in/check out) su lunghe distante. E’ così che in un paio d’ore possiamo trasferirci ad esempio dall’Italia alla Britannia. Adesso sembra una passeggiata. Ma una volta arrivare a Londinium implicava giorni e giorni di viaggio terrestre e quindi marino. Tornando alle ferie di quest’anno per tenere fede al mio nickname ho deciso di trascorrerle con la famiglia in Illyricum e in Noricum. Spostandomi con la mia veloce quadriga moderna su strade moderne ad alta velocità (le autostrade) che consentono anche di “attenuare” gli ostacoli orografici (catene montuose, fiumi, passi, etc..) sono partito da Trieste(Tergeste), ho oltrepassato il Passo dell’Ocra (Monte Nanos), sono passato per Lubiana (Emona) poi verso Graz, su, fino a Vienna (Vindibona). Totali 4 ore e mezza. E se fossi vissuto 2000 anni fa quanto ci avrei messo?! A ben guardare ho percorso a ritroso la parte terminale dell’antica Via dell’Ambra che partiva dal Baltico per raggiungere la penisola italiana. Ci sono poche differenze: il tragitto non passava per Graz (comunque sito militare romano) ma per Szombately (Colonia Claudia Savariensum) e Sopron (Scarbantia) ma in sostanza il quadro non conta. Questo era il primo percorso che compiva l’ambra baltica, in seguito modificato con una via più diretta verso Aquileia attraverso Ad Pirum e Castra ad Fluvium Frigidum. Ma le attestazioni monetali indicano che i Romani costruirono Aquileia per avere il controllo delle vie commerciali dirette verso e dal Noricum (del pregiato “ferro norico” ad alto contenuto di carbonio e quindi simile all’acciaio) e nel tempo cercarono il controllo e del territorio friulano e carnico e di quello giuliano. Il penetrare a ritroso lungo la Via dell’Ambra voleva dire da una parte controllare il commercio di questa materia prima e comunque (o soprattutto) controllare i passi attraverso i quali le varie tribù locali (nella maggior parte del gruppo dei Taurisci cui confluivano gli stessi Norici) potevano passare e minacciare l’area di Aquileia e quindi penetrare nell’Italia. Area aquileiese che in una prima fase si identificava con il Friuli e quindi la Carnia ma che in seguito si estendeva oltre le Alpi Giulie: il territorio aquileiese si estendeva fino a Vhrnika (Nauportus), una sorta di emporio commerciale aquileiese sorto a pochi chilometri da Lubiana con quest’ultima che rientrava nei territori illirici. Da qui, l’esercito romano si dirigeva verso i forti del limes sia a presidio dello stesso sia per incursioni nei territori limitrofi esterni all’Impero. In pratica qualcosa come circa 500 chilometri dall’Impero fino ai suoi confini. Ma le ore alla guida mi hanno fatto riflettere su un dato noto ma sul quale forse non si riflette a fondo: su che enormi distanze si muoveva l’esercito romano? E come riusciva a svolgere efficacemente il lavoro di spostamento di enormi masse di uomini e di materiali utili a compiere un’impresa bellica?
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