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Flavius Magnus Magnentius e Aquileia
Illyricum65 ha aggiunto un nuovo link in Monete Romane Imperiali
Buonasera, parte di questa giornata uggiosa l’ho dedicata ad un personaggio storico proveniente dalla Gallia ma che per ha trascorso parte della sua vita nella mia area. Flavius Magnus Magnentius (Magnenzio) Flavius Magnus Magnentius nacque a Samarobriva (Amiens) nel 303 d.C. Proveniva da una famiglia di origini barbare (probabilmente Franche e Bretoni), ricevette una educazione di tipo latino e intraprese la carriera militare. Di alta e robusta corporatura si mise in luce e raggiunse il comando degli Herculiani e degli Ioviani, ovvero delle guardie del corpo dell’Imperatore Constans (Costante I) con il grado di Comes. Vari elementi portano a ritenere che fosse pagano ma alcune serie monetali emesse a suo nome si riferiscono palesemente al cristianesimo. Zosimo riporta che in un clima di contestazione nei confronti della politica di Costante durante una festa privata organizzata dal Comes Marcellino ad Augustodunum (attuale Amiens) Magnenzio indossò la porpora imperiale facendosi chiamare Augusto. Le truppe appoggiarono subito la sollevazione contro Costante inneggiando a Magnenzio Imperatore (18 gennaio 350). Ad essi si unì ben presto anche il popolo della città e le truppe giunte dall’Illirico e Magnenzio ordinò la morte di Costante che fuggì alla volta della Hispania. Fu però raggiunto e ucciso nei pressi dei Pirenei (in una chiesa ad oppidum Helena, località dedicata alla nonna dell’Imperatore), da un gruppo di cavalieri guidati da tale generale Gaisone. Magnezio, forse cercando l’appoggio dei pagani, revocò le leggi antipagane promulgate da Costante e consolidò il controllo della Gallia, la Spagna e la Britannia; Costanzo II, l’Augusto fratello di Costante che controllava la parte orientale dell’Impero non potè intervenire per tempo in quanto impegnato nella campagna contro i sasanidi. Magnenzio quindi acquisì il controllo della parte occidentale dell’Impero: dopo tanto tempo era salito al potere un imperatore non appartenente alla dinastia costantiniana. Non acquisì subito il controllo dell’Italia fintanto a che Marcellino, inviato dalla Gallia come magister officiorum, non uccise l’usurpatore Nepoziano (1 luglio 350). Puntò invece prioritariamente a controllare l’Illirico e la Pannonia approfittando dell’impegno bellico di Costanzo II in Oriente e per questo motivo si spostò ad Aquileia (febbraio 350) ma Vetranione (Vetranio), il comandante delle truppe romane di stanza in Pannonia, sembra con l’appoggio di Costantina (sorella di Costantino II, Costanzo II e Costante nonché moglie di Annibaliano e quindi di Costanzo Gallo in seconde nozze) si proclamò Augusto (Sirmium, 1 marzo 350) e chiese l’appoggio a Costanzo II che in un primo momento glielo concesse. Stipulata una pace con i Sasanidi Costanzo incontrò a Heraclea (Sintica) una ambasciata congiunta da parte di Magnenzio e Vetranione (che nel frattempo si era alleato con il primo) al fine di ottenere il loro rispettivo riconoscimento come co-reggenti, che fu negato. Le trattative continuarono con Vetranione e si conclusero con l’incontro tra i due a Serdica e quindi alla rinuncia alla porpora imperiale da parte dell’usurpatore (Naissus, 25 dicembre 350) che si ritirò a vita privata in Bitinia. Restava in piedi il dualismo tra Magnenzio e Costanzo II; il primo sposò Giustina, una aristocratica imparentata con Costantino I, al fine di legittimare le sue aspettative al trono. Ma ciò non poteva bastare a Costanzo; lo scontro militare era vicino. Magnenzio poteva contare sull’appoggio di truppe provenienti dai contingenti gallici e da gruppi germanici mentre parte dell’esercito rimaneva comunque lungo il limes renano guidato dal cesare Decenzio a vigilare su eventuali incursioni alemanne (fomentate da Costanzo II). Rinforzato l’esercito con contingenti Franchi e Sassoni mosse alla volta dell’Illirico. La parte avversa contava sulle truppe prima guidate da Vetranione e su quelle di provenienza orientale (tra le quali contingenti di cavalleria): Costanzo, dopo aver nominato a sua volta Cesare Costanzo Gallo (Sirmium, 15 marzo 351), cui delegò il controllo delle province orientali, avanzò nell’Illirico per dirigersi verso l’Italia e, subita una sconfitta presso Atrans, fu costretto a ritirarsi a Siscia, concedendo l’avanzata a Magnenzio. Quest’ultimo a Petovio fu raggiunto da un emissario dell’Imperatore che gli prometteva il controllo della Gallia in cambio della cessione di Italia e Africa: si trattava di un escamortage per valutare la consistenza dell’esercito gallico. Resosene conto avanzò verso Siscia radendola al suolo e puntando quindi verso Sirmium. Non riuscendo a penetrarvi, cinse d’assedio Mursa. Qui i due eserciti si scontrarono (28 settembre 351): i 36.000 al comando contro gli 80.000 di Costanzo II e grazie alla cavalleria il secondo vinse. Magnenzio fuggì e perse sul campo di battaglia 24.000 effettivi mentre Costanzo pur denunciano la perdita di 30.000 uomini potè festeggiare la vittoria, rinunciò ad inseguire Magnenzio e il resto del suo esercito e trascorse l’inverno a Sirmium. L’usurpatore nel frattempo si ritirò ad Aquileia dove riorganizzò l’esercito e rinforzò le difese dei Claustra Iulium Alpiarum sulle Alpi Giulie. Nel frattempo le notizie dalla Gallia non erano delle migliori: Decenzio con le forze ridotte di cui disponeva non riusciva a contenere gli Alamanni che avevano incendiato Castrum Rauracense e si erano insediati nei territori tra Treveri e il Reno. Tentò invano di chiedere una tregua e nell’estate 352 Costanzo II aggirò le difese dei Claustra ed entrò in Italia giungendo ad Aquileia dove non trovò Magnenzio che a sua volta stava tentando la ritirata verso la Gallia. Le città italiane si consegnarono a Costanzo II e quest’ultimo riprese il controllo anche di Sicilia e Africa. Magnenzio raggiunse la Gallia e tentò di riorganizzare un esercito ma Costanzo inviò un contingente a sud dei Pirenei in modo di bloccare il transito di truppe di rinforzo. L’usurpatore tentò di destabilizzare il quadro generale ordendo un omicidio ai danni di Costanzo Gallo, scoperto e sventato. Costanzo intanto giunse a Milano (3 novembre 352). L’estate successiva Magnenzio fu sconfitto a Mons Seleucus e si rifugiò a Lugdunum da dove richiamò Decentio impegnato contro gli Alamanni: alla notizia della sconfitta Treveri si ribellò. Resosi conto di non avere più l’appoggio della popolazione, il 10 agosto a Lugdunum uccise la famiglia, gli amici e quindi si suicidò. Sorte analoga ebbe Decenzio, suicida il 18 agosto presso Agendicum. Il 6 settembre Costanzo II entrava a Lugdunum. Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Magnenzio- 18 commenti
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...e in questi giorni Nepoziano governava ...
Illyricum65 ha aggiunto un nuovo link in Monete Romane Imperiali
Buongiorno, in questi giorni dell’anno di grazia 350 d.C. accadeva un eventi storico di portata minore, ovvero l’avvento al potere di Iulius Nepotianus / Nepoziano. Si trattava di un nipote di Costantino in quanto figlio di Eutropia, sorellastra di Costantino, e di Virius Nepotianus / Virio Nepoziano, uomo politico romano della dinastia costantiniana console dell’Impero il 301 probabilmente ucciso nel 337 durante le purghe della famiglia imperiale (in quanto possibile concorrente dei figli diretti di Costantino). In teoria tra l’altro Nepoziano aveva ascendenze più nobili dello stesso nonno in quanto la madre Eutropia era figlia legittima di Costanzo Cloro e di Teodosia, a sua volta figlia dell’imperatore Massimiano, mentre Costantino era solo il figlio illegittimo di Costanzo Cloro, nato dalla sua concubina Elena. Non si sa nulla in definitiva della sua giovinezza, salvo che fu premiata dalla buona sorte e scampò alle purghe in cui soccombette il padre. Nel 350 si ritrova ad essere, dopo l’uccisione di Costante I da parte di Flauius Magnus Magnentius / Magnenzio, ad essere l’unico superstite dei costantiniani in occidente. Allentati i lacciuoli della sportula, investe il patrimonio familiare residuo e assolda un manipolo di uomini tra gladiatori, predoni e criminali con i quali il 3 giugno si dirige su Roma, indossando la porpora imperiale. Il praefectus urbi Tiberius Fabius Titianus / Tiziano, alleato di Magnezio, armò alcuni civili e li condusse fuori dalle mura per battersi contro le milizie di Nepoziano ma la disorganizzazione delle truppe prefettizie ne causò la sconfitta. La fine del breve regno di Nepoziano si ebbe il 30 giugno dopo una battaglia contro il magister officiorum Marcellinus / Marcellino, inviato da Magnenzio a risolvere la questione. Lo stesso Nepoziano fu ucciso, decapitato e la testa portata per le vie della città su una lancia. Nei giorni seguenti vi furono uccisioni di nobili e senatori e probabilmente la stessa Eutropia fu giustiziata. RIC 200, LRBC 643AE2 Obv: FLPOPNEPOTIANVSPFAVG - Bare, draped and cuirassed bust right. Rev: GLORIAROMANORVM Exe: R - Nepotian riding horse right, spearing enemy; star above. June 350 (Rome). RIC 202, LRBC 645 AE2 Obv: FLPOPNEPOTIANVSPFAVG - Bare, draped and cuirassed bust right. Rev: VRBSROMA Exe: R - Roma seated left, holding Victory on globe and spear. June 350 (Rome). RIC 203, LRBC 644 AE3 Obv: DNNEPCONSTANTINVSAVG - Diademed (rosettes), draped and cuirassed bust right. Rev: VRBSROMA Exe: R - Roma seated left, holding Victory and scepter, shield at feet. June 350 (Rome). Tratto da http://dirtyoldbooks.com/roman/id/Coins-of-Roman-Emperor-Nepotian.htm Storia invero cruenta e degna rappresentante di un periodo di alta instabilità politica e militare… certo che l’usurpatore scortato in città dalla milizia di gladiatori, predoni e criminali rimanda alla mente le imprese cinematografiche di Brancaleone da Norcia! Ciao Illyricum
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