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  1. Ovvero la triste sorte di un famosissimo ponte . Traiano incarico’ Apollodoro di costruire il ponte sul Danubio a Drobeta , oggi Turnu Severin , dopo la fine della prima guerra dacica quando gia’ si intravvedevano i mancati accordi che Decebalo aveva preso con Roma alla fine della guerra , che avevano portato alla pace tra i due popoli , quindi si potrebbe datare la costruzione finale del ponte intorno al 104 ; non sappiamo quanto tempo duro’ la costruzione , ma letta la testimonianza descrittiva del ponte fatta da Cassio Dione (LXVIII) , i lavori durarono un bel po’ di tempo . Fu un opera mastodontica e magnifica realizzata su un fiume certamente difficile , tanto che lo stesso Dione afferma di non sapere quali lodi fossero piu’ adeguate nel descriverlo e che questo ponte supero’ qualsiasi altra costruzione ; ma leggiamo la sua descrizione : “Il ponte poggia su venti pilastri in pietra quadrangolari di centocinquanta piedi di altezza , escluse le fondamenta , e di sessanta piedi di larghezza ; questi (ogni pilastro) e’ distante centosettanta piedi l’ uno dall’ altro e sono collegati da archi……..” di seguito Dione si sofferma sulle difficolta’ costruttive del ponte e sulla costo dell’ opera nel gettare i venti piloni in pietra sul Danubio , nel vorticoso , profondo e fangoso letto del fiume . Infine Dione amaramente cosi conclude , criticando l’ operato di Adriano : “…….tuttavia quel ponte ora non ci e’ di alcuna utilita’ , dato che non ci restano che i piloni senza una strada che vi corra sopra , come se l’ unico scopo per cui era stato costruito fosse quello di dimostrare che non c’e’ nulla che l’ ingegno umano non possa realizzare…….Adriano al contrario per paura che il ponte costituisse un agevole passaggio in Mesia per i Barbari che giungevano a sopraffare la guarnigione di guardia al ponte , fece rimuovere la parte (strada) sovrastante la struttura ” Oggi sappiamo che quello di Adriano fu un timore forse troppo amplificato , per almeno altri 30 anni la situazione sul confine danubiano della Mesia non risulto’ troppo grave , tale da far abbattere il ponte nella parte che si prestava ad essere distrutta . Infatti lo storico rumeno Radu Ardevan avanza qualche dubbio sullo scritto di Dione per quanto riguarda Adriano e la sorte del ponte , sembra anche che volesse abbandonare la Dacia ma che ne venisse dissuaso dal suo entourage militare , ritenendo la notizia piuttosto “fantasiosa” in quanto Drobeta ebbe in questo periodo e nei decenni successivi un notevole sviluppo , che senza il ponte non avrebbe avuto . L’ opera di Apollodoro fu veramente una meraviglia dell’ ingegneria antica , basta leggere e rapportare ad oggi le misure del ponte : tolte le fondamenta che poggiano sul fondo del fiume , il ponte era alto circa 45 metri sopra il corso del fiume e la strada era larga circa 18 metri , tutto il ponte era composto da 20 piloni distanti ognuno 51 metri dal successivo , in totale erano 20 per una lunghezza complessiva del ponte di oltre 1.000 metri . Fu un’ opera gigantesca , con misure da capogiro anche oggi . I 20 piloni di sostegno erano visibili ancora fino al XIX secolo poi alcuni vennero abbattuti poiche’ di intralcio alla navigazione , gli altri scomparvero alla vista nel secolo successivo , ma nel 2003 un nuovo interesse archeologico del ponte porto’ ad indagini subacquee che hanno rivelato e filmato sul fondo del fiume la sopravvivenza di 7 degli originali 20 piloni , oltre che la presenza di alcune lastre di marmo incise , forse cadute dai due archi delle opposte rive di ingresso al ponte . Il ponte fu talmente famoso che ebbe l’ omaggio di essere rappresentato sia sulla Colonna nel Foro che sulle monete . Oggi del ponte rimane ben poco di visibile sopra l’ acqua . Il ponte di Drobeta su un pannello della Colonna Traiana , un sesterzio col ponte "ridotto" ad un solo arco e resti attuali del ponte .
  2. Nel titolo mi riferisco alle due Colonne trionfali di Traiano e di Marco Aurelio , ma essendo la Colonna Traiana precedente di oltre 70 anni rispetto a quella di Marco Aurelio , tutto il Post e’ dedicato alla prima , anche se quanto esporro’ si potrebbe riferire ad entrambe . Fatta questa premessa veniamo al “mistero” che le interessa . Mi sono sempre chiesto a cosa servissero le due Colonne trionfali come struttura monumentale , mi spiego meglio , il termine stesso di trionfali spiega bene il motivo per cui furono erette , come sappiamo la prima celebrava le vittorie daciche di Traiano , la seconda eretta dopo la morte di Marco Aurelio , le vittorie Germanico – Sarmatiche ; ma un monumento cosi’ importante , celebrativo , rappresentativo ed unico nel suo genere , merita di essere osservato , ammirato e studiato nel suo complesso , non solo come generico prodotto dell’ ingegno umano , questo andrebbe osservato anche nei suoi minimi particolari dai contemporanei , ed essendo un monumento commemorativo , quindi da studio e proiettato verso il futuro a memoria dei posteri e a ricordo delle imprese compiute dai due Imperatori ; studio dei particolari delle volute che in effetti avvenne solo dal XIX secolo quando la tecnica permise di manutenzionare e di leggere da vicino i fatti storici impressi nelle volute del marmo eseguendone delle foto . La Colonna Traiana come poteva essere ammirata dagli antichi nelle sue volute spiraliformi dalla base fino all’ attico ? In che modo si potevano seguire tutte le sue volute ? Da queste domande sorgono dei grossi problemi : 1 la Colonna con la base e’ alta complessivamente 39,86 metri , che corrisponde ad un palazzo moderno di circa 13/14 piani ed ha un diametro di 3, 83 metri 2 sappiamo che la Colonna sorgeva nel Foro di Traiano , si trovava d’ avanti il Tempio del Divo Traiano , dietro la Basilica e tra le due Biblioteche : Greca e Latina . 3 nessuno di questi edifici che circondavano la Colonna raggiungeva un altezza di 40 metri che permettesse di ammirare anche le volute piu' prossime all’ attico , inoltre anche se fosse stato possibile , non si poteva mai avere una visione continua di tutto il cortometraggio figurato dalla base all’ attico , essendo la Colonna a sezione rotonda e quindi l’ “orizzonte” della Colonna visto rispetto ai quattro punti fissi di osservazione sarebbe risultato confuso , pasticciato . In nessun modo si sarebbe potuto osservare comodamente tutte le fasi del racconto militare marmoreo che la Colonna tramandava nelle sue spirali . La dimostrazione di quanto esposto ci arriva dal restauro della Colonna di Marco Aurelio avvenuto nel 1894 dove si vede una gru che sorregge una impalcatura che circonda la Colonna e che consente ai tecnici di girare intorno alla Colonna stessa , nelle varie altezze , per eseguire la pulizia e il restauro dei pannelli . A questo punto sorgono altre domande : La Colonna era concepita solo come un monumento di magnificenza del Genio imperiale , cioe’ solo di grande effetto visivo ? senza porsi la domanda : ma come facevano gli osservatori presenti e futuri ad osservare tutte le sue volute dal basso all’ alto ? Non voglio neanche immaginare che il “gieniaccio” di Apollodoro avesse potuto ideare un meccanismo che facesse ruotare la Colonna lungo il suo asse verticale “svolgendo” in tal modo le volute e permettendo agli osservatori almeno di seguire comodamente le volute fino ad una certa altezza . Piu’ realmente si potrebbe immaginare invece la presenza di un castello in legno , in seguito abbandonato , esterno ed avvolgente la Colonna , che con una scala a chiocciola protetta permettesse di leggere piu’ da vicino tutte le volute fino all’ attico , oppure un sistema simile a quello ideato nel XIX secolo in foto . Non saprei in quale altro modo i contemporanei e i posteri fino ad epoche recenti potessero ammirare le gesta di Traiano nel suo complesso impresse nel marmo della Colonna . Probabilmente il genio di Apollodoro era rivolto principalmente alla maestosita’ e novita’ del monumento , forse non si pose altre riflessioni , come quella dell’ osservabilita’ dei particolari ; fece comunque bene Apollodoro , perche’ sia la sua Colonna , sia quella dello sconosciuto ingegnere della Colonna Antonina , resistettero entrambe al tempo , alla ferocia distruttiva dell’ uomo ed anche ai terremoti . Nella prima foto il sistema ideato alla fine dell’ 800 per eseguire manutenzione e foto dei pannelli della Colonna Antonina . Nelle altre varie foto e in particolare in due si nota come un osservatore posto innanzi la base quadrata della Colonna “vedeva” in lontananza le alte volute della spirale in prossimita’ dell’ attico e come osservatori affacciati alle finestre della Basilica o delle due Biblioteche “vedessero” le volute fino a circa la meta’ dell’ altezza della Colonna .
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