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Trovato 11 risultati

  1. Indagini geomagnetiche rivelano un edificio antichissimo nel sottosuolo di Gubbio. E’ collegato alle misteriose tavole eugubine? “Le recenti indagini geofisiche nell’antica Iguvium hanno rivelato un affascinante capitolo della storia della città romana – dice la Direzione regionale dei Musei dell’Umbria – Grazie alla magnetometria e al georadar nel sottosuolo sono emerse numerose strutture, prevalentemente di natura edilizia. Ma la vera sorpresa si trova dietro il Teatro romano: lì è stata individuata una struttura quadrangolare, interpretata come una piazza porticata con un tempio posizionato sul lato meridionale. Questa scoperta assume un ruolo cruciale in connessione alle misteriose Tavole rinvenute nel Quattrocento nei pressi del Teatro in ambienti sotterranei finora inesplorati. Le ricerche sono state condotte dall’archeologa Laura Cerri grazie ad un finanziamento richiesto dall’archeologa e direttrice del Teatro romano di Gubbio, Ilaria Venanzoni. Le immagini fotografiche sono di Claudio Ciabochi, l’elaborazione geofisica è di Laura Cerri”. Le Tavole Eugubine, noto anche come Tabulæ Iguvinæ, rappresentano uno dei tesori archeologici più significativi legati alla storia dell’antica città di Ikuvium, l’odierna Gubbio. Queste sette tavole bronzee, rinvenute nel XV secolo, sono un affascinante compendio di testi in lingua umbra, fornendo preziose informazioni sui complessi cerimoniali di lustrazione ed espiazione che coinvolgevano la città. Le tavole, oggi custodite nella cappella del Palazzo dei Consoli a Gubbio, furono acquisite dal comune nel 1456. Cinque delle sette tavole sono inscritte su entrambe le facce, mentre le restanti due, la terza e la quarta, presentano testi su un solo lato, portando il totale a dodici facce. Il testo è redatto in lingua umbra, utilizzando sia l’alfabeto latino che l’alfabeto umbro, quest’ultimo simile agli altri alfabeti italici. Le tavole contengono prescrizioni per il collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, un gruppo sacerdotale composto da 12 sacerdoti devoti al dio Ju-pater (lo Juppiter latino, ovvero Giove). Le prime quattro tavole, risalenti probabilmente al III o II secolo a.C., sono scritte in caratteri umbri e lingua umbra. Le tavole VI e VII, invece, utilizzano l’alfabeto latino e la lingua umbra, datandosi presumibilmente al I secolo a.C. La tavola V si distingue per essere scritta in caratteri etruschi nella faccia a e nelle prime sette righe della faccia b, mentre le righe successive adottano l’alfabeto latino. Le tavole scritte con alfabeto etrusco sono denominate “paleoumbre”, mentre quelle con alfabeto latino sono chiamate “neoumbre”. È plausibile che le tavole conservino testi monumentali di epoche ancora più remote, forse risalenti al I millennio a.C. Le differenze linguistiche riscontrate sono in gran parte attribuibili alle variazioni grafiche, considerando che l’alfabeto umbro mancava di segni per alcune consonanti e spesso utilizzava p al posto di b. Il paleoumbro ř, inoltre, è reso come rs nel neoumbro. Tutti i testi, comunque, sono redatti in lingua umbra. Le tavole costituiscono un’importante fonte per comprendere il popolo umbro, la sua lingua e le pratiche religiose. Esse contengono prescrizioni destinate al collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, composto da dodici sacerdoti devoti al dio Ju-pater, corrispondente al Giove latino. Giacomo Devoto, eminente linguista, ha affermato che le tavole eugubine rappresentano il “più importante testo rituale di tutta l’antichità classica”. La loro struttura metrica, simile al saturnio utilizzato nella prima poesia latina, aggiunge un ulteriore elemento di interesse. Il luogo preciso del ritrovamento delle tavole rimane sconosciuto, sebbene la maggior parte degli studiosi ipotizzi il teatro romano di Gubbio come possibile sede del rinvenimento. Nel 1580, Gabriele Gabrielli fu il primo a documentare le tavole, attribuendo il ritrovamento al 1444, sebbene le basi di questa data rimangano oscure. La vendita ufficiale al Comune di Gubbio avvenne nel 1456 da parte di “Paulus Greghorii de Siga habitator Eugubii”, noto anche come “de partibus Sclavoniae”. Un anonimo del XVII secolo sostiene invece che il ritrovamento si verificò nei pressi della chiesa di San Francesco a Gubbio. La teoria della provenienza dal teatro romano è stata avanzata da Antonio Concioli Sr nel 1678, mentre altri studiosi suggeriscono che le tavole potrebbero essere state scoperte vicino al tempio di Giove Appennino, tra Scheggia e Cantiano. https://stilearte.it/indagini-geomagnetiche-rivelano-un-edificio-antichissimo-nel-sottosuolo-di-gubbio-e-collegato-alle-misteriose-tavole-eugubine/
  2. Ciao a tutti, a seguire posto dati ed immagini di Un Baiocco 1751 battuto a Gubbio sotto Papa Benedetto XIV ... fin qui dovrei esserci. I dubbi nascono sulla esatta classificazione, in quanto il tipo del Dritto si avvicina al Muntoni 454, ma nella legenda si legge "Bendic", come nel Munt. 457 Var.I . Il Rovescio mi sembra lo stesso del già citato Munt. 454 , anche se vino all'1 della data si intravede un ulteriore carattere, che mi sembra simile ad una "X". Spero nei vostri interventi, che sarà, come sempre, un piacere leggere. Grazie. Ad maiora! Peso: 10,94 gr Ø 34,5 mm Dritto: Rovescio:
  3. Buongiorno a tutti, proseguendo (sempre troppo lentamente) nella classificazione fotografica (per motivi di spazio e sicurezza ho infatti deciso di collezionare per immagini, essendo la fotografia la mia passione principale e cedere pian piano le monete già fotografate), mi sono imbattuto in questo Mezzo Baiocco per Gubbio di Clemente XII A. IV (anche se non ben leggibile, così mi sembra). Tuttavia , pur consultando il catalogo online, non riesco a trovare l'esatta combinazione tra il tipo del Dritto e quello del Rovescio che mi consenta di avere una classificazione corretta. Potrei così anche provvedere ad inserire le fotografie nel Catalogo. Chiedo numi, come sempre, a chi ne sa molto più di me. Grazie in anticipo. Ad maiora!
  4. GUBBIO, TROVATI REPERTI DURANTE GLI SCAVI DEL CANTIERE IN PIAZZA GRANDE. SI TRATTEREBBE DELLE FONDAZIONI DEI PILASTRI DELL'ANTICO LOGGIATO Durante i lavori di scavo, a carico dell'azienda capitolina Isam, sono difatti rinvenuti dei basamenti in pietra che rimandano subito a primo acchito ad un epoca antica. Scavando si possono trovare delle sorprese, soprattutto in città ricche di storia. E' quanto accaduto nelle ultime ore a Gubbio durante il cantiere in atto per la ripavimentazione e riqualificazione di Piazza Grande. Durante i lavori di scavo, a carico dell'azienda capitolina Isam, sono difatti rinvenuti dei basamenti in pietra che rimandano subito a primo acchito ad un epoca antica. Gubbio peraltro è città ricca di reperti soprattutto di età romana soprattutto dove un tempo sorgeva la città vecchia ma nel caso in questione non dovrebbe trattarsi di reperti risalenti all'età imperiale: secondo una prima e ancora sommaria ricostruzione difatti si dovrebbe trattare delle fondazioni dei pilastri del loggiato che univa i palazzi pubblici(prima foto nella gallery). Una visione della Piazza attuale – come ricostruito anche dallo storico eugubino Fabrizio Cece - si può riscontrare difatti a fine 1400, quando furono eseguiti specifici lavori di completamento ma è dei primi del 500' l'inizio la lavorazione del loggiato, che servivano al tempo per ospitare le botteghe dei commercianti forestieri che venivano a Gubbio per la fiera di Sant'Ubaldo. Poi nel corso del tempo una parte del loggiato ospito' l'archivio pubblico, mentre l'altra parte divenne la cappella delle carceri che rimasero integre fino all'Unità d'Italia. Nel corso degli anni il loggiato fu più volte oggetto di manutenzioni varie fino a metà 1800 quando(complice anche la volontà del Marchese Ranghiasci che abitava dirimpetto e desiderava una vista panoramica) si optò per la demolizione del porticato che univa il palazzo vecchio a quello delle carceri con installazione dall'attuale murello. Lo testimonia nel 1838 il progetto predisposto per il rifacimento del selciato di piazza Grande dall'architetto e ingegnere comunale Giovanni Nini(seconda foto nella gallery) che mostra, evidenziandole con il colore giallo, la posizione dei pilastri del loggiato che sarà poi abbattuto l'anno dopo, nel 1839. Demolizione non completa tanto che tali basamenti sarebbero sopravvissuti fino al ritrovamento odierno. Ovviamente ora la palla passa alla Soprintendenza per i rilievi e le misure del caso al fine di accertare la storicità delle fondazioni, tutelare i reperti e al contempo poter proseguire l'iter dei lavori che hanno come deadline l'inizio Primavera 2024 https://www.trgmedia.it/Gubbio-trovati-reperti-durante-gli-scavi-del-cantiere-in-Piazza-Grande-Si-tratterebbe-delle-fondaz/news-134271.aspx
  5. Buongiorno a tutti, chiedo il vostro aiuto per l'esatta classificazione di questo Quattrino per Gubbio raffigurante Sant'Ubaldo mitrato. Quello che mi incuriosisce è lo stemma, che mi viene da definire "piccolo" , "a cuore" con "punta a dx" . A seguire le immagine della moneta in questione. Attendo vostre. Grazie a chiunque vorrà dire la sua. Ad Maiora.
  6. Salve. La moneta in questione è un Quattrino della zecca di Gubbio, coniato sotto il pontificato di Benedetto XIII (Pietro Francesco Orsini). Si tratta di una variante, in quanto recante al rovescio la scritta EPISCOS in luogo di EPISCOPVS (riferimento Munt. 76, CNI 75) Mi piacerebbe sapere cosa pensate della conservazione e quale potrebbe essere il valore di mercato attuale... Grazie in anticipo a chi vorrà rispondere!
  7. Salve e auguri, In questo giorno particolare vorrei proporvi una moneta che rimanga nel tema, ovvero un quattrino papale di Benedetto XIII zecca di Gubbio con S.Ubaldo nel rovescio. Vorrei chiedervi una classificazione precisa con riferimenti poiché ho notato nel catalogo lamoneta che sono presenti moltissime varianti. Al Dr BENED XIII PM Al Rv S UBALD U EP EUGUBII Grazie in anticipo Saluti P.S. Mi scuso per le foto, spero siano sufficienti per l'identificazione. Proverò a postarne altre appena mi sarà possibile
  8. steto

    Quattrino di Clemente X

    Buonasera, è il mio primo post qui, mi piacerebbe sapere qualcosa di più su una moneta in mio possesso: so che è un quattrino di clemente x, probabilmente del 1670 e che è stato coniato a Gubbio, ma vorrei saperne qualcosa di più (ad esempio quanto è raro, in che stato di conservazione si trova, per quanto si possa capire dalla foto , o anche avere un'idea del suo valore ) grazie in anticipo a chi vorrà aiutarmi! P.S. mi scuso per la qualità dalle foto, ma per questa sera, almeno, non posso fare di meglio P.P.S. ho già consultato un vecchio post a riguardo, ma la moneta mi sembra diversa (non so dire se meno usurata o coniata più finemente)
  9. Ciao a tutti. Proseguendo nel lavoro di classificazione, mi sono imbattuto nella seguente Madonnina da 5 baiocchi 1797 battuta dalla zecca di Gubbio. Ora, direte, se hai già l'identificazione, che vuoi ???!!! Ecco, la cosa strana è la seguente: PESO: 13,06 grammi DIAMETRO: 33 mm Incisore mi sembra di intuire T.M. , anche se non disdegno voi mi confortiate con un T.C. ;-) Contorno apparentemente liscio - lo spessore del tondello, come ovvio, appare assai ridotto rispetto a quello "standard" (se mai è esistito uno standard per queste coniazioni!) Sinceramente, non essendo affatto un esperto, pur conscio delle ampie tolleranze dell'epoca, rimango sorpreso...sì dal peso, ma soprattutto dal diametro, essendo lo stesso della moneta con peso di circa 17 gr...mi sarei aspettato un tondello con diametro più piccolo! Chiunque voglia approfondire l'argomento e darmi più ragguagli e riferimenti possibili, farà cosa assai gradita. Ad maiora.
  10. Martin_Zilli

    I Baiocchi pontifici

    Salve, incomincio questa discussione per poter condividere e postare i migliori baiocchi delle nostre collezioni. Come moneta, i baiocchi settecenteschi, mi hanno sempre suscitato grande interesse ed apprezzamento per via delle loro relativamente grandi dimensioni e per la loro bellezza nella semplicità, differentemente da piastre e testoni che nonostante trovi meravigliosi spesso risultano esageratamente complessi. Adoro anche i baiocchi "un po' più moderni" come quelli coniati da Pio VI eccetera, nonostante abbiano perso un po' del fascino che trasmetteva l'irregolarità presente in quelli antecedenti ad essi. Per incominciare posto questo Baiocco di Gubbio anno IV, papa Benedetto XIII (munt.48).
  11. favaldar

    Quattrino Clemente XII Gubbio

    Secondo voi come si può classificare questo Quattrino Gubbio Clemente XII per la forma delle chiavi o dello scudo? Nel catalogo sono riportate 6 varianti ma c'è una sola foto. Grazie F
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