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Risultati per Tag 'gallieno'.
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Recentemente mi sono imbattuto in una moneta proveniente da un tesoretto di cui non conoscevo l'esistenza. Si tratta del Tesoro di I'aat, piccolo villaggio (o più probabilmente località, dato che non sono riuscito a localizzarla sul maps) non lontano da Aleppo, in Siria. Il ripostiglio è stato messo in vendita in un'asta del noto negozio francese CGB nel 2005 e poi successivamente disperso, per la quota dei lotti invenduti, negli anni successivi nelle varie sessioni delle aste settimanali della loro boutique. Sulle circostanze della scoperta non si sa molto, i dati riportati nello studio del tesoro a opera di Jerome Mairat sono alquanto scarni: l'insieme proviene da una collezione di numismatico francese che ha acquistato questo gruppo di monete dirattemente in Siria qualche anno prima dello scoppio del primo conflitto mondiale per poi portarle con se in Europa. Negli appunti che accompagnavano queste monete vi era l'indicazione della provenienza e una nota che faceva riferimento alla scoperta da parte di alcuni agricoltori. Non è dato di sapere se le monete erano all'interno di qualche recipiente o sacco. Si tratta di 95 antoniniani di cui sicuramente 91 appartengono a un ritrovamento omogeneo, mentre altri 4 (per stato di usura e datazione) molto probabilmente sono stati inseriti nel lotto ma non ne facevano originariamente parte. I 91 antoninaini sono tutti a nome di Valeriano e Gallieno (con 10 esemplari battuti a nome del figlio Salonino) e appartengono tutti alle due zecche orientali di Antiochia e del secondo Atelier (Samostata?). In particolare le emissioni in questione sono così distribuite: La particolarità della composizione e la sua marcata omogenità pongono alcuni interrogativi a cui purtoppo non è possibile dare risposta: si tratta di un ritrovamento completo? si tratta di una parte accuraratamente selezionata di un ritrovamento più importante? Gli aspetti più salienti di questo ripostiglio sono che tutte le monete dell'Atelier secondario (Samostata) appartengono alle due prime emissioni, mentre le monete della zecca di Antiochia appartengono esclusivamente alla quinta emissione. La presenza di monete a nome di Salonino per entrambe le zecche permettono di fissare un termine post quem per la chiusura del ripostiglio alla primavera del 258 periodo in cui cessò la produzione di monete a nome di Valeriano II a seguito della sua morte. Questa data certa, assieme allo stato di conservazione mediamente elevato dell'insieme (che esclude quindi una lunga circolazione dei pezzi), fa datare la chiusura del ripostiglio (ammesso che esso sia completo o che rispecchi in omogeneità e composizione un insieme più grande) nel corso del 258. L'importanza di questo piccolo ripostiglio sta nell'aver permesso - grazie allo studio comparato delle varie monete presenti - di spostare dalla terza alla seconda emissione dell'Atelier secondario (Samostata) le monete di Salonino senza marche al rovescio il che implica di datare la fine della seconda emissione nel 258 e l'inizio della terza più tardi rispetto quanto si credeva in precedenza. Inoltre la netta prevalenza di monete del secondo atelier orientale (87%) e il luogo di ritrovamento in territorio siriano, fanno dubitare dell'attribuzione di questo atelier alla città di Samostata. Mairat sostiene che il secondo Atelier orientale aveva il compito di emettere sostanzialmente denaro destinato all'esercito e di conseguenza, molto probabilmente, non è da individuare in una grande città quanto piuttosto in un accampamento militare e di considerarlo con buona probabilità come un impianto produttivo itinerante. Per chi volesse approfondire qui c'è il link al catalogo delle monete e allo studio che lo accomapagna a firma di Jerome Mairat: https://flips.cgb.fr/ct02/files/assets/basic-html/page-1.html Mentre questa è la moneta che è entrata nella mia collezione: Antoniniano; 21 mm - 3,5 gr; Zecca: Atelier Orientale II 2a emissione: 256-258 D\ IMP C P LIC GALLIENVS P F AVG R\ PIETAS AVGG Provenienza: Tresor de I'aat, n. 69 Classificazione: RIC 447; Cunetio Hoard n. 849; Tresor d'Eauze1603 (19 ex.); Göbl1684 m (39 ex.)
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Un' altra moneta della serie "zoo" di Gallieno. Mi pare che sia un cervo (stag): in quanto le corna sono ramificate, non mi sembrerebbe nè un' antilope nè una capra. Tuttavia non sono ancora riuscito a trovare la moneta nel RIC, nè a stabilirne la datazione.
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Gallieno serie Zoo
micheledenardo ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Ho acquistato di recente alcuni Antoniniani dell' imperatore Gallieno (253-268). La serie è quella denominata "zoo", zecca di Roma, dedicata ad Apollo e Diana. Qui però le mie informazioni si fermano. Sarei interessato ad avere più informazioni possibili sulla serie e su questa moneta in particolare: se c' è un riferimento nel RIC, l' anno di coniazione, etc. Grazie anticipatamente- 2 commenti
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Vulcanus Vulcane, impiger deus deumque faber, mea verba audi: magna dis deabusque domicilia in sacro Olympo extrue - - O Vulcano, Dio infaticabile, fabbro degli dei, ascolta le mie parole: costruisci delle grandi residenze per gli dei e per le dee nel sacro Olimpo. – Vulcano (Vulcanus, Volcanus o in arcaico Volkano) è divinità del fuoco terrestre e distruttore. Appartiene alla sfera divina dei tempi arcaici (citato da Varrone). Era collegato al fuoco e alla sua azione e come epiteti aveva Mulciber, Quiesus e Mitis, per scongiurarne l’azione distruttiva. In seguito identificato con il greco Efesto, l’epiteto Mulciber fu interpretato come “colui che addolcisce i metalli nella forgia”. A Roma vi erano molti templi arcaici a lui dedicati. Il principale e più antico santuario di Vulcano a Roma era il Volcanal, situato nell'area Volcani, nell'angolo nord-ovest del Foro Romano, con un'ara e un fuoco perenne. Secondo la tradizione il santuario era stato dedicato da Romolo, che vi aveva posto una quadriga di bronzo, preda di guerra dopo la sconfitta dei Fidenati, e la sua statua con la lista dei suoi successi bellici scritta in greco. Al tempo di Plinio il Vecchio (70 d.c.) nel Volcanale c'era un albero di loto che si riteneva più antico della città stessa e le cui radici si diramavano fin sotto il Foro di Cesare, passando sotto le stationes municipiorum, cioè i locali destinati a riunioni di cittadini delle città principali dell'impero. L'area Volcani era circa 5 m. più alta del Comitium e da essa i re e i magistrati della prima repubblica, prima che fossero costruiti i rostra, si rivolgevano al popolo. I Vulcanalia in suo onore si celebravano il 29 aprile, quando il sole iniziava a scaldare i campi e le creature, e il 23 agosto, quando i granai erano a rischio di incendi per la calura. Venivano creati in onore del Dio dei fuochi, in cui venivano sacrificati pesci o piccoli animali che venivano mangiati sul posto dalla gente. Vulcano era tra gli Dei da placare dopo in grande incendio di Roma nel 64 d.c.. In risposta, Domitian (81–96) edificò un nuovo altare a Vulcano sul colle del Quirinale, aggiungendo un vitello e un cinghiale rossicci ai sacrifici dei Vulcanalia. Un flamen Volcanalis fu preposto al culto del Dio e lo stesso officiava il sacrificio alla Dea Maia, ogni anno alle calende di maggio. https://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_(divinit%C3%A0) Nella Gallia ben presto fu assorbito e assimilato per sincretismo con divinità ctonie che svolgevano funzioni di fabbri divini: uno di questi ad esempio forgiava le armi degli Dei. Talvolta Volcano assorbì anche funzioni svolte da Mercurio. Tutto ciò funge da prologo ad una moneta e quindi a una serie monetale della seconda metà del III secolo, periodo tribolato per l’Impero e soprattutto per chi viveva nell’area gallica. Area dove doveva era di stanza un cospicuo numero di truppe romane. Da qui la richiesta di una enorme massa di monete da utilizzare nei pagamenti degli stipendi militari. La tipologia che ha attirato la mia attenzione è quella seguente...
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"Autour des travaux d’Hercule Postume et Gallien." - M. Christol
Illyricum65 ha aggiunto un nuovo link in La più grande community di numismatica
"Autour des travaux d’Hercule Postume et Gallien." - M. Christol View File Postumo e Gallieno uniti nel mito di Ercole. Submitter Illyricum65 Submitted 27/04/2020 Categoria Monete Antiche -
DE GREGE EPICURI Questo antoniniano un po' malconcio di Gallieno (sole reign) è il pretesto per interrogarmi (e interrogarvi) su alcune questioni di metallurgia che riguardano proprio questo tipo di monete. Al D, GALLENUS AUG. Al rovescio, AEQUITAS AUG con una stella nel campo sinistro; dovrebbe essere il RIC 627, Goebl 1610, della zecca di Antiochia. Quello che si nota, specie al D, è la presenza di varie zone di abrasione, specie sulle parti più prominenti. Nelle zona abrase, il metallo ha un aspetto granuloso, mentre in quelle integre appare compatto e lucido. Le domande che mi/vi pongo sono queste: 1) Le abrasioni sono di origine meccanica (presumibilmente: sfregamento con altre monete, o con diversi oggetti), oppure chimica (permanenza in ambiente umido e probabilmente acido)? Io propenderei per la prima ipotesi. 2) La differenza di aspetto fra le zone integre e quelle abrase si spiega con la differenza del metallo? Mi spiego: molti sostengono che nella coniazione di queste monete l'argento "emerge" in superficie, mentre la parte più interna è lega di Ag e Cu (che in realtà risultano sì mescolati, ma al microscopio sempre distinti); la parte lucida e compatta sarebbe quindi Ag. Però si potrebbe anche pensare che la lucidità-compattezza sia dovuta semplicemente all'effetto meccanico della coniazione. Avete qualche idea?
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DE GREGE EPICURI Questo Gallieno ha un ritratto davvero insolito; penso che, senza il nome, avrei avuto difficoltà a riconoscerlo. Pesa 2,7 g. e misura 21 mm. Al D: IMP GALLIENUS AUG. Al R: VIC(T)O(RIA) (GER)MAN; la Vittoria sulla sinistra porge una corona a Gallieno, che è a destra e regge un lungo scettro. Il RIC colloca la moneta al 256-257 (regno congiunto) , n. 452, e la attribuisce ad una zecca asiatica. Suppongo che alla zecca sia dovuta la particolarità del ritratto. Ma di che zecca si tratterà?
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Ciao a tutti, è la prima discussione che apro, ho letto il regolamento, ma portate pazienza, se commettessi involontariamente qualche violazione, vi prego di segnalarmelo prontamente.... Ho visto nella prossima asta di Rauch, quella del 9 aprile, il lotto 1237, un Sesterzio di Gallieno che viene dichiarato "colorato artificialmente" ("künstlich getönt").... Non so se posso postare la foto o il link, per motivi di copyright, fatemelo sapere.... Gallieno è uno dei miei preferiti per via della riforma dell' esercito, e il sesterzio mi ingolosisce, quello che vorrei chiedervi è: la colorazione può nascondere pecche più gravi (cancro...) ? Si potrebbe decolorare senza danneggiarlo, o, a questo punto, meglio tenerlo com'è ?
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moneta romana (forse gallieno?)
albeee ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
salve a tutti vorrei dei pareri per identificare questa moneta. è abbastanza consumata ma alcune parti si vedono ancora. sul diritto si legge (forse) L I E(?) N(M?) U S sul rovescio no saprei sembra ci sia raffigurata una donna con un bastone(?) diametro (nel punto più largo) 19 mm peso 4-5 g. diritto http://imageshack.us.../dsc0081rd.jpg/ rovescio http://imageshack.us.../dsc0083cx.jpg/
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