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  1. Buongiorno a tutti. Spero di non commettere infrazioni o di urtare la sensibilità di alcuno con questo post. Nel caso mi scuso preventivamente. Non è mia intenzione assolutamente. Fatta questa doverosa premessa vengo a sottoporvi la mia richiesta: da qualche mese sto cercando di raccogliere informazioni circa la produzione di aera gravia di forma ovale della serie "Clava/Simbolo di valore" che è stata ipoteticamente attribuita all'ambito etrusco/umbro (cfr., per intenderci, L. AMBROSINI, “Le monete della cosiddetta serie «ovale» con il tipo della clava”, in Studi Etruschi LXIII, 1997, pp. 195-226 reperibile anche su academia.edu ). Tra le altre cose sto spulciando siti e cataloghi di aste per reperire immagini ed informazioni su pesi e dimensioni e sono riuscito anche a tracciare la storia di alcuni esemplari che sono passati di venditore in venditore. Orbene: 1/ Qualcuno ha cataloghi d'asta/di vendita con esemplari siffatti ed ha voglia di mandarmi la scansione (immagini e dati fondamentali peso e misure) ed il riferimento alla pubblicazione? 2/ Qualcuno è a conoscenza della presenza di questa tipologia di oggetti in raccolte museali minori (ho trovato un esemplare con importanti resti di fusione in mostra a Torino, per esempio) e vuole condividerle con me? 2/ Qualcuno di voi è, beato lui, un fortunato possessore di esemplari di questa serie ed ha voglia di condividere con il sottoscritto (anche in forma anonima o privata) le immagini di recto (convenzionalmente con la raffigurazione della clava) e verso (con il simbolo di valore) ed i dati di peso e misure? Non sono interessato alle informazioni per collezionisti, alla stima, ne' tantomeno al prezzo di acquisto. Solo informazioni metriche. Vi ringrazio anticipatamente per la vostra gentile collaborazione. P. S. Mi permetto di allegare due immagini (R & V) di esemplare di sestante tratto dall'asta Artemide LV 24 & 25 april 2021 lot 11 come referenza visiva.
  2. ARES III

    Scavano una tomba etrusca

    Scavano l’ingresso, liberano scala e porta. Entrano in una tomba etrusca di Cerveteri. Un viaggio nel III-II secolo a. C. Nuova giornata proficua a Cerveteri – in provincia di Roma – quella di ieri, sabato 27 gennaio 2024. Il Nucleo Archeologico Antica Caere e il gruppo de Il Lucumone aps hanno scavato liberando l’accesso di una tomba etrusca e avviando i lavori all’interno della stessa, nella necropoli della Banditaccia. La necropoli della Banditaccia è un vasto un sito funebre etrusco associato all’antica città di Caere, situata su un’altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri. Molte tombe, nel passato, furono oggetto di saccheggio. Estendendosi per circa 400 ettari, la necropoli ospita migliaia di sepolture, di cui solo una piccola porzione recintata e visitabile comprende circa 10 ettari con circa 400 tumuli. Le tombe risalgono dalle più antiche del periodo villanoviano (IX secolo a.C.) alle più recenti del periodo ellenistico (III secolo a.C.). La sua origine può essere ricondotta a un nucleo di tombe villanoviane nella località Cava della Pozzolana. Il nome “Banditaccia” deriva dal fatto che, dalla fine dell’Ottocento, la zona veniva affittata tramite bando dai proprietari terrieri di Cerveteri a favore della popolazione locale. La necropoli è la più estesa dell’area mediterranea, con le sepolture più antiche caratterizzate dalla forma a pozzetto per custodire le ceneri o fosse per l’inumazione. Durante il Periodo orientalizzante (VII secolo a.C.), compaiono principalmente tumuli di grandi dimensioni con una struttura circolare che raffigura la casa del defunto, dotata di corridoio per accedere alle stanze. Tombe significative di questo periodo includono la “Tomba della Capanna”, il “Tumulo Maroi”, e il “Tumulo Mengarelli”. Nel V secolo a.C., le tombe a tumulo sono sostituite da tombe “a dado”, allineate lungo vie sepolcrali come via dei Monti Ceriti e via dei Monti della Tolfa, risalenti al VI secolo a.C. Le sepolture più recenti risalgono al III secolo a.C. durante l’ellenizzazione etrusca, e la “tomba dei Rilievi” del IV secolo a.C., appartenente alla famiglia dei Matunas, mostra affreschi ben conservati. Numerose tombe, nel passato, furono oggetto di spoliazioni. “Abbiamo iniziato il lavoro di recupero della Tomba n.2351, abbastanza simile nella struttura architettonica alle altre ellenistiche dell’area Onde Marine III -II secolo a.C. – affermano i responsabili del Nucleo Archeologico Antica Caere – Il dromos d’ingresso è stato completamente liberato dalla terra e i gradini sono stati riportati alla luce. Dentro, nella grande camera sepolcrale, abbiamo trovato parecchia terra e detriti da rimuovere all’interno della grande camera sepolcrale”. E’ stata una bella giornata piena di sole, con tanti volontari del Nucleo Archeologico Antica Caere odv e de Il Lucumone aps. L’operazione si è svolta con la collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale e sotto la supervisione dell’archeologa Dott.ssa Gilda Benedettini. https://stilearte.it/scavano-lingresso-liberano-scala-e-porta-entrano-in-una-tomba-etrusca-di-cerveteri-un-viaggio-nel-iii-ii-secolo-a-c/
  3. Il Salotto del GAAm - "Mondi Etruschi meno conosciuti: Etruria Padana" Quarto appuntamento del nostro Salotto dedicato agli Etruschi - 18 Marzo 2021 In questo ultimo incontro del ciclo Etrusco la dott.ssa Cristiana Battiston ci accompagna alla scoperta di quei luoghi del nord Italia che non si associano immediatamente alla cultura etrusca, ma che in realtà ne fanno parte.
  4. Quarto appuntamento del secondo ciclo "La storia dietro le storie", in collaborazione dell'Associazione Italiana di Cultura Classica - Delegazione di Roma. Giuliano De Sanctis dialogherà con Massimiliano di Fazio, modera Valentino Nizzo.
  5. Pyrgi. Per me luogo del cuore. Il sito, forse, in tutto il mondo che mi ha fatto decidere di diventare archeologo. Una nuova conferenza del ciclo "CHI (RI)CERCA TROVA. I professionisti si raccontano al Museo". 8 incontri con esperti e studiosi che aprono il mondo della ricerca alla conoscenza e alla fruizione del grande pubblico e sono rivolte a curiosi, studenti e specialisti di ogni età, a cura dei Servizi educativi del Museo di Villa Giulia. Venerdì 17 novembre alle ore 16 Laura Maria Michetti ci ha raccontato le ricerche su Pyrgi e Spina, "porti gemelli" sui due mari, il Tirreno e l'Adriatico. Un parallelo e un confronto offerto anche dal percorso espositivo della mostra temporanea "Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo", visitabile dal 10 novembre al piano nobile del Museo. Il controllo dei commerci marittimi esercitato dagli Etruschi, la “talassocrazia” che nelle fonti antiche si intreccia con la “pirateria”, si è fondata sulla presenza di porti strutturati attraverso i quali le metropoli etrusche hanno proiettato sul mare i propri interessi economici e la possibilità di entrare in contatto con le diverse realtà culturali del Mediterraneo. Pyrgi, porto di Caere (Cerveteri) e sede di un grande santuario sul Tirreno e Spina sull’Adriatico hanno assolto alla funzione di porte sui due mari, consentendo un rapporto privilegiato con il mondo greco. Laura Maria Michetti è Professoressa associata di Etruscologia e Antichità italiche alla Sapienza Università di Roma e nella stessa università e coordinatrice del curriculum di Etruscologia del Dottorato in Archeologia e direttrice del Museo delle Antichità etrusche e italiche. Membro ordinario dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, dal 2016 dirige la missione di scavo presso il porto e il santuario etrusco di Pyrgi. La sua attività di ricerca è incentrata principalmente sull’archeologia del sacro, sul rapporto tra città e territorio in Etruria, sulle produzioni artigianali e gli aspetti del rituale funerario nell’Italia preromana.
  6. IL SEPOLCRO ETRUSCO DI SIGLIANO La ricostruzione di una tomba ipogea etrusca con video e modelli 3D interattivi Gironzolando per il web ho incrociato queste risorse ad opera del CNR. La tecnologia non è affatto nuova tant'è che anche io all'epoca della mia tesi ne feci uso per ricostruire delle forme ceramiche uniche rinvenute durante lo studio e per restituire l'ipotesi generale di un'area produttiva di laterizi in una villa rustica della bassa lombarda La finalità del progetto condotto dai ricercatori del CNR sul sepolcro etrusco di Sigliano è stata quella di proporre un percorso di interazione fra cultura umanistica e saperi scientifico-tecnologici, per la conoscenza del patrimonio archeologico e per l’accessibilità dei beni e delle loro storie ad un ambito di fruitori più ampio di quello degli specialisti. Il progetto presentato comprende un video a carattere narrativo/didattico, realizzato in computer graphics, sulla ricostruzione di una tomba ipogea di età ellenistica nella zona di Chiusi, oggi scomparsa. Inoltre propone la ricostruzione virtuale dell’ambiente, la scansione 3D dei pezzi sopravvissuti, la modellazione e il restauro virtuale del corredo. Nella pagina con la descrizione del progetto, si trovano il video, immagini del lavoro svolto, i 4 modelli 3D interattivi delle urne e il 3D interattivo dell’elmo, pre-post restauro, link a bibliografia e pubblicazioni. Video in computer animation che descrive una tomba etrusca in localita' Sigliano, Umbria, oggi andata perduta. Il video utilizza modelli 3D basati su scansione dei corredi funebri rimasti, e ricostruzione dagli appunti di scavo. Computer animation video describing a now destroyed etruscan tomb located near Sigliano, Umbria. The video uses 3D models coming from 3D scanning of remaining artifacts, and reconstructed from excavation documents. Un progetto del Laboratorio Visual Computing, ISTI-CNR, Pisa A work by Visual Computing Laboratory, ISTI-CNR, Pisa
  7. Un breve excursus per appassionati e neofiti.
  8. Una misteriosa fossa etrusca piena di ceramiche scoperta ora a Populonia. A cosa serviva? Perché fu scavata? Una misteriosa fossa, priva di resti umani, ma piena di ceramiche è stata trovata in questi giorni dagli archeologi di Sostratos onlus – che operano in concessione da parte dello Stato – nella necropoli etrusca di Campo all’Arpia, nel Parco archeologico di Baratti-Populonia, in Toscana. @ Sostratos Il ritrovamento risulta anomalo. Spiegano gli archeologi di Sostratos: “L’archeologia non è una scienza sempre esatta ed a volte sono necessarie delle ipotesi. La nostra campagna di scavo evidenzia un ambiente necropolare con frequentazioni certe databili tra la metà del V secolo aC e gli inizi del III secolo aC.” “Qui – proseguono gli archeologi di Sostratos -ci siamo imbattuti in un elemento di difficilissima interpretazione: abbiamo scoperto una fossa, per il momento profonda circa 160cm (più o meno il doppio rispetto alle tombe dei dintorni), ricolma di vasi potori – utilizzati per bere ndr – apparentemente accatastati l’uno sull’altro (nella parte a nord della fossa) ed una anfora greco italica di piccolo modulo, questa posta singolarmente nella parte sud. Non siamo di fronte ad una sepoltura data la mancanza di resti umani ed i reperti che stiamo rinvenendo, spesso interi, sono perfettamente riconoscibili nella loro provenienza: ceramica falisca, tarquiniese, volterrana, di produzione locale, ma anche vasi di importazione dall’Attica”. @ Sostratos @ Sostratos Cos’era, allora, questo deposito? @ Sostratos “Interpretiamo questa fossa come un elemento rituale, forse deposito di vasi usati per le libagioni a celebrazione delle sepolture o forse un bothros (deposito rituale) legato ad un culto praticato intorno alla necropoli stessa. – afferma Sostratos – Scartiamo al momento un deposito di vasi recuperati dalle tombe circostanti mancando del tutto le ossa dei defunti ed alcune tipologie di ceramica che sono frequenti nelle tombe di Populonia di epoca tardo arcaica ed ellenistica. Abbiamo cercato dei confronti nel mondo etrusco del periodo tardo arcaico ed ellenistico, ma per ora la nostra scoperta sembra un elemento del tutto singolare, anzi, eccezionale. Lo scavo della fossa rituale non è ancora terminato: emergono ulteriori materiali che preleveremo presto”. @ Sostratos Possiamo così pensare a un corteo funebre, al rogo, alla deposizione dei resti del defunto e una libagione da intendere come una sorta di comunione tra i presenti? I vasi forse non potevano essere recuperati dai presenti, ma restavano in loco. Populonia, città etrusca alla q1uale i riferisce anche la necropoli di Campo all’Arpia, è un luogo di grande fascino, immerso in un paesaggio naturale unico. Dal mare del golfo di Baratti, su cui si affacciano le sepolture dei princìpi guerrieri, alla macchia mediterranea che nasconde incredibili tombe etrusche scavate nella roccia, fino a giungere sull’acropoli, con i suoi edifici sacri affacciati sulle isole dell’arcipelago toscano. Sostratos onlus si occupa di organizzazione e gestione di scavi archeologici, della loro conoscenza e divulgazione attraverso incontri, conferenze, mostre, scambi culturali e altre attività specifiche e sperimentali, in stretto rapporto con la comunità e con il mondo della scuola, dell’Università, della cultura e dell’associazionismo. Il Trust di Scopo Sostratos ONLUS è stato fondato nel 2014 dopo alcune esperienze dei promotori nel campo del finanziamento dell’attività di ricerca scientifica, in particolare di quella archeologica. La passione che anima i fondatori è sempre stata il motore che ha promosso l’attività del Trust che in questi anni si è proposto come una delle poche realtà italiane a fare del finanziamento della ricerca senza scopi di lucro un impegno continuo e senza riserve. I promotori del Trust sono liberi imprenditori che attingono dai propri patrimoni la base economica con cui il Trust si mantiene. La sede legale ed operativa è a Firenze. https://www.stilearte.it/una-misteriosa-fossa-etrusca-piena-di-ceramiche-scoperta-ora-a-populonia-a-cosa-serviva-perche-fu-scavata/
  9. ARES III

    Vulci, nuove scoperte

    Vulci regala un’altra scoperta straordinaria L'ultima campagna di scavo nel Parco archeologico di Vulci ha portato alla luce una tomba rimasta incredibilmente intatta per oltre 2.500 anni: ecco cosa è emerso Fonte: Carlo Casi L'ultima scoperta incredibile a Vulci Un’altra pagina della storia del popolo etrusco si celava dietro una porta fatta di blocchi di tufo a Vulci, il famoso Parco naturalistico archeologico immerso nella Maremma laziale, che regala sempre incredibili sorprese. La campagna di scavo ha riportato alla luce una tomba rimasta nascosta per più di 2.500 anni. Una scoperta straordinaria per tanti motivi. Scoperta a Vulci una tomba intatta del VI secolo a.C. A Vulci, antica città etrusca nel territorio di Canino e di Montalto di Castro, a pochi chilometri da Viterbo, un’accurata campagna di scavo archeologico ha riportato alla luce una tomba intatta, risalente al VI secolo a.C. Una scoperta che ha dell’incredibile, considerando che l’ambiente è rimasto inviolato fino a oggi, scampata persino alle grinfie dei tombaroli. Stando a quanto hanno svelato i reperti che si nascondevano dietro due pesanti lastre di tufo, si tratterebbe della sepoltura di una donna di classe medio-agiata. Gli archeologi sono arrivati a questa conclusione a un primo esame del corredo funerario della tomba a camera, in cui è presente una fuseruola, un oggetto utilizzato per filare i tessuti, ma anche decine di vasi, anfore e bicchieri. Fonte: Carlo Casi Anfore e vasi rinvenuti nella tomba appartenente a una donna Tra i reperti rinvenuti, spicca un braciere in bronzo che conserva ancora i carboni e lo spiedo in ferro dove erano infilzate le carni arrostite di un pasto mai consumato. Gli archeologi sono al lavoro per recuperare gli oggetti contenuti nella tomba e inviarli in laboratorio, così da studiarli accuratamente e sottoporli al restauro. L’ambiente sepolcrale appena scoperto consentirà di aggiungere un altro tassello nello studio dei legami tra le famiglie sepolte nelle necropoli dell’antichissima città etrusca di Vulci. “Puntare sulla ricerca quale elemento fondamentale della valorizzazione come il Parco Archeologico di Vulci sta facendo da qualche anno sta cominciando a dare i suoi frutti e anche la scoperta odierna ne è frutto è tangibile testimonianza”, ha raccontato a SiViaggia Carlo Casi, direttore scientifico del Parco archeologico di Vulci. “È tutto dovuto alla stringente collaborazione tra la Soprintendenza, la Regione Lazio, il Comune di Montalto di Castro e la Fondazione Vulci”, spiega Casi. Fonte: Carlo Casi Il braciere in bronzo rinvenuto nella sepoltura Un parco archeologico che regala scoperte sorprendenti Il parco archeologico più grande dell’Etruria meridionale non finisce mai di sorprendere. Questa è, infatti, solo l’ultima delle scoperte che ha regalato Vulci. Dal 1° luglio dello scorso anno, data d’inizio della nuova campagna di scavi a Poggio delle Urne, sono state riportate alla luce ben 88 tombe a pozzetto e un’urna cineraria a capanna risalente al IX secolo a.C. Nell’ottobre del 2022, è avvenuta una scoperta record: sono emersi degli scheletri ben conservati risalenti a circa 2.900 anni fa. Rappresentano qualcosa di davvero unico, secondo gli esperti. Nel 2021, gli scavi hanno portato alla luce tre urne funerarie della prima Età del Ferro, come vi abbiamo raccontato qui. Le tombe, rinvenute in una zona isolata del parco, su una collinetta del versante Est della necropoli di Poggetto Mengarelli, risultavano perfettamente conservate. Un’altra scoperta sensazionale risale al 2020, nella necropoli di Poggetto Mengarelli, dove è stata rinvenuta la tomba di un bambino appartenente a una famiglia aristocratica di origine etrusca risalente a 2.700 anni fa. All’interno del sarcofago è emerso un ricco corredo funerario. Il pezzo di maggiore rilievo è un’anfora di argilla con motivi geometrici che ha delle decorazioni soprelevate nella parte alta a forma di piccole brocche. “Una decorazione rarissima, di cui esistono pochissimi pezzi simili, uno dei quali è conservato al Louvre di Parigi”, ha commentato Carlo Casi, intervistato da SiViaggia. https://siviaggia.it/notizie/vulci-regala-altra-scoperta-straordinaria/400156/
  10. Ciao a tutti. Ho comprato questa moneta, e 1804 è un anno raro di questo tipo. Posso avere una risposta a queste domande? 1 Nello stesso periodo di tempo, perché Etruria aveva due tipi di monete - dena e francesco? 2 Alcuni dei "Dena" è stato tratto nel 1825-1844 , come identificare la differenza di monete restriked? Grazie. Sanshi Wang Il retro e' cosi'.
  11. ARES III

    Populonia X Assi: Second Known Example

    Ho visto in un'asta questa moneta che viene definita come 'Second Known Example' e poi: Greek Italy. Etruria, Populonia. AR 10-asses, 3rd century BC. Obv. Laureate male head left; behind, X. Rev. Cluster of seven pellets and crescent: around, traces of ethnic pvplvna. Vecchi EC 70A (only one example cited); HN Italy -; Vecchi ICC ; Vecchi, The coinage of the Rasna I-V - ; Sambon - : Vicari -. AR. 1.73 g. 16.00 mm. RRRR. Excessively rare, apparently the second example known. About VF.
  12. ARES III

    Collezione Gasparri

    Un tesoro ritrovato. Il ripostiglio di Populonia, le monete d’argento del grande porto degli Etruschi Sono le monete etrusche della zecca di Populonia che tornano visibili. “Ecco dove era finito!”. Tuonò il signor O.G. riprendendosi dal sussulto provocato dal botto improvviso che un pacco metallico aveva causato cadendo a terra. Dopo più di mezzo secolo, il tesoro degli Etruschi era finalmente tornato alla luce… Potrebbe essere l’incipit di un racconto fantastico di J.K. Rowling, invece, è quello che è realmente accaduto ad Ottavio Gasparri lo scorso dicembre a Roma. Lavori, pulizie e spostamenti di mobili e oggetti dimenticati da decenni nella soffitta della casa di famiglia ed ecco ricomparire da dietro un cassettone un ricordo luccicante e ricco, molto ricco, di storia: la parte di un tesoretto di monete d’argento recuperato a Populonia nel 1939, che era stato dato al nonno Tommaso Gasparri come “quota parte” del premio di rinvenimento che spetta ai proprietari dei terreni in cui avvengono scoperte archeologiche. Nella soffitta, insieme al tesoretto, era una piccola scatola di cartone che custodiva la statuetta in bronzo raffigurante un’Arpia, la creatura mitologica con testa di donna e corpo di uccello, rinvenuta nella necropoli etrusca di Baratti. Il tesoretto è noto nella letteratura archeologica come “il ripostiglio della Porcareccia” e il riscontro inventariale eseguito in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Pisa e Livorno ha confermato che si tratta delle monete rinvenute nei terreni intorno al golfo di Baratti alla fine degli anni ’40, in occasione delle attività di recupero delle antiche scorie di ferro per il loro riutilizzo nei moderni altiforni. Il tesoro constava di 565 monete d’argento che furono consegnate da Tommaso Gasparri al Soprintendente alle Antichità d’Etruria, Antonio Minto, il 16 gennaio 1940. Dal fascicolo conservato all’Archivio della Soprintendenza, emergono i nomi degli scopritori del tesoro, uomini e donne addetti ai lavori di scavo per conto della ditta Procchi: gli uomini picconavano le scorie, mentre le donne setacciavano la terra e recuperavano il materiale archeologico. Le monete, dopo essere state studiate e catalogate, furono divise tra la Soprintendenza e la proprietà dei terreni che ne ricevette oltre duecento, per la quasi totalità didracme d’argento con la raffigurazione della Gorgone, l’iconografia tipica della produzione monetale di Populonia. Oggi, a distanza di oltre 80 anni, le monete – per volontà della famiglia Gasparri legittima proprietaria dei beni – saranno esposte al Museo etrusco di Populonia. Una nuova teca disegnata dall’architetto Erica Foggi ospiterà le monete, il cui studio è stato affidato a Luciano Giannoni, esperto numismatico, con il coordinamento di chi scrive a cui la famiglia Gasparri ha affidato la cura del museo che già espone al pubblico i reperti di sua proprietà fin dalla loro assegnazione come premio di rinvenimento negli anni ‘40 dello scorso secolo. Un’iniziativa culturale privata che da ottanta anni si aggiorna e si perpetua. https://www.archaeoreporter.com/2022/06/14/un-tesoro-ritrovato-il-ripostiglio-di-populonia-le-monete-dargento-del-grande-porto-degli-etruschi/
  13. ARES III

    Scoperta tomba etrusca a Norchia

    Vasi straordinari emergono da una tomba etrusca. Sulle ceramiche anche immagini della guerra di Troia Una notevole scoperta archeologica è stata compiuta a Norchia, Comune in provincia di Viterbo, come ha annunciato la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale. In una delle tombe sottoposte in queste settimana a scavi archeologici, è stato recuperato un corredo funebre di straordinaria qualità storico-artistica. “Il settore della tomba Lattanzi di Norchia è oggetto di un progetto di ricerca iniziato nel 2020, sotto la forma di una collaborazione tra Soprintendenza, l’Esercito Italiano tramite il Comando Militare della Capitale e CNRS/École normale supérieure de Paris, titolare di una concessione di scavo triennale sul sito dal 2022. – spiega la Soprintendenza – I lavori sono stati finanziati dall’UMR 8646 del CNRS (Paris), dall’École normale supérieure (Paris), dalla fondazione ARPAMED (Paris) e dalla fondazione Rovati (Milano)”. “La campagna di scavo eseguita nel corso dell’estate 2022 – dicono gli archeologi della Soprintendenza – si è concentrata sul gruppo di tombe minori, di cui 4 sono state finora indagate. Tutte oggetto di depredazioni realizzate, almeno per ultimo, nel corso del secolo scorso. Le tombe 2, 4 del tipo a camera e semidado e 8 del tipo a spina di pesce hanno restituito pochissimo materiale archeologico, mentre, nel caso della tomba 3, a semidado, i tombaroli non hanno portato a termine il loro lavoro”. “In quest’ultima sono emersi vari frammenti ceramici di skyphoi, grandi vasi da banchetto etruschi con decorazione a figure rosse; due kylikes figurate del Gruppo Sokra con decorazione sovradipinta in rosso, esoprattutto uno stamnos etrusco a figure rosse integro”. “Si tratta – prosegue la Soprintendenza dell’Etruria meridionale – di uno dei grandi vasi da banchetto aristocratico a figure rosse del cosiddetto Gruppo dell’Imbuto. Però, a differenza di tutti gli altri, che di solito hanno solo uno o due personaggi su ogni lato, qui ve ne sono cinque, tutti impegnati nella guerra di Troia, e identificabili grazie ad iscrizioni etrusche sovradipinte: Achille, Aiace, Troilo e una figura armata, femminile, a cavallo, forse Polissena. La scena sembra rappresentare l’uccisione di Troilo da parte di Achille, con due righe in etrusco a commentarla. Lo sfondo è a motivi vegetali sovradipinti. Questo a ribadire l’eccezionalità di tale stamnos, per la ricchezza iconografica e delle epigrafi, assenti negli altri vasi dello stesso tipo. Il restauro e la pulizia di tutta la superficie del vaso forniranno in seguito dettagli importanti in merito. Così come successive indagini scientifiche porteranno ad individuare il suo contenuto, forse vino, grazie alle tracce presenti”. “Il rinvenimento di tale vaso permette di ricostruire oggi nuove e importanti pagine della nostra storia di questo territorio, in passato devastato dall’azione sconsiderata dei clandestini. Confidiamo, appena conclusi i lavori di restauro, di presentare questa importantissima scoperta ad un più ampio pubblico”. https://www.stilearte.it/vasi-straordinari-emergono-da-una-tomba-etrusca-sulle-ceramiche-anche-immagini-della-guerra-di-troia/
  14. ARES III

    La mia prima etrusca

    Finalmente sono riuscito ad acquistare la mia prima moneta etrusca ed oggi mi è arrivata a casa: XX Assi di Populonia, dal peso di 8,09 g. e dal diametro di 20.00 mm. Lo so, non è molto bella, ma dal vivo è migliore, rappresenta un pezzo di storia che amo, ed è quello che al momento le mie finanze si possono permettere (o più precisamente quello che voglio al momento spendere, visti i tempi che viviamo).
  15. Buon pomeriggio Ho visto questo bronzo di Velathri - Volterra dal peso di 36,49 g e vorrei chiedere un Vostro parere. Viene classificata come triens, anche se il peso è più prossimo ai quadranti (vedi monetiere di Firenze o alla Sylloge del Catalogo n. 898). Cosa ne pensate della moneta? @Tinia Numismatica cosa ne pensi? Grazie ancora a tutti.
  16. ARES III

    Tessera etrusca?

    Non conoscevo l'esistenza di tessere etrusche: Etruria, uncertain mint Monetiform PB Tessera. 3rd - 2nd centuries BC. Young male head to right, wearing conical hat with apex; below, serpent to right / Horseman galloping to right, holding palm branch over shoulder. Unpublished in the standard references. 5.00g, 17mm, 12h. Extremely Fine. Extremely Rare. From the Vitangelo collection. This finely engraved monetiform lead tessera probably representing an uncia is almost certainly Etruscan. The obverse depicts an clean shaven priest, wearing the characteristic Etruscan pointed hat with a peak on top similar to that of the haruspex/sacrificial instruments issue of the rare cast coins from an uncertain mint of the Val di Chiana in Inland Etruria, cf. ICC 191-5; HN Italy 68a-e. This form of hat seems to be the forerunner of the apex worn by the Roman flamines and prominent in 1st century art. The serpent was an age old religious symbol of eternity and continual renewal of life dear to the Etruscan religious psyche. The reverse depiction of a horseman galloping right grasping the palm of victory must refer to an equestrian event under the auspices of the clergy in a similar way to that of the enormous coinage issue of L. Calpurnius Piso Frugi celebrating the Ludi Apollinares of Rome in 90 BC. Qualcuno ne sa qualcosa? Grazie
  17. Buongiorno cari amici. Qual è, secondo te, il miglior catalogo di monete etrusche? Quello di Fiorenzo Catalli o quello di Italo Vecchi? Grazie a tutti per le vostre gentili risposte!
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