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Stranamente su questo ripostiglio non era mai stata aperta una discussione ad hoc sebbene fosse stato inserito in una lista di famosi ripostigli britannici fatta a suo tempo da @Illyricum65 e consultabile tutt'ora al seguente link: Si tratta di uno dei ripostigli inglesi più famosi per dimensione e spettacolarità d'insieme. Il deposito venne scoperto casualmente l'11 maggio del 1936 a Dorchester, nel Dorset, durante i lavori di ristrutturazione dell'edificio destinato a ospitare per molti anni il supermercato della nota catena britannica Marks and Spencer. L'edificio ha mantenuto la sua destinazione d'uso di supermercato fino al 2020: Poi, causa la crisi e la pandemia, a febbraio 2020 ha chiuso i battenti ed è rimasto in stato di abbandono fino a giugno di quest'anno quando è stato riaperto con una nuova destinazione d'uso: una sala di assistenza per i cittadini bisognosi locali. Ma torniamo al nostro ripostiglio che agli occhi dei lavoratori impiegati nell'area nel '36 si presentò in questa spettacolare forma: un insieme di ben 22.121 monete suddivise in tre differenti contenitori: - una brocca in bronzo a un solo manico - un ampio catino di bronzo - forziere di legno, conservato solo in parte, con delle borchie e lastre bronzee di chiusura Purtroppo nel breve periodo intercorso tra il rinvenimento e la comunicazione alle autorità della scoperta, un cospicuo gruzzolo di monete scomparvero molto probabilmente per mano degli operai presenti nel cantiere che le dispersero immediatamente nel mercato. Al British Museum per lo studio, la pulizia e l'identificazione arrivarono infatti 20.748 esemplari suddivisi in 16 denari e 20.732 antoniniani. Le monete contenute nel deposito sono state emesse in un periodo relativamente limitato di tempo compreso tra il 215 e il 257 d.C. (data di coniazione della più antica e più recente moneta) a nome di questi imperatori: Il termine ultimo del 257 non corrisponde ovviamente alla data esatta di chiusura del deposito che va spostata in avanti ragionevolmente di un paio d'anni. Una particolarità che emerge a una prima occhiata è la presenza di ben 25 denari "overstrikes" ovvero riutilizzati per battere antoniniani, il tutto con conii ufficiali (conferma derivata dalla presenza di die links) e quindi in ambito di operazioni ufficiali all'interno della zecca. L'insieme presenta relativamente poche rarità, da sottolineare due esemplari di Tranquillina e due di Cornelia Supera di cui il presente pezzo è oggi conservato al British: Dallo studio del ripostiglio fatto da Mattingly e pubblicato su Numismatic Chronicle qualche tempo dopo la scoperta, emerge una notevole presenza di die links (legami di conio) tra gli esemplari rinvenuti che, accompagnata a una generale alta conservazione di tutto l'insieme e in particolar modo anche degli esemplari più "antichi", fa pensare non tanto a un deposito costituito sottraendo negli anni esemplari dal flusso circolante, quanto piuttosto a un deposito formato dall'accantonamento di grossi blocchi di monete tenuti da parte subito dopo (o comunque relativamente poco tempo dopo) esser state coniate. E' singolare inoltre come gli esemplari di Gordiano III, Filippo I e Traiano Decio siano stati accantonati in quantitativi ingenti in tempi relativamente brevi: - 8.892 esemplari per Gordiano III in poco meno di 6 anni - 6990 esemplari per Filippo I in circa 5 anni e mezzo - 2300 esemplari per Traiano Decio in poco meno di 2 anni Mentre gli esemplari attribuiti a Valeriano e Gallieno (che sostanzialmente rappresentano il periodo di chiusura del ripostiglio) siano stati messi da parte in misura nettamente inferiore: solamente 858 esemplari che coprono un arco temporale di quasi 4 anni. Dall'analisi di tutti questi dati Mattingly afferma che questo ripostiglio non ha le caratteristiche di un deposito privato di accantonamento di risparmi perché troppo ingente né ha una destinazione d'uso di natura militare (ad es. pagamento delle truppe) perché nella zona della città romana di Dorchester non sono noti fortilizi o stanziamenti militari di una certa importanza negli anni di formazione del deposito. L'elevata qualità dei pezzi, la presenza massiva di legami di conio e una marcata preferenza per una moneta con un maggior contenuto di fino rispetto agli ultimi antoniniani di Valeriano e Gallieno, fanno propendere Mattingly a ritenere l'accantonamento opera di qualche banchiere locale o conduttore di istituzione analoga, a cui a un certo punto è successo qualcosa che gli ha impedito il recupero dell'ingente gruzzolo di monete. Chissà se è questa la vera origine del deposito, resta il fatto che si tratta di uno dei più noti e importanti ripostigli inglesi e gode anche oggi, nonostante la scoperta negli anni successivi dei depositi di Cunetio e Normanby, di grande fama e fascino. Nel corso degli anni sono riuscito a inserire in collezione tre pezzi da questo ripostiglio che ora vi presento: 1) GORDIANO III - Fortuna Redvx Antoniniano, zecca di Roma D\ IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG R\ FORTVNA REDVX RIC IV 144 Ex M. Wallser (cartellino originale); Ex Dorchester Hoard 1936 D 2) GORDIANO III - Virtvti Avgvsti Antoniniano, zecca di Roma D\ IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG R\ VIRTVTI AVGVSTI RIC IV 95 Ex Gert Boersema; Ex CNG Keystone Auction n. 6/2022; Ex KEn Bressett Collection; Ex Joe Powers 1950; Ex Dorchester Hoard 1936 3) TRAIANO DECIO - Abundantia Antoniniano, zecca di Roma D\ IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG R\ ABVNDANTIA AVG RIC IV 10b Ex Andie Paul, Ex Old English collection '60-'80 (cartellino originale), Ex Dorchester Hoard 1936 Termina qui questo mia breve discussione su questo importante ripostiglio, per chi volesse approfondire: Mattingly, Harold. “THE GREAT DORCHESTER HOARD OF 1936.” The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, vol. 19, no. 73, 1939, pp. 21–61. JSTOR, http://www.jstor.org/stable/42663394.
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