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Buongiorno, nel mare di follis abbastanza standardizzato della Prima Tetrarchia, ovvero pre riforma, (per chiarire mi riferisco agli esemplari di diametro attorno ai 28 mm e peso attorno ai 10.08 g – ovvero 1/32 di libbra) troviamo più frequentemente i vari GENIO, per lo più sacrificante su altare (POPVLI ROMANI). Comunemente i “follis grosso modulo” non vengono molto apprezzati perché giudicati dai collezionisti “troppo ripetitivi”; in realtà come tutte le monetazioni hanno tutta una serie di specifiche e stili che ne caratterizzano le emissioni. Personalmente ho sempre provato per vari motivi un certo interesse per questi esemplari: innanzitutto perché il grande modulo (e proporzionalmente il peso) interrompe transitoriamente una tendenza alla riduzione che poi si ripresenterà nelle successive riforme e un po’ perché rappresentano un tentativo di innovazione (l’idea di Diocleziano di suddividere l’Impero in 4 settori non era pellegrina ma non teneva conto della fame di potere dei vari regnanti). Dopo questo preambolo, volevo cogliere l’occasione per mostrare proprio una di quelle tipologie di bronzi Prima Tetrarchia che escono dal vasto gruppo “GENIO” e testimoniano uno specifico evento storico. Siamo precisamente nel 293 d.C. . Diocleziano divide l’Impero in quattro parti rette da due Augusti (lui stesso per la parte orientale e Massimiano per quella occidente) e due “vice”, i Cesari Galerio e Costanzo I (Cloro). E’ da anni che Massimiano sta cercando di risolvere il “problema britannico” e di annettere nuovamente l’isola all’Impero Centrale. E l’attenzione per un settore inevitabilmente comporta il dover strascurare altri meno pressanti. In questo caso, il settore africano. I Berberi e le varie etnie a loro collegate, che fin dal 258-60 d.C. danno filo da torcere alle truppe romane di stanza (guidate da tale Faraxen, poi vinto e imprigionato) approfittano della ridotta presenza militare e nel 288 razziano i territori della Mauritania. Nel 289 il Governatore locale romano riesce a bloccare i disordini ma non in modo definitivo e in breve le incursioni berbere riprendono. Gli anni passano e Massimiano assieme al Cesare Costanzo Cloro riescono a portare a buon fine la riconquista della Britannia (296). Costanzo I Cesare, multiplo da dieci aurei, zecca di Treviri, 297 d.C. Dritto: FLVALCONSTA-NTIVSNOBILCAES. Busto di Costanzo I a d., con corona di lauro, corazza e paludamento trattenuto sulla spalla sinistra da una fibula. Rovescio: REDDITORLVCIS-AETERNA-E. L’imperatore, in abiti militari, con lancia nella destra, avanza a cavallo verso la personificazione di Londinium, inginocchiata fuori dalle mura della città, che lo accoglie con le braccia sollevate; sotto, LON. In primo piano, galera con quattro soldati che avanza sulle onde (del Tamigi?).
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