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468 d. C. La battaglia di Capo Bon. I Vandali sbaragliano la flotta romana e rimangono padroni assoluti del Nord Africa
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Le ultimi battaglie dell'impero romano d'Occidente sono molto poco conosciute e documentate. Ma non per questo furono meno fondamentali negli ultimi anni dell'impero d'Occidente. Chi conosce, per esempio, la battaglia di Bergamo del febbraio 464 in cui Ricimero sbaraglierà l'esercito degli Alani di Beorgor? Nel 468 d.C., nelle acque davanti alla città di Cartagine, si consuma uno dei peggiori disastri militari dell'intera Storia romana. È la battaglia di Capo Bon, nella quale Genserico, re dei Vandali, distrugge la più grande flotta romana mai messa assieme nella Storia. E con essa, l'ultima speranza per i Romani di poter avviare una ripresa dell'impero in Occidente.- 2 commenti
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La storia di Cartagine e’ stata da sempre legata a quella di Roma, a partire dalle guerre puniche, durante le quali si era assistito all’apogeo e poi alla disfatta di questa città. Dopo la sua distruzione ad opera di Scipione Emiliano nel 146 a.C. , la città fu poi ricostruita, diventando progressivamente uno dei centri più importanti e prospere dell’impero romano. E tale era anche durante la prima tetrarchia, quando fu coinvolta in un evento bellico che ne minacciò seriamente la sopravvivenza come centro nevralgico del nord Africa romano, soprattutto dal punto di vista economico. Con la nascita della prima tetrarchia, l’impero romano era stato diviso in due parti: l’Oriente (con Diocleziano come augusto e Galerio come cesare) e l’Occidente (affidato all’augusto Massimiano ed al suo cesare, Costanzo Cloro): Ci soffermeremo ora proprio sull’Africa occidentale che allora era sotto il controllo di Massimiano e di Costanzo Cloro. Con l’eliminazione della usurpazione britannica grazie soprattutto all’opera del suo Cesare Costanzo Cloro, Massimiano potè dedicarsi ad una grave minaccia che incombeva in Mauretania, nell’Africa nord-occidentale. La riforma di Diocleziano aveva ridisegnato le province africane per cui la Mauretania Tingitana (MT sulla cartina) era finita della Diocesi delle Spagne, mentre la Mauretania Cesariensis (MC) e Sitifensis (MS) erano rimaste sotto la Diocesi d’Africa. La Mauretania Sitifensis confinava con la Numidia (N) che a sua volta era adiacente all’Africa Proconsolare (AP) dove era ubicata la città di Cartagine. La Diocesi d’Africa come quella delle Spagne faceva parte della parte occidentale dell’impero che all’epoca, dopo la nascita della Tetrarchia nel 293, era divisa tra Massimiano (Augusto) e Costanzo Cloro (Cesare). La città di Cartagine godeva allora di una certa prosperità economica caratterizzata da vivacità commerciale e da una intensa attività di edilizia pubblica e privata. A Cartagine vi era anche un certo fermento religioso; infatti, oltre alla presenza di importante comunità ebraica, era assai radicato il cristianesimo Questo era l’assetto dell’impero all’epoca del conflitto africano che coinvolse Massimiano probabilmente già verso la fine del 296 d.C. Con l'indebolimento dell'autorità romana durante il III secolo, i Quinquegentiani (una confederazioni di varie tribù berbere, cinque per la precisione, come indicherebbe il nome), già a partire dal 293 (ma secondo alcuni anche prima, ovvero dal 289), avevano iniziato a razziare con frequenti ondate gli insediamenti imperiali di tutta la regione con conseguenze sempre più gravi. I Quinquegentiani hanno una piccola menzione in Eutropio che dice: “Anche Massimiano Augusto pose fine alla guerra in Africa schiacciando i Quinquegentiani e costringendoli a fare la pace”. La questione era molto delicata in quanto il nord Africa era uno dei granai dell’impero ed una delle zone più ricche. I berberi erano popolazioni nomadi che abitavano la zona della catena montuosa dell’odierno Atlante da cui partivano in forma di bande di guerriglieri per profonde scorrerie in territorio imperiale alla ricerca di ricchezze. Erano, pertanto, popolazioni “barbare” ai confini meridionali dell’impero (non sfuggirà l’assonanza tra “barbaro” e “berbero”). Probabilmente verso la fine del 296 ed i primi mesi del 297 Massimiano diede inizio ad una grande offensiva contro i Quinquegentiani i quali, partendo dalla Mauretania Tingitana, si erano spinti anche oltre lo stretto di Gibilterra, attaccando la parte meridionale della penisola iberica. La campagna africana fu lunga ed impegnativa (anche perchè combattuta contro soldati irregolari che facevano delle incursioni e della guerriglia il loro modus operandi). La stessa città di Cartagine, che era il centro più importante di quella regione, fu messa in serio pericolo. E proprio a Cartagine Massimiano si era acquartierato per organizzare le operazioni, aprendovi una zecca soprattutto per la necessità di moneta per sostenere le spese militari e (puntualmente) le paghe dei soldati. Dopo una serie di successi che gli consentirono di ricacciare i berberi oltre i confini dell’impero, Massimiano si avventurò in profondità nel territorio nemico con l’obiettivo di eliminare alla radice il problema nel timore di nuove incursioni. Malgrado le difficoltà legate al territorio ostile e l'abilità dei berberi di mettere in atto tattiche di guerriglia, Massimiano non desistette dal suo fermo proposito e, con una efficace azione militare, ebbe la meglio. La campagna si concluse nella primavera del 298. Il 10 marzo di quell’anno Massimiano potè fare il proprio ingresso trionfale a Cartagine. La popolazione gli fu grata e Massimiano fu appellato chiamato redditor lucis aeternae. La zecca di Cartagine fu dunque aperta in quanto la campagna militare contro i Quinquagentiani aveva bisogno di essere finanziata e rapidamente. A questo scopo Massimiano trasferì da Roma maestranze ed attrezzature (forse anche conii). Ciò spiegherebbe lo stile, per così dire, “romano” di queste coniazioni cartaginesi. Tuttavia, al di là dello stile, le emissioni di Cartagine si distinguono da quelle di Roma soprattutto per l’originalità dei suoi rovesci in tutti e tre i metalli (non coniò, per esempio, Genio populi romani, all’epoca il rovescio più comune in tutto l’impero). La zecca di Cartagine, tra l’altro, ebbe una particolare organizzazione, con l’ utilizzo delle officine in base all’anzianità dei sovrani; troviamo, quindi, la prima officina per Diocleziano, la seconda per Massimiano, e così via fino alla quarta officina con i diversi sovrani (augusti e cesari) succedutesi nel periodo di apertura della zecca. A proposito di rovesci particolari, oggi vorrei soffermarmi proprio su quello che ricorda in maniera specifica l’inizio della campagna africana di Massimiano (culminata poi con il suo ingresso trionfale a Cartagine) ovvero il FELIX ADVENT AVGG NN . E’ l’abbreviazione di Felix adventus augustorum nostrorum. Potremmo tradurlo con “Il felice (o fortunato, per i cartaginesi) arrivo in città dei nostri augusti”, la commemorazione solenne dell’arrivo di Massimiano e quindi, indirettamente, l’acclamazione di ringraziamento e riconoscenza verso il sovrano da parte dei cittadini di Cartagine per un evento assai importante per la salvezza e la sicurezza della città. Da notare che si parla al plurale, ovvero di “augusti”, nonostante che l’evento ricordato riguardi, all’atto pratico, il solo Massimiano. E’ una cosa che si ritrova spesso nelle monete. Qui, probabilmente, si vuole ribadire la solidità dell’impianto tetrarchico e l’unità di intenti dei sovrani, ma non è improbabile che si voglia anche solo indicare, in generale, una rinnovato interesse imperiale per le questioni africane, di Cartagine in particolare. Del resto, il rovescio è stato coniato non solo per Massimiano, ma anche per l’altro augusto Diocleziano e per i due cesari della prima tetrarchia, ovvero Costanzo Cloro e Galerio. Si tratta di coniazioni avvenute proprio in contemporanea con la spedizione di Massimiano in Africa e che quindi rientrano nella prima emissione della zecca di Cartagine. ADVENTVS significa proprio “arrivo” e l’arrivo in una città dell’imperatore era un evento speciale, degno di celebrazioni e commemorazioni (anche perché non era un evento frequente). Secondo alcuni si tratterebbe, invece, della celebrazione dell’ingresso in città dopo la vittoria finale sui Quinquegentiani, ma queste coniazioni (in base al RIC) iniziano nel 296 fino ad arrivare al 298, nel pieno della campana africana, con riferimento quindi all’arrivo in città di Massimiano per le operazioni militari, piuttosto che all’ingresso vittorioso a Cartagine ad operazioni concluse (avvenuto, come detto, nella primavera del 298). Andiamo a vederlo questo rovescio, partendo dalla moneta d’argento. Gli argentei con la legenda classica (lunga) li troviamo solo a nome di Diocleziano. Per Massimiano ne troviamo con la legenda abbreviata FEL ADVENT AVGG NN e F ADVENT AVGG NN. Ecco due esempi: Vi è la personificazione dell’Africa avvolta in un ampio panneggio, con un copricapo di pelle di elefante, recante uno stendardo nella mano destra ed una zanna di elefante nella mano sinistra. Ai piedi, a sinistra, un leone che ha appena catturato un toro. Davvero una effigie affascinante che ci richiama in tutto l’Africa Questa che ho scritto è la descrizione del RIC. Circa il copricapo di pelle di elefante, onestamente non capisco bene. Lo stesso per quanto riguarda l’animale con le lunghe corna ai piedi dell’Africa: sarà davvero un toro? Io penserei di più ad uno gnu o ad una antilope, considerato il contesto “africano”. Ma questa è solo una mia ipotesi. Interessante poi, al di là di tutto, la scelta del soggetto. Infatti, solitamente, le monete con l’adventus rappresentano l’imperatore a cavallo nell’atto di entrare in città, magari accompagnato dai soldati e con qualche prigioniero. Qui abbiamo una effigie del tutto diversa, tipica della zecca di Cartagine che, come detto, si distingue dalle altre zecche proprio per alcuni suoi particolari rovesci. E ora i “bronzi” che hanno tutti legenda lunga FELIX ADVENT AVGG NN. Questa non ha lettere nei campi: Questa che segue ha la lettera B, marchio delle seconda officina, quella dedicata a coniare per Massimiano (la sigla PKS in esergo dovrebbe stare per PERCVSSA KARTHAGO SECVNDA): Sulle due monete che seguono si può notare nei campi del del rovescio la lettera H. E’ la prima lettera della parola Hercules da cui sosteneva di discendere Massimiano, donde il soprannome di Erculio (sulle monete di Diocleziano si troverà la lettera I da Iuppiter, da cui poi Giovio; la stessa distinzione H/I avverrà per i rispettivi cesari e le loro monete): E l’oro? Secondo il RIC questa tipologia, in oro, sarebbe conosciuta solo per Diocleziano, Costanzo Cloro e Galerio.Ecco cosa dice espressamente il RIC: “…..it is inconceivable that it was not also struck for Herculius himself”. E’ “inconceivable”, incredibile, che non sia stato coniato per Massimiano, vero protagonista della vicenda.Questo tanto, tanto per intenderci, e’ un aureo di Diocleziano: Tuttavia, nel 2016, vi è stata questa asta: Si tratta di un aureo di Massimiano che mi pare condivida lo stesso conio di rovescio con l’aureo di Diocleziano. Tornando al significato del rovescio, e’ interessante anche notare come FELIX ADVENTVS AVGG NN sfoci, già nel 298, nelle SALVIS AVGG ET CAESS FEL (AVCTA) KART (coniate poi fino al 306) a sottolineare proprio l’attuale benessere della città dovuto alla vittoria sui nemici ed al rinnovato interesse imperiale per la città, magari anche con la costruzione di nuovi edifici. Ma non solo: SALVIS AVGG ET CAESS e’ un ablativo assoluto, ad indicare anche che Cartagine potrà continuare a godere di grandi benefici solo se verrà garantita e tutelata la salute e la sicurezza dei sovrani. Ecco un esemplare con FEL: Ed uno con AVCTA: Su questa tipologia non mi soffermerò oltre, se ne e’ già parlato sul forum per la particolarità degli oggetti tenuti in mano da Cartagine: https://www.lamoneta.it/topic/188484-tutti-uguali-sti-follis/#comment-2094055 Il legame di Massimiano con Cartagine emergerà anche negli anni a venire. Ecco una moneta fatta coniare da Massenzio nel 307 dove Massimiano (allora senior augustus) viene accostato al figlio, entrambi acclamatisi ed acclamati (per la verità insieme anche a Costantino, allora ancora cesare nelle frenetiche lotte di potere di quegli anni) quali “CONSERVATORES” della città di Cartagine: Ritorna uno schema noto per Massenzio, ma Cartagine al centro del tempio con la stessa iconografia vista nella SALVIS. Qui chiudo la discussione, sperando che abbia suscitato un po' del vostro interesse. Per me, certamente una occasione per studiare ed imparare cose nuove. Per chi volesse approfondire il discorso sui folles della prima Tetrarchia: https://www.lamoneta.it/topic/188484-tutti-uguali-sti-follis Per chi invece volesse approfondire il discorso sulla zecca di Cartagine: https://www.lamoneta.it/topic/177949-appunti-cartaginesi Fonti: oltre alle citate discussioni: - RIC Vol VI - http://www.constantinethegreatcoins.com/ - http://augustuscoins.com/ - https://notinric.lechstepniewski.info/ - http://www.wildwinds.com/coins/ric/i.html Sempre disponibile a correzioni, integrazioni, suggerimenti. Ciao da Stilicho
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Scoperto tesoro di oltre 2.300 anni tra le rovine di Cartagine
ARES III ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Scoperto tesoro di oltre 2.300 anni tra le rovine di Cartagine Cartagine fu sede di una brillante civiltà che a partire dal VI secolo a.C. impose la sua egemonia commerciale in gran parte del Mediterraneo. Un gruppo di ricerca tunisino ha scoperto un tesoro risalente al III secolo aC in un antico santuario del Paese africano, patrimonio mondiale dell’UNESCO. A comunicarlo, in una nota, è il Ministero della Cultura tunisino. Secondo le autorità, durante gli scavi presso il famoso santuario Tophet di Cartagine, nell’ambito di un progetto nazionale avviato nel 2014, sono state rinvenute cinque monete d’oro. “Queste monete d’oro, scoperte recentemente, riflettono la ricchezza di quel periodo storico e confermano il valore culturale di Cartago“, si legge nel comunicato datato 11 agosto. Inoltre, gli esperti hanno scoperto offerte votive e urne contenenti ossa di animali e bambini, che venivano dati come offerte alle principali divinità di questa civiltà, Tanit e Baal. Il Tofet di Cartagine è considerato uno dei monumenti punici più importanti del sito archeologico di Cartagine, metropoli della civiltà punica in Africa e capitale della provincia d’Africa in epoca romana. La città fu fondata nel IX secolo a.C. sul Golfo di Tunisi. Cartagine fu sede di una brillante civiltà che impose la sua egemonia commerciale in gran parte del Mediterraneo a partire dal VI secolo a.C.. Durante le guerre puniche, i Cartaginesi giunsero ad occupare i territori appartenenti a Roma, ma questi ne uscirono vittoriosi e rasero al suolo la città di Cartagine 146 aC. Una ”seconda” Cartagine romana fu costruita sulle rovine della prima. https://www.scienzenotizie.it/2023/08/22/scoperto-tesoro-di-oltre-2-300-anni-tra-le-rovine-di-cartagine-1072390 -
A Cartagine troviamo anche un”insolita coniazione, è l’unica zecca che batte moneta a nome di Massenzio come Cesare. È difficile poter identificare il motivo per cui questa zecca si prese la libertà di procedere in tal senso, la volontà dei senior Augusti con l’elevazione di Costanzo Cloro e Galerio era quella di elevare al rango di cesare Massenzio in quanto figlio naturale di Massimiano, ma di fatto Massenzio non fu mai Cesare perché si autoproclamò direttamente Augusto in rivalità con Severo II. Per la prima volta il figlio di un Augusto era tenuto fuori dalla successione. Potrebbe quindi essersi trattato di un errore della zecca che aveva giocato d’anticipo aspettandosi la proclamazione del nuovo Cesare, ma non è da escludere un segno di riconoscenza verso Massimiano, figura a cui Cartagine era sicuramente ancora molto legata per gli eventi avuti luogo 10 anni prima. Nel 297 d.C. difatti, Massimiano è chiamato a riportare ordine in Africa, la coalizione dei Quinquegentiani provoca il caos lungo il limes e mette in pericolo Cartagine stessa. Le operazioni militari hanno ovviamente bisogno di essere finanziate e quindi viene instaurata una zecca che provvederà a emettere monetazione dei tre metalli coniando abbondantemente il rovescio SALVIS AVGG ET CAESS FEL KART a rimarcare proprio l’attuale benessere della città dovuto non solo alla presenza imperiale e ad alcuni interventi eseguiti nella città stessa, ma soprattutto in relazione allo scampato pericolo. Lo stile dei ritratti è chiaramente assimilabile alla zecca di Roma da dove probabilmente arrivavano i modelli da cui Cartagine avrebbe poi avviato la sua produzione La coniazione in questi dieci anni di attività della zecca è abbondante con alcuni tipi emessi durante tutto il periodo di attività. La zecca mostra un’organizzazione meticolosa, sin dall’inizio si ha un utilizzo delle officine in base all’anzianità, troviamo quindi Diocleziano per la prima officina A, Massimiano per la seconda officina B, Galerio e Costanzo con la terza officina e successivamente in successive emissioni Costantino, Massimino e Massenzio per la quarta officina. Come sappiamo i due Augusti erano dediti ciascuno a un proprio culto, Diocleziano aveva deciso di mettersi sotto la protezione di Giove mentre Massimiano sotto quella di Ercole, questa suddivisione dei ruoli è riscontrabile sulla monetazione cartaginese dove nei campi di alcune emissioni fa la sua presenza la lettera H per l’augusto e i cesari erculei, e I per l’augusto e i cesari gioviani. Una particolarità del nummus argentiferous qui emesso è l’irregolarità del bordo e la superficie dei tondelli. Tutto ciò è dovuto alla tecnica utilizzata nella produzione dei tondelli che in questo caso è la colata in sabbia, uno dei procedimenti di fusione possibili. La mancata compattezza degli stampi di sabbia e la loro realizzazione davano origine a dei tondelli più o meno grezzi sulla superficie e sui bordi, la coniazione poi imprimeva il conio lasciando quindi solo il bordo irregolare, mentre talvolta invece la coniazione per quanto buona potesse essere non era sufficiente e lasciava la moneta con la superficie ruvida sui fondi e sui rilievi, probabilmente in questo caso si partiva da tondelli estremamente grezzi e per quanto forte potesse essere il colpo questo non sortiva l’effetto desiderato. Nel 308 l’usurpazione di Alessandro in Africa pone fine a questo gruppo di coniazioni, lo stile ora è approssimativo indicando come non vi fosse più manovalanza formata all’interno della zecca, inoltre la coniazione è riconducibile alla riforma attuata da Costantino nelle Gallie con peso e moduli ridotti rispetto alla precedenti emissioni e a quelle attuate da Massenzio nella zecche da lui controllate. Roma ha perso il suo granaio e il malcontento aumenta in città, da questo momento Massenzio inizia mette in atto i suoi piani per riconquistare la Sardegna e l’Africa da finanziare tramite la produzione presso una nuova zecca: Ostia.
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moneta Moneta Cartaginese Zeugitana
Giovanni_03 ha aggiunto un nuovo link in La piazzetta del numismatico
Buonasera, vorrei un parere riguardo l'autenticità di questa moneta che dovrebbe essere una Zeugitana Cartaginese. Non sono un esperto di numismatica ma dando uno sguardo sul web relativamente alle caratteristiche dimensionali dovrebbe trattarsi di un falso. Dimensioni : Peso 16g - Diametro 22mm - Spessore 3mm -
DE GREGE EPICURI Fra le monete puniche, quelle che conosco meno sono proprio le cartaginesi; ne ho prese alcune in un lotto, a VR, nel maggio scorso, e ve ne mostro una. Pesa 5,5 g. e misura 20,5 mm. Al D., mi sembra che si veda bene la corona di spighe di Tanit; Tanit che ha un aspetto poco greco, poco raffinato, direi; però ha un'espressione allegra. Al rovescio invece il cavallo (che guarda all'indietro) è particolarmente elegante. Non ho cataloghi per classificare con precisione le monete della Zeugitania.
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Ereditato monete d'oro, sono ignorante in materia
Jody_Jody ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
Salve a tutti, mi sono iscritto al forum per avere consigli da voi esperti in materia essendo molto ignorante sul tema. Purtroppo mio padre andandosene non ha avuto tempo e nemmeno la forza di potermi istruire su ciò che ho trovato nella sua cassetta di sicurezza riguardo alla sua immensa collezione di monete antiche di tutti i generi ed epoche so solo che guardando qua e là su internet ho scoperto che alcune di esse arrivano anche a cifre considerevoli come per esempio una moneta d'oro risalente alle città puniche cartaginese con testa di Tanit e cavallo sul retro. Non essendo nè un intenditore nè un amatore stò cercando di istruirmi un pò per volta passando le mie serate a cercare le monete lasciatemi in eredita ed il valore di ogniuna. Di alcune mi sono già fatto un'idea tant'è che sto provando a venderle su ebay come per esempio la moneta citata prima, ma ho paura che per poca esperienza e mancanza di fiducia di eventuali acquirenti queste inserzioni avranno poco presa. Alcune sono d'oro come dicevo tipo Tanit ed un franc a piet medioevale francese(le ho fatte vedere se effettivamente il materiale era oro e mi è stato confermato) il peso e le dimensioni corrispondono. Ora come dicevo non sono un amatore e vorrei trovare un canale per poterle fare apprezzare di chi interessato e amatore e poterle vendere visto che personalmente non mi interesserò all'argomento nè collerionerò altro del genere. Potete darmi consigli su come porle eventualmente in asta su ebay o su altri siti avere delle credenziali per dare un minimo di credibilità al materiale che ho ereditato. Le monete in mie mani sono circa 500 molte d'argento ed oro di epoche diverse e stati diversi, greche, macedoni, francesi, tedesche, romane, ecc. Vivo in provincia di Brescia se qualcuno vuole farsi avanti anche solo per un consiglio sarei disponibile ad incontrarlo. Grazie dell'attenzione aspetto vostre gradite risposte.- 23 commenti
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- monete doro
- testa di tanit
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Salve ragazzi! guardate in cosa mi son imbattuto stamane: http://www.unionesarda.it/articolo/notizie_mondo/2015/04/14/una_moneta_sarda_del_2_300_a_c_la_scoperta_in_gran_bretagna-3-414922.html che dire...a me non capita mai di trovarne cosí per caso <_<
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Follis bizantino di Cartagine?
forco83 ha aggiunto un nuovo link in Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità
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