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Sui “denarii novi” di Pavia e Milano
Ulpianensis ha aggiunto un nuovo link in Monete Medievali di Zecche Italiane
Grazie a @gpittini: con le precedenti discussioni aperte sul denaro imperiale di Enrico II e sul denaro terzolo mi ha spinto ad approfondire la monetazione milanese tra XI e XII secolo, che pensavo di conoscere per sommi capi ma che invece presentava per me alcuni importantissimi punti oscuri... e, di questione in questione, mi ha portato a riprendere un argomento che mi aveva già affascinato, cioè la monetazione progressivamente svalutata delle due grandi zecche imperiali dell’Italia nord-occidentale - Milano e Pavia - al passaggio tra XI e XII secolo... a quest’ultimo argomento dedicherei un excursus riassuntivo ad uso e consumo di chi si avvicina alla tematica, ma che spero possa attirare commenti e puntualizzazioni da parte degli esperti (e ce ne sono parecchi, qui!). Come corollario di quanto sono andato a rivedermi sui denari enriciani di Milano, rimando alla discussione aperta da @gpittini, sperando di attirare anche lì nuovi contributi, anche se gli “enriciani di Milano” erano già stati “sviscerati” in una ormai vecchia ma sempre interessante discussione! Questo era il mio punto di partenza... tra i molti spunti di questo articolo, uno dei più importanti riguardava la persistenza di diffusione del denaro “papiensis” e del denaro “mediolanensis” nelle aree orientali del Piemonte (vercellese, casalese ed astigiano per quanto riguarda il denaro “papiensis” e novarese, area nord-orientale del vercellese, biellese ed alessandrino per quanto riguarda il denaro “mediolanensis”) anche nei primi decenni del XII secolo, quando però nelle fonti documentarie compaiono denominazioni nuove delle due monetazioni: • per i denari di Pavia, si comincia a parlare di “denarii novi [papienses]”, “denarii novi albi [papienses]“, “medianae monetae” ed “albae medianae monetae”; • per i denari di Milano, compare la denominazione “denarii veteres” sottontendendo la presenza di altri denari evidentemente “novi”... oltre alla esplicita citazione di “denarii bruni”. Non a sproposito richiamerei quindi gli Annales del genovese Caffaro che, parlando delle monete in circolazione a Genova nei primi decenni del XII secolo (principalmente denari pavesi), riferisce la comparsa di “novae monetae brunitae” dapprima (nel 1102) e di “monetae minores brunitae” poi (nel 1115). Cercando di ricostruire il circolante in Piemonte tra XI e XII secolo (come ho già in altre sedi detto), restava da dare un “volto” a questi denari “novi”... Per quanto riguarda Pavia, l’identificazione delle “novae monetae” con effettivi reperti mi è sembrata alquanto difficoltosa, come già segnalato da Mario Limido e Giorgio Fusconi nel loro dettagliato e documentato articolo del 2011: “per ora possiamo solamente indicare come bruni o bruneti [cioè, rispettivamente, i “novi bruniti” ed i “minores bruniti” del Caffaro] quei denari enriciani che appaiono di peso calante e di più basso titolo in argento da cui deriva un aspetto più scuro.” In effetti ho cercato a lungo denari pavesi che potessero essere classificati tra i “bruni” o “bruneti”... con scarso risultato... questo è l’unica altra immagine suggestiva trovata online, dopo gli esempi mostrati da Limido e Fusconi:
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