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Il relitto di Antikytera (anticitera) continua a riservarci sorprese
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Storia ed archeologia
Scoperte sorprendenti dal relitto di Anticitera https://www.storicang.it/a/scoperte-sorprendenti-dal-relitto-di-anticitera_15743 Gli scavi subacquei nel sito in cui nel 1900 venne scoperta un’imbarcazione romana affondata continuano a riservare grandi sorprese agli archeologi, che nella più recente campagna hanno ritrovato manufatti importanti, come una gigantesca testa in marmo Agli esordi del XX secolo alcuni pescatori di spugne greci scoprirono nelle acque dell’isola di Anticitera, nel mar Egeo, i resti di un naufragio di epoca romana, del I secolo a.C. Il relitto, che si trova a quarantacinque metri di profondità, trasportava un prezioso carico che comprendeva tra l’altro una splendida statua di bronzo, meglio nota come l’Efebo di Anticitera, e un singolare manufatto dotato di ruote dentate (considerato da alcuni un predecessore dei moderni computer) conosciuto come la Macchina di Anticitera. Da allora gli archeologi hanno condotto diverse campagne di scavo sul sito per cercare di ricostruire le circostanze dell’incidente. Questi lavori hanno portato alla luce una gran quantità di oggetti che facevano parte dell’ingente carico. Un archeologo subacqueo scava nel giacimento del relitto di Anticitera Foto: Nikos Giannoulakis La più recente campagna archeologica nel giacimento di Anticitera si è svolta tra il 23 maggio e il 15 giugno 2022, nell’ambito di un programma di studi della durata prevista di cinque anni. Gli esiti sono stati eccellenti, secondo gli archeologi che hanno partecipato al progetto, condotto dalla Swiss School of Archaeology in Greece sotto la direzione di Lorenz Baumer, professore di archeologia classica all’università di Ginevra, in collaborazione con il ministero delle antichità subacquee greco. La più recente campagna archeologica nel giacimento di Anticitera si è svolta tra il 23 maggio e il 15 giugno 2022, nell’ambito di un programma di studi della durata prevista di cinque anni. Gli esiti sono stati eccellenti, secondo gli archeologi che hanno partecipato al progetto, condotto dalla Swiss School of Archaeology in Greece sotto la direzione di Lorenz Baumer, professore di archeologia classica all’università di Ginevra, in collaborazione con il ministero delle antichità subacquee greco. Una colossale testa in marmo L’obiettivo di questo ambizioso progetto archeologico è quello di comprendere meglio la posizione della nave sul fondo del mare, la sua rotta, che cosa trasportava e come avvenne il naufragio. La presente indagine è consistita nel prelievo di alcune rocce di notevoli dimensioni (certe del peso di 8,5 tonnellate) che coprivano parzialmente l’area del naufragio: una superficie finora mai esplorata. Base in marmo di una statua che conserva la parte inferiore delle due gambe Foto: Nikos Giannoulakis @ESAG Gli archeologi hanno scoperto sul posto elementi di grande interesse, come ad esempio il basamento di una statua in marmo che comprende la parte inferiore delle gambe. È emersa anche una grande testa in marmo che rappresenta una figura mascolina barbuta, più grande del naturale, che a prima vista parrebbe molto simile all’eroe greco Eracle e che, secondo gli esperti, è molto probabilmente la parte mancante di una statua acefala conservata nel Museo archeologico nazionale di Atene, nota come l’Eracle di Anticitera. Scoperta della testa in marmo di una statua, forse una rappresentazione dell’eroe Eracle Foto: Nikos Giannoulakis @ESAG Due denti umani Senza dubbio, però, uno dei ritrovamenti più sorprendenti della campagna sono stati due denti umani, apparsi in un agglomerato solido di depositi marini insieme a frammenti di rame, legno e altri materiali. I ricercatori ritengono che un’analisi genetica e isotopica di questi reperti dentali potrà fornire informazioni preziose sugli individui a cui appartennero. Studio della testa in marmo nella coperta della nave di ricerca Foto: Nikos Giannoulakis @ESAG Infine sono stati localizzati anche molti elementi dell’equipaggiamento navale, come borchie in bronzo e ferro, la catena di piombo di un’ancora di grandi dimensioni in legno, e resti di ferro informi coperti di depositi marini. Tutti questi elementi saranno analizzati ai raggi X in laboratorio. Allo stesso modo tutti i ritrovamenti sono stati documentati con grande precisione, al fine di inserirli nel modello 3D del giacimento che i ricercatori stanno disegnando, e saranno sottoposti a un trattamento di conservazione prima di essere studiati. Conglomerato di resti marini dove sono stati trovati due denti umani Foto: Nikos Giannoulakis @ESAG- 1 commento
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