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Assedio Famagosta
417sonia ha aggiunto un nuovo link in Monete della Serenissima Repubblica di Venezia
Buona giornata Leggendo il pdf che @steto ha cortesemente allegato nella discussione che segue: al post 346 di pag. 14 “Narratione del Capitan Angelo Gatto da Orvieto del successo dell'assedio di Famagosta”, non si parla solamente dei bisanti e dei soldi coniati in rame per sopperire alla mancanza di monete “ordinarie”, ma si cita spesso l'argomento “monete”. La cosa mi ha stuzzicato parecchio. Ho pensato quindi che potrebbe essere interessante – con il vostro aiuto – dare una connotazione a queste monete di cui si parla. A pag. 14 e seg. dell'allegato si legge: In questo tempo il Clarissimo Sig(nore) Marc'Antonio Bragadino fece far una grida, che tutti li banditi del territorio di Famagosta dovessero venir à servire à questa guerra facendoli liberi con promissione di darli il soldo ordinario. Tempo fa, ricordo, ci fu una discussione sul forum che riguardò la paga dei galeotti, la gente da remo che, per soldo, prestava liberamente questo servizio; ma la gente che veniva arruolata nell'esercito veneziano di terra, quanto veniva pagata? Facendo una ricerca in rete, ho trovato pochi indizi al riguardo: Michel Giovannini, nel suo libro: “Pompeo Giustiniani: Maestro di campo nella Venezia del sospetto”, scrive che il valore di una paga di fanteria era di 3 ducati (sino al 1509), salvo situazioni straordinarie che la vedevano aumentare a 4 o 4,5; tuttavia per un ducato non s'intendeva l'omonima moneta, bensì una moneta di conto valutata 6 lire e 4 soldi, ovvero di 124 soldi che era l'unità di misura per tutte le operazioni commerciali veneziane, anche quando eseguite con altre monete: scudi, soldi, lire, ecc. (da 8 a 10 paghe all'anno). Corretta la precisazione riguardante il ducato, quello detto corrente e da non confondersi con il ducato d'oro in oro che, solo al tempo del doge Francesco Donà (1545-1553), si comincerà a chiamare zecchino; ricordo anche che il ducato d'argento da 124 Soldi, diventerà moneta effettiva solamente al tempo del doge Gerolamo Priuli (1559-1567). Curioso il dato riguardante la periodicità della paga; non mi è chiarissimo, ma da quello che mi pare di aver capito è che la paga non veniva corrisposta per 12 mesi, stante il fatto che la remunerazione riguardava solo il tempo che il militare impiegava effettivamente in battaglia, mentre i tempi “morti”, tra una battaglia e l'altra, venivano pagati meno. Per questo motivo si stimava la decurtazione sul numero di paghe. Nella tesi di laurea del dr. Roberto Vaccher 2013/2014 Cà Foscari – L'Esercito veneziano e la difesa di Candia 1645-1669, scrive che alla truppa impegnata nella difesa di Candia, veniva pagato 1 reale e ½ a testa mensilmente, pari a ca. 3 ducati. Curiosa la citazione del "reale"; tipo di moneta che richiama certamente più la monetazione spagnola, che veneziana. Sappiamo dai testi di monetazione veneziana dell'esistenza di conii denominati "reale", coniati rispettivamente sotto i dogati di Marcantonio Memmo (1612-1615), Francesco Contarini (1623-1624) e Francesco Erizzo (1631-1646); tali monete sono tutte unanimamente considerate delle prove, anzi, l'ultima pare che fosse più propriamente un progetto, facente parte della dispersa collezione di Maffeo Pinelli, ed esiste solamente una sua descrizione scritta. Altrettanto curiosa la parità espressa di ca. 3 ducati! Nel sito www.miliziaveneta.com, vengono invece riportate le paghe che venivano corrisposte alla truppa nella seconda metà del 1700, come segue: Paga del sergente di fanteria = 8 ducati al mese Paga del caporale = 6,5 ducati al mese Paga del fante = meno di 4 ducati al mese Da quanto sopra emerge che dai primi del 1500 alla metà del 1700, la paga del povero fante non è poi cresciuta molto! Segue .... Di seguito le immagini dei "reali" riportati nel preziario di Cesare Gamberini di Scarfea. (Primo in alto pagina a sinistra e quelli a pagina destra) saluti luciano
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