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Risultati per Tag 'Zecca di Roma'.
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Teodato torna in asta a Roma Numismatics
Vel Saties ha aggiunto un nuovo link in Monete dei Regni Barbarici
Un meraviglioso esemplare di bronzo da 40 nummi ostrogoto battuto a Roma da Teodato si riaffaccia in asta questa volta per il martello di Roma Numismatics (Auction XXX lotto 582). Questa moneta combina un ritratto apparentemente ostrogoto (con l'effige del re a dx con Spangelhelm e vestiti dell'incoronazione su cui spicca una vistosa croce pettorale) con un rovescio di epoca flaviana. Grierson, p. 11, dice che “questi folles sono le monete più impressionanti emesse da qualsiasi sovrano germanico del V o VI secolo”. Sicuramente, insieme al follis di Giustiniano battuto a Roma, uno dei ritratti naturalistici più impressionanti del periodo in area italica. La moneta in questione, possiede, inoltre un gran pedigree in quanto, prima di essere passata in asta Artemide nel 2022, faceva parte della collezione Apostolo Zeno, poeta di corte dell'imperatore Carlo VI, vissuto tra il 1668 ed il 1750, e venduta all'asta, insieme a tutta la collezione, da Dorotheum a Vienna nel 1955. Descrizione ★ Ex Apostolo Zeno Collection ★ No Reserve Ostrogoths, Theodahad Æ 40 Nummi. Rome, circa AD 535. D N THEODΛHΛTVS REX, helmeted bust to right, wearing imperial mantle / VICTORIA PRINCIPVM, Victory standing to right on prow, holding wreath and palm; S-C across fields. A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy, p. 130, 1c, B1-L5 (this coin); Metlich 89b; MEC 141; MIB 81; BMC Vandals 19-24; Ladich 16-25. 9.44g. 25mm 6h. Near Extremely Fine; superb green patina. An outstanding example of this very rare and fascinating issue. This coin published in A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy (London, 2004); Ex Artemide Aste s.r.l. (San Marino), Auction LVIII, 5-6 November 2022, lot 568; Ex Apostolo Zeno (1668-1750) Collection = Dorotheum-Kunstabtailung, Sonder-Münzauktion, Sammlung Apostolo Zeno, 6 June 1956, lot 2591. Arslan in "La moneta in bronzo degli ostrogoti" in ACTA NUMISMATICA, 2022, pp. 249-284 su questa moneta:- 5 commenti
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Nell'Asta Ranieri nr. 12 di ieri e' stato esitato al lotto 699 un esemplare del Grosso per Roma coniato durante la Sede Vacante del Camerlengo Barberini nel 1655. classificato correttamente al Muntoni 7 e giudicato "Molto Raro" in conservazione BB: Personalmente e' il Quarto esemplare che ho censito otre quelli della Montenapoleone 4 (non raffigurato, se fosse questo sono 3...), NAC 1999 e asta VL Nummus del 2015 (bucato). Manca in tutti i Cataloghi di Varesi, Nomisma,Negrini, Artemide, InAsta, (li ho quasi tutti..). Un altro indicatore della rarita' di questa Moneta e' la "NON PRESENZA" nell'asta KM XXI del 1980, in particolare la Vacanza del 1655 era rappresentata per la zecca di Roma, oltre dalla favolosa Quadrupla, dalla Piastra, Testone, Giulio e Mezzo Grosso, praticamente tutti i nominali tranne questo.... (anche per la zecca di Ferrara era ben rappresentata, compresi i rarissimi Grosso e Quattrino). Non sto' a citare tutte le aste Papali piu' importanti che ogni tanto prendiamo come riferimento, non c'e'. Se vi puo' interessare (ma non prendetelo come indicatore di rarita'), era l'unico Grosso di Sede Vacante che mi mancava.... A mio avviso e' una moneta "almeno Rarissima", e per questo vi chiedo un vs. parere sugli esemplari conosciuti. Voglio concludere con una riflessione di questi giorni: nella prossima NAC sono esitati ben 3 Talleri di Alberico I Cybo Malaspina (unica tipologia coniata da questo Principe), moneta della piu' grande rarita', probabilmente ci sono voluti 60 anni di collezionismo per vedere quello che sabato sara' venduto..................La Numismatica e' fortemente subordinata agli eventi che portano la dispersione delle collezioni, e quindi e' possibile che io, avendo visti solo questi negli ultimi 20/25 anni la reputo estremamente rara, mentre Ranieri (Padre ) magari 30\40 anni fa', ne ha visti almeno una dozzina.......... Grazie e buona serata Daniele
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No, non ce l’ho con il povero Claudio, tranquilli... Già lo hanno dato per zoppo, balbuziente, goffo, semi-ritardato mentale, sprovveduto…ma anche etilista no, eh? Scherzi a parte, volevo chiedervi delucidazioni su una questione che mi ha lasciato dubbi. Tempo fa, in una discussione sui sesterzi di Britannico, dopo aver letto documentazione sull'argomento, avevo scritto questo: “….la corretta attribuzione/classificazione di questi sesterzi è stata oggetto di lunghe controversie. All'inizio si ipotizzò che fossero stati coniati a Roma verso la fine del regno di Claudio….. (tuttavia) Mattingly disse che tale attribuzione era problematica perché in quegli anni la zecca di Roma non produceva bronzi…” Non riuscendo a trovare qualcosa che supportasse questa affermazione (trovata su FAC e Wildwinds), più avanti avevo scritto: “….”googlando” ho solo trovato una affermazione di Von Kaenel su una pagina del sito dell’Università di Tor Vergata di Roma che dice che dal 42/43 a Roma non venne più coniata alcuna moneta di bronzo”. Qualche giorno fa tuttavia, nel leggere un articolo di “Panorama Numismatico” sulla monetazione di Claudio ho trovato questo: “Pallante (un liberto che era una sorta di “ministro delle finanze” ante litteram) concentrò la monetazione in Roma disponendo la chiusura di altre zecche provinciali, creando così una gravissima penuria di moneta spicciola alla quale posero per altro rimedio le popolazioni locali, coniando monete di bronzo e rame a perfetta imitazione, quanto a peso e lega, di quelle ufficiali. Dopo un primo tentativo di vietare questa circolazione sussidiaria, le autorità dovettero tollerarla.” Poco oltre: “Si e' già accennato al fatto della carenza di monetazione spicciola (di bronzo o rame) conseguenza dell'accentramento delle coniazioni nella zecca di Roma, con la contemporanea chiusura delle officina situate in Gallia nella penisola iberica. Questa operazione….comportò inevitabilmente una copiosa produzione di monete di bronzo o rame ad iniziativa di amministrazioni locali per sopperire alle loro necessità di circolante. Questa produzione che si faceva rigorosamente a quella ufficiale, rispettandone pesi e moduli, oltre che naturalmente le immagini, venne tollerata e si affiancò nella circolazione alla produzione della zecca di Roma”. Qualcosa non mi quadra. Ma magari non ho capito bene io….Magari le due cose sono compatibili. Nel senso che Roma divenne l’unica zecca, ma non produsse più bronzi a partire dal 42/43 d.C. Mancando quindi moneta spicciola, le amministrazioni locali, per sopperire alla carenza, si misero a coniare bronzi che vennero accettati dalle autorità ufficiali (anche se inizialmente tale attività fu osteggiata). Può essere plausibile? E se così avvenne, perché’ la zecca di Roma non produsse più bronzi? E perché allora la produzione di bronzi a livello locale fu inizialmente osteggiata? Spero di essermi spiegato e di non aver fatto confusione. Mi farebbe davvero piacere se qualcuno potesse darmi delucidazioni e spiegazioni in merito, per imparare. Allego i links del FAC e Wildwinds a cui facevo riferimento. https://www.forumancientcoins.com/numiswiki/view.asp? http://www.wildwinds.com/coins/ric/britannicus/Cohen_0002.txt Gli estremi dell’articolo citato: Le monete di Claudio. Di Roberto Diegi, Panorama Numismatico n. 223, Novembre 2007 La discussione su Britannico: Grazie a chi risponderà. Buona serata da Stilicho
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Video sulla coniazione delle monete da 10 Lire
Marfir ha aggiunto un nuovo link in Repubblica (1946-2001)
Vi invito a guardare il seguente video, per capire come una moneta senza segni è senz'altro una moneta miracolata, con tutte le volte che cade sopra altre monete. :blum: Mi scuserete se il video è stato già postato su un altro sito di numismatica o se l'avete già visto, ma è comunque molto interessante. Saluti Marfir -
Vi presento con orgoglio la mia (pen)ultima arrivata Cosa ne pensate?
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