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Risultati per Tag 'Vittorino'.
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Un interessante ibrido imitativo Vittorino - Aureolo
grigioviola ha aggiunto un nuovo link in Monete Romane Imperiali
Come da titolo, vi mostro oggi un interessante ibrido imitativo che accoppia un dritto di Vittorino a un rovescio di Aureolo in nome di Postumo. Si tratta di una moneta singolare, estremamente rara e curiosa: personalmente è la prima volta che vedo un imitativo ibrido di Aureolo e, onestamente, anche un imitativo di Aureolo (al di là che sia ibrido o meno). Purtroppo la moneta, transitata presso un noto venditore iberico, non è in mio possesso (ha raggiunto come da aspettative una quotazione più che ragguardevole) e l'unica foto di cui dispongo è solamente quella dell'inserzione di vendita: D\ (IM)P C VICTORINVS PF A(VG) R\ CONCORD EQVIT, /S 2,9 gr - 19 mm - or. assi h6 Il rovescio è riconducibile al tipo RIC 373 - Elmer 613 mentre il dritto mostra un comune busto radiato e drappeggiato di Vittorino. Chiaramente si tratta di un pezzo imitativo, di ottimo stile per carità, ma lontano dai tipi ufficiali. Rimanendo sullo stile, mi sembra di notare una mano diversa per lo scalptor incaricato di eseguire le legende la U al dritto viene resa con due tratti "II" mentre al rovescio risulta unita "V". Anche la N sebbene sia sempre resa a tre trattini verticali "III" al rovescio sembra più definita (o meglio, son più rifinite le estremità dei trattini). Ho fatto una rapida scorsa dei tipi censiti da Mairat per Aureolo e da Doyen e non ho trovato legami di conio per cui tenderei ad escludere l'impiego di un conio ufficiale trafugato per il rovescio. Che dire ancora, una moneta davvero interessante che chissà se e quando rivdremo ancora! ...e proprio per questo ho pensato fosse meglio "fissarla" nel forum e proporvela per eventuali commenti e approfondimenti. -
Oh Vittorino, Vittorino, perchè sei tu Vittorino?
Stilicho ha aggiunto un nuovo link in Monete Romane Imperiali
L’argomento di questa discussione e’ piuttosto complesso ed intricato, con ancora molti punti oscuri su cui si confrontano diverse scuole di pensiero, soprattutto inglesi e francesi. Io ho provato (nel mio piccolo di semplice appassionato) a scrivere qualcosa per presentare una mia moneta di recente acquisizione che mi ha spinto a leggere e a studiare un po’. Siamo nell’anno 269 d.C, nel cuore dell’Imperium Galliarum, il regno secessionista nato nel 260 durante l’impero di Gallieno e le cui redini erano state rette fino a quel momento (tra varie vicissitudini che esulano dalla nostra discussione) dall’usurpatore Postumo. Nel gennaio di quell’anno, il regno di Postumo fu minacciato da Leliano, una sorta di usurpatore dell’usurpatore. A quell’epoca Postumo coniava monete in due zecche, quella di Treveri (Mint I) e quella di Colonia (Mint II), quest’ultima aperta a dicembre del 268 con il trasferimento di una delle due officine operanti a Treveri. Leliano, nel corso della contesa, era riuscito ad impossessarsi della zecca di Colonia, iniziando a battere a sua volta moneta. Nello scontro, alla fine (metà febbraio del 269) , la vittoria arrise a Postumo che però ebbe una tragica fine; infatti, fu assassinato dalle sue stesse truppe che gli si erano ribellate perché aveva negato loro il saccheggio della città di Mogontiacum roccaforte dell’usurpatore Leliano appena sconfitto. A contendersi il potere ci furono due uomini. Uno era un ufficiale di nome Marco Aurelio Mario, un fabbro di umili origini che aveva poi fatto carriera nell’esercito. L’altro era Marco Piavvonio Vittorino che probabilmente era Prefetto del Pretorio di Postumo con il quale avrebbe certamente condiviso la sorte se fosse stato con lui a Magonza. Tuttavia, probabilmente era altrove ed essere lontano in quel momento non giocò a suo favore. Perché fosse lontano rimane un mistero. Il primo a muoversi fu Mario che, armi in pugno, occupò subito le due zecche allora attive di Treveri e Colonia iniziando a battere moneta, sia aurei che antoniniani, utilizzando anche (nella sola Colonia) il rovescio di Leliano, VICTORIA AVG, che propagandava un successo che Leliano appunto non avrebbe mai realizzato, ma che comunque ben si adattava alla speranza di Mario stesso: E Vittorino? Mario certo si era mosso per primo e possedeva le due zecche, ma Vittorino possedeva ancora l’autorità massima in quel momento in qualità di Prefetto del Pretorio e probabilmente il maggior sostegno militare e civile. La prova di ciò si ebbe nello sviluppo degli eventi. Mario, infatti, fu assassinato dalle sue stesse truppe ad esso ribellatesi e Vittorino rimase al potere senza apparentemente colpo ferire (maggio 269). Iniziò quindi a coniare radiati in maniera incisiva a Treveri con due rovesci, PAX AVG e FIDES MILITVM, il tutto i maniera chiara ed inequivocabile, un po’ come fossero il suo manifesto programmatico. Il ritratto e’ quello suo classico che conosciamo tutti, ovvero quello di un uomo con una lunga barba appuntita sul mento ed un naso ad uncino. Proprio dalle monete risulta chiaro quindi che Vittorino si doveva essere impossessato direttamente della città di Treveri, il principale centro geo-politico gallico. Gli zecchieri, quindi, sapevano chiaramente che nome avesse e che aspetto avesse e con i due rovesci dichiaravano espressamente che la guerra era finita e che le truppe erano fedeli. A Colonia la situazione era differente. Vittorino era lontano, la città non era stata ancora (per poco) occupata e, pertanto, le prime monete coniate a suo nome non mostrano l’effigie del nuovo imperatore, bensì un ritratto di Mario. Gli zecchieri di Colonia chiaramente, non sapevano nulla dell’aspetto che avesse Vittorino quando cominciarono a battere moneta in suo nome. Solo più tardi, ma man mano che riceveranno nuove informazioni circa suo reale aspetto, i loro ritratti cominceranno ad essere sempre più verosimili. I rovesci di Colonia hanno spesso toni conciliatori, rappresentando la giustizia, l’equanimità e il benessere offerto, tipo la SALVS AVG e la AEQVITAS AVG. Ed ecco, quindi , la mia AEQVITAS AVG con Vittorino che sembra Mario…. D/ IMP C PI VICTORINVS AVG: Busto di Vittorino, radiato e corazzato, a destra R/ AEQVITAS AVG: La Aequitas, stante a sinistra, con una bilancia nella mano destra ed una cornucopia nella mano sinistra Elmer: 701 Cunetio: 2562 Mairat: 641 Il rovescio AEQVITAS AVG fu l’ultimo rovescio introdotto da Mario ed il primo ripreso da Vittorino per quella zecca; un po’ quello che era avvenuto con lo stesso Mario che aveva ripreso l’ultimo rovescio di Leliano. Ecco poi un esempio di SALVS AVG di Vittorino con effigie di Mario: Ed ecco Vittorino con le sembianze tipiche di Vittorino: Perché sei tu, Vittorino! Riferimenti: Marsden: The Gallic Empire, part 2: Victorinus Gricourt-Hollard: Les prodictions monétaires de Postume en 268-69 et celles de Lelien (269): Noivelles propositions M. Thys: le type AEQVITAS dans le monnayage de Marius, BCEN vol.50 n°2, 2013 Un ringraziamento particolare all'amico e collega Curatore @grigioviola. Buona notte da Stilicho-
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Wiesbaden è la seconda città più popolosa del Land Assia in Germania di cui ne è anche il capoluogo ed è nota fin dall'antichità per le sue terme contando ben 26 sorgenti. In epoca romana la città assunse una discreta importanza e nei suoi pressi venne edificato un importante forte militare. Questo breve cappello introduttivo è per inquadrarvi geograficamente e storicamente la zona di provenienza di un paio di monete di recente acquisizione di cui in questi giorni ho avuto modo di ricostruire attentamente il pedigree. Si tratta di un paio di antoniniani di Vittorino che nel 1966-67 il numismatico R. Weiller ebbe modo di rilevare nel mercato acquisendone un lotto di 274 esemplari: tutti di questo usurpatore gallico e tutti provenienti da un tesoro appunto scoperto nei dintorni di Wiesbaden nel 1936-37. Le informazioni riguardanti questo ripostiglio sono molto scarne e Weiller le ha raccolte in un piccolo articolo pubblicato nel numero 7 di Numismatic Chronicle del 1967 grazie anche ad alcune informazioni raccolte dagli studiosi Maria R. Alfoldi e Marcel Thirion. Il deposito, di cui non si ha una lista esaustiva degli imperatori, copriva un periodo che andava dal regno di Postumo a quello di Costantino (259 - 337), constava di diversi chilogrammi di monete e conteneva anche 5 antoniniani di Leliano. Weiller nel suo studio non lo dice, ma data la relativamente elevata presenza di antoniniani di questo raro usurpatore, la presenza di antoniniani di Postumo e di almeno 274 antoniniani di Vittorino appare verosimile, a mio avviso, che il termine di chiusura con Costantino possa essere falsato dal ritrovamento sparso nei pressi del ripostiglio di monete in realtà non facenti parte del deposito che doveva invece essere un classico ripostiglio di antoniniani del III secolo. O ancora, che si trattasse di due distinti ripostigli interrati in zone vicine in epoche distinte salvo poi essere rinvenute assieme e contestualmente immesse nel mercato numismatico. Weiller a tal proposito afferma "no further details are known to me except that the coins were dispersed soon after the discovery, so making a complete description impossible". Dall'analisi di questa sola porzione superstite di antoniniani di Vittorino, Weiller ricava una presenza percentualmente superiore di antoniniani attribuibili alla zecca che Elmer identifica con Colonia (circa 2/3 contro la porzione rimanente attribuibile alla seconda zecca di Trier). Inoltre, all'interno di questo gruppo maggiore lo studioso osserva come vi siano relativamente molti legami di conio e uno stato di conservazione superiore con diversi esemplari apparentemente accantonati senza aver circolato a lungo. Gli esemplari in mio possesso sono quelli catalogati rispettivamente al numero 74 e 132 del report pubblicato da Weiller: D\ IMP C VICTORINVS°P°F°AVG R\ PAX AVG, V|*, ramo di palma 2,70 gr - 20 mm - or. assi 7h cat. n. 74 D\ IMP C VICTORINVS°P°F°AVG R\ INVICTVS AVG, *| 2,60 gr - 18 mm - or. assi 1h cat. n. 132 La ricostruzione del pedigree che sono riuscito a ottenere è la seguente: 1936-37 Wiesbaden hoard - 1966-67 ex R. Weiller (274 antoniniani di Vittorino) - 1968 ex Seaby - 2021 ex Baldwin of St. James auction 56 (from an english gentleman collection) - 2021 ex Den of Antiquity La cosa che rende questi pezzi per me ancor più interessanti, è anche il corredo documentale che li accompagna e che è stato creato dall'ultimo proprietario (il cosiddetto english gentleman citato nell'asta Baldwin): Le monete sono corredate dal caratteristico ticket rotondo tanto caro ai collezionisti d'oltremanica, da una scheda descrittiva in cui sono indicati i dati relativi alla provenienza e alla catalogazione e da una foto-ingrandimento in bianco e nero d'epoca. Tutto questo corredo mi fa pensare a un collezionista molto meticoloso, appassionato e studioso. Per chi volesse approfondire, il breve articolo su questo ripostiglio che ho citato in precedenza, lo potete leggere per intero qui: https://www.jstor.org/stable/42664462?seq=1
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"Aspects of the relationship between the central and Gallic empires in the mid to late third century ad with special reference to coinage studies", Bourne, Richard John (2000) View File Tesi di laurea sull'impero gallico con approfondimenti storico-numismatici. Testo fondamentale per lo studio del periodo e della monetazione. Submitter grigioviola Submitted 27/04/2020 Categoria Monete Antiche
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Il ripostiglio di Reyssouze (Ain), Francia
grigioviola ha aggiunto un nuovo link in Monete Romane Imperiali
Dopo aver discusso e presentato in questa sezione molte ripostigli inglesi del III secolo, questa volta mi trasferisco in Francia, più precisamente a Reyssouze nell’Ain dove l’11 ottobre del 2014 durante alcuni lavori privati in un terreno, è stato fortuitamente scoperto un ripostiglio di 2096 monete di cui 17 denari e 2079 antoniniani. 1147 antoniniani appartengono all’Impero Gallico e 577 risultano essere produzioni irregolari. Tra le imitazioni vengono segnalati anche almeno 11 esemplari della serie DIVO CLAVDIO (conteggiati però con il gruppo di emissioni relative all’Impero Centrale). L’intero ripostiglio, dopo uno studio preliminare, è stato messo in vendita tramite asta pubblica. Questa è la composizione del ripostiglio per imperatori (e congiunti): Impero Centrale Settimio Severo Geta Caracalla Eliogabalo Giulia Mesa Alessandro Severo Massimino Gordiano III Filippo I Otacilia Severa Filippo II Traiano Decio Errenia Etruscilla Divi Treboniano Gallo Volusiano Valeriano I Gallieno Marianina Salonina Salonino Valeriano II Gallieno (regnante da solo) Salonina Claudio II Divo Claudio Quintillo Aureliano Severina Tacito Florian Probo Caro Carino Numeriano Diocleziano Impero Gallico Postumo Aureolo Mario Vittorino Tetrico I Tetrico II Imitazioni Il report preliminare attualmente disponibile (a cura di Isabelle Bollard-Raineau), costituisce l’unico studio esistente sul ripostiglio, ma non è completo e soprattutto non è privo di errori e refusi. Il blocco di monete degli imperatori gallici, per esempio, non è stato classificato completamente e nella lista dei sovrani ufficialmente non risultano emissioni di Mario, mentre a seguito di una revisione del materiale da parte della casa d’aste che ne ha curato la vendita, è emerso un antoniniano dell’imperatore gallico del tipo FELICITAS AVG. Leliano non risulta invece presente nel ripostiglio. Il deposito è stato trovato con il suo contenitore originario: una vaso in lamina di bronzo di fattura italica, ma di produzione locale. Si tratta di un normale vaso di uso comune di fatto presente tra le normali dotazioni domestiche. Si tratta quindi di un possibile ripostiglio apparentemente “domestico”. C’è un grande lasso temporale tra le emissioni più vecchie e quelle più recenti: il termine “post quem” è il 286 a fronte di un termine “ante quem” del 195. Tale tipologia di ripostiglio rientra in una serie di depositi analoghi come Goeblingen (2769 es; TPQ 279), Cléry (2787 es; TPQ 282), Reichenstein (2555 es; TPQ 283) ma è paragonabile anche a depositi più consistenti come Evreux (73373 es; TPQ 282), Sainte-Pallaye (8864 es; TPQ 283), Bavai (6659 es; TPQ 289), Annecy (10640 es; TPQ 281) o l’italiano La Venera (46077 es; TPQ 287). Il tesoro di Reyssouze presenta una parte di evidente tesaurizzazione (lampante la presenza di denari d’argento del periodo severiano, ma anche di buoni antoniniani in biglione con un discreto quantitativo di argento) e una parte che doveva riflettere parte della circolazione monetaria del periodo nonostante il mantenimento dello scopo iniziale dell'accumulo (la tesaurizzazione). La presenza di antoniniani di Probo in ottimo stato di conservazione fa propendere per una data di chiusura del ripostiglio anteriore al 300, approssimativamente collocabile tra il 286/290 e potrebbe quindi essere messo in relazione con le invasioni barbariche che interessarono le Gallie attorno agli anni ‘80 del III secolo e quindi condizionato proprio dal periodo di instabilità e scarsa sicurezza del territorio che gravava sulla provincia gallica recentemente riannessa all’Impero Centrale. Sulla composizione si possono fare alcune considerazioni. Per la componente di monete relative all’Impero Centrale, gli esemplari anteriori al 253 costituiscono una porzione consistente di una sessantina di esemplari di cui fanno parte 17 denari che di sicuro uscirono dalla circolazione monetaria attorno al 251 a seguito del loro recupero sistematico durante il regno di Traiano Decio prima e Treboniano Gallo dopo. Il grado di usura di questi pezzi non è elevato, anzi, alcuni esemplari godono di una buona conservazione come ad esempio il pezzo di divinizzazione emesso da Caracalla per Settimio Severo. (DIVO SEVERO PIO / CONSECRATIO; RIC 191e; 211 d.C.) Si tratta quindi di esemplari sottratti abbastanza repentinamente dalla circolazione e quindi di una sorta di ripostiglio iniziato e continuato nel tempo. Molto presumibilmente l’accantonamento dev’essere iniziato prima della sparizione totale dalla circolazione delle monete di argento puro e quindi sicuramente prima degli anni ‘50 del III secolo: una sorta di ripostiglio famigliare presumibilmente gestito da più generazioni. La presenza di antoniniani di buona lega della prima metà del III secolo è altrettanto rilevante: 22 esemplari di Gordiano III (20 della zecca di Roma e 2 della zecca di Antiochia) 13 esemplari di Filippo I e congiunti (di cui anche un denario a nome di Otacilia Severa, tutti della zecca di Roma), 9 esemplari di Traiano Decio e congiunti, 3 esemplari di Treboniano Gallo e 1 solo esemplare di Volusiano. La composizione di antoniniani dell’Impero Centrale da Valeriano a Quintillo è così strutturata: 52 sono gli esemplari della serie DIVO CLAVDIO di cui 11 ufficiali, 31 indetermnati e 10 imitativi. Complessivamente sono raggruppati in 40 di tipo Altare e 12 di tipo Aquila. Circa la componente “gallica” invece la ripartizione fatta nello studio preliminare è la seguente: Che va tuttavia rettificata dato che nel computo è “scappato” un esemplare di Mario confuso per un altro sovrano gallico. Mi soffermo ad approfondire alcuni aspetti di questo gruppo dato che, come ben sapete, il cuore dei miei interessi numismatici riguarda proprio la monetazione dell’Impero Gallico. la presenza delle monete galliche è piuttosto notevole (più della metà dell’intero ripostiglio se consideriamo le imitative) le imitative galliche sono quasi tutte di buon modulo e di buon peso. Si possono considerare pressoché assenti i cosiddetti minimi (diametro inferiore ai 10 mm). Le imitative presenti inoltre hanno uno stile molto aderente ai prototipi ufficiali o comunque abbastanza buono tale da confondersi con i tipi imitati o comunque da essere utilizzati con pari valore delle emissioni ufficiali. La presenza di moneta gallica così strutturata rispecchia l’evoluzione della produzione (e circolazione monetaria) senza tradire l’intento originario del deposito ovvero la costituzione di un gruzzolo di tesaurizzazione che riflette il progressivo impoverimento del materiale monetale pur tuttavia continuando a rispettare il principio della legge di Gresham: accantonamento della moneta con maggior contenuto di fino e mantenimento nel flusso circolatorio della moneta più povera. La qualità delle imitative presenti infatti rappresenta proprio un lavoro di selezione del circolante: tesaurizzazione della sola moneta rispondente a determinati standard (buon peso, buon modulo e stile vicino alle emissioni regolari) e conseguente scarto di imitative di bassa qualità, peso e moduli ridotti che erano comunque in circolazione (se non addirittura in produzione) al momento della formazione/occultamento del tesoro. Utilizzando le classi di catalogazione delle imitative proposte da Jean Marc Doyen nel suo studio sulla monetazione imitativa, nel ripostiglio di Reyssouze la produzione locale è da ricondurre sostanzialmente alle classi 1 e 2 con sporadici esemplari rientranti nelle classi 3 e 4 (quantitativi comunque non rilevanti): Quindi le classi 3 e 4, di fatto assenti nel deposito, erano in circolazione e in produzione proprio nell’ultimo periodo di accantonamento del deposito e della sua chiusura. L’ultimo blocco di Antoniniani a essere analizzato è quello riferibile agli anni 270/288 e riconducibile all’Impero Centrale con la riannessione dei territori gallici (dopo il 273 grazie ad Aureliano). La composizione è così strutturata: Aureliano: 199 esemplari (48,7% Milano; 21,1% Roma; 16,7% zecca incerta; 4,5% Serdica; 4% Siscia; 2,5% Lione; 2,5% Pavia; 0,5% Cizico) Tacito: 61 esemplari (70,5 % Lione; 23% Pavia; 4% Roma) Floriano: 7 esemplari (Lione) Probo: 177 esemplari (79,7% Lione; 14,7% Pavia; 2,3% Roma; 1% Siscia; 2,3% zecca incerta) Caro: 6 esemplari (5 Lione, 1 Roma) Carino: 19 esemplari (18 Lione, 2 Roma) Numeriano: 16 esemplari (Lione) Diocleziano: 4 esemplari (Lione) Gli esemplari appartenenti al periodo di chiusura del ripostiglio sono mal rappresentati e costituiscono un gruppo assai poco numeroso rispetto l’insieme del tesoro. Ampliando lo spettro d’analisi si può notare come con Aureliano il grosso dell’apporto al flusso monetario era garantito dalla zecca di Milano per poi passare il primato alla zecca di Lione che di fatto garantiva, assieme all’atelier di Pavia (aperto in concomitanza alla chiusura di Milano) la quasi totalità del circolante dell’area gallica. Verosimilmente la tesaurizzazione di esemplari nuovi e riformati di Aureliano prima e Probo poi, doveva essere bilanciata dal permanere in circolazione di un considerevole quantitativo di numerario imitativo abbondantemente svilito e sottopeso segnale di come vi fosse necessità di moneta spicciola per i traffici quotidiani e di come nei territori gallici abbia faticato a imporsi la moneta riformata che doveva sostituire le emissioni galliche. Chiudo ora la discussione allegandovi la mia rappresentanza del ripostiglio qui analizzato, ovviamente la scelta degli esemplari è ricaduta sostanzialmente nei sovrani gallici, imitative comprese, con l’inclusione degli imperatori centrali coevi Claudio, Quintillo e Aureliano (di quest’ultimo ho optato per l’ultima emissione uscita dalla zecca di Milano prima della sua chiusura). Purtroppo mancano all’appello Gallieno e Mario per la rappresentanza completa dell’arco temporale di mio interesse, ma mi ritengo comunque soddisfatto della composizione del mio “petit tresor monétaire”. 1) Postumo e Aureolo 2) Vittorino 3) Tetrico I e II 4) Claudio e Quintillo 5) Imitative 1/2 6) Imitative 2/2 7) Aureliano Portate pazienza per le foto... fatte al volo ieri sera con il telefono, poca luce e nessun accorgimento particolare. Nel gruppo, apparentemente alquanto "ordinario", ci sono alcune chicche per appassionati gallici e un pezzo interessante e anche, direi, abbastanza raro che è sfuggito sia in fase di catalogazione preliminare che in fase di verifica prima della vendita all'incanto e della successiva rivendita da parte del venditore professionale (purtroppo i miei sono acquisti di "seconda" tornata e quindi risentono di un leggero rincaro). Vediamo se notate gli elementi di maggior interesse... io non vi dico nulla- 39 commenti
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Diametro 21 mm , peso 4,72 gr Voi che ne pensate? A me puzza di falso. Il venditore ha anche altri "aurei" in vendita a prezzi, secondo me, troppo abbordabili per essere veri. Grazie. TWF
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Questo pomeriggio spese pazze! Volevo farvi conoscere i miei nuovi acquisti che dovrebbero arrivare a breve! Victorinus 269-271 AD Billon Antoninianus Treveri mint 3,13 g // 21 mm Obv: IMP C PIAV VICTORINVS P F AVG - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: PA- X AVG - Pax standing left holding branch and sceptre C 83; AGK 12c; Elmer 649 (Cologne); Cunetio 2517 gVF Variant without field marks Victorinus 269-271 AD Billon Antoninianus Cologne mint 2,21 g // 18 mm Obv: IMP C VICTORINVS° P° F° AVG - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: VIRT- VS AVG - Virtus standing r., holding shield and spear RIC.78; C.131; E.699; Cunetio2550; AGK.23 nXF Victorinus 269-271 AD Billon Antoninianus 3,17g // 19 mm Obv: IMP C VICTORINVS P F AVG - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: PIETAS AVG - Pietas, veiled, standing left, sacrificing over a small altar and holding a box in her left hand AGK 16a; Elmer 741; RIC 57 Tetricus II 271-274 AD Billon Antoninianus Treveri mint 2,89g // 20 mm Obv: C PIV ESV TETRICVS CAES - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: SPES AVGG - Spes advancing l., holding flower and raising hem of skirt RIC 270 nXF E per finire in bellezza 2 belle imitative! AE Barbarous Radiate of Tetricus I 271-274 AD Local mint in Gaul Late 3rd century AD-5th century AD. 18mm // 3,94g Obv: Barbarized, bearded, cuirassed and radiate bust r.; crude leged around Rev: Implements of the pontificate; crude legend around Prototype: RIC V 111 gVF AE Irregular Antoninianus of Tetricus I 271-274 AD Local mint in Gaul Late 3rd century AD-4th century AD 19mm // 4,01g Obv: IVIP C TETRICVS P F AVG (sic!) - Slightly barbarized, draped, cuirassed and radiate bust r. Rev: SPAL AVGG (sic!) - Implements of the pontificate Prototype: RIC V 111 XF
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Ho qualche perplessità sul profilo e il busto dell'antoniniano: IMP C VICTORINVS PF AVG/PAX AVG Peso: 2,41g Diametro 18,0-20,0mm (v. immagine allegata) Che ne pensate? Giulio De Florio
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