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  1. I dati certi sono il peso e le dimensioni, e AVG al dritto. Su tutto il resto non sono riuscito a stabilire le giuste connessioni. Peso: 2.316 g Dimensione: 16.38-19.55 mm Al dritto credo che sia scritto TETRICUS AVG Il rovescio non sono riuscito a interpretarlo...
  2. "Aspects of the relationship between the central and Gallic empires in the mid to late third century ad with special reference to coinage studies", Bourne, Richard John (2000) View File Tesi di laurea sull'impero gallico con approfondimenti storico-numismatici. Testo fondamentale per lo studio del periodo e della monetazione. Submitter grigioviola Submitted 27/04/2020 Categoria Monete Antiche  
  3. grigioviola

    Una Vittoria imitativa

    Tempo fa analizzai un Postumo imitativo che per si collegava a una serie di monete galliche aventi come rovescio la VICTORIA AVG. Faccio qui un breve riepilogo che mi serve da cappello a questa discussioni. Emissioni di riferimento, nel ristretto periodo in esame, ci sono sia ufficiali: 1) CLAUDIO II 2) QUINTILLO 3) POSTUMO Ufficiale? - VICTORIA GERMANICA - Imitativa - VICTORIA AVG / S - 4) LELIANO 5) MARIO 6) VITTORINO Imitativa - VICTORIA AVG / S - Questo quanto finora "noto" e/o comunque passato qui sul forum. Vi presento ora il mio ultimo acquisto da commerciante Inglese: TETRICO I Imitativa - AE - peso? - diametro? D\ IMP [TETRICVS] AVG R\ VICTOR[...] L'ho segnata come imitativa perché lo stile sebbene buono e con legende coerenti (per quello che si può leggere) è comunque marcatamente non ufficiale, oltre a non esistere il tipo per Tetrico I. Quanto all'attribuzione a questo imperatore direi che da quel po' di legenda residua che si intravede al dritto direi che è coerente, come pure è coerente anche il ritratto. La domanda che però non troverà risposta è: il prototipo ufficiale quale sarà stato? Leliano oppure Claudio II? Gli altri esempi postati mi sento di escluderli per mero calcolo delle probabilità e sempre per la stessa ragione ritengo che possa trattarsi di una ripresa del rovescio Milanese di Claudio II. Un po' alla volta censiremo questa tipologia per tutti i sovrani gallici anche se a livello imitativo... per ora manca solamente Tetrico II... ma credo che prima o poi salterà fuori pure lui. Peccato non conoscere l'origine di questa moneta e delle altre monete imitative in passato emerse con questi rovesci analoghi. Che fossero produzioni di un unico centro o comunque riconducibili a una ristretta area geografica? Chi lo sa! La cosa certa è che si tratta comunque di una tipologia di rovescio sicuramente poco comune nelle imitative galliche e l'ennesima dimostrazione di come con questa tipologia di monete ci si possa imbattere potenzialmente in un numero elevatissimo di combinazioni dritto/rovescio tra imperatori differenti se non addirittura in inedite creazioni di fantasia. Era da un po' che non scrivevo qualcosa sulle imitative... e ho voluto chiudere in bellezza la settimana con questo messaggio sperando di far cosa gradita e, magari!, di avviare qualche discussione qualora riscontriate degli aspetti interessanti o delle tematiche da approfondire.
  4. Dopo aver discusso e presentato in questa sezione molte ripostigli inglesi del III secolo, questa volta mi trasferisco in Francia, più precisamente a Reyssouze nell’Ain dove l’11 ottobre del 2014 durante alcuni lavori privati in un terreno, è stato fortuitamente scoperto un ripostiglio di 2096 monete di cui 17 denari e 2079 antoniniani. 1147 antoniniani appartengono all’Impero Gallico e 577 risultano essere produzioni irregolari. Tra le imitazioni vengono segnalati anche almeno 11 esemplari della serie DIVO CLAVDIO (conteggiati però con il gruppo di emissioni relative all’Impero Centrale). L’intero ripostiglio, dopo uno studio preliminare, è stato messo in vendita tramite asta pubblica. Questa è la composizione del ripostiglio per imperatori (e congiunti): Impero Centrale Settimio Severo Geta Caracalla Eliogabalo Giulia Mesa Alessandro Severo Massimino Gordiano III Filippo I Otacilia Severa Filippo II Traiano Decio Errenia Etruscilla Divi Treboniano Gallo Volusiano Valeriano I Gallieno Marianina Salonina Salonino Valeriano II Gallieno (regnante da solo) Salonina Claudio II Divo Claudio Quintillo Aureliano Severina Tacito Florian Probo Caro Carino Numeriano Diocleziano Impero Gallico Postumo Aureolo Mario Vittorino Tetrico I Tetrico II Imitazioni Il report preliminare attualmente disponibile (a cura di Isabelle Bollard-Raineau), costituisce l’unico studio esistente sul ripostiglio, ma non è completo e soprattutto non è privo di errori e refusi. Il blocco di monete degli imperatori gallici, per esempio, non è stato classificato completamente e nella lista dei sovrani ufficialmente non risultano emissioni di Mario, mentre a seguito di una revisione del materiale da parte della casa d’aste che ne ha curato la vendita, è emerso un antoniniano dell’imperatore gallico del tipo FELICITAS AVG. Leliano non risulta invece presente nel ripostiglio. Il deposito è stato trovato con il suo contenitore originario: una vaso in lamina di bronzo di fattura italica, ma di produzione locale. Si tratta di un normale vaso di uso comune di fatto presente tra le normali dotazioni domestiche. Si tratta quindi di un possibile ripostiglio apparentemente “domestico”. C’è un grande lasso temporale tra le emissioni più vecchie e quelle più recenti: il termine “post quem” è il 286 a fronte di un termine “ante quem” del 195. Tale tipologia di ripostiglio rientra in una serie di depositi analoghi come Goeblingen (2769 es; TPQ 279), Cléry (2787 es; TPQ 282), Reichenstein (2555 es; TPQ 283) ma è paragonabile anche a depositi più consistenti come Evreux (73373 es; TPQ 282), Sainte-Pallaye (8864 es; TPQ 283), Bavai (6659 es; TPQ 289), Annecy (10640 es; TPQ 281) o l’italiano La Venera (46077 es; TPQ 287). Il tesoro di Reyssouze presenta una parte di evidente tesaurizzazione (lampante la presenza di denari d’argento del periodo severiano, ma anche di buoni antoniniani in biglione con un discreto quantitativo di argento) e una parte che doveva riflettere parte della circolazione monetaria del periodo nonostante il mantenimento dello scopo iniziale dell'accumulo (la tesaurizzazione). La presenza di antoniniani di Probo in ottimo stato di conservazione fa propendere per una data di chiusura del ripostiglio anteriore al 300, approssimativamente collocabile tra il 286/290 e potrebbe quindi essere messo in relazione con le invasioni barbariche che interessarono le Gallie attorno agli anni ‘80 del III secolo e quindi condizionato proprio dal periodo di instabilità e scarsa sicurezza del territorio che gravava sulla provincia gallica recentemente riannessa all’Impero Centrale. Sulla composizione si possono fare alcune considerazioni. Per la componente di monete relative all’Impero Centrale, gli esemplari anteriori al 253 costituiscono una porzione consistente di una sessantina di esemplari di cui fanno parte 17 denari che di sicuro uscirono dalla circolazione monetaria attorno al 251 a seguito del loro recupero sistematico durante il regno di Traiano Decio prima e Treboniano Gallo dopo. Il grado di usura di questi pezzi non è elevato, anzi, alcuni esemplari godono di una buona conservazione come ad esempio il pezzo di divinizzazione emesso da Caracalla per Settimio Severo. (DIVO SEVERO PIO / CONSECRATIO; RIC 191e; 211 d.C.) Si tratta quindi di esemplari sottratti abbastanza repentinamente dalla circolazione e quindi di una sorta di ripostiglio iniziato e continuato nel tempo. Molto presumibilmente l’accantonamento dev’essere iniziato prima della sparizione totale dalla circolazione delle monete di argento puro e quindi sicuramente prima degli anni ‘50 del III secolo: una sorta di ripostiglio famigliare presumibilmente gestito da più generazioni. La presenza di antoniniani di buona lega della prima metà del III secolo è altrettanto rilevante: 22 esemplari di Gordiano III (20 della zecca di Roma e 2 della zecca di Antiochia) 13 esemplari di Filippo I e congiunti (di cui anche un denario a nome di Otacilia Severa, tutti della zecca di Roma), 9 esemplari di Traiano Decio e congiunti, 3 esemplari di Treboniano Gallo e 1 solo esemplare di Volusiano. La composizione di antoniniani dell’Impero Centrale da Valeriano a Quintillo è così strutturata: 52 sono gli esemplari della serie DIVO CLAVDIO di cui 11 ufficiali, 31 indetermnati e 10 imitativi. Complessivamente sono raggruppati in 40 di tipo Altare e 12 di tipo Aquila. Circa la componente “gallica” invece la ripartizione fatta nello studio preliminare è la seguente: Che va tuttavia rettificata dato che nel computo è “scappato” un esemplare di Mario confuso per un altro sovrano gallico. Mi soffermo ad approfondire alcuni aspetti di questo gruppo dato che, come ben sapete, il cuore dei miei interessi numismatici riguarda proprio la monetazione dell’Impero Gallico. la presenza delle monete galliche è piuttosto notevole (più della metà dell’intero ripostiglio se consideriamo le imitative) le imitative galliche sono quasi tutte di buon modulo e di buon peso. Si possono considerare pressoché assenti i cosiddetti minimi (diametro inferiore ai 10 mm). Le imitative presenti inoltre hanno uno stile molto aderente ai prototipi ufficiali o comunque abbastanza buono tale da confondersi con i tipi imitati o comunque da essere utilizzati con pari valore delle emissioni ufficiali. La presenza di moneta gallica così strutturata rispecchia l’evoluzione della produzione (e circolazione monetaria) senza tradire l’intento originario del deposito ovvero la costituzione di un gruzzolo di tesaurizzazione che riflette il progressivo impoverimento del materiale monetale pur tuttavia continuando a rispettare il principio della legge di Gresham: accantonamento della moneta con maggior contenuto di fino e mantenimento nel flusso circolatorio della moneta più povera. La qualità delle imitative presenti infatti rappresenta proprio un lavoro di selezione del circolante: tesaurizzazione della sola moneta rispondente a determinati standard (buon peso, buon modulo e stile vicino alle emissioni regolari) e conseguente scarto di imitative di bassa qualità, peso e moduli ridotti che erano comunque in circolazione (se non addirittura in produzione) al momento della formazione/occultamento del tesoro. Utilizzando le classi di catalogazione delle imitative proposte da Jean Marc Doyen nel suo studio sulla monetazione imitativa, nel ripostiglio di Reyssouze la produzione locale è da ricondurre sostanzialmente alle classi 1 e 2 con sporadici esemplari rientranti nelle classi 3 e 4 (quantitativi comunque non rilevanti): Quindi le classi 3 e 4, di fatto assenti nel deposito, erano in circolazione e in produzione proprio nell’ultimo periodo di accantonamento del deposito e della sua chiusura. L’ultimo blocco di Antoniniani a essere analizzato è quello riferibile agli anni 270/288 e riconducibile all’Impero Centrale con la riannessione dei territori gallici (dopo il 273 grazie ad Aureliano). La composizione è così strutturata: Aureliano: 199 esemplari (48,7% Milano; 21,1% Roma; 16,7% zecca incerta; 4,5% Serdica; 4% Siscia; 2,5% Lione; 2,5% Pavia; 0,5% Cizico) Tacito: 61 esemplari (70,5 % Lione; 23% Pavia; 4% Roma) Floriano: 7 esemplari (Lione) Probo: 177 esemplari (79,7% Lione; 14,7% Pavia; 2,3% Roma; 1% Siscia; 2,3% zecca incerta) Caro: 6 esemplari (5 Lione, 1 Roma) Carino: 19 esemplari (18 Lione, 2 Roma) Numeriano: 16 esemplari (Lione) Diocleziano: 4 esemplari (Lione) Gli esemplari appartenenti al periodo di chiusura del ripostiglio sono mal rappresentati e costituiscono un gruppo assai poco numeroso rispetto l’insieme del tesoro. Ampliando lo spettro d’analisi si può notare come con Aureliano il grosso dell’apporto al flusso monetario era garantito dalla zecca di Milano per poi passare il primato alla zecca di Lione che di fatto garantiva, assieme all’atelier di Pavia (aperto in concomitanza alla chiusura di Milano) la quasi totalità del circolante dell’area gallica. Verosimilmente la tesaurizzazione di esemplari nuovi e riformati di Aureliano prima e Probo poi, doveva essere bilanciata dal permanere in circolazione di un considerevole quantitativo di numerario imitativo abbondantemente svilito e sottopeso segnale di come vi fosse necessità di moneta spicciola per i traffici quotidiani e di come nei territori gallici abbia faticato a imporsi la moneta riformata che doveva sostituire le emissioni galliche. Chiudo ora la discussione allegandovi la mia rappresentanza del ripostiglio qui analizzato, ovviamente la scelta degli esemplari è ricaduta sostanzialmente nei sovrani gallici, imitative comprese, con l’inclusione degli imperatori centrali coevi Claudio, Quintillo e Aureliano (di quest’ultimo ho optato per l’ultima emissione uscita dalla zecca di Milano prima della sua chiusura). Purtroppo mancano all’appello Gallieno e Mario per la rappresentanza completa dell’arco temporale di mio interesse, ma mi ritengo comunque soddisfatto della composizione del mio “petit tresor monétaire”. 1) Postumo e Aureolo 2) Vittorino 3) Tetrico I e II 4) Claudio e Quintillo 5) Imitative 1/2 6) Imitative 2/2 7) Aureliano Portate pazienza per le foto... fatte al volo ieri sera con il telefono, poca luce e nessun accorgimento particolare. Nel gruppo, apparentemente alquanto "ordinario", ci sono alcune chicche per appassionati gallici e un pezzo interessante e anche, direi, abbastanza raro che è sfuggito sia in fase di catalogazione preliminare che in fase di verifica prima della vendita all'incanto e della successiva rivendita da parte del venditore professionale (purtroppo i miei sono acquisti di "seconda" tornata e quindi risentono di un leggero rincaro). Vediamo se notate gli elementi di maggior interesse... io non vi dico nulla
  5. Buongiorno ho provato ad identificare questa moneta: ritengo possa essere un'imitazione barbarica di un antoniniano di Tetrico I. Al D Busto Radiato volto a d. di Tetrico Al R figura femminile stante con scettro nella d. (dai confronti con le emissioni di tetrico mi sembra Nobilitas ). Il diametro della moneta è di 14 mm, non ho avuto modo di pesarla Ritenete questa identificazione plausibile? Grazie per l'aiuto
  6. Quintus

    Impero delle Gallie & imitative

    Questo pomeriggio spese pazze! Volevo farvi conoscere i miei nuovi acquisti che dovrebbero arrivare a breve! Victorinus 269-271 AD Billon Antoninianus Treveri mint 3,13 g // 21 mm Obv: IMP C PIAV VICTORINVS P F AVG - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: PA- X AVG - Pax standing left holding branch and sceptre C 83; AGK 12c; Elmer 649 (Cologne); Cunetio 2517 gVF Variant without field marks Victorinus 269-271 AD Billon Antoninianus Cologne mint 2,21 g // 18 mm Obv: IMP C VICTORINVS° P° F° AVG - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: VIRT- VS AVG - Virtus standing r., holding shield and spear RIC.78; C.131; E.699; Cunetio2550; AGK.23 nXF Victorinus 269-271 AD Billon Antoninianus 3,17g // 19 mm Obv: IMP C VICTORINVS P F AVG - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: PIETAS AVG - Pietas, veiled, standing left, sacrificing over a small altar and holding a box in her left hand AGK 16a; Elmer 741; RIC 57 Tetricus II 271-274 AD Billon Antoninianus Treveri mint 2,89g // 20 mm Obv: C PIV ESV TETRICVS CAES - Radiate, draped and cuirassed bust right Rev: SPES AVGG - Spes advancing l., holding flower and raising hem of skirt RIC 270 nXF E per finire in bellezza 2 belle imitative! AE Barbarous Radiate of Tetricus I 271-274 AD Local mint in Gaul Late 3rd century AD-5th century AD. 18mm // 3,94g Obv: Barbarized, bearded, cuirassed and radiate bust r.; crude leged around Rev: Implements of the pontificate; crude legend around Prototype: RIC V 111 gVF AE Irregular Antoninianus of Tetricus I 271-274 AD Local mint in Gaul Late 3rd century AD-4th century AD 19mm // 4,01g Obv: IVIP C TETRICVS P F AVG (sic!) - Slightly barbarized, draped, cuirassed and radiate bust r. Rev: SPAL AVGG (sic!) - Implements of the pontificate Prototype: RIC V 111 XF
  7. ggpp The Top

    Tetrico Imitativa (?)

    Buongiorno, volevo chiedervi dei pareri su questa moneta di Tetrico I ma sopratutto cercavo una risposta alla seguente domanda: è imitativa si o no? (Anche se propenderei per la prima ipotesi) Per chi volesse approfondire al seguente link vi sono collegamenti alle più interessanti discussioni sulle imitazioni barbariche http://www.lamoneta.it/topic/82936-monetazione-imitativa/
  8. 18 downloads

    Articolo con licenza "creative common" sulla monetazione dell'impero seccessionista gallico del III secolo a firma di Giard Jean-Baptiste
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