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  1. Martedì 15 ottobre dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "La Zecca di Potosí" tenuta da Enrico Lesino. Enrico Lesino è principalmente uno studioso della monetazione milanese, ma da sempre affascinato dagli eventi successi con la scoperta del "Nuovo Mondo" da parte della corona spagnola. Vedremo con la scoperta dell'argento a PotosÍ come questo influì nella storia della corona spagnola e nel mondo. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati nei primi giorni di ottobre.
  2. Non ho proprio idea alla moneta corrispondente e il periodo. peso: 13,09 diametro: 25,3 > 25,7 mm Grazie. Pizza Margherita
  3. ARES III

    Scavi nelle Asturie

    Immersa nel pozzo di un’antica mansio romana, l’archeologa scopre un tesoro di reperti tra cui una scarpa risalente a 2000 anni fa, svelando così i segreti nascosti della storia del sito Reperti straordinari dal grande valore storico emergono del sito archeologico di Lucus Asturum, sito a Llanera, nelle Asturie spagnole. L’archeologa Esperanza Martín e il suo team hanno recentemente eseguito scavi nella tenuta La Castañera, concentrando gli sforzi su un pozzo previamente individuato, con risultati sorprendenti. Lo scavo del sito romano di Lucus Asturum, condotto nella campagna 2023 @ Foto Esperanza Martìn Tra i reperti rinvenuti nel pozzo, oltre a perline, anelli e ceramiche, spicca una scarpa romana del primo secolo, decorata in modo elaborato. Questo ritrovamento insolito è stato accompagnato da una varietà di altri oggetti, tra cui una brocca d’importazione da Aquitania e resti di legno. La straordinaria conservazione della suola della scarpa è stata resa possibile dall’assenza di ossigeno nel pozzo, che ha impedito la decomposizione dei materiali organici. Lucus Asturum, originariamente citata come “mansio” dall’Anonimo di Ravenna nel VII secolo, era un punto cruciale nella rete stradale romana delle Asturie. Queste “mansio” servivano come soste ufficiali lungo le strade romane, offrendo rifugio e servizi ai viaggiatori, inclusi funzionari e uomini d’affari. Il sito era gestito da un funzionario noto come “mansionarius”. Archeologi all’imboccatura del pozzo @ Foto Esperanza Martìn Gli scavi del 2023 hanno portato alla luce una vasta gamma di reperti, inclusi resti di flora e fauna, che offrono importanti informazioni sull’ambiente e sull’economia dell’epoca di Lucus Asturum. Questi risultati preliminari sono stati condivisi con autorità locali e esperti durante una visita al sito. Oltre agli scavi, sono stati eseguiti lavori di restauro per preservare e studiare gli oggetti trovati. Il processo di restauro include il rimontaggio della ceramica, l’adesione dei frammenti per scopi di studio e la pulizia delle monete per la datazione. Tutte le operazioni di restauro sono state documentate con immagini e supervisionate dal Servizio di Restauro del Museo Archeologico delle Asturie. L’archeologa Esperanza Martín si cala nel pozzo romano @ Foto Angel Villa, Museo Arqueológico de Asturias Questi scavi fanno parte di un progetto di ricerca più ampio finanziato dal Comune di Llanera, che ha riportato alla luce l’importanza continua di Lucus Asturum nell’antica storia delle Asturie. La suola della scarpa romana trovata sul fondo del pozzo romano @ Foto Esperanza Martìn https://stilearte.it/immersa-nel-pozzo-di-unantica-mansio-romana-larcheologa-scopre-un-tesoro-di-reperti-tra-cui-una-scarpa-risalente-a-2000-anni-fa-svelando-cosi-i-segreti-nascosti-della-storia-del-sito/
  4. ARES III

    Isole Canarie: nuove scoperte romane

    Los Lobos: insediamenti romani si arricchisce di un nuovo capitolo per le Canarie Los Lobos: insediamenti romani si arricchisce di un nuovo capitolo per le Canarie Nell’isola di Los Lobos, nell’arcipelago delle Isole Canarie, nuovi rilievi effettuati con un georadar hanno consentito di identificare nuove aree di scavo, che aprono la strada all’ipotesi che gli insediamenti romani a Los Lobos, datati tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. fossero molto più estesi di quanto si presumesse fino ad oggi. Queste sono le ipotesi espresse lo scorso mese dalla direttrice degli scavi Carmina del Arco, Docente di Archeologia presso l’Universidad de La Laguna, dopo che si è concluso il sesto ciclo di scavi. I primi scavi erano iniziati nel 2012, quando alcuni turisti trovarono pezzi di ceramica, che vennero identificati come resti di anfore romane. Le nuove scoperte nascono dai lavori realizzati in collaborazione con l’Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, che hanno visto l’applicazione e l’utilizzo di un georadar nelle zone nord e sud dell’area di scavo. Grazie all’ausilio di questa tecnologia, è stato possibile definire le dimensioni dell’insediamento e rilevare anche le infrastrutture edificate dai Romani, per capire poi successivamente a cosa erano destinate. L’insediamento di Los Lobos misura 520 metri quadrati già riportati alla luce, ma eventuali nuovi rilevamenti in futuro potrebbero confermarne le maggiori dimensioni ed estendere la superficie interessata oltre Playa de La Calera, verso altre zone dell’isola. Si tratta di valutazioni provvisorie, ma sembra siano già stati identificati altri punti nella zona meridionale dell’insediamento, come anche verso nord e verso la parte estrema de La Calera, come spiega la Direttrice Del Arco. Dopo la conclusione dell’ultimo ciclo di scavi, gli archeologi coinvolti nel progetto ipotizzano che nel prossimo ciclo di lavori sarà necessario stabilire cosa fare a lungo termine e che destinazione dare a quest’area. Alcuni pensano alla creazione di un museo, progetto per cui si renderebbe necessario avviare una intensa campagna di lavori, per dissotterrare tutto quello che rimane ancora coperto, ed intervenire dando priorità alle finalità del progetto. La campagna appena conclusa ha riguardato i lavori di scavo nella zona sud dell’insediamento, ed ha avuto come obiettivo la definizione dei limiti dell’area collegata ad una frana, verificatasi nel passato, e che aveva colpito insediamenti precedentemente occupati. Gli scavi del 2023, come conferma Del Arco, hanno consentito un avanzamento nel lavoro di analisi di tutti gli aspetti di vita quotidiana di coloro che lavoravano nel laboratorio per l’estrazione della porpora. Grazie a quest’ultimo ciclo di scavi, si è potuto apprendere cosa mangiavano, quali stoviglie usavano, che tipo di rifiuti generavano, e come erano costruiti gli spazi dedicati alla lavorazione della porpora. I lavori hanno riguardato ulteriori approfondimenti in merito ai resti della “Stramonita haemastoma”, il mollusco che rilasciava il liquido utilizzato per tingere i tessuti. Ma sono stati anche rinvenuti resti di esemplari di foca monaca e di tartarughe marine, come anche numerosi pezzi di ceramica romana. L’elenco delle ceramiche ritrovate in questi anni a Los Lobos è ampio e significativo, e risale all’epoca della tarda Repubblica e dell’Alto Impero, spesso provenienti da laboratori della regione della Spagna meridionale del Bajo Guadalquivir, anche se molti resti di ceramica provengono direttamente dalla penisola italica. In questi anni sono stati ritrovati pezzi di ceramica da trasporto, come anfore, vasellame comune, da tavola, oltre ad esemplari e pezzi metallici in bronzo, ferro, piombo, e anche pietre impiegate nella lavorazione della porpora. I lavori effettuati quest’anno hanno portato alla luce nuove concerie, nuovi sedimenti impregnati di porpora, che attualmente stanno richiamando grande interesse presso la comunità scientifica internazionale. In particolare, l’archeologo israeliano Zui Koren ha mostrato interesse per questi insediamenti, confermando che le scoperte fatte fino ad ora aprono uno spettro di ricerca molto importante. L’insediamento di Los Lobos rappresenta per i prossimi anni un ampio campo di studi e servirà per lo sviluppo di diverse linee di ricerca. Del Arco ha confermato che il laboratorio per la lavorazione della porpora di Los Lobos era unico nel suo genere, in tutta la fascia che va dallo stretto di Gibilterra fino all’Atlantico. Anche le massime autorità di Fuerteventura, nello specifico il Presidente del Cabildo, Lola García, ha confermato che questi sono gli scavi archeologici più importanti delle Canarie. Scavi resi possibili grazie alla collaborazione tra il Cabildo di Fuerteventura e quello di Tenerife, assieme alla società Binter. https://www.vivilecanarie.com/storia-e-cultura-delle-isole-canarie/los-lobos-insediamenti-romani-si-arricchisce-di-un-nuovo-capitolo-per-le-canarie/?amp=1
  5. Gli archeologi trovano sotto l’erba dei campi un Foro romano di più 2000 anni. E’ di una città sconosciuta, vissuta circa 60 anni Il mondo dell’archeologia ha assistito a una scoperta straordinaria nel nord-est della Spagna. Gli archeologi, sotto la guida dell’Istituto di Patrimonio e Studi Umanistici dell’Università di Saragozza, hanno portato alla luce, in queste settimane, un antico foro romano, risalente a oltre 2.000 anni fa, nel sito di una città sconosciuta nell’attuale territorio comunale di El Burgo de Ebro. Questo ritrovamento, avvenuto durante gli scavi diretti da Alberto Mayayo e Borja Díaz, sta suscitando grande interesse e curiosità nel mondo accademico e oltre. Il foro romano: cuore di una città antica Il foro è stata una parte vitale di ogni città romana, dove si trovavano le istituzioni politiche e religiose più importanti. Di fatto, il foro è una piazza attorniata da edifici prevalentemente pubblici. Il cuore di una città. Il punto di incontro, di mercato, di contrattazione, il luogo della politica, della giustizia e del culto. Questo foro, considerato il più antico mai scoperto nell’entroterra della Spagna, getta nuova luce sulla storia dell’antica Hispania romana. Un nome avvolto nel mistero: Castra Aelia? Una delle questioni più affascinanti legate a questa scoperta è l’identità della città romana sconosciuta sulle rive dell’Ebro. Non conosciamo ancora il suo nome, ma alcuni esperti suggeriscono che potrebbe essere Castra Aelia, un accampamento romano di seconda linea che si trasformò in una città con un maestoso foro dopo la sconfitta dei Celtiberi a Numancia. La breve storia di una città antica Tuttavia, la vita di questa città fu effimera, poiché le prove storiche indicano che venne cancellata durante un conflitto noto come Guerre Sertoriane, che ebbe luogo all’inizio del I secolo a.C. Queste guerre, un sanguinoso conflitto in Hispania tra il 82 a.C. e il 72 a.C., videro due fazioni contendersi il potere a Roma: i Populares di Quinto Sertorio e gli Ottimati di Quinto Cecilio Metello e Gneo Pompeo Magno. Interpretazione artistica di un Foro romano La significativa rilevanza storica di La Cabañeta Borja Díaz, condirettore dei recenti scavi presso l’Università di Saragozza, ha sottolineato l’importanza di questo ritrovamento, affermando: “Questo drammatico evento ha contribuito a fare [La Cabañeta] uno dei siti chiave per la conoscenza della presenza romana all’interno della penisola iberica in questo periodo.” La città svelata agli occhi del mondo si distingueva per la sua pianificazione urbana ortogonale e il ricco repertorio di iscrizioni latine su ceramica e altri supporti, indicando che i suoi abitanti scrivevano e parlavano in latino. La funzione principale di La Cabañeta La funzione principale di questa città potrebbe essere stata quella di fungere da punto di ingresso e di ridistribuzione delle merci che arrivavano lungo il fiume Ebro. La sua posizione strategica ne faceva un centro chiave per il commercio e lo scambio di beni. La fine inevitabile Tuttavia, la gloria di La Cabañeta fu effimera. Circa sei o sette decenni dopo la sua costruzione, la città venne rasa al suolo. Questo fatto è supportato dai livelli di incendio rilevati e dall’abbondante materiale archeologico abbandonato dai suoi abitanti. Non escludiamo nemmeno la possibilità di ritrovare resti umani, gettando ulteriori interrogativi sulla sua fine tragica. Scavi nel cuore del sito Gli scavi di quest’anno si sono concentrati sulla parte centrale del sito, dove il team ha scoperto i resti di un’enorme piazza. Questa piazza è incorniciata da un portico e circondata da una serie di ambienti che si aprivano su di essa, forse destinati ad attività commerciali. Nel cuore del sito, tra le terme e i magazzini, si trova il foro. Borja Díaz aggiunge: “Si tratta di una grande piazza porticata che doveva avere un aspetto monumentale.” Una scoperta eccezionale per la storia Questa scoperta è di eccezionale importanza non solo per le sue dimensioni e complessità architettonica, ma anche perché rappresenta la più antica piazza civica rinvenuta fino ad oggi all’interno della penisola iberica. La sua scoperta promette di rivoluzionare la nostra comprensione della diffusione dei modelli architettonici romani in Hispania nei primi secoli a.C. Il ruolo chiave di La Cabañeta nella storia romana La Cabañeta, sebbene dimenticata per secoli, è ora pronta a lasciare un’impronta indelebile nella storia romana. Questo sito antico getta nuova luce sulla vita quotidiana e la pianificazione urbana di un’epoca ormai lontana. Domande frequenti (FAQs) 1. Qual è l’importanza del foro romano di La Cabañeta? La scoperta del foro romano di La Cabañeta è di importanza straordinaria poiché rappresenta il più antico mai rinvenuto nell’entroterra della Spagna, offrendo nuove prospettive sulla presenza romana nella penisola iberica. 2. Qual è la teoria sull’identità della città romana di La Cabañeta? Alcuni esperti suggeriscono che potrebbe trattarsi di Castra Aelia, un accampamento romano di seconda linea che si è trasformato in una città dopo la sconfitta dei Celtiberi a Numancia. 3. Qual è stato il destino di La Cabañeta? La città, nonostante la sua breve esistenza, venne cancellata durante le Guerre Sertoriane, un conflitto sanguinoso in Hispania tra fazioni romane. 4. Qual era la funzione principale di La Cabañeta? La Cabañeta aveva probabilmente una funzione di punto di ingresso e di ridistribuzione delle merci lungo il fiume Ebro. 5. Come cambierà questa scoperta la nostra comprensione della storia romana in Hispania? Questa scoperta promette di rivoluzionare la nostra comprensione della diffusione dei modelli architettonici romani in Hispania nei primi secoli a.C., gettando nuova luce sulla storia dell’antica Hispania romana. https://www.stilearte.it/gli-archeologi-trovano-sotto-lerba-dei-campi-un-foro-romano-di-piu-2000-anni-e-di-una-citta-sconosciuta-vissuta-circa-60-anni/
  6. littleEvil

    Coma, punto... retorno de carro.*

    ¡Hola! Di ritorno dalla vacanza in Spagna, giochicchio con i due biglietti-straccetti che ho preso per ricordo (sempre meglio di due nacchere e poi fanno anche meno rumore ) e non mi torna il fatto che i numeri del seriale siano divisi da una virgola. Why, pecchè, pacimu? (se non sbaglio era "Avanzi" o "Tunnel", non ricordo bene). ==================== La mia teoria è che, visto che queste banconote furono stampate dall'inglese Bradbury Wilkinson and Company (1856-1990), i tipografi abbiano usato la punteggiatura a loro consueta. Fino al 1931 - stessa stamperia - furono usate le virgole e solo nel 1935 col cambio della stessa, ma pur sempre inglese-londinese Thomas De La Rue & Co. viene eliminata del tutto la punteggiatura e da lì in poi rimane così. ==================== Che ne dite? Ci può stare? Sarà una conoscenza eremitica poco utile nel quotidiano, ma se è così si potrebbe dire che Il globalismo stava probabilmente già iniziando a mettere radici in quel periodo e questo fu un effetto collaterale. Servus, Njk ==================== - Foto di Numisma * Virgola, punto... a capo.
  7. Scavi e che trovi? Terme romane “intatte” nel sottosuolo. La clamorosa scoperta di “bagni abnormi” accanto alla domus Straordinaria scoperta in Spagna, dove sono state portate alla luce terme romane di dimensioni abnormi rispetto ai servizi di una domus. Il ritrovamento è avvenuto in una città fondata da ex legionari romani. Mérida, il luogo in cui è in corso lo scavo archeologico, è un comune che oggi ha 59mila abitanti ed è capoluogo della comunità autonoma dell’Estremadura. È posta sulla riva destra del fiume Guadiana, a 217 metri sul livello del mare ed è una delle città della Spagna più ricche di monumenti romani tanto da essere chiamata la Roma spagnola. La città fu fondata nel 25 a.C. come colonia dai soldati veterani di Augusto delle legioni V Alaudae e X Gemina, da cui scaturì il nome originario di Augusta Emerita – il nome attuale, Mérida, deriva proprio dal latino Emerita -, e fu costruita in gran parte da Marco Vipsanio Agrippa, grande amico e genero dell’imperatore romano. La nuova città, grazie a consistenti investimenti, iniziò subito un periodo di grande splendore così da divenire, negli ultimi anni del regno di Augusto, una dei più importanti centri urbani di tutto l’Impero. Era situata sulla cosiddetta via de la Plata (“via dell’argento”), che univa la Cantabria alla Betica. Si dotò di un grande teatro, di un anfiteatro e di un circo. Il ritrovamento di questi giorni è avvenuto nei pressi della cosiddetta Domus dell’anfiteatro, un edificio ampio del quale non si conosce ancora esattamente l’originario utilizzo. Le stesse terme trovate in questi giorni sembrano, come è stato detto durante la conferenza di presentazione, “troppo grandi per una dimora privata”. E’ possibile pensare che la domus fosse utilizzata per importanti ricevimenti? La casa sorse al di là delle prime mura difensive della città ed è strutturata come una tipica domus casa romana, con un cortile centrale circondato da un portico. È la più grande casa romana di Merida, ma i bagni ora scoperti sono assolutamente sovradimensionati rispetto alla reale – pur consistente – grandezza della casa. “Stiamo scavando la continuazione della Casa dell’Anfiteatro – i cui limiti sono sconosciuti – per completare la cronologia dell’edificio, ma la cosa più importante è la scoperta di bagni fantastici di dimensioni enormi per quella che è una casa romana standard”, ha sottolineato l’archeologa Félix Palma durante la conferenza stampa di presentazione della scoperta. Lo scavo, che dura da sei mesi, vede la partecipazione dei tecnici del Consorzio Emeritense, di studenti di diversi centri di archeologia della Spagna e 8 studenti universitari dell’Università di Granada diretti da Macarena Bustamante. L’area presenta ampie decorazioni parietali e pavimentali, tra cui lastre marmoree, modanature, pitture parietali e varie strutture sotterranee legate alle terme, tutte in ottimo stato di conservazione. Durante altri scavi sarà forse possibile trovare le vasche delle piscine? Gli archeologi spagnoli ipotizzano che un così vasto impianto termale romano fosse stato pensato per numerosi i invitati alle feste organizzate dal proprietario della casa, forse in connessione con i giochi dei gladiatori che si svolgevano nelle vicinanze. https://www.stilearte.it/scavi-e-che-trovi-terme-romane-intatte-nel-sottosuolo-la-clamorosa-scoperta-di-bagni-abnormi-accanto-alla-domus/
  8. Buongiorno. Oggi Academia.edu mi propone questo interessante contributo: "The Unofficial Roman Republican Semisses Struck in Spain" di Pere Pau Ripollès Alegre contenuto in Studies in Ancient Coinage in Honour of Andrew Burnett, London, 2015. Una trattazione con annesso catalogo dei suddetti "semissi d'imitazione coniati in Spagna". Strumento interessante ed utile per gli interessati alla materia se utilizzato in associazione con l'altro strumento - on line - che avevo citato qualche tempo fa:
  9. Ciao a tutti qualcuno ha idea di che contromarca possa essere? Allego due monete in cui è presente la stessa contromarca, coniate nello stesso periodo ma in posti diversi
  10. Scadenza: 10 mesi e 13 giorni

    • VENDO
    • FDC

    Vendo diverse monete interessanti con errori e varianti ed alcune valigette Leuchtturm, oltre ad alcuni starter kit, alla serie sfusa Monaco 2001 ed alle emissioni 2018 Vaticane. Tutte le monete sono in qualità FDC. Di seguito l'elenco : - Serie monete Fdc 1 cent. - 2 Euro Monaco 2001 Euro 110,00 - VENDUTO - 1 Euro Portogallo 2008 con cartina sbagliata Euro 80,00 - 2 Euro Slovenia 2002 Trattati di Roma Euro 27,00 - 2 Euro Finlandia 2004 Allargamento dell'Unione Europea Euro 50,00 - VENDUTO - 2 Euro Malta 2016 Indipendenza con segno di zecca Euro 25,00 - 2 Euro Malta 2015 Repubblica con segno di zecca Euro 22,00 - 2 Euro Malta 2015 Primo volo con segno di zecca in folder Euro 25,00 - 2 Euro Spagna 2009 Unione economica e monetaria versione Stelle grandi Euro 49,00 - VENDUTO - 2 Euro Vaticano 2018 Padre Pio in folder Euro 27,00 - 2 Euro Vaticano 2018 Anno europeo del patrimonio culturale in folder Euro 27,00 - Serie divisionale Vaticano 2018 in Folder Euro 45,00 - Starter kit Euro Francia Euro 28,00 - Starter kit Euro Italia con scritta (2 disponibili) Euro 25,00 cad. - Starter kit Euro Italia senza scritta Euro 22,00 - Starter kit Euro Lussemburgo Euro 22,00 - 10 Euro Argento Olanda 2002 Nozze Willem Alexander (4 disponibili) Euro 15,00 cad. - 10 Euro Argento Germania 2002 100 anni U-Bahn Euro 15,00 - Valigetta metallica Leuchtturm Cargo S6 per monete da 2 Euro (in capsule da 33 mm.) con 6 vassoi in floccato che può contenere un totale di 144 monete. Valigetta nuova (2 disponibili) Euro 25,00 cad. - Valigetta metallica Leuchtturm Cargo S6 per monete da 2 Euro (in capsule da 33 mm.) con 6 vassoi in floccato che può contenere un totale di 144 monete. Valigetta usata pochissimo, perfetto stato (2 disponibili) Euro 20,00 cad. Le spese di spedizione variano in base al tipo di spedizione prescelta e ad eventuali acquisti multipli, per i quali si applicano sconti. Le spese di spedizione, in ogni caso, saranno quelle previste e consultabili sul sito di Poste Italiane o di altro vettore. Contattarmi attraverso messaggio privato o email.

    Non specificato

  11. ARES III

    L'Isola dei Fagiani

    Spagna e Francia dal 1659 amministrano a periodi alterni un’isola di confine. Un unicum geopolitico Lo strano caso dell’Isola dei Fagiani: l’unico territorio al mondo che cambia nazione ogni sei mesi Sull'Isola dei Fagiani non ci sono i fagiani. Lo lamentava anche Victor Hugo che, durante un viaggio nel golfo di Biscaglia, tenne in particolar modo a vedere quest’isoletta che si trova proprio nel mezzo del corso del fiume Bidassoa, al confine tra Spagna e Francia, tra le città di Irun e Hendaye. Lo scrittore francese scrisse che l’isola non era altro che un «pezzetto di terra verde. Con una vacca e tre anatre al posto dei fagiani: comparse affittate senza dubbio per interpretare il ruolo dei fagiani per la soddisfazione dei passanti». Insomma, non un posto indimenticabile. Ma perché Victor Hugo riponeva così tante aspettative in un'isola alluvionale di neanche 3mila metri quadrati? Perché da quasi quattro secoli l’île des Faisans, come la chiamano i francesi, l’Isla de los Faisanes per gli spagnoli, rappresenta una straordinaria eccezione geopolitica internazionale: è un’isola piccola amministrata in condominio da due Paesi. Accade anche da altre parti, come nell’Artico per esempio, ma l’isola è l’unico territorio del pianeta dove la sovranità non è esercitata in modo congiunto, ma alternato. Sei mesi governa Madrid, sei mesi governa Parigi. Ogni 180 giorni c’è il cambio della guardia, e il 31 gennaio gli spagnoli passano la mano ai colleghi francesi che a loro volta restituiranno l’isola il 31 luglio. Succede così due volte l’anno, ogni anno, dal 7 novembre del 1659. Ovvero dal giorno in cui, dopo tre mesi di trattative portate avanti dal cardinale Mazzarino e dallo spagnolo don Luis de Haro, venne firmata la pace dei Pirenei che segnò una volta per tutte il confine franco-spagnolo. Anche se, va detto, l’assetto attuale dell’alternanza è quello stabilito dal trattato di Bayonne del 1856. All'epoca della guerra dei Trent’anni la scelta dell’isola per tenere la lunga conferenza di pace non fu per nulla casuale. Nei secoli le corone di Spagna e Francia l’avevano utilizzata come territorio neutrale per scambi di prigionieri e incontri di futuri sposi. Nel 1526 François I, prigioniero da Carlo V, venne rilasciato in cambio di due figli del sovrano spagnolo, e lo scambio avvenne qui. E sempre qui, nel 1615, avvenne il fidanzamento ufficiale tra l’Infanta Anna d’Austria, figlia di Filippo III di Spagna e promessa al futuro Luigi XIII ed Elisabetta, figlia del Re di Francia Enrico IV, e destinata ad andare in moglie a Filippo IV di Spagna. O ancora nel 1722, quando la principessa Maria-Anna Vittoria infante di Spagna e futura moglie del re Luigi XV re di Francia viene “scambiata” con Luisa Elisabetta d’Orléans, figli del reggente e destinata ad andare in moglie al futuro re di Spagna, Luigi I. Insomma, l’Isola dei Fagiani è un luogo piccolo ma decisamente denso di storia. Eppure non c’è niente da vedere. Anzi, sull’isola non si può neanche mettere piede. Non ci sono mai stati neanche ponti che la collegano alle due le sponde: all’epoca delle firma del trattato vennero costruiti in legno, poi demoliti. Così come le strutture dove si tennero i colloqui di pace del XVII secolo. L’unico monumento è una stele di pietra che ricorda l’evento posta nel XVIII secolo. Gli unici che ci mettono saltuariamente piede sono i delegati dei due Vicerè che nei fatti amministrano il territorio. Vengono per tagliare l’erba, di tanto in tanto potare gli alberi e vigilare che nessuno si permetta di piantarci una tenda o ancor peggio una qualche bandiera basca. https://www.touringclub.it/notizie-di-viaggio/lo-strano-caso-dellisola-dei-fagiani-lunico-territorio-al-mondo-che-cambia/immagine/2/isola-dei-fagiani
  12. Sesino

    Collezione pesi monetali

    Buongiorno ragazzi, apro questa discussione in quanto possiedo questa piccola collezione di pesi monetali vari e mi piacerebbe avere da voi un parere sul suo valore. Lo chiedo perché sto valutando degli scambi e delle cessioni. Nello specifico troviamo pesi monetali: Ducato di Milano (che secondo me sono un po' più rari). Genova (1 pezzo, credo dello scudo castello). Savoia e Venezia Dobbla di Spagna e Dobbla di Portogallo. Alcuni pezzi esteri mai identificati. Ho fatto per comodità una foto unica, ma ovviamente se necessario posso fornire per ciascuno i dati ponderali. Se qualcuno avrà piacere a darmi un suo parere, o a commentare, di certo sarà per me cosa gradita. Un caro saluto e un augurio per una buona giornata.
  13. Ciao a tutti, vi posto questa stranezza che mi incuriosisce da un po': questo esemplare di 1EuroCent Spagnolo del 2001 come potete osservare dalla foto presenta due piccoli avvallamenti di forma ellittica sul dritto, a cosa pensate possa essere dovuto? Pensate più probabile che sia un "difetto" che si è andato formando durante il processo di coniuatura o ritenete che sia stato procurato in seguito da qualche altra causa? Ringrazio in anticipo quanti di voi risponderanno
  14. Buongiorno a tutti! c'è qualcuno che gentilmente riesce ad aiutarmi nell'identificazione di queste monete? le ho trovate ad un mercatino in Sardegna e mi hanno detto essere rinascimentali. Chiedo aiuto a chi è più esperto di me! Grazie in anticipo
  15. Guarda annuncio Vendo vari errori e varianti + valigette Leuchtturm e altro Vendo diverse monete interessanti con errori e varianti ed alcune valigette Leuchtturm, oltre ad alcuni starter kit, alla serie sfusa Monaco 2001 ed alle emissioni 2018 Vaticane. Tutte le monete sono in qualità FDC. Di seguito l'elenco : - Serie monete Fdc 1 cent. - 2 Euro Monaco 2001 Euro 110,00 - VENDUTO - 1 Euro Portogallo 2008 con cartina sbagliata Euro 80,00 - 2 Euro Slovenia 2002 Trattati di Roma Euro 27,00 - 2 Euro Finlandia 2004 Allargamento dell'Unione Europea Euro 50,00 - VENDUTO - 2 Euro Malta 2016 Indipendenza con segno di zecca Euro 25,00 - 2 Euro Malta 2015 Repubblica con segno di zecca Euro 22,00 - 2 Euro Malta 2015 Primo volo con segno di zecca in folder Euro 25,00 - 2 Euro Spagna 2009 Unione economica e monetaria versione Stelle grandi Euro 49,00 - VENDUTO - 2 Euro Vaticano 2018 Padre Pio in folder Euro 27,00 - 2 Euro Vaticano 2018 Anno europeo del patrimonio culturale in folder Euro 27,00 - Serie divisionale Vaticano 2018 in Folder Euro 45,00 - Starter kit Euro Francia Euro 28,00 - Starter kit Euro Italia con scritta (2 disponibili) Euro 25,00 cad. - Starter kit Euro Italia senza scritta Euro 22,00 - Starter kit Euro Lussemburgo Euro 22,00 - 10 Euro Argento Olanda 2002 Nozze Willem Alexander (4 disponibili) Euro 15,00 cad. - 10 Euro Argento Germania 2002 100 anni U-Bahn Euro 15,00 - Valigetta metallica Leuchtturm Cargo S6 per monete da 2 Euro (in capsule da 33 mm.) con 6 vassoi in floccato che può contenere un totale di 144 monete. Valigetta nuova (2 disponibili) Euro 25,00 cad. - Valigetta metallica Leuchtturm Cargo S6 per monete da 2 Euro (in capsule da 33 mm.) con 6 vassoi in floccato che può contenere un totale di 144 monete. Valigetta usata pochissimo, perfetto stato (2 disponibili) Euro 20,00 cad. Le spese di spedizione variano in base al tipo di spedizione prescelta e ad eventuali acquisti multipli, per i quali si applicano sconti. Le spese di spedizione, in ogni caso, saranno quelle previste e consultabili sul sito di Poste Italiane o di altro vettore. Contattarmi attraverso messaggio privato o email. Inserzionista cig Date 30/09/2019 Prezzo Category Euro  
  16. lorluke

    Parere su 80 reales 1812

    Buongiorno amici lamonetiani! Come da titolo, sono qui per chiedervi un parere personale su questo 80 reales 1812, coniato sotto il regno di Josè Napoleon (per gli amici Giuseppe). Siccome sono in trattativa per un suo eventuale acquisto, vorrei sapere che stato di conservazione gli attribuireste, quanto la paghereste e, in confronto alla media degli altri esemplari della stessa moneta, come la giudichereste: inferiore, pari o superiore (qualitativamente parlando). Vi posto ora alcune foto. Purtroppo il venditore non è proprio un asso dello scatto fotografico... Questo è il meglio che posso mostrarvi
  17. Buonasera a tutti. Qualcuno sa classificare questa moneta d'argento? Quanto può valere in queste condizioni?Grazie in anticipo. Ecco il fronte Ed il retro
  18. Filippo II° Principe di Spagna mezzo Ducato coniato tra il 1554/1556 D; PHILIP R ANG FRA NEAP PRI HI R; POPOLORUM SECURITATI fonte; Cagiati Memmo; Le monete del Reame delle due Sicilie, Napoli, Tipografia Melfi & Gioele, 1911 pag.94 Cagiati n° 11 _ CNI n° 113 : PR n° 5 Maestro zecchiere Giovanni Battista Ravaschiero
  19. claudioc47

    Spagna: Filippo IV correva l'anno 1624

    Recupero di una moneta che ha circa 400 anni. Molto sporca e ossidata, ma dopo un buon lifting durato circa due ore, è ritornata alla sua naturale freschezza , mantenendo la sua patina testimone dei quattro secoli trascorsi. Moneta da 8 Maravedis con contromarca XII .B., zecca di Segovia. La contromarca indica il nuovo valore della moneta dovuta alla svalutazione causata dalla disastrosa situazione del bilancio del Regno di Spagna, già iniziata durante il regno di Filippo III.
  20. Salve a tutti. Oggi vorrei proporre alla vostra attenzione due particolarissime monete coniate a Napoli durante il regno di Filippo IV d’Asburgo (1621-1665). Sono due tipologie accomunate, rispetto agli altri esemplari che comunque vanno sotto la dicitura di “prova” di scudo (sulla cui dicitura avremo modo di soffermarci a breve), da un rovescio molto più eloquente, figurato e dal significato decisamente più coinvolgente. Di seguito le descrizioni datene nel CNI XX, con le relative immagini tratte dalla tavola XIII: La prima (n° 759): La seconda (n° 760): Alcuni errori di stampa dovrebbero forse essere corretti nella descrizione del primo esemplare: innanzitutto il peso. In BOVI 1965 viene riportato un peso più verosimile di 18,36 g., mentre errata risulta la legenda di dritto riportata dallo studioso napoletano (…GRATIA … invece del corretto …GRA…). In secondo luogo, occorre precisare che alcune fonti (cfr. DELL’ERBA 1940), preferiscano leggere l’ultima parola della legenda di rovescio come BELLVM anziché FALLVM. Questa lettura sembra più consona al contesto generale dell’epigrafe monetaria e forse sarebbe da preferire, anche in mancanza di un chiaro riscontro fotografico (le immagini del CNI XX qui reperite non hanno saputo dirimere la questione). Fin dalle fonti più antiche (mi riferisco in particolare a FIORELLI 1871, dove troviamo descritta la seconda moneta a p. 114, n° 8077), questi strani tondelli venivano presentati come “pruove di cianfrone”, forse in virtù delle loro caratteristiche e del peso. I vari studiosi hanno poi mantenuto questa definizione, tant’è che ancora oggi esemplari simili vengono descritti come prova in rame di scudo. Notiamo, però, subito una caratteristica importante: che si tratti di ducati (come vorrebbe il DELL’ERBA 1940, o anche mezzi ducati, riprendendo FIORELLI 1871) in argento o di scudi d’oro, sotto il regno di Filippo IV nella zecca partenopea, per questi nominali, hanno sempre usato apporre sia la sigla del Maestro di Zecca che di quello di Prova, mentre su tutte le cosiddette prove in rame (comprese le presenti), troviamo la sola sigla del Maestro di Zecca: OC per Orazio Celentano, attivo tra il gennaio del 1635 ed il 5 ottobre 1636. Per le monete in rame, invece, poteva capitare più spesso che la sigla del Maestro di Prova venisse omessa e che l’intero spazio nel campo fosse dedicato solo a quella del Maestro di Zecca. Una situazione del genere, invece, sarebbe stata molto più rara per quanto riguarda un’eventuale emissione in oro o argento. Tale considerazione mi porta a dubitare che le monete di cui stiamo parlando siano effettivamente delle prove per degli scudi o per dei mezzi ducati. Inoltre, se osserviamo i dati ponderali a nostra disposizione, notiamo subito che essi non combaciano né con lo scudo d’oro (3,38 g.), né con il ducato d’argento (29,64 g.), né tantomeno con il mezzo ducato (tra il 14,82 g. ed i 16,63 g.). I pesi di queste due monete, invece, sono molto più vicini a nominali enei che circolarono e non sono considerate come emissioni di prova: il nostro n° 1, con un peso di 18,36 g., è vicino al multiplo di grano del tipo PANNUTI-RICCIO 1984, p. 169, n° 49 (che ha un peso di 17,25 g.); la nostra n° 2, con un peso di 21,37 g. (per BOVI 1965 è invece 21,20 g.), è vicina al multiplo di grano con data 1627 del tipo PANNUTI-RICCIO 1984, p. 168, n° 48 (che ha un peso di 27,63 g.). Quindi la zecca di Napoli coniò prima del 1636 (data che appare su queste due monete e su altre cosiddette prove in rame) già alcune monete in rame di grande modulo e peso, tutte molto rare, per la circolazione regnicola. Prima del 1630 il grano in rame aveva avuto un peso ufficiale di 7,61 g., mentre a partire dal 1630, qual è anche il nostro caso, con una riforma il peso del grano fu aumentato fino a toccare i 10,692 g. Possibile che queste due monete siano dei multipli di grano invece che delle prove in rame? Potrebbe essere, se pensiamo che la seconda moneta pesa 21,37 g., ovvero esattamente come il doppio di un grano post 1630: 10,692 g. (il peso di un grano nel 1636) moltiplicato per 2 dà precisamente 21,384 g., cioè il peso di un doppio grano. Potremmo azzardare un ragionamento simile per il primo esemplare, che sarebbe forse un multiplo da un grano e mezzo. Tutte queste considerazioni portano a pensare che, anziché dinanzi a prove in rame, ci troviamo davanti a monete di rame vere e proprie approntate per la circolazione effettiva, rarissime al pari degli altri multipli di grano noti per questo regnante (si pensi ad esempio al già citato multiplo PANNUTI-RICCIO 1984, p. 168, n° 48, ad un altro multiplo descritto a p. 169, n° 49 e ai doppi grani POPVLORVM QVIES, tutti esemplari considerati R5 e di difficilissima reperibilità). Passiamo ora a considerare le legende e a contestualizzare storicamente queste monete. Le legende si possono così sciogliere: 1. D/ Filippo IV per grazia di Dio (Re); R/ Non si fa la guerra senza donazioni. 2. D/ Filippo IV per grazia di Dio (Re); R/ Fulmina i potenti nemici. Iconografia e legende sono dunque molto particolari ed evocative e saranno questi elementi al centro del nostro discorso. Entrambe le monete sembrano essere collegate da un unico filo conduttore: la guerra e i fondi necessari per supportarla. Quando questi due esemplari furono coniati nel 1636 la Spagna e le sue colonie stavano attraversando una fase molto complessa della cosiddetta Guerra dei Trent’anni (1618-1648): la fase francese (1635-1648), ovvero la parte finale del conflitto che sconvolse l’Europa centrale. Anche dopo la fine della Guerra, gli spagnoli e i francesi continuarono ad affrontarsi sui campi di battaglia fino al 1659. La rivalità della Spagna cattolica di Filippo IV con la Francia (ufficiosamente protestante) di Luigi XIII e del Cardinale Richelieu (che avevano dato inizio alle ostilità) iniziò a manifestarsi segretamente già nel 1631, quando Richelieu sovvenzionò economicamente i nemici protestanti della Spagna, offrendo alla Svezia ben 400.000 talleri l’anno per le attività belliche. La Francia, pur non entrando in collisione diretta con la Spagna, tesseva i suoi piani nell’ombra per danneggiare la potenza asburgica in Europa. Dal canto loro, i ministri di Filippo IV erano sempre più preoccupati per la crescente influenza che stava acquisendo la Francia nello scacchiere politico europeo. Quando il re svedese Gustavo II Adolfo morì in combattimento nella battaglia di Lützen, il 16 novembre 1632, la fazione protestante iniziò a collezionare diversi insuccessi contro le truppe imperiali tedesche. Tra il 5 e il 6 settembre del 1634, i protestanti furono definitivamente sbaragliati da un esercito congiunto di spagnoli e tedeschi nella battaglia di Nördlingen. La disfatta fu così disastrosa che i cattolici riuscirono a far firmare ai rivali una pace, molto vantaggiosa per la Spagna e gli Asburgo, a Praga il 30 maggio 1635. Richelieu vedeva in tal modo distrutti tutti i suoi sforzi per fiaccare la potenza spagnola e far emergere quella francese. Decise infine di passare all’azione in quello stesso anno 1635, spingendo il suo re, Luigi XIII, a dichiarare apertamente guerra a Filippo IV. Gli obiettivi militari della Francia erano due: i Paesi Bassi spagnoli, da diverso tempo in agitazione, e il Ducato di Milano che era saldamente in mano iberica. L’attacco francese fu così aggressivo da spazzare via per sempre dalla Storia la famosa potenza militare spagnola: il Principe di Condé, il 19 maggio 1643, schiaccio i tercios nella battaglia di Rocroi. Da allora, sebbene la guerra continuò fino al 1659 con alterne vicende e con la perdita di molti territori spagnoli nelle Fiandre, in Italia e al confine con la Francia, a tutto beneficio di quest’ultima, la Spagna non si riprese più dal duro colpo subito a Rocroi. Con il termine delle ostilità e la firma del trattato dei Pirenei tra le due nazioni, il 7 novembre 1659, la Francia si consacrò come grande potenza europea, mentre la Spagna diventava progressivamente solo un riflesso sbiadito di quello ch’era stata fino ad allora. Fu proprio in virtù degli accordi presi nel 1659 che l’anno seguente, il 9 giugno 1660, il re francese Luigi XIV sposerà Maria Teresa di Spagna, figlia di Filippo IV. Questa unione si rivelerà fondamentale allorquando, alla morte senza eredi diretti dell’ultimo sovrano asburgico di Spagna, Carlo II, nel 1700, la Francia avanzerà pretese sul trono iberico candidando Filippo di Borbone duca d’Angiò (futuro Filippo V) come pretendente, dando inizio alla celebre Guerra di Successione spagnola. Filippo V era infatti nipote diretto di Maria Teresa di Spagna, poiché suo padre, Luigi Gran Delfino, era figlio di quest’ultima e di Luigi XIV. Le due monete in esame furono realizzate a Napoli durante la prima fase della guerra franco-spagnola: il rovescio del primo esemplare mostra chiaramente l’invocazione ad uno sforzo economico, chiesto ai Napoletani, per la conduzione della guerra. Da sempre il Regno di Napoli era stato tra i possedimenti più fertili e felici della Spagna, la quale aveva sempre approfittato per trarne denaro utile a condurre i suoi affari e, soprattutto, i suoi conflitti. Se l’eloquente legenda non fosse stata abbastanza chiara, l’iconografia non lasciava adito a dubbi: l’Abbondanza che versa denaro sulle armi e sugli attributi regali del potere. Una specie di richiamo, da parte dei Napoletani, al proprio senso del dovere verso la Patria in difficoltà. Il secondo rovescio è ben più particolare, sebbene coniato nello stesso anno. Anche qui abbiamo una legenda molto esplicita che si riferisce alla distruzione dei nemici della Spagna. La simbologia della saetta la troviamo già su alcune monete imperiali romane e si riferisce a Giove, padre degli dèi, che attraverso il lancio del fulmine distrugge e punisce i suoi nemici, in particolare i Titani. Nel 1636, infatti, le truppe parmensi di Odoardo I Farnese (1622-1646), alleato di Richelieu, furono sbaragliate da quelle spagnole che, grazie all’appoggio di Francesco I d’Este, duca di Modena, occuparono Piacenza. Sconfitto, Odoardo fu convinto da papa Urbano VIII a firmare un trattato di pace con la Spagna nel 1637, grazie al quale riottenne il controllo di Piacenza. Secondo DELL’ERBA 1940, p. 57, la moneta con l’iconografia del fulmine farebbe riferimento proprio ai successi spagnoli nel Ducato di Parma contro il Farnese. Per saperne di più: AA. VV., Corpus Nummorum Italicorum, vol. XX, Roma 1943. Giovanni BOVI, Le monete napoletane di Filippo IV (1621-65) e di Enrico di Lorena (1648), in BCNN, L-LI (1965-1966), pp. 3-99. Antonio DELL’ERBA, Spiegazione ed interpretazione di leggende ed imprese sulle monete medioevali-moderne dell’Italia meridionale, in BCNN, XXI (1940), pp. 43-63. Giuseppe FIORELLI, Catalogo del Museo Nazionale di Napoli. Medagliere, 3. Monete del medio evo e moderne, Napoli 1871. Pietro MAGLIOCCA, Maestri di Zecca, di Prova ed Incisori della zecca napoletana dal 1278 al 1734, Formia 2013. Michele PANNUTI – Vincenzo RICCIO, Le monete di Napoli dalla caduta dell’Impero Romano alla chiusura della zecca, Lugano 1984.
  21. Salve ragazzi, sono nuovo del forum... sono un collezionista dilettante da molto tempo! Colleziono parecchie cose fra cui monete, cartamoneta e francobolli. Oggi per puro caso come resto mi hanno dato questi due euro spagnoli del 2001 che vi allego, presentano un errore che io non ho mai visto e ho considerato "insolito" hanno la parta centrale dorata inserita sia a "testa in giù" che dalla parte opposta di dove dovrebbe essere (rivoltata insomma). Pensate che è un errore raro che possa dare qualche valore alla moneta? Devo tenermela o la smercio tranquillamente? (sono anche abbastanza rovinati)
  22. Buongiorno a tutti, è stata presa la decisione, dopo gli ultimi avvenimenti, di aprire una nuova discussione , più pulita, su questi benedetti euro andorrani. Ciò che sto per scrivere sembra scontato, ma a volte non lo è . Perciò di seguito ci sono alcuni punti che devono andare rispettati, invitando tutti alla moderazione e al rispetto dei curatori, che prestano la loro opera su base esclusivamente volontaria e gratuita. In questa discussione parliamo esclusivamente di : - qualità del conio , con impressioni personali - notizie riguardanti modalità di emissione o variazioni di tiratura e nuove emissioni - le modalità di acquisto ( i link o le mail di venditori VANNO CHIESTE VIA MP all'utente che posta la news ) - notizie riguardanti statistiche o varianti , insomma tutto ciò che riguarda solo e soltanto le monete. Le polemiche lasciamole stare, anche giudizi e critiche gratuite verso l'operato di altri utenti . Qualora si voglia un chiarimento lo si può richiedere via MP , tanto in caso di trasgressione del regolamento c'è lo staff a vigilare . Vi ringrazio Ciccio 86
  23. Laurentius

    Quatro Reales 1810/R

    Nell'album Napoleoniennes

    B/MB
  24. Buon giorno, Premesso che da un anno a questa parte, ho letteralmente perso la testa per la monetazione del nuovo mondo ed oggi volevo condividere con voi il mio ultimo acquisto, una delle coniazioni più affascinanti della numismatica inglese e non solo: Giorgio II d'Inghilterra, Mezza Corona, 1746, Lima. Ebbene, il motivo di tale fascino risiede nella parola "Lima" sotto il ritratto del Re. Si tratta di un riferimento all'argento catturato dalle navi spagnole, che erano state assalite nei pressi della città peruviana di Lima, allora parte dell'impero Spagnolo. La maggior parte di questo argento è stato catturato in una sola azione comandata da un uomo, successivamente considerato uno dei più grandi ufficiali della Marina Reale Britannica. Nel 1740, La Gran Bretagna entró in guerra contro L'impero coloniale Spagnolo, e Re Giorgio II diede al Commodoro George Anson l'arduo compito di catturare i possedimenti spagnoli in Sud America. Il 18 Settembre dello stesso anno, Arson e la sua flotta di 8 vascelli (HMS' Gloucester, Wager, Tryal, Pearl, Severn seguite dalla Anson's flagship Centurion e un vascello carico di provviste) salparono verso il Nuovo Mondo. Nonostante numerosi successi, la fortuna non fu dalla parte di Anson, che si ritrovò una flotta svantaggiata dall'abbandono di due navi, La Pearl e la Severn, che furono costrette a tornare indietro per via del mare difficile incontrato durante la navigazione verso Capo Horn ma soprattutto per colpa della malattia che si insidiava sempre di più tra l'equipaggio, costringendo l'affondamento di ogni nave spagnola conquistata, e quindi, la perdita di tutto il denaro che sarebbe entrato dalla loro vendita. A dispetto di aver fatto irruzione in un piccolo insediamento spagnolo in Sud America e catturato diverse navi mercantili spagnole, Anson non era riuscito a realizzare quanto sperato inizialmente. La sua flotta dimezzata, non aveva più abbastanza uomini per attaccare qualsiasi insediamento spagnolo a terra. Egli fece sapere che una volta terminati gli accordi di Macao, aveva intenzione di salpare a Jakarta e da lì, in Inghilterra. Una volta in mare e lontano da orecchie indiscrete, tuttavia, comunicó al suo equipaggio l'intenzione di fare un ultimo tentativo di catturare un galeone Spagnolo. Tali navi, venivano considerate inestimabili per via dei carichi d'argento che partivano solo una o due volte l'anno verso la Spagna, e Anson sperava di ottenere un ultimo grande successo prima di tornare a casa. Dopo aver trascorso diversi mesi in mare, l'equipaggio della Centurion avvistò il loro obbiettivo: la vela del Galeone Neustra Señora de Covadonga per Manilla. Nonostante l'equipaggio della Centurion fosse devastato e decimato dalla malattia dopo più di tre anni di campagne nel Pacifico, il galeone spagnolo cedette dopo ben 90 minuti di cannoni. Quando gli uomini di Anson salirono a bordo della nave catturata, scoprirono un enorme tesoro di argento, tra cui oltre 1.300.000 pezzi da otto (8 Reales) e altri 35.000 once di lingotti d'argento, oltre a tutto il resto del carico della nave e la nave come premio stesso. Dopo diverse fermate lungo il percorso per raccogliere le forniture e membri dell'equipaggio supplementari, la flotta Britannica arrivó finalmente in Inghilterra il 15 giugno 1744, solo 500 uomini dei 1854 dell'equipaggio ufficiale riuscirono a tornare a casa. Tutto l'argento catturato venne trasportato immediatamente alla Royal Mint di Londra, ci vollero decine di carri per il trasporto e folle enormi si riunirono lungo le strade per acclamare lo spettacolo dei carri scintillanti. Dal prezioso bottino vennero coniate monete con l'aggiunta della parola Lima sotto l'effigie del re. (in alto le tre tipologie di monete coniate dal bottino di Lima: Mezza corona, uno Scellino e 6 pence, datati 1746/47, Lima) ---- Spero questa breve storia sia stata di vostro gradimento :) In basso un ulteriore dettaglio della mezza corona da me acquistata: a presto Gaspare Frazzitta.
  25. Salve a tutti, non riesco ad identificare correttamente questo peso monetale. Mi sapreste aiutare ad identificarlo e a dare un ipotetico valore di mercato?
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