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Emilia Romagna I bagattini di Niccolò d'Este coniati a Ferrara
Specialized65 ha aggiunto un nuovo link in Monete Medievali di Zecche Italiane
Buonasera a tutti, più per curiosità che per altro ho passato un po' di tempo a studiare i bagattini coniati a Ferrara tra la metà del 1300 e la metà del 1400 sotto Niccolò II d'Este (1361-1388) (detto lo Zoppo a causa della gotta, al quale si deve la costruzione, in soli due anni del Castello Estense che tuttora domina il centro della città e al quale si deve l'introduzione della "lira ferrarese di marchesini" detta volgarmente marchesana come ci insegna il Bellini), e il nipote Niccolò III (1393-1441) (che divenne marchese all'età di 10 anni, famoso anche per la triste storia di Ugo e Parisina, ma che a Ferrara è da sempre ricordato per le avventure amorose: ebbe moltissimi figli legittimi - tra i quali Ercole futuro duca della città - e illegittimi -tra i quali Leonello e Borso - che gli succedettero al governo di Ferrara). Niccolò III nel 1431 ottenne dal Re di Francia Carlo VII il privilegio di inquartare lo stemma estense con l’arme della corona di Francia cioè i tre gigli d’oro dando inizio così al periodo di maggior splendore della città di Ferrara. Ma torniamo ai bagattini: è moneta molto piccola in mistura: 11-12 mm di diametro e un peso medio di 0,30 g. La cosa che ha suscitato la mia curiosità è che mi sono trovato in mano due esemplari, che per quanto non ben conservati, erano a mio avviso assai diversi. Ho provato a consultare i testi di cui sono in possesso e questa è la sintesi: il CNI cita solo il Bagattino di Niccolò III (nn. 20-23), quello di Niccolò II non è indicato Il MIR, come il CNI, cita solo il Bagattino di Niccolò III (n. 226), quello di Niccolò II non è indicato; Il Bellesia non indica il bagattino tra le monete di Niccolò II, lo indica tra quelle di Niccolò III (n. 8) indicando un solo esemplare conosciuto e scrivendo "Anache il bagattino di Niccolò III si distingue da quello di Niccolò II per la diversa forma delle lettere: si notino come al solito la A, la C e la O (il riferimento alle solite lettere che cambiano deriva dalla stessa evoluzione avuta dal Marchesano). Il catalogo di numismatica italiana di lamoneta.it lo indica solo tra le monete di Niccolò III E' quindi evidente che, pur non citandolo direttamente tra lemonete coiate sotto Niccolò II, il Bellesia ne ammette l'esistenza e, indicando il bagattino di Niccolò III come esistente in un unico esemplare, implicitamente evidenzi come quello di Niccolò II sia più comune. Secondo le indicazioni del Bellesia le due monete differiscono per le lettere A, C, e O. La questione è nota, tra l'inizio della signoria di Niccolò II e la fine di quella di Niccolò III trascorrono 80 anni gli stili e le tecniche di coniazione sono cambiati. La A di Niccolò II era più tozza, formata con linee dritte e con base piatta, quella di Niccolò III era più elaborata e la base aveva le punte verso il basso. La C di Niccolò II era formate da una mezzaluna e da due triangolini, quella di Niccolò III era invece chiusa davanti da un tratto verticale infine le O di Niccolò III erano più gonfie ai lati. Di seguito posto l'immagine che ho elaborato per confrontare le due monete: L'elemento che mi è saltato all'occhio e dal quale sono partito ad approfondire è la differenza tra le due n centrali: una grossa e tozza e l'altra decisamente più snella. Gli altri elementi di confronto sono indicati nell'immagine. Ho cercato evidentemente anche su internet diverse immagiini ma ho sempre trovato bagattini classificabili, secondo la mia teoria, al primo tipo, quello di Niccolò II. Quello indicato al n. 8 di Niccolò III nel Bellesia invece appartiene evidentemente al II tipo. Se la mia teoria è giusta, anche il bagattino fotografato nel catalogo di lamoneta.it, ed indicato sotto Niccolò III, dovrebbe invece appartenere a Niccolò II. Attendo le vostre considerazioni in merito.
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